lunedì 19 marzo 2018

M. Valtorta: Gesù accusa Chiesa e Fedeli di Eresia


James Tissot

"Guai a voi, dottori della Legge
 che avete sottratto la chiave della scienza.
Voi non siete entrati
e a quelli che volevano entrare l'avete impedito."
(Lc. 11,52)

Sebirblu, 18 marzo 2018

Ecco alcuni brani necessariamente ridotti, non però nella sostanza, di quanto ricevuto negli anni '43 e '48 dalla grande mistica Maria Valtorta, incredibilmente adatti al tempo d'apostasia che stiamo vivendo, a dimostrazione che già da allora v'erano i prodromi del declino inevitabile della Chiesa temporale per entrare in quella Nuova, basata sullo Spirito e Verità di cui ha parlato il Cristo in Gv. 4,23. (Cfr. QUI e QUI; ndr).


Dal dettato del 20 settembre 1943

Dice Gesù:

[...] «Se l'avvenuta formazione della Mia Chiesa e l'affermarsi del Cristianesimo nel mondo avessero dato i frutti che la prima fioritura faceva sperare, non ci sarebbe stato bisogno d'altro. [...]

Come un rivolo d'acqua destinato ad abbeverare i fiori delle vostre anime, avevo fatto scaturire dai Cieli ‒ meglio: dal Mio Cuore che vi ama ‒ la Mia Dottrina. Ma voi in esso avete lanciato sassi e macerie, suddividendolo in mille e mille fili di acqua che hanno finito a sperdersi senza giovamento per voi, cristiani che più o meno avete rinnegato il Cristo.

Le eresie palesi hanno obliterato addirittura molte vene che, partendo dal Mio Cuore, scendevano a nutrire  l'organismo  della Chiesa  Una  Cattolica,  Romana,  Universale, e molta parte dell'organismo è divenuta un membro paralizzato, morto alla vita, destinato a portare cellule cancrenose.

Ma le piccole eresie individuali sono ‒ e quante! ‒ sparse nel nucleo dei cattolici. E sono le più perniciose, le più condannate.

Perché ‒ rifletti bene ‒ perché, se a distanza di anni e secoli è condannabile sino ad un certo punto il protestante, di qualsiasi chiesa sia, l'ortodosso, l'orientale, il quale segue  con  fede  ciò  che  i  suoi  antenati  hanno  ad  esso  lasciato  come  Fede  vera, non è perdonabile il vivente sotto il segno della Chiesa di Roma il quale si crea la particolare eresia della sua sensualità del senso, della mente, e del cuore.

Quanti compromessi col Male! Quanti! E che Io vedo e condanno. Di tutto si preoccupa il 90% dei cattolici, di tutto meno che della vita nella e per la mia Fede. E allora Io intervengo. Intervengo con l'insegnamento diretto che si sostituisce, con le sue luci e le sue fiamme a tanti pulpiti troppo gelidi e troppo bui.

Intervengo per essere il Maestro al posto dei maestri che preferiscono coltivare i loro interessi materiali a quelli spirituali vostri e soprattutto Miei. Poiché Io ho loro affidato i talenti vivi che siete voi, anime che ho comprate col mio Sangue, vigne e granai del Cristo Redentore, non perché li lasciassero inoperosi e incolti, ma perché consumassero se stessi nel farli fruttare e fruttificare.


Gustave Doré

Ebbene, Maria (la scrittrice; ndr). Lo sai quali sono i più retrivi ad accettare questo aiuto che Io do per riparare i danni dell'inedia spirituale per cui voi cattolici morite? Sono proprio i Miei sacerdoti.

Le povere anime sparse nel laicato cattolico accolgono con devozione questo pane che Io spezzo alle turbe disorientate nel deserto poiché ho compassione di esse che vengono meno. Ma i dottori della dottrina no.

È logico, del resto. Come 20 secoli or sono, la mia Parola che accarezza voi, povere anime, è rimprovero a loro che vi hanno lasciato impoverire. E il rimprovero pesa sempre, anche se è giusto.

Ma ora come 20 secoli fa non posso che ripetere loro: "Guai a voi, dottori della Legge che avete usurpato la chiave della scienza e non siete entrati voi e avete messo impedimento a quelli che entravano".

