Sebirblu, 14 febbraio 2020
Fra' Alexis Bugnolo, un dotto
francescano indipendente (ved. QUI), nato negli Stati Uniti e
cittadino italiano ex jure sanguinis (per discendenza naturale),
traduttore dal latino all'inglese degli scritti di S. Francesco d'Assisi e delle opere di
S. Bonaventura da Bagnoregio sui Commentari dei quattro tomi delle
"Sentenze" di Pietro Lombardo, è riuscito ad analizzare
nei minimi dettagli la dichiarazione ufficiale annunciata da Benedetto
XVI, il giorno 11 febbraio 2013, per la sua "Rinuncia".
Prima di proseguire nella presentazione
di questo articolo, vorrei rendere noto che l'invito rivolto ai
lettori, QUI, per l'incontro in Piazza San Pietro, dove appunto si
trovava fra' Bugnolo, ha avuto per questi un esito amaro, in quanto è
stato fermato inopinatamente dalla polizia vaticana e posto "sotto
torchio" per circa due ore dagli agenti (a quanto pare, mandati
dal segretario di Stato della Santa Sede) con le accuse più astruse
pur di tormentarlo. (Ma non vanno aperte, anzi spalancate le porte
agli stranieri, secondo la "misericordia" bergogliana?).
Non avendo trovato nulla di irregolare
nei suoi confronti, pur avendogli negata al momento la
restituzione del passaporto e minacciandolo di espulsione dall'Italia
per tre anni, nonostante l'effettiva cittadinanza italiana, e dopo averlo
intimorito con una ammenda di 900 euro o di 1000 dollari perché, secondo loro, indossava la tonaca francescana mentendo, è stato rilasciato!
(Ved. QUI lo scritto, purtroppo in inglese, e il video dell'unica
intervista ad un professore triestino che fra' Bugnolo e riuscito a
fare.
Tornando ora al sorprendente articolo che segue, è curioso come, a distanza di sette anni
dalle dimissioni papali, proprio questo frate abbia potuto mettere a
fuoco ed esporre come Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger avessero
preparato magistralmente il piano per dare scacco matto alla Falsa
Chiesa di Bergoglio.
‒ Papa Benedetto XVI, apprezzato da molti
come brillante teologo, è a mio parere un giocatore di scacchi ancor
più brillante, perché ha vinto l'Anti-Chiesa con la manovra più
incredibile, sottile ed efficace che si sia mai potuta concepire.
Essa richiede numerosi studi per essere
ravvisata se, come me, avete preso per oro colato ciò che è stato
pubblicato negli ultimi sette anni.
Certo, l'onore e la gloria per questo
appartengono prima di tutto all'Altissimo, che illumina tutti gli
Esseri e talvolta li inspira a far cose che i comuni mortali non
potrebbero mai pensare di realizzare.
Grazie ancora a Dio per aver inviato
Nostra Signora a Fatima onde rivelare a Suor Lucia un segreto che
sino ad oggi era rimasto nascosto per trasmettere saggi consigli al
vero Vicario di Pietro in questi tempi finali.
Come Giovanni Paolo II rafforzò il
baluardo
della Chiesa contro l'anti-chiesa.
Io credo che con questa conoscenza,
papa Wojtyla abbia compiuto 3 cose:
1) Scelse Joseph Ratzinger, che si
stabilì a Roma, e lo preparò a succedergli ‒ forse perché
sentiva in lui il dono della profezia ‒ (cfr.QUI; ndt).
2) Nel 1983 aggiunse il termine "Munus"
al Canone di Diritto Canonico, par. 332 §2 (ved. QUI), per costringere tutti i suoi successori
all'obbligo di rinunciare al Munus Petrino, qualora si fossero
dimessi dal papato.
3) Nel 1996 promulgò una nuova legge
sulle elezioni papali, che avrebbe annullato ogni tentativo
dell'Anti-Chiesa di usurpare il pontificato o di eleggere in
successione altri anti-papi.
Non dovrebbe quindi sorprendere che, in
segreto o, dovrei dire, alla luce del giorno, egli abbia premunito la
Chiesa contro il Male avvenire negli atti della Santa Sede!
Per mezzo di questi tre punti, Giovanni
Paolo II posizionò la scacchiera e permise al subentrante da lui
favorito, Ratzinger, di impostare uno stratagemma per vincere il
potere delle Tenebre.
Le Forze anti-chiesa colpirono
rapidamente
dalla morte di papa Wojtyla.
Nella sua "campagna elettorale"
aveva promesso delle riforme finanziarie radicali in Vaticano, alfine
di poter passare per un salvatore e un novatore, benché il suo
ordine del giorno fosse quello del card. Martini: fare della Chiesa
la sposa dell'Anticristo.
