Sebirblu, 4 febbraio 2020
Questo post conferma a pieno titolo,
gentili Lettori, quello da me pubblicato QUI (e del quale consiglio di
cliccare tutti i link), che ha suscitato il vostro vivo interesse,
dimostrando sempre più come la coscienza collettiva si stia
risvegliando a quella parte della vita che, in special modo in
Occidente, è rimasta quasi totalmente sconosciuta.
Ho letto tanti anni fa il libro di
Monroe e sebbene l'abbia riscontrato molto "tecnico", penso
che a molti di voi non dispiaccia la sua rigorosità scevra da
impulsi emotivi ed eccessivamente mistici.
D'altronde è stato un ingegnere, e
questo suo aspetto razionale, a mio parere, diventa più accattivante
per tutti coloro che ancora insistono a voler rimanere "coi
piedi per terra" fornendo loro una maggiore garanzia al "nuovo"
che avanza.
Le Esperienze fuori dal Corpo (OBE):
Primi resoconti
Nella primavera del 1958, Robert Monroe
incominciò ad avere i primi "sintomi" inspiegabili
relativi a quei fenomeni di decorporazione, che da quel momento in poi
non lo avrebbero abbandonato più.
Di notte, mentre si stava
addormentando, o anche di giorno, magari durante un sonnellino
pomeridiano, percepiva delle forti vibrazioni in tutto il corpo.
Non si trattava di brividi o tremolii
fisici, bensì di una sorta di corrente elettrica che lentamente
pervadeva il suo corpo, non facendolo dormire e pilotandolo verso
quelle stravaganti esperienze, di uscita della coscienza al di fuori
del corpo fisico.
Malgrado ciò, fin dalle sue prime
esperienze – in inglese Out of Body Experiences o OBE – egli
mantenne un atteggiamento equilibrato e razionale. La sua prima
naturale reazione fu infatti quella di chiedersi, se per caso, fosse
malato o stesse avendo delle allucinazioni.
Ma chi era Robert Monroe? Era un imprenditore di successo, un ingegnere, il quale improvvisamente
iniziò a percepire strane sensazioni durante la fase
dell'addormentamento e a fare ancor più strani sogni, così vividi
da sembrare reali, ad avere visioni impossibili da spiegare.
Si rivolse inizialmente a vari medici
specialisti, senza però riuscire mai ad avere risposte esaurienti
riguardo al suo "disturbo". Quando furono escluse malattie
di tipo fisico, incominciò a sottoporsi ad esami di tipo
psichiatrico, senza tuttavia riscontrare, anche in questo caso, alcun
segno di malattia.
Ovviamente non mancarono le facili
diagnosi… "hai lavorato troppo" e di conseguenza le
facili soluzioni, del tipo "riposati", o "dimagrisci"
ecc. Tutte risposte che nel complesso rappresentavano solo una
incapacità di affrontare il dilemma, da parte di chi lo esaminava.
Ma lui non si arrese ed iniziò un
percorso basato su indagini personali, approdando ad un tipo di
studio scientifico di questi fenomeni, sicuramente da reputarsi
rigoroso, poiché basato su centinaia di prove ed esperimenti,
realizzati anche con l'aiuto di studiosi e scienziati riconosciuti
tali.
Il campo di studio, tuttavia, era del tutto nuovo in
quegli anni in Occidente e necessitava perciò di
metodologie di indagine particolari.
Robert Monroe - Indiana, Stati Uniti (1915 - 1995) |
Ciò che va specificato è che allora, le OBE e tutti i fenomeni annessi, erano ancora considerati come stramberie o tutt'al più fatti
soggettivi, fantasie di mistici, visioni o altro.
Nel suo libro "I miei Viaggi fuori
dal Corpo", Monroe descrive fedelmente decine di esperienze da
lui vissute: dai primi episodi del 1958 alle prove successive, andando
avanti fino al 1964.
In esso hanno molto peso le riflessioni
personali, le impressioni riportate dopo ogni "uscita" ed anche la
descrizione dei metodi approntati per realizzare alcuni test, spesso
effettuati, come già ribadito, con la supervisione di medici
interessati al fenomeno.
Queste verifiche, avevano lo scopo di
ottenere prove oggettive riguardo alla veridicità delle sperimentazioni,
ossia dimostrare come non si trattasse di semplici sogni, ma di veri
e propri spostamenti della coscienza al di fuori del corpo fisico.
I Meravigliosi Viaggi astrali di Robert
Monroe
Egli ha descritto nei suoi libri
centinaia di meravigliose escursioni astrali, viaggi della coscienza
in un altro mondo, immensamente più vasto di quello in cui viviamo,
un mondo infinito.