Coloro che non sono entrati, perché voi avete sbarrato la via con le vostre piccinerie e scandalizzato i cuori, che guardavano a voi come maestri, perché vi hanno visti più indifferenti di essi stessi alle eterne Verità, saranno giudicati con pietà.

Ma voi, voi che avete preferito il denaro, gli onori, i comodi, l'utile dei familiari vostri alla missione di essere i "maestri" in nome e per continuare il Cristo docente;

ma voi che siete tanto severi verso i vostri fratelli, pretendendo che diano ciò che voi non date e fruttifichino ciò che voi non avete in essi seminato, mentre siete tanto indulgenti con voi stessi;

ma voi che non credete alle Mie manifestazioni provocate, in fondo, da voi, poiché è per riparare alle rovine provocate sempre da voi che vengo ad ammaestrare i cuori spersi per il mondo, e osservate che tanto più vengo, quanto più i tempi si caricano di eresie, anche all'interno della Mia Chiesa;

ma voi che deridete e perseguitate i Miei portavoce e li insultate dando loro del «pazzo» e dell'«ossesso» (come Don Minutella, cfr. QUI, QUI, QUI e QUI al post scriptum: ndr), come i vostri lontani antenati dettero a Me; voi sarete trattati con severità.

Purificatevi col fuoco dell'amore e della penitenza i sensi dell'anima, e udrete, vedrete, gusterete, odorerete, sentirete Me nelle parole che dico agli umili, e che taccio a voi superbi, perché solo chi ha cuore di pargolo entrerà nel Mio Regno, e solo ai piccoli Io rivelo i segreti del Re, perché il più grande fra voi cattolici non è colui che riveste un manto d'autorità, ma colui che viene a Me con puro cuore, fidente come un bambino, amoroso come un pargolo verso la mamma che lo nutre.

Beati i piccoli. Io li farò grandi in Cielo!»


Jay Bryant Ward

Dai Quadernetti – 25 aprile 1948

Gesù, rivolto ai sacerdoti:

[...] «I nemici sono nell'ombra. Non vinti, anzi più attivi che mai per vendicarsi e nuocere. [...]

[...] Gridare: "Gesù, salvaci che noi periamo", quando la bufera già prende di traverso la barca di Pietro, può ottenere il miracolo una volta. Ma non si deve abusare della misericordia Mia e attendere solo da Me soccorso, e nel momento che può esservi naufragio. Armate naviglio e naviganti mentre ne avete tempo e modo.

Tornate ai metodi catacombali, così come avevo detto al piccolo Giovanni (Gesù chiama così la Valtorta; ndr) dal 20 novembre 1943. Uscite dalla nicchia nella pietra. Uscitene per umilmente, faticosamente, caritativamente operare.

Se non lo farete non vi servirà nicchia elevata, torre di diaspro, porfido e acciaio, a salvarvi, quando l'Anticristo, non combattuto con le armi di vittoria da voi e (non) vinto nel cuore di molti, soffierà il suo vento nemico... [...]

Se lasciate che sia tolto Cristo dal cuor degli uomini, chi vi subentrerà? L'Anticristo. Ciò è legge. E guai a voi per questo. La valanga, una volta che si è formata e mossa, non è trattenuta da nulla nella sua corsa fatale. Solo una potenza che la penetra e la disgrega in piccole parti ne rende nullo l'essersi formata e messa in moto per distruggere.

Siate, voi Sacerdoti, la potenza che penetra e rompe la valanga che si è formata e che, se inizia la sua marcia, vi stritolerà. Siatelo, voi cattolici al servizio della Chiesa e in cooperazione del Sacerdozio. Ma non siatelo come sin qui.

Siatelo, lo ripeto, come al tempo catacombale. Allora i Sacerdoti, gli stessi Papi, vivevano fra il popolo. E non solo fra il popolo cristiano. Anche fra i pagani vivevano, mescolati ad essi, guadagnandosi il pane nelle diverse occupazioni manuali o civiche, coronate, la sera, dalla Frazione del Pane, dall'Adunanza fra i fedeli. [...]

