domenica 7 giugno 2015

De Rouvroy: Le Varie Razze Stellari a noi Alleate.




Ecco un passaggio importante dal libro di Olivier de Rouvroy intitolato «L'Avènement de l'Ère Nouvelle» (L'Evento dell'Era Nuova; ndt). Riguarda un lungo estratto dal capitolo dedicato alla grande Fraternità Cosmica alla quale appartiene la nostra Umanità.

I nostri Alleati delle Stelle

"Ci sono nell'Universo degli Esseri che mantengono costantemente la Conoscenza e la Saggezza e praticano la Spiritualità Vera. Non sono là per viaggiare e fomentare progetti di conquista su differenti mondi. Non sono dei predatori. Non rapiscono gli umani.

Non rubano i nostri animali, né le nostre piante. Non influenzano i nostri governi e non cercano di manipolare la razza terrestre. Non si immischiano nei nostri affari, né tanto meno pensano di incrociarsi geneticamente con noi per trasformarci in schiavi.

Essi osservano da lontano e ogni volta che diventa necessario, ci inviano degli emissari per prodigare consigli e incoraggiamenti e per chiarire certe cose. Sanno che il futuro del nostro mondo è attualmente in gioco.

Chi sono questi Esseri? La nostra scienza e le nostre religioni sono da lungo tempo rimaste confinate in una visione geocentrica dell'Universo secondo la quale la Terra sarebbe il solo Pianeta abitato ad accogliere la vita.

Oggi, malgrado l'evoluzione rapida delle mentalità, quando si affronta la questione degli extraterrestri, si percepisce che è un soggetto in cui dimorano spesso dei tabù.

Che si creda o no all'esistenza di una vita nel Cosmo, ciascuno tende ad aggrapparsi alle sue personali convinzioni. E numerose persone continuano a negare il fenomeno in blocco.

Dopo l'uscita e il successo mondiale del film «E.T.» di Steven Spielberg, che presentava per la prima volta una creatura spaziale sotto l'aspetto positivo combinando intelligenza, bontà e gentilezza, i terrificanti «piccoli uomini verdi» del passato fanno tuttavia sempre meno incassi.




I nostri centri spirituali (i chakras; ndt) si sono molto affinati nel corso degli ultimi decenni e certe persone sono anche in grado di proiettarsi con la loro coscienza al di là del nostro sistema solare, di entrare in contatto telepatico con Esseri originari da sistemi planetari assai lontani dalla Terra e rendere testimonianza delle loro scoperte.

Il caso delle razze non umane e predatrici è già stato trattato (Cf. l'altro capitolo del libro intitolato «I predatori Cosmici»). Tra i nostri visitatori attuali, ci sono dunque i Rettiliani, i Draconiani e i Grigi del Reticolo dei quali è già stato discusso.

Esiste un altro gruppo di Grigi, i Rigeliani, che provengono da una stella, Rigel, della costellazione di Orione chiamata anche Beta Orionis.

Costoro ci hanno visitato tempo addietro, come gli Anunnaki, ma in epoca più recente; gli aborigeni dell'Australia ne hanno conservato una memoria cellulare collettiva e li hanno dipinti sulle pareti delle loro caverne di Kimberley Range con l'aspetto di «entità senza bocca».

E si potrebbe citarne numerose altre, come i Felini o i Lacertidi di Denebola e di Regolo nella Costellazione del Leone.

Si ritrovano oggi dei modelli assai fedeli di queste singolari creature nei numerosi video-giochi o nelle serie televisive di animazione, e questo non è certamente un «caso».

Gli ideatori di questi personaggi dalle sembianze strane e talvolta inquietanti pensano che siano frutto della loro immaginazione. Può essere! Ma che cos'è l'immaginario se non uno schermo multidimensionale posto alla frontiera tra molteplici realtà.

Infatti, non si tratta veramente di creazioni dettate dalla fantasia, ma piuttosto reminiscenze di ricordi lontani relegati nei recessi della memoria e nel nostro inconscio collettivo. Poiché là dove si ritiene di aver inventato, molto spesso non si fa che scoprire!

È così che i «Cosmocats» (Cosmogatti; ndt) del pianeta «Thundera», creati negli anni '80 per la televisione americana, erano soltanto delle riproduzioni piuttosto fedeli dei Felini di Denebola, senza che l'autore di questa serie animata avesse mai realizzato come questo bizzarro concetto dei «Felini spaziali» fosse scaturito dalla sua mente.