Ogni singola sua esperienza durava da
pochi secondi a molte ore, poteva essere il frutto di uno sforzo
volontario, oppure un episodio spontaneo.
La realtà di un piano non fisico in
altre dimensioni sembra impossibile, tuttavia anche uno scettico
ammetterà che almeno con l'immaginazione tutto possa esistere e
potrà allora prefigurarsi cosa sia un luogo dove ogni angolo è
contemporaneamente un piccolo pensiero ed un immenso universo, dove
il tempo risulta inesistente, perché ogni attimo può essere eterno.
Christophe Vacher |
Il Mondo Astrale e il Corpo omonimo
Intorno ai quarant'anni, Robert Monroe
incominciò a sperimentare stati di coscienza straordinari che
più tardi lo avrebbero portato a cambiare completamente i propri
concetti sulla scienza e su Dio, a considerare con un'ottica
assolutamente diversa la vita e la natura dell'uomo.
Ricercando e studiando ogni traccia di
questa fenomenologia nella storia e nella letteratura dell'uomo,
scoprì come fossero sempre esistiti riferimenti più o meno
espliciti ai viaggi astrali e al corpo omonimo nelle culture di
popoli diversi.
Per arrivare a comprendere queste sue
esperienze, mantenne sin dalle prime volte, un atteggiamento
rigoroso, distaccato e perfino scettico.
Cercò l'aiuto di alcuni studiosi dalla
mentalità aperta, con i quali poter intraprendere un percorso di
studio per tali fenomeni, mettendo a punto metodologie adeguate allo
scopo.
Tuttavia, per lui fu grande la
solitudine di fronte alla comunità scientifica ufficiale, che
ovviamente snobbava apertamente questi fenomeni e il tentativo di
indagarli.
Monroe non cercava pseudo-scienziati che abbracciassero a priori tesi fantasiose o che fossero disposti
ad avallare le farneticazioni di un visionario.
Egli desiderava ricavare un resoconto
scientifico, serio e inoppugnabile, che dimostrasse, senza ombra di
dubbio, la veridicità di questi particolari stati di coscienza. Si
sottopose quindi, in prima persona, ad indagini ed esami differenti
per arrivare a quel risultato.
L'Energia vibrazionale e la Proiezione
astrale
Egli cominciò, così, a vivere le sue
meravigliose esperienze nel mondo astrale.
Nella fase di rilassamento poco prima
di addormentarsi, entrava spontaneamente in uno stato che definiva
"vibrazionale" perché il suo corpo fisico veniva pervaso
da una potente vibrazione energetica, un'onda che risuonava da una
parte all'altra di esso con forza crescente, fino a quando la sua
coscienza riusciva a proiettarsi al di fuori.
A questo punto lui, o meglio il suo Io,
non si trovava più nel suo organismo, – che restava tuttavia
disteso a dormire, come fosse quello di un'altra persona, – ma
all'esterno, come sospeso.
Volava, fluttuava, sospinto ora dalla
faticosa volontà del pensiero, ora da inconsce paure o emozioni.
Monroe chiamò il veicolo dei suoi
spostamenti secondo corpo, il corpo astrale descritto da sempre in
molte culture, religioni e filosofie di pensiero. Un corpo
invisibile, che come la magia più impensabile, vola e si
teletrasporta da un luogo all'altro, in un istante.
Gilbert Williams |
La Mano sotto il Pavimento
Una volta, a notte inoltrata, Monroe
fece uno strano sogno ad occhi aperti. Era sdraiato sul suo letto
senza riuscire a prendere sonno. Di nuovo comparvero con forza le
solite vibrazioni che ormai da mesi lo disturbavano.
Sua moglie dormiva al suo fianco, e
fuori dalla finestra vedeva il paesaggio illuminato dalla luna. Si
sentiva perfettamente cosciente. Con il braccio che penzolava
parzialmente fuori dal letto, provò ad "allungare la mano"
fino a toccare le coperte sulla sponda del letto.
Poi successe l'impossibile: spinse
leggermente le dita contro le coperte, e dopo un iniziale senso di
resistenza, queste attraversarono la stoffa e il legno del letto,
arrivando a toccare il pavimento.
Spinto dalla curiosità, provò a
distendere ulteriormente il braccio e, con sua meraviglia, sentì che
la mano attraversava anche il pavimento, avvertendone persino la
consistenza ruvida; la allungò ancora ed ebbe la sensazione che
l'intero braccio stesse attraversando ora, anche il pavimento del
piano terra, raggiungendo così lo scantinato.