E  tutti  predicavano  con  la  parola,  e  più  ancora con l'esempio,  la  Mia Dottrina. Né già predicavano su un testo fisso, secondo le regole oratorie. Ma parlando semplicemente ad uno o più viandanti o compagni di lavoro, e tutto serviva a parlare di Me, insinuando dolcemente la conoscenza di Gesù Cristo e del Vangelo, con pazienza, con amore, con costanza.

Non li  spaventava  il disagio  e  non  il pericolo. Persino  nelle cavee  (gradinate; ndr) dei Circhi, persino nelle carceri e tribunali, ossia nei luoghi dove potevano essere sbranati, come agnelli da lupi, dalla folla inferocita, penetravano a portare la Parola, i Sacramenti, le benedizioni ai cristiani prossimi al martirio, e a conquistare Spiriti pagani al Cristo.

Non facevano della demagogia politica (cfr. QUI e QUI; ndr). E soprattutto non la facevano in momenti delicati di malcontenti popolari o di mutamenti di imperatori. Facevano della vita cristiana. Questa sola. E vera. E trascinavano sulla loro via, ossia sulla Mia Via. [...]


Jorge Mario Bergoglio (il Falso Profeta) all'ONU il 25 settembre 2015. (Cfr. QUI).

Per ricristianizzare l'Italia e il mondo di ora, dove vive e si afferma sempre più una dottrina che è peggiore delle false religioni pagane di quell'epoca e di quelle ancora più false di oggi ‒ perché è dottrina che fa dell'uomo un dio, abolendo ogni ossequio alla Divinità, bisogna vivere quella vita, la vera vita cristiana, così come si legge che era vissuta nei primi tempi. [...]

Perché cercate lontane terre di missione, se la vostra terra lo è? È detto: "Nessuno è profeta in patria". In verità vi dico che voi lo siete meno di tutti. Pastori orbi siete, perché non vedete ciò che vi circonda e il modo per circoscrivere il male.

Vi sembrano piagati dalla gran ferita solo gli idolatri, i pagani, e persino coloro che sono cristiani ma non cattolici, e correte a loro cercando di guarirli e farli "vivi" innestandoli al Corpo mistico. Ma qui, nella vostra patria (l'Italia; ndr), non ci sono soltanto dei membri recisi, dei pagani, degli idolatri. Ci sono i senza-Dio, i satana, gli anticristi.

Non meditate che se essi aumentassero ancora  colpirebbero duramente la Chiesa, il Papato, reciderebbero i nervi motori del gran Corpo Mistico con l'abbattere le Gerarchie, per disorganizzare, gettare paura e scompiglio, provocando una paralisi lunga, pericolosa, della quale risentirebbero tutte le membra viventi nel Corpo Mistico, o che attendono da esso vita?

Quanto ritardo alla redenzione dei pagani! E quante perdite fra i membri vivi, se ciò avvenisse! [...]

In verità molta parte di popolazione è simile a zona selvaggia. Cattiva, ma non sempre per tendenza d'animo. Odiatrice, ma non sempre per tendenza d'animo. Nemica, ma non sempre per tendenza d'animo. Novanta volte su cento lo è per ignoranza. Cattiva perché non conosce la Verità. Odiatrice perché non conosce la Carità. Nemica perché non conosce la Chiesa.

E non dico "Chiesa" per dire ciò che essa appare, nei suoi ministri, a troppi e in troppi casi. Sarebbe meglio allora che molte volte non la conoscesse. Dico che non conosce la Chiesa così come Io l'ho fondata, animata dal Mio Spirito: l'amore, la fratellanza, la paternità.

Oh! quella confessione dei pagani dei primi secoli, che non si ode più, o soltanto rarissimamente: "Vedete come si amano e come sono virtuosi! Vedete come ci amano!" Per questa constatazione di ciò che erano il clero e i cristiani dei primi secoli il mondo di allora divenne cristiano. Per una constatazione opposta il mondo di ora ritorna pagano, ateo o insatanassato.

Prendete i più santi fra voi e spargeteli: briciola di lievito in masse di farina; spargeteli: verità fra la menzogna; spargeteli: luce nelle tenebre create ad arte dai servi di Satana per ordine del loro re; spargeteli: amore là dove l'odio impera. (Ben vengano, dunque, tanti Don Minutella o Don Salvo Priola! Vedere quest'ultimo nel video; ndr).



