Sebirblu, 1° luglio 2016
Cari lettori, spesso ho parlato della
terribile campagna denigratoria e demolitrice del Principio Cristico,
manifestatosi in Gesù di Nazareth, condotta dall'Élite e da tutti
coloro che non avendo in sé basi solide, si lasciano irretire, in modo più
o meno consapevole, diventando dei falsi profeti.
Questo è tanto più nocivo quanto più
un personaggio è conosciuto ed ha un seguito esponenziale di persone
che credono ciecamente in esso e a quanto dice.
È risaputo che il Maligno, il più
delle volte, si insinua subdolamente in una realtà e sparge la sua
zizzania, onde contaminare anche quello che è buono, per confondere
e portare fuori strada i poveri sprovveduti che non se ne accorgono.
È il caso della grafologa contattista
Marina Tonini che ormai da qualche anno diffonde le sue esperienze e
le proprie convinzioni in conferenze, interviste e quant'altro, non
limitandosi a parlare dei Siriani ma parlando anche di Gesù e della
Sua vita in modo così distorto e blasfemo tanto da non rendersi
nemmeno conto di quale danno enorme arreca e di cui amaramente si
dovrà pentire.
Un caro amico, che faceva parte del suo
gruppo su facebook, ha provato a pubblicare un mio articolo
chiarificatore (QUI) per cercare di far riflettere la gente
trascinata nel vortice delle sue pesanti astruserie, ma lei,
prontamente, ha provveduto a rimuoverlo!
Il post appena indicatovi, che spero
leggerete, è imperniato esclusivamente sul VERO, e sui falsi e
continui "ritrovamenti" di reperti atti ad infangare e a
stravolgere l'immagine del Cristo nel cuore degli uomini. Questo piano satanico fa parte del "Progetto Blue Beam"; cfr. QUI e QUI.
Proprio giorni fa, è stata portata alla ribalta planetaria, come cibo solo per allocchi, un'ennesima "scoperta" archeologica che "rivela" come Gesù fosse un "ubriacone" ed un "gaudente" specialmente alle feste come le "Nozze di Cana"... (cfr. QUI, sebbene l'articolo sia in lingua francese).
E mentre lo scalpore ha una grande eco
in tutto il mondo, le smentite o le rettifiche passano sempre in
sordina e nessuno se ne accorge. Ecco perché oggi ho deciso di
pubblicarne una, a distanza di due anni dalla sua "esplosione",
devastante per tutte le anime inconsapevoli.
Il frammento di papiro che accennava ad una presunta
compagna di Cristo è un falso: a svelarlo,
un'affascinante inchiesta giornalistica.
"E Gesù disse loro: «Mia
moglie... è capace di essere mia discepola»". Poche parole,
scritte in un dialetto copto su un frammento di papiro di otto
centimetri di lunghezza per quattro di altezza, avevano agitato
archeologi e studiosi di teologia...
A presentare il papiro alla comunità
scientifica, e a battezzarlo "Il vangelo della moglie di Gesù"
era stata Karen L. King, docente della Harvard Divinity School, nel
2012.
La professoressa l'aveva ricevuto in prestito da un misterioso collezionista privato, il quale, a sua volta, non aveva svelato le circostanze grazie alle quali ne era entrato in possesso.
Secondo la King il frammento era
autentico, anche se ‒ metteva in guardia la studiosa ‒ non poteva
provare che Gesù fosse effettivamente sposato, ma solo che alcune
delle prime comunità cristiane ritenevano che lo fosse.
A corroborare le sue convinzioni erano
giunti, nel 2014, i risultati di una serie di analisi chimiche:
secondo gli esperti coinvolti, il papiro era certamente antico (anche
se meno di quanto si pensasse: la datazione indicava un periodo tra
il VII e l'VIII secolo d.C.) e la composizione dell'inchiostro
ricalcava quella dei prodotti utilizzati all'epoca.
Altri studiosi restavano scettici,
soprattutto per un errore grammaticale contenuto nel testo e per la
somiglianza con un passaggio di uno dei vangeli apocrifi, quello di
Tommaso.
Ma tutte queste certezze sono crollate
dopo la pubblicazione sulla rivista The Atlantic, di una lunga,
documentatissima inchiesta del giornalista Ariel Sabar, QUI. (Che è veramente molto interessante ma scritta, purtroppo, in lingua inglese; ndr).
Ariel Sabar |
Più che sull'autenticità del frammento, Sabar ha deciso innanzitutto di indagare sulla sua provenienza, e in particolare sull'anonimo "collezionista" che l'aveva fornito alla professoressa King.
Sfruttando gli scarsi indizi a
disposizione, il giornalista è riuscito a rintracciare un certo
Walter Fritz, un tedesco dal discutibile passato:
‒ aveva studiato egittologia in
Germania (per poi sparire da un giorno all'altro dall'università);
aveva diretto per brevissimo tempo un museo della Stasi, il potente
servizio segreto della Germania Est; si era trasferito in Florida,
aveva commerciato in autoricambi; aveva gestito una serie di siti
porno dedicati alle imprese sessuali di sua moglie, a sua volta
autrice di libri a carattere erotico‒mistico.
Walter Fritz |
Fritz aveva anche registrato il dominio web "gospelofjesuswife.com" pochi giorni prima che la professoressa King annunciasse la sua scoperta.
Con il giornalista, l'uomo non ha
ammesso di aver architettato un falso, e nemmeno di essere il
misterioso proprietario che l'aveva prestato alla Harvard Divinity School. Ma gli ha
proposto di fatturare i documenti finti necessari a scrivere un
best-seller storico sulla falsariga del Codice Da Vinci:
"La gente non vuole leggere il
saggio storico di Karen King", ha detto. "La gente vuole
qualcosa da portarsi a letto. I fatti, da soli, non contano nulla.
Quel che conta è il divertimento".
Intervistata da Sabar, la professoressa
King ha dovuto ammettere di essere stata ingannata: "Il signor
Fritz le aveva taciuto il suo passato di studioso di egittologia (e
di pornografo) e le si era presentato come un «buon padre di
famiglia» benestante.
La studiosa non aveva mai pensato di
approfondire la storia della provenienza del frammento: "La sua
inchiesta", ha detto al giornalista, "mi fa propendere decisamente
per la tesi del falso".
Anche la Harvard Divinity School ha
dovuto prendere atto dei risultati dell'inchiesta. Il comunicato del
preside occupa poche righe che oggi fanno da introduzione al poderoso
sito dedicato a tutte le ricerche compiute in questi anni su quello
che sembra proprio essere uno dei falsi meglio riusciti della storia
recente.
Chiosa di Sebirblu
E speriamo che nel frattempo emergano altri coraggiosi e determinati giornalisti che contribuiscano a smascherare una volta per tutte questa infame e diabolica macchinazione nei confronti del Cristo, e nel nome di tutti coloro che in questi tempi vengono orrendamente martirizzati per Lui, nell'indifferenza generale!
Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: mondotemporeale.net
Fonte originaria: theatlantic.com
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