Lo Spirito che guarisce
Il titolo "Lo Spirito che
guarisce" è apparso, a suo tempo, sulla copertina di Der
Spiegel, il più diffuso e autorevole settimanale tedesco.
Ebbene sì, dopo anni che chiunque
segue vie interiori tenti di trasmettere la propria esperienza, nella
maggior parte dei casi invano, oggi i neuroscienziati hanno fatto la
grande scoperta: lo Spirito può guarire il nostro corpo.
Raccontano stupefatti – e ancora
increduli – come l'Anima possa modificare la struttura biologica
dell'organismo e lo possa aiutare a superare la malattia. Ossia di
come qualcosa di non misurabile, pesabile, visibile, possa in qualche
modo modificare il visibile, il pesabile, il misurabile.
Meditare, fare Yoga e pensare
positivamente, chiosa Der Spiegel, conquistano ora la medicina
ufficiale.
Quello che decine di tradizioni
sapienziali, di centinaia di ricercatori indipendenti e di migliaia
di persone che lo praticano quotidianamente hanno sempre saputo, oggi
– udite, udite – è verità scientifica!
Beh, allora deve essere proprio vero…
Qui di seguito i risultati di alcune
interessanti ricerche su questo argomento.
Iniziamo da due autorevoli psicologi,
Vladimir Bostanov e Philipp Keune, i quali avrebbero scoperto
l'azione guaritrice dello Spirito sul corpo umano, mediante un esame
neurologico cerebrale (misurazione dell'attività elettrica delle
cellule) su alcuni individui, prima e dopo un corso di meditazione.
I risultati di questo studio hanno
evidenziato come il cerebro, dopo il suddetto corso di otto
settimane, abbia significativamente incrementato la propria
reattività.
Il cervello dei soggetti che lavoravano
meditativamente aveva imparato a non rimuginare continuamente,
indirizzando le risorse pensative liberate concentrandosi sul test.
"Meditare aiuta i pazienti a
dirigere la propria attenzione – ha dichiarato il dottor Keune – e li rende meno inclini a perdersi in considerazioni negative".
Allo stesso modo di Keune anche la
psicologa Bethany Kok, sta indagando sul potere di guarigione della
mente. La scienziata americana studia in particolare il nervo vago.
Insieme ai colleghi della University of
North Carolina la Kok ha portato avanti un interessante esperimento:
per nove settimane 65 donne e uomini ogni sera dovevano annotare in
un questionario le esperienze e i sentimenti sia positivi che
negativi della giornata.
La metà del gruppo partecipava poi a
un corso di meditazione dove si imparava ad esprimere sentimenti come
amore, gentilezza e compassione.
Bethany Kok ha presentato il risultato
della ricerca sulla rivista Psychological Science: ebbene, il tono
del nervo vago di coloro che meditavano è aumentato in modo
significativo.
"Chi alimenta buoni sentimenti
migliora il tono del proprio nervo vago – conclude la Kok, che oggi
lavora al Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences
di Lipsia – e questo a sua volta è collegato con una buona salute
e probabilmente con un allungamento della vita".
Il nervo, da sempre poco conosciuto,
potrebbe rappresentare il collegamento decisivo tra sentimenti
positivi e salute fisica. "Le conoscenze acquisite – così il
Dr. Thomas Schlaepfer dalla Clinica di Psichiatria e Psicoterapia
dell'Università di Bonn – rendono molto verosimile che il nervo
vago sia proprio la struttura di collegamento tra corpo e anima".
"È lo Spirito ad edificare il
corpo" scriveva Friedrich Schiller oltre due secoli or sono. Ed
ecco che – passo dopo passo – la neuroscienza riconosce quello
che il poeta, che peraltro era anche medico, sosteneva: vale a dire
che l'Anima può cambiare il corpo.
Psicologi e medici, attualmente, stanno lavorando in molti ospedali universitari per abbinare alla medicina moderna tecniche meditative
ricavate dal Buddhismo e dall'Induismo.
Nel suo libro "La Meditazione per
gli scettici" Ulrich Ott vom Bender dell'Institute of
Neuroimaging dell'Università di Giessen illustra il
sentiero della meditazione, utile "ad ampliare la coscienza e a
liberarsi dagli stereotipi comportamentali e di pensiero acquisiti".