In tempi di eccezione mezzi di eccezione. Li avevo indicati al piccolo Giovanni dal 1943. Ho accennato ad essi, e nell'opera e in altri dettati anche recenti. Lo ripeto ora, non più consiglio ma comando.

Molto vi è da innovare se volete salvare. Non state ancorati, incrostati sulle consuetudini che si sono formate nei secoli, ma che non sono quelle che Io ho date ai miei Apostoli e discepoli, e che il Paraclito ha continuato a consigliare alla Chiesa nascente per aiutarne lo sviluppo.

Il mondo si evolve. Non in bene. Ma si evolve. Non può la Chiesa stare statica, ma deve, non già adattarsi alla mala evoluzione del mondo, ma trasformarsi per essere atta a fronteggiarne la deriva e a porvi riparo. Solo nel dogma e nella Dottrina deve rimanere immutabile.

Nei mezzi di esercitare il suo ministero deve adeguarsi alle esigenze del tempo in cui si trova. In tempi di turbamento e di azione anticristiana non è sufficiente più ciò che lo era in tempi di fede, di pace, di reverenziale amore a Dio e alla sua Chiesa. [...]

Essere sacerdoti non deve costituire una singolarità che dà onori e risparmia da ciò che è castigo dell'uomo: lavoro, fatica, povertà, fame. Io ebbi fame, ed ero Dio. Io ebbi fatica, povertà, lavoro, ed ero Dio. Io vissi nel pericolo, non lo schivai, ed ero Dio.

Prendete i più santi fra voi e spargeteli. E contemporaneamente, nel silenzio e nascondimento, una mistica armata li aiuti con la preghiera, la penitenza, il dolore: quella delle anime vittime: i Mosè sul monte, mentre i Giosuè lottano al piano e vincono con la sola arma del Vangelo e di una vita veramente evangelica, lottano e vincono col e per il Vangelo.

E fatelo senza indugio. Non sapete se lo potreste fare ancora fra qualche tempo. Perché in questa terra di Martiri e Santi, dove è il cuore della Chiesa, non si fa ciò che in altre Nazioni già si fa, e con frutto, per amore di Dio e in difesa della Chiesa, della morale, della civiltà cristiana, che è sempre libertà e pace?

Volete tutto da Me? Tutto da Maria? Anche voi dovete volere il vostro bene e il bene del mondo tutto. Non vi facciano ebbri le temporanee vittorie. Preghino, soffrano ed offrano i Mosè sul monte per il Clero-missionario in Italia e per i cattolici ausiliari.

Lavorino i Sacerdoti missionari in patria propria con i loro assistenti coadiutori, perché il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti siano antiveleno, vita, luce, verità, diffusi là dove non vanno, a quelli che a voi non vengono, o, se vengono, non capiscono, a quelli che sono peccatori, e anche anticristi, perché  "non sanno".




Al giorno del giudizio Io, più che a costoro, a voi domanderò: "Perché Mi avete lasciato perseguitare?" Perché, in verità, permettere, per tiepidezza o paura o superbia, che l'ignoranza di Me e della Mia Verità viva, e si radichi l'errore, è perseguitarMi. [...]

Non permettete oltre che questo avvenga. Andate, scendete, spargetevi fra queste turbe che muoiono, spiritualmente, di fame, e sbriciolate loro il pane della Verità. La Mia Parola è Verità e Vita. Andate. Insegnate. Amate.

Ho detto che istruire gli ignoranti, ammonire i peccatori, perdonare le offese, sono Opere di misericordia. Fatelo dove più ve n'è bisogno, dove più c'è da faticare, e da vincersi e vincere.

Ognuno prenda la sua croce e la porti e la innalzi, dopo aver lavorato e sofferto, sulle nuove posizioni riconquistate al Cristo, così come fanno i soldati per la gloria della propria patria.

Il sacerdote è soldato di Cristo e la gloria del Mio Regno nel mondo deve essere il suo scopo supremo. Innalzate il Mio Segno nel cuore degli uomini e Satana fuggirà da loro. Questo e non altro vi salverà. Perché ciò è arma spirituale e valida. Satana e i suoi servi sono vinti non dai partiti e dalle parole e atti umani, ma da ciò che è soprannaturale.