Al di fuori di queste razze antropo-zoomorfe e predatrici che popolano certi pianeti della nostra galassia, vi si incontrano diverse etnie umane molto simili alla nostra riguardo all'aspetto esteriore, e assai preoccupate del nostro futuro e di quello della Terra.

I loro membri hanno una coscienza unitaria già perfettamente sviluppata. Ci considerano come componenti della loro famiglia e sanno che l'Umanità si prepara ad una svolta decisiva nella sua storia. Così desiderano aiutarci.

I più coinvolti nelle missioni spirituali di assistenza al risveglio dei popoli terrestri sono i Pleiadiani, i Centauriani, i Lyriani e soprattutto gli Arturiani.

Ma potremmo citare anche i Polariani (dalla Stella Polare; ndt), i Cassiopeiani, i Ganimediani o ancora «i Biondi» di Procione, così come numerosi altri.

Arturo è una stella situata nel prolungamento dell'Orsa Maggiore a 36 anni luce dal nostro Pianeta.

Un gruppo di Esseri provenienti da questo sistema partecipa in questo momento stesso ad un programma battezzato «Terra bis», il cui obbiettivo è di risvegliare le coscienze umane alla Rivelazione universale.

Gli Arturiani intervengono, tra l'altro, alla creazione di corridoi interdimensionali e alla formazione dei crop circles. Ispirano anche parecchi canalizzatori ai quali trasmettono regolarmente delle informazioni destinate alla preparazione della Nuova Era.




Durante certi periodi della nostra «preistoria» e fino a metà dell'epoca atlantidea, l'Umanità fu sovente visitata dai rappresentanti di altre civiltà umanoidi. Venivano per prestare il loro soccorso ai nostri antenati per evitare che fossero in balia dei predatori cosmici.

Arrivò così, un tempo sulla Terra, un astronauta di nome Fen-Tsé a bordo di una nave simile ad un pesce gigante. Proveniva dalla stella Sian-Youan, nome dato a Regolo dai suoi abitanti, chiamata anche Alpha Leonis che si trova a 77 anni-luce da noi.

Qualche anno fa, alcune informazioni ricevute dalle Cronache dell'Akasha (la memoria universale; ndt) e presentate ad un grande contattista, hanno mostrato che il viaggio di Fen-Tsé era durato 200 anni terrestri nel corso dei quali tutto l'equipaggio della nave galattica si era posto in stato di ibernazione trans-temporale.

In quel periodo, gli Esseri di Regolo non avevano ancora attuato il sistema di propulsione astronautica che permette oggi a certi navigatori di accelerare considerevolmente la velocità dei loro vascelli spaziali e superare il «muro» della luce.

Fen-Tsé era un homo sapiens dai tratti asiatici e fu all'origine della creazione della razza gialla e alla base di tutte le civiltà dell'Estremo Oriente. Tra queste, esistono almeno tre nazioni i cui sovrani regnarono lungo tempo al seguito di missioni organizzate da Regolo.

Si tratta della Cina, dove la dea Kwan Yin, il cui nome significa «Principessa dal Cuor di Leone», è considerata dagli eruditi taoisti come un Essere venuto un tempo da una delle più brillanti stelle della nostra galassia;

del Tibet, dove il Dalai Lama è riconosciuto come l'incarnazione di un'Entità cosmica dal nome Chenrezig che è la polarità mascolina di Kwan Yin;

ed infine del Giappone i cui imperatori discendono da Ameratsu, che essi venerano come Dea solare, ma che fu in realtà il frutto dell'unione di un'umana con un membro dell'equipaggio del vascello comandato da Fen-Tsé.


Kwan Yin, la Dea Madre

Tutte le conoscenze scientifiche, metafisiche, alchemiche, teurgiche attualmente disponibili sul nostro Pianeta sono state poco a poco importate da altri sistemi stellari della nostra galassia attraverso Esseri Cosmici di cui Fen-Tsé è soltanto un esponente tra molti altri:

si ha forse la più pallida idea di chi furono i Titani e gli Elohim all'epoca delle Nozze d'Oro tra Urano e Gaia? I Titani furono i nostri antenati galattici e assisterono, da cinque miliardi di anni alla nascita della prima Anima del nostro sistema, quella del Sole.

In quanto agli Elohim, nel passato giunsero da Venere e furono osannati dai Cananei, all'inizio dell'Età dell'Ariete, come ambasciatori del Dio-Re El.