Recentemente, un prete compatriota di
"Francesco" ha rivelato che Ratzinger, poco dopo la sua
elezione, domandò a Bergoglio se avesse voluto accettare la carica
di Segretario di Stato (ved. QUI). Benedetto XVI intendeva con tale
offerta esporre lo scontro che era scoppiato al Conclave mostrando le
vere intenzioni dell'argentino.
Il rifiuto di questi, evidenziò le sue
mire, perché tutte le ragioni date al consesso cardinalizio per la
sua elezione avrebbero potuto essere espletate come Segretario di
Stato (se fossero state oneste), e l'avrebbero indotto ad accettare
il ruolo. Ma, in mancanza dell'autorità papale, il suo programma
perverso e maligno non si sarebbe potuto realizzare.
Per inciso, è doveroso dire che,
riferendosi al segno dell'ulivo della pace (il motto "Gloria
Olivae", attribuito a Benedetto XVI dal profeta Malachia),
Ratzinger rivolto ai suoi sostenitori ha asserito che "tutto può essere". (Cfr. QUI).
Con la triplice conoscenza del futuro
tratta dal Terzo Segreto di Fatima, da Giovanni Paolo II e dalla sua
stessa esperienza nella CDF (Custodia del Deposito della Fede; ndt),
Ratzinger sapeva ciò che doveva fare. Sapeva che Bergoglio voleva il
potere e che sarebbe rimasto accecato davanti alla sua offerta.
Benedetto effettuò dei preparativi per
difendere la Chiesa tradizionale e, sotto la pressione della mafia di
San Gallo, ne "confezionò" la disfatta in segreto.
Il 13
maggio 2010, avvertì apertamente i fedeli che il Messaggio di Fatima
stava per realizzarsi, dicendo: «Avremmo torto se pensassimo che la
missione profetica di Fatima sia finita...»
Egli sapeva che estirpare la lobby gay (la "mafia lavanda") dal Vaticano sarebbe stata la chiave
difensiva della Chiesa. Ma, come i dossier giudiziari rivelarono
nella controversia su Wikileaks, mentre tale sforzo condusse alla
distruzione della carriera di numerosi sodomiti, questi si unirono
contro Ratzinger per esautorarlo, poiché il suo pontificato rimosse
centinaia di pervertiti dal clero.
Come ho già scritto, si è avuto,
secondo me, un tentativo formale di colpo di Stato (ved. Il rapporto
QUI). E questo, di fatto, è stato messo in moto con l'intenzione di
incarcerare efficacemente papa Benedetto (vedi QUI). Il patto del
Conclave nel 2005, tra le fazioni belligeranti di Ratzinger (Chiesa)
e quelle di Bergoglio (Anti-Chiesa), ne preparò la via (ved. QUI).
Nondimeno, con la propria causa persa
al Conclave, la mafia di San Gallo doveva attendere che Benedetto XVI
rinunciasse al soglio, perché essendo anziano aveva già rivelato
d'essere incline a dimettersi entro qualche anno. Così, siccome
ritardava, la rabbia e l'impazienza esplosero.
La restaurazione dell'antica Messa (Vetus Ordo) e l'estensione delle autorizzazioni per il suo
utilizzo (30 aprile 2011) provocarono una "deflagrazione"
generale tra il cattivo clero.
Io so che questo accadde durante la
Conferenza episcopale italiana del 2011, perché un presule che mi ha
aiutato mi ha anche riferito di come i cardinali e i vescovi si siano
alzati uno dopo l'altro e abbiano detto le cose più vili contro il
Papa.
So anche personalmente, dopo la
testimonianza di un uomo d'affari siciliano da Shanghai, che il
cardinale di Palermo aveva avvertito di come Ratzinger sarebbe potuto
morire entro un anno per cattiva salute...
I media, controllati dalla mafia di San
Gallo, ampliarono la notizia e la diffusero come se il prelato
palermitano avesse detto che Benedetto XVI sarebbe rimasto in vita
soltanto per un anno ancora. Questo rapporto fu pubblicato l'11
febbraio 2012! (si noti la data).
Colpo da maestro di Joseph Ratzinger
Il Papa, in seguito, giocò il suo
colpo da maestro. Nell'estate 2012, rivelò al card. Bertone che si
sarebbe dimesso. Non ne discusse con nessuno se non col proprio
segretario Gänswein e qualche altro. Credo che abbia scritto il testo
d'abdicazione nell'autunno 2012.