Lì si fermò in una pozza d'acqua,
avendo la chiara sensazione di muovere le dita proprio nell'acqua. Ad
un tratto, preso dal timore di non riuscire più a recuperare il
braccio, lo ritrasse repentinamente, e le vibrazioni si affievolirono
all'istante.
Si alzò sbalordito, accendendo la luce
per controllarsi la mano e vedere se, per caso, fosse bagnata, ma non
notò nulla di anomalo, la mano era perfettamente asciutta e nella
stanza tutto era al proprio posto. Era proprio come se avesse sognato
ad occhi aperti, ma il sogno sembrava realtà. Una realtà
impossibile!
Eccitato ed incuriosito da quanto
accaduto, il mattino dopo si ripropose di fare un buco nel pavimento
del piano terra, per vedere se effettivamente nello scantinato
sottostante, esistesse veramente una pozza d'acqua.
In questo modo avrebbe trovato una
prova oggettiva, comprovante che quanto vissuto non fosse stato un
sogno. Tuttavia poi, il buon senso gli suggerì di soprassedere ad
utilizzare un sistema di indagine tanto distruttivo e dispendioso.
Si ripropose invece di ripetere
l'esperimento in un'altra occasione, cercando le prove
dell'oggettività del fenomeno con sistemi più pratici ed economici.
Questo è uno dei primi episodi
descritti da Monroe, nel suo libro "I miei Viaggi fuori dal
Corpo". Fu proprio in seguito a questi primi avvenimenti, che
decise di intraprendere una vera e propria indagine scientifica,
relativa a questi fatti.
In principio dovette superare la paure,
i timori per la propria salute e lo stupore continuo. Tuttavia, col
ripetersi delle esperienze, acquisì maggiore dimestichezza e
controllo, fino a diventare uno sperimentatore di se stesso.
Fu proprio grazie a questo
atteggiamento rigoroso che il lavoro di Monroe suscitò nel tempo un
certo interesse, anche tra quegli scettici che inizialmente non lo
presero in considerazione.
Fluttuare nella Stanza
Una notte, come accadeva ormai da
tempo, egli fu colto dall'ormai ricorrente "disturbo",
delle vibrazioni simili a corrente elettrica, che gli percorrevano il
fisico per intero.
Quella volta però si manifestarono in
modo un pochino diverso, inizialmente solo in prossimità della
testa, per poi diffondersi, pian piano, anche al resto del corpo.
Non sapendo cosa fare per eliminarle,
pensò di distrarsi pensando al suo hobby preferito, l'aliante, e
mentre aspettava che le vibrazioni se ne andassero, si propose di
andare l'indomani a fare un volo.
Subito dopo, ebbe la sensazione che
qualcosa stesse premendo contro la sua spalla, qualcosa di piatto e
spazioso. Allungò la mano per sentire cosa fosse e capì che si
trattava di una parete liscia.
Tendendo il braccio ancor di più,
sentì che era molto estesa. Credette di essere caduto dal letto e
gli sembrò che si trattasse del pavimento. Allora si sforzò di
aprire gli occhi per poter vedere qualcosa nel buio, ma si rese conto
che esso non aveva mobili appoggiati.
Pensò quindi di toccare un muro della
stanza, ma stranamente non c'erano finestre, né quadri appesi.
Eppure, quella strana superficie liscia gli era familiare, sebbene da
quella prospettiva non la riconoscesse.
Rimase sbigottito quando finalmente
capì di quale parete si trattasse: era il soffitto! Stava fluttuando
nella sua stanza da letto, muovendosi dolcemente e rimbalzando contro
di esso.
Si girò allora nell'aria e guardando
verso il basso, vide il letto, sopra il quale giacevano distesi sua
moglie e un'altra persona, entrambi addormentati. Che strano e
spiacevole sogno stava facendo: stava sognando qualcuno a letto con
la propria moglie!
Allora guardò meglio e vide che quel
qualcuno che dormiva non era un estraneo, ma lui stesso! Questa
visione lo sconvolse enormemente: ebbe infatti la sensazione di
essere morto!
I sogni, per loro natura, contengono
quasi sempre eventi improbabili e scenari indicibili, proprio perché
sono una proiezione di pensieri e logiche inconsce. È quindi molto
frequente che abbiano uno svolgimento apparentemente disordinato e
incontrollato.
Ben Goossens |
Il sogno visto dalla parte della
veglia, dove la razionalità e il buon senso forzano prepotentemente
le parole a rimanere sui binari del comprensibile, è un'avventura
difficile da raccontare.
Per farlo è quasi sempre necessario
descrivere situazioni impossibili e luoghi inverosimili, o veri a
metà, e persone conosciute da sempre ma di cui non si conosce né il
nome, né la sembianza. Per questo motivo qualsiasi stramberia, anche
la più grande, non dovrebbe sconvolgere a lungo, se è stata solo
sognata.