Dall'inizio dei tempi, Esseri evoluti provenienti da altre civiltà spaziali sono venuti sino a noi al fine di informarci sul cammino che avevamo da percorrere e continuano attualmente a venirci ad aiutare.

Gli eventi dolorosi che stiamo attraversando arrivano dall'Ombra che abbiamo scelto noi stessi di portare su questo mondo; sono le sue grida e i suoi ruggiti, i suoi ultimi soprassalti.

Bisogna comprendere bene che questi avvenimenti sono ineluttabili ma non sono negativi; non sono il Male! Anche un'esplosione nucleare non è il Male! Dappertutto, c'è solamente Vita che si trasforma.

Esiste un piano, per il quale ogni cosa che giunge oggi, l'insieme delle tribolazioni che continuano ad accelerare fino al cambiamento d'Epoca, è stato fortemente voluto da noi. È un'avventura che abbiamo deciso di sperimentare e che si colloca al di là del bene e del male. (Documentarsi QUI, QUI e QUI; ndt).

È in noi che si trovano le possibilità di trasformazione, non certo negli eventi, dipende dallo sguardo con cui li valutiamo. Essi sono soltanto un pretesto, una messa in scena, con il solo ed unico scopo di insegnarci che siamo noi stessi a sceglierne la prospettiva e il punto di vista.




Non sono gli accadimenti che contano, ma la nuova forza che possiamo trovare in noi per affrontarli. La forza di fusione, di unità, di non dualismo; la consapevolezza nella quale possiamo abbandonare ogni cosa fino ai confini del nostro Essere interiore.

È per tale ragione che abbiamo scelto l'esperienza individuale, e i nostri amici, i Fratelli e le Sorelle d'oltre-spazio sono di nuovo venuti per ricordarcelo.

Hanno tracciato i segni della loro presenza amorevole sui nostri campi di cereali e nei nostri cieli, hanno trasmesso la loro saggezza ai nostri messaggeri.

Sono venuti a dirci che ogni fatto che viviamo è stato «tagliato su misura» da noi e per noi. (In rapporto all'evoluzione singola e quindi al grado di sopportazione; ndt).

È con la nostra visuale che il mondo si trasforma e ci procura questo senso di accelerazione sempre crescente. È a questo livello che si posiziona l'autentico ammaestramento, quello che abbiamo scelto di auto-donarci.

Sta ad ognuno giovarsi, ora, di queste prove esterne per sollevare il proprio velo interiore. È in questa maniera che possiamo riprendere il contatto con il nostro VERO SÉ.

I nostri Fratelli dello spazio non sono venuti e non verranno per trasmetterci una qualsiasi nuova lezione, perché siamo noi ad avere in mano tutte le chiavi necessarie per l'avvento rapido di una Nuova Era.

È ormai soltanto per saturazione energetica che il loro aiuto ci perviene e ci perverrà ancor più. Il loro desiderio è che possiamo sempre aprirci a beneficio dell'Amore che portiamo, che iniziamo a staccarci dalle nostre credenze tradizionali e che camminiamo verso la certezza dei nostri cuori.




Il loro augurio è che possiamo infine accettarci, valutando coscientemente i nostri sensi di colpa, il giudizio verso noi stessi che ci trasportiamo senza posa al fine di staccarcene definitivamente. (Il rimorso è salutare per emendarci, ma poi bisogna guardare avanti e procedere! Ndt).

Non siamo al termine delle nostre sorprese! Necessita che ci alleniamo a non temere più l'ignoto, a non aver più paura di riconoscerci!

È necessario imparare rapidamente ad accettarci così come siamo, là dove siamo, senza avere in sopravanzo l'agio di poterlo comprendere intellettualmente.

Questa fiducia, possiamo trovarla solo nell'Amore; e questo Amore risiede solo in noi stessi! È unicamente in tal modo che cominceremo a comprendere chi siamo in realtà, e dunque, chi sono i nostri visitatori!

Scopriremo allora di avere in noi la capacità assoluta di scegliere gli accadimenti che viviamo, compreso quelli che ci sembrano estranei.

Così mentre la nostra Coscienza avrà un maggiore accesso nei piani sottili, noi avremo più potere sui piani densi.

Che essi vengano da Arturo, da Vega, da Alcione o da Merope, il loro messaggio, quello dei nostri Fratelli e Sorelle dello spazio è sempre lo stesso:

noi, i Figli della Terra, non abbiamo il diritto di continuare a credere di essere assogettati, in una maniera o in un'altra, a tal o a tal altro avvenimento e su di essi non avere alcun controllo.