Suppongo pure che abbia mostrato
intenzionalmente il testo latino (quello non valido) ed una
traduzione tedesca difettosa (che fa apparire come corretta la
formula originale usata) ai membri della mafia di San Gallo, per
ottenerne il consenso. Con questo atto, egli contrassegnò il loro
destino.
Infatti, soltanto chi parla
fluentemente l'antica lingua e conosce il Diritto Canonico,
accettando la metafisica tradizionale della Chiesa, può accorgersi
che le dimissioni così presentate sono nulle. Ratzinger ha perciò
posto le basi, sottolineando per anni che il suo teologo preferito
era San Bonaventura.
Questo ha condotto gli studiosi come
me, ad iniziare ad approfondire il metodo scolastico di San
Bonaventura per l'analisi testuale del significato delle espressioni,
che non ha precedenti fra tutti i dottori della Chiesa.
L'11 febbraio 2013, nel Concistoro,
Benedetto XVI lesse ad alta voce il testo della formula invalida. Il
28 febbraio 2013 spiegò che si era dimesso dal "ministero
attivo". La mafia di San Gallo diffuse la notizia di una
"Rinuncia valida". Il resto è storia.
Significativo è il fatto che Benedetto
XVI, da subito, iniziò ad offrire segnali di verità, non solo per
il bene dei fedeli, ma anche per contrastare la mafia di San Gallo.
Egli porta sempre la tonaca bianca, mantiene il titolo di "Santità"
e si firma ancora P.P. Benedictus XVI, continuando ad impartire la
benedizione papale.
Fa così, anche perché, io credo,
obbedisce alle parole di Nostra Signora di Fatima, nelle quali Ella
aveva rivelato che sarebbe giunto il tempo in cui il mondo cattolico
si sarebbe trovato con due papi, ma uno solo sarebbe stato quello
vero: colui che avrebbe continuato ad indossare la talare bianca,
invece l'altro ne avrebbe usurpato la missione.
Il tutto, mentre l'Anti-Chiesa avrebbe
attaccato il vero Papa e pochi fedeli (il "piccolo Resto") si sarebbero uniti
intorno a lui.
Per mezzo di una rinuncia impropria,
Papa Ratzinger ha canonicamente reso nullo tutto ciò che Bergoglio
ha fatto, può fare e farà! Egli è un Anti-papa, risultante
dall'astuta arguzia che Benedetto XVI ha giocato su di lui. Ed è
rimasto talmente impigliato in questo stratagemma da non poterne
ammettere l'esistenza, perché se lo facesse, dovrebbe rinunciare
alla sua pretesa di papato.
Se Joseph Ratzinger dovesse trapassare,
allora non ci sarebbe un successore vero, in quanto la maggioranza ritiene ancora il suo ritiro corretto, a meno che i
cardinali elettori pre-bergogliani non si incontrino in un conclave
entro 20 giorni.
Altrimenti, come promulgato da Papa
Giovanni Paolo II al termine del testo di «Universi Dominici Gregis»
(UDG), ogni misura presa dall'eventuale Consiglio cardinalizio sarebbe inefficace.
Se così non faranno, la Chiesa non
resterà priva di Pastore, perché, come indicato nel prologo della
suddetta "Costitutio Apostolica UDG", l'istituzione del
Collegio «non è necessaria per un'elezione valida» del Sommo
Pontefice: esiste ancora l'antica legge apostolica concernente il
diritto della Chiesa romana (intesa come autorità, fedeli, ed esperti; ved. nota qui sotto)* di eleggere il successore di Pietro.
Benedetto ha vinto "Francesco"!
N o t a*
[Per
oltre mille anni e per 154 volte il sommo pontefice vescovo di Roma
venne eletto dal popolo della città eterna riunito in assemblea con
i notabili e i rappresentanti del clero. Solo dal 1059 la nomina
passò nelle mani dei cardinali, ma solo dal 1274, con il decreto
"Ubi periculum" voluto da Papa Gregoxio X, i cardinali
furono costretti a riunirsi in conclave dopo la morte del pontefice e
a sbrigarsi nell'eleggere il suo successore pena finire per diversi
giorni chiusi in una sola sala (unicum conclave) a pane ed acqua].
Da
"Morte ed elezione del papa ‒ Norme, riti e conflitti"
opera di Agostino Paravicini Bagliani.
Aggiornamento dell'11 giugno 2020
Consiglio di leggere, sul tema, anche l'esaustivo articolo di Andrea Cionci QUI, e di vedere l'intervista di Marco Cosmo (il Decimo Toro) fatta a fra' Bugnolo QUI.
Fonte: fromrome.info
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