Fate ciò che Io dico ed Io sarò con voi. Ma dirò con Paolo: "Badate di non resistere a Colui che parla, perché se non scamparono coloro che ricusarono di ascoltare chi parlava loro dalla Terra, molto meno scamperete voi se voltate le spalle a Chi parla dal Cielo".»




Dai Quadernetti – 23 dicembre 1948

Dice l'Eterno Padre:

«Invoca il Mio Spirito e leggi. Leggi ciò che ti può illuminare. Leggi le parole di quelli che videro un tempo, un altro tempo, e un altro ancora. Il tempo prossimo a loro. Il tempo del Mio Verbo fra gli uomini. Il tempo vostro. Questo. Leggi e vedi.

L'inferno avanza. E nella Chiesa (per Chiesa intende la società di tutti i cristiani cattolici) del Mio Cristo non c'è più quella santità che spronerebbe il Dio delle Vittorie a mandare i Suoi angeli a sconfiggere i demoni.

La Chiesa del Mio Cristo, male interpretando la parola del suo Divino Fondatore, si crede tanto forte, tanto invulnerabile da non curare più, nella maggioranza dei suoi membri, e anche nei membri più eletti, la pratica di quelle azioni che le farebbero amico Iddio. Presume. Si sente superiore a tutto e tutti. Dice: "Io sono stabilita. Nulla prevarrà su me".

No. Sappiate comprendere le parole di Dio. Non ricadete negli errori voluti degli antichi scribi, i quali vollero interpretare le profezie e promesse di Dio secondo che piaceva al loro stolto orgoglio di Popolo eletto, che si credeva stabilito in tale elezione sino alla fine dei tempi, quale che fosse la sua maniera di vivere. [...]

L'inferno non prevarrà qualora la Chiesa sia santa come il suo Eterno Pontefice le impose d'essere. Guardate indietro nei secoli. A tempi di decadenza spirituale del corpo mistico, specie nelle sue membra docenti, corrispondono separazioni di parti, morti di membra discenti. [...]

E nella sua vita secolare la Chiesa mai conobbe un momento simile a questo di languore ‒ là dove non è di corruzione, di triplice corruzione ‒ e mai un simile assalto infernale.

Leggi Giovanni nella sua Apocalisse. E cosa sono le stelle che per una terza parte Satana  riesce a far  precipitare  dal  loro Cielo,  dal Cielo  della  Chiesa? Chi se non coloro che, per avermi testimoniato fedelmente, vengono uccisi dalla Bestia uscente dall'abisso?

E chi se non coloro che, eletti a luminari nella Chiesa, si sono fatti luci spente? Chi se non i pastori tramutati in idoli per il loro presumere? Chi se non il sale corrottosi in veleno per i piccoli che vedono e si allontanano con disgusto e languiscono o periscono?

Troppi pastori sono idoli quali li descrive Baruc nel suo Cap. VI. Molte, troppe stelle della Chiesa sono travolte. Alcune, le prime, dall'ira degli anticristi, e sono i migliori... i martiri gloriosi nel Mio Regno. Ma più ancora sono le seconde, sopraffatte dalle blandizie di Satana. E la nuova Gerusalemme diventa Babilonia, e di Babilonia avrà la sorte. [...]

Dio lascerà che il Male avanzi e purifichi, sotto i suoi orrendi strali, coloro che dèi si fanno, adorandosi nel loro potere, nel loro intelletto, nel loro giudizio.

Oh! miseri! Che sono senza di Me? Come giudicano Me e i miei Voleri perfetti se non sanno giudicare se stessi, e pentirsi e rinascere nello Spirito di Dio? [...]

Dio si allontana quando l'Umanità lo respinge. Però anche da quel momento fu segnata la sorte del Tempio e della Città, la loro distruzione e la persecuzione di coloro che avevano perseguitato la Parola. Ad atto di giustizia e amore, risponde amore e giustizia.» [...]


"Caduta di Gerusalemme per le orde di Tito nel 70 d.C." di Wilhelm von Kaulbach (1804-1874) 

Conclusione con il dettato del 22 luglio 1943

Per terminare, riporto una piccola parte di un significativo brano sull'Italia, e in special modo su Roma, sede del Papato.