La vera stranezza di quei "sogni"
tanto vividi vissuti da Monroe, consisteva invece nel fatto che sogni
non erano. Sembravano tanto verosimili, perché erano reali.
Una volta però accettata la
possibilità di poter uscire dal corpo fisico in piena consapevolezza e di
poter volare liberi nello spazio e nel tempo, allora quei magici voli
possono essere spiegati semplicemente come brevi passeggiate in giro
per il mondo astrale e assumere a lungo andare, per chi li vive,
addirittura una connotazione di normalità.
Questo è esattamente ciò che
successe, esperienza dopo esperienza, a Robert Monroe, per il quale i
viaggi astrali diventarono una sorta di routine.
Emozioni e Volontà
Basandosi su quanto osservato nei suoi
numerosissimi viaggi fuori dal corpo, egli afferma che nel mondo
astrale sembrano esistere vere e proprie leggi fisiche, analoghe a
quelle che dominano il piano di terza dimensione.
In particolare, egli parla di una sorta
di legge d'attrazione, secondo cui Esseri simili si attraggono tra
loro. Nel mondo astrale, e non solo in verità, due individui sono
conformi quando hanno emozioni e pensieri analoghi.
Ciò vuol dire che la forza
che attrae è di natura "emotiva" e per fare un'analogia
simpatica, si potrebbe dire che, come nel mondo fisico due masse si
attirano tra loro grazie alla forza di gravità, così nel mondo
astrale due entità si attraggono grazie alla "forza
dell'emotività".
A questo riguardo, Monroe riporta
parecchie situazioni vissute a livello astrale, dove a causa di
desideri o paure inconsce, egli si vedeva involontariamente
teletrasportato in posti ignoti, in mezzo a persone sconosciute.
Basta immaginare un luogo dove le
distanze non esistono, o comunque possono esser percorse in un
attimo; dove gli Esseri che lo popolano possono incontrarsi o
scontrarsi senza quasi averne coscienza, come risultato di affinità
recondite, paure o desideri morbosi di cui ignorano, essi stessi,
l'esistenza.
Potrebbe sembrare un autentico inferno
dantesco, dove il dannato è incessantemente sospinto dai propri
istinti a commettere sui suoi consimili lo stesso oltraggio che
altri commisero su di lui.
In tutti i resoconti delle OBE di
Monroe, si riscontra tuttavia l'esistenza di un altro fattore che
contrasta i desideri e le paure: è la forza di volontà, che su quel
piano si oppone agli istinti e alle paure, alle emozioni e ai
desideri, così come succede abitualmente anche nel mondo fisico.
Nella vita quotidiana, il buon intento
è continuamente disturbato da impulsi che meccanicamente conducono i
pensieri su strade già percorse, verso mete già esplorate e scenari
talvolta illusori della mente.
Entrano in gioco, cioè, molteplici
cause come educazione, abitudini, esperienze personali, ambiente,
credenze religiose ecc. La sinergia di tutti questi elementi, spinge
l'individuo di volta in volta, in direzioni diverse e talvolta agli
antipodi.
La stessa cosa succede nel mondo
astrale, dove però si aggiungono altri aspetti come la mancanza di
inibizioni e della pura razionalità.
Quindi, se il mondo astrale è il luogo
dove ognuno può essere soltanto se stesso, vale a dire nient'altro
che l'insieme dei propri pensieri e delle proprie emozioni senza
possibilità di imposture e maschere, allora lì diventa manifesto
ciò che sulla terra è invece più astratto e occultabile.
La psiche o l'Anima dell'uomo, comunque
la si voglia chiamare, nel mondo astrale è energia concreta, le cui
espressioni sono chiaramente visibili.
Tutte le OBE riportate da Monroe,
parlano del suo sforzo di concentrazione per recarsi in un dato luogo
o da qualcuno in particolare, e di come sia facile perdere
l'orientamento e scivolare verso zone ignote.
Infatti, sono molti i casi in cui egli
non raggiunge la meta prefissa, trovandosi di conseguenza in
situazioni impreviste, davanti a persone sconosciute o non
consapevoli, che interagiscono con lui in modo inaspettato e non
sempre amichevole.
La dimensione descritta da Monroe, non
è quindi solo una meravigliosa esposizione fantastica ed esaltante,
ma è costituita anche da quegli aspetti duri, e potenzialmente
spaventosi, che spesso caratterizzano la "realtà fisica".
Relazione, adattamento e cura di
Sebirblu.it
Fonte: fisicaquantistica.it
Nessun commento:
Posta un commento