Anche al Massachussetts General
Hospital di Boston è recentemente stata eseguita una ricerca su 15
pazienti, inizialmente agitati, con sonno disturbato e pieni di
preoccupazioni. La diagnosi: disturbi d'ansia generalizzata.
Per otto settimane hanno frequentato un
corso di meditazione; al termine erano in grado di controllare meglio
le loro paure e hanno ricominciato a dormire bene.
L'indagine ha rivelato che il loro
cervello, meditando, aveva subito una modificazione positiva; zone
della corteccia prefrontale (deputata alla coscienza di sé)
registravano una irrorazione sanguigna superiore, così come le aree
che presiedono alla regolazione del sentimento.
Inoltre si evidenziava una maggiore
connessione tra la corteccia prefrontale e l'amigdala, il centro
della paura nel cervello, rispetto ai pazienti che non avevano
meditato.
"Nell'essere umano vi sono
elementi chiave per la guarigione - sostiene Winfried Rief, del
Dipartimento di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell'Università di
Marburg – egli, se vuole, può influenzare il suo recupero anche
con gravi malattie fisiche".
"Per guarire con lo Spirito si ha
bisogno della connessione tra anima e corpo", dice lo psicologo
Manfred Schedlowski, dell"Istituto di Psicologia Medica e
Immuno-biologia Comportamentale dell'Università di Essen.
"Sia che io mediti o che il mio
medico susciti un'aspettativa in me, produco dei cambiamenti
biochimici che raggiungono i miei organi attraverso il sangue e i
nervi".
Che un atteggiamento positivo verso l'esistenza e la salute siano collegati, viene confermato anche dagli studi epidemiologici.
Negli Stati Uniti, i ricercatori hanno
studiato fotografie di 196 giocatori di baseball, a partire dal 1952,
individuando quelli che sorridevano.
Poi hanno ricercato quelli ancora in
vita nel 2009. Risultato: quelli che si mostravano sorridenti avevano avuto un
grado di mortalità molto più basso!
Ma non è tutto.
Alla Duke University Medical Center
hanno scoperto che anche la Fede garantisce maggiore serenità. In
uno studio su 3.851 anziani in North Carolina, coloro che pregano e
meditano, hanno avuto una vita più lunga. (Cfr. anche QUI; ndr).
Geras Tonas Kiekvienam |
La psicologa Julianne Holt-Lunstad ha
analizzato 148 studi di questo tipo con dati provenienti da oltre
300.000 persone. L'esito è che vive più a lungo chi abbia
legami sociali, e con un tasso di sopravvivenza maggiore del 50%!
In altre parole, sentirsi soli è nocivo
quanto fumare, non fare esercizio fisico ed essere in sovrappeso.
Di grande importanza ed efficacia
naturalmente anche il rapporto medico-paziente; da molte ricerche
condotte negli ultimi anni si è visto come un contatto di fiducia
nei confronti del medico possa aiutare enormemente il malato ad
attivare le forze di guarigione latenti in lui.
Infine, alcuni ricercatori statunitensi
hanno recentemente riconosciuto come cuore e Spirito siano
strettamente legati. Hanno studiato 201 uomini e donne con problemi
coronarici, di cui la metà praticava la meditazione trascendentale.
Questi ultimi hanno potuto ridurre il
proprio stress e rinforzare il cuore, con l'effetto che quelli che
meditavano hanno subìto un minor numero di attacchi cardiaci ed
ictus e hanno vissuto più a lungo.
Insomma – concludono gli scienziati
giustamente affascinati da questa straordinaria capacità dell'essere
umano – la meditazione agisce sul cervello come una fontana di
giovinezza.
Essa incrementa la materia grigia nelle
regioni del cervello che sono collegate ad attenzione, concentrazione
e memoria. In questo modo, contrasta attivamente stati di tensione e
di esaurimento.
Inoltre, non rafforza solo il cerebro,
ma anche i processi vitali del corpo. Insomma, il sistema immunitario
funziona meglio, la pressione sanguigna diminuisce, aumenta
l'attività degli enzimi.
Vi pare poco?
Poi, magari, meditare potrebbe anche
aiutarci a capire meglio il mondo e noi stessi, ma quella è un'altra
storia...
Piero Cammerinesi
Relazione, adattamento e cura di
Sebirblu.blogspot.it
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