Abbiamo potenzialmente la scelta totale di tutto quello che ci arriva. Persino uno tsunami può essere bloccato con un pensiero possente!




La nostra Coscienza attuale è ancora semplicemente troppo ristretta perché noi possiamo rendercene conto, almeno fintanto che continuerà ad esprimersi solo sul piano dell'ego. (Quello inferiore della personalità e non dello Spirito; ndt).

Dobbiamo anche capire che questo livello egoico sul quale agiamo, in gran parte di continuo, non è in nessun caso da giudicare, né da rigettare. La Natura ci ha dotati di tale ego per consentirci di arrivare là dove ci troviamo oggi e ciò non sarebbe stato possibile altrimenti.

Il nostro piccolo «io» è da comprendere; questa è la condizione migliore per trascenderlo. Ed è proprio l'Amore che porta alla comprensione! Dobbiamo considerarlo come un gradino prezioso sulla scala del nostro cammino evolutivo.

Quello che chiamiamo «L'Evento della Nuova Era» implica l'accettazione totale di ciò che siamo all'interno di questo ciclo dell'ego. (Dal momento che non vi sarà più «reincarnazione» per ovvi motivi; ndt).

Soltanto quest'accettazione totale può permetterci di vedere chiaro nella maniera in cui tale ciclo in via conclusiva funziona ancora.

Conseguentemente, dobbiamo visualizzare il modo in cui possiamo poco a poco uscirne per dirigerci consapevolmente verso la fase successiva, quella superiore dell'Unione e della Fraternità cosmica in seno ad una vasta Compagine di vita intelligente.

Se arriviamo a comprenderlo, capiremo nel medesimo tempo come i fatti che viviamo e che vivremo sono tutti stati voluti e concordati proprio da noi, ma su un piano che sfugge alla nostra consapevolezza da così tanto tempo che essa resta segregata nel mondo del piccolo sé.

Noi continuiamo a passare molto tempo a ritenerci migliori o peggiori nel paragonarci agli altri. Fare il primo passo nella Nuova Età dell'Oro consisterà nel cessare di giudicare questo sè e di accettarlo.

(Accettarlo con i suoi limiti, dopo averne individuato gli errori, e mettendo in espansione l'umiltà per poterli correggere; ndt).

Numerose prese di coscienza successive saranno indispensabili per arrivare a questo punto! Bisogna anche comprendere cosa esso produce e cosa proviene invece dall'Ego Divino o grande SÉ.




Per arrivare a dominare il piccolo ego abbiamo la necessità assoluta del discernimento, della sincerità e soprattutto dell'Amore.

Attualmente, percepiamo sempre più il carattere ineludibile degli accadimenti in arrivo, come se l'Umanità fosse entrata in un vicolo cieco dal quale non può più uscire. In un certo senso è vero, ma dobbiamo considerare la validità di questo, solo al livello egoico inferiore.

A gradi spirituali più elevati, siamo noi stessi ad effettuare le scelte e nessun altro le può fare al posto nostro, nemmeno quei potenti predatori dello spazio arrivati con l'intenzione di colonizzarci e trasformarci in schiavi.

Non bisogna, tuttavia, che questo ci serva da scusa per non intraprendere più alcuna azione concreta al fine di cambiare il corso delle cose. Se cominciassimo a dire: «Oh, siccome sono io ad aver scelto questo elevato percorso vitale, perché voler cambiare le cose in basso?»

Questo vorrebbe dire aver travisato tutto! Mentre, al contrario, dovrebbe darci più volontà e impegno. Cerchiamo di realizzare che siamo solo noi i maestri delle nostre vite e che le scelte prese dall'alto necessitano delle forze dal basso per incarnarsi!

Naturalmente, è difficile uscire dalle varie credenze, poiché ciò rimette in discussione la precedenza dell'ego inferiore e la sua illusione di controllo. Ma bisognerà comunque compiere il "grande passo" e tralasciare tutto!

(Fare tabula rasa delle forme e degli orpelli per tornare alla Sostanza Vera; ndt)

All'inizio ci sarà la paura del vuoto, ma potrà molto rapidamente essere domata! E là, ci si renderà conto del come quello che noi prendevamo per pieno fosse in realtà vuoto e come tale vuoto, che ci faceva così tanta paura, fosse alla fine pieno; colmo di nuove rivelazioni e di inedite possibilità."

Estratto dal libro di Olivier de Rouvroy «L’Avènement de l’Ère Nouvelle»


Fonte: erenouvelle.fr

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