Dice Gesù:

[...] «E non vi ho dato la Voce che parla in mio Nome, che parla prima a voi che agli altri, perché anche nel mio Vicario, Pastore universale, è l'amore di Patria, e il mio Vicario da secoli è italiano? Dal cuore d'Italia si spande la Voce sul mondo e voi ne ricevete l'onda prima, anche la più lieve.

E che è giovato tutto ciò?

Avete prevaricato. Vi siete creduto lecito tutto perché avete stoltamente pensato di avere Dio al vostro servizio. Avete pensato che la Mia Giustizia mettesse l'avallo alle vostre colpe, alle vostre prepotenze, alla vostra idolatria. Più Dio era buono e longanime, e più voi ve ne approfittavate. Avete respinto sistematicamente il Bene e avete abbracciato il Male facendo di esso un culto.

E allora? Di che vi lamentate?

Ma "abominio della desolazione" non è forse appena fuori della sede di Pietro? (Ora è arrivato anche dentro! Ved. QUI e QUI; ndr). Non spinge le sue onde fetide di vizio, concupiscenza, frode, idolatria del senso, delle ingiuste ricchezze, del potere predato e predatore, contro i gradini stessi della Cattedra di Pietro? E che volete di più?

Ma leggete con attenzione le parole di Giovanni e non chiedete di sapere oltre.

Dio non si schernisce e non si tenta, o figli. E voi l’avete tanto tentato e lo tentate continuamente. Nell'interno delle vostre anime, delle vostre menti, dei vostri corpi, nell'interno delle vostre case, nell'interno delle vostre istituzioni. Dappertutto lo tentate e lo schernite.

I Miei angeli si velano la faccia per non vedere il vostro mercimonio con Satana e i suoi precursori. Ma Io lo vedo e dico: Basta!

Se Gerusalemme fu punita dei suoi delitti, non lo sarà la seconda Gerusalemme (Roma; ndr) che dopo 20 secoli di cristianesimo alza, sugli altari bugiardi, nuovi dèi imposti da padroni ancor più segnati del segno della Bestia di quel che non siate voi d'Italia, e crede di ingannare Cristo con un bugiardo ossequio alla sua Croce e alla sua Chiesa, eseguito solo per raffinata ipocrisia che cela, sotto il sorriso e l'inchino, la spada del sicario?




Sì. Compite pure l'ultimo delitto. Perseguitate Me nei miei Pontefici (cfr. QUI e QUI; ndr) e nei miei fedeli veri. Ma fatelo apertamente e fatelo presto. Ugualmente presto Io provvederò.

È dolore parlare così e parlare ai meno colpevoli. Ma non ho, negli altri, orecchie che mi odano. Cadono e cadranno  maledicendomi.  Almeno, almeno  sotto  la  sferza del flagello, nell'agonia che stringe cuori e patria, sapessero convertirsi e chiedere pietà!

Ma non lo faranno. E pietà non ci sarà. La pietà piena che vorrei darvi. Troppo pochi coloro che meritano, rispetto agli infiniti che demeritano ora per ora sempre più. Se i buoni fossero un decimo dei malvagi, ciò che è segnato potrebbe avere mutamento.

Invece la giustizia segue il suo corso. Siete voi che la obbligate a seguirlo.

Ma se non sarà più pietà collettiva, sarà giustizia individuale. Coloro che macerano se stessi per amore di patria e dei fratelli, saranno giudicati con immenso amore. Gli altri con rigore. I maggiori colpevoli, poi, sarebbe meglio non fossero mai nati.

Non una goccia di sangue estorta alle vene degli umili, non un gemito, non un lutto, non una disperazione estorta a un cuore, non un'anima rapita a Dio, rimarrà senza peso nel loro giudizio.

Perdonerò agli umili che possono disperare per orrore di eventi. Ma non perdonerò a coloro che li hanno indotti alla disperazione in obbedienza ai voleri della Bestia.»

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

Estratti dai testi di Maria Valtorta: "Quaderni del '43 – pag. 385." 
                                                                "Quadernetti del '48 – pag. 38." 
                                                                "Quadernetti del '48 – pag. 77." 
                                                                "Quaderni del '43 – pag. 230."

Sito dove trovare tutti i suoi libri: scrittivaltorta.altervista.org

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