Già esposi QUI, cinque anni fa, la straordinarietà di questo personaggio che scosse gli Stati Uniti d'America per le sue trasmissioni radiofoniche e televisive, coinvolgendo con le sue infuocate catechesi milioni e milioni di ascoltatori, destandoli dal loro torpore spirituale.
Mi riferisco a mons. Fulton Sheen del quale riporto uno dei suoi più celebri sermoni risalente al 26 gennaio 1947 esposto, dopo un interessante excursus biografico, QUI.
«Il mondo, la cui falsa pace si basa sull'amor proprio, farà la guerra contro coloro la cui pace si basa sulla Coscienza.
In questo senso, Nostro Signore ha portato la spada – potremmo dire, che ha fatto la guerra, la guerra contro l'egoismo, la guerra contro il peccato, la guerra contro l'empietà.
E se la Sua guerra contro il male lo ha portato sulla croce, allora anche i Suoi seguaci che predicano la Sua pace devono aspettarsi di essere crocifissi»
(Fulton J. Sheen, La Croce e le Beatitudini, 1937).
Segni dei nostri tempi
«Amici, Dio vi benedica! Voglio che queste siano le mie prime parole di saluto a voi. Saranno anche le parole conclusive di tutte le trasmissioni. "Dio vi benedica" significa che Dio è amore, che Dio vi ama e che voi dovete ricambiare l'amore di Dio.
Perché così poche persone si accorgono della gravità della nostra crisi presente? In parte è perché gli uomini non vogliono credere che i loro tempi siano malvagi, in parte perché questo significa accusare se stessi e soprattutto perché per misurare i loro tempi essi non hanno altri criteri all'infuori di sé.
Solo quanti vivono secondo la fede sanno davvero che cosa sta accadendo nel mondo. Il Nostro Salvatore potrebbe ben dire quel che disse ai sadducei e ai farisei del Suo tempo.
Noi conosciamo i segni dei nostri tempi? Essi indicano due verità ineluttabili, la prima delle quali è che siamo giunti alla fine dell'epoca post-rinascimentale che fece dell'uomo la misura di tutte le cose. I tre dogmi fondamentali del mondo moderno si stanno dissolvendo davanti ai nostri occhi.
Primo, stiamo assistendo alla liquidazione dell'uomo economico, o dell'assunto per cui egli, in quanto animale altamente evoluto, non ha altre funzioni nella vita se non produrre e acquisire ricchezza, e poi come le bestie da pascolo invecchiare e morire.
Secondo, stiamo tutti assistendo alla liquidazione dell'idea della naturale divinità dell'uomo, che non ha bisogno di alcun Dio che gli dia dei diritti, o di un Redentore che lo salvi dalla colpa, perché il progresso è divenuto automatico grazie alle scienze, all'educazione e all'evoluzione, che un giorno lo renderà una specie di dio.
Stiamo assistendo anche alla liquidazione del razionalismo, o dell'idea in base alla quale il compito della ragione umana non è scoprire il significato e lo scopo della vita, e cioè la salvezza dell'anima, bensì ideare nuovi avanzamenti tecnici per fare in modo che la città dell'uomo su questa terra prenda il posto della città di Dio.
Può benissimo essere che il liberalismo storico sia soltanto un'era di transizione tra una civiltà che una volta era cristiana e una che sarà decisamente anticristiana.
La seconda grande verità che i segni dei tempi fanno presagire è che ci troviamo decisamente alla fine di un'epoca non-religiosa della civiltà, con ciò intendo un'epoca che considera la religione come un'appendice alla vita, un extra di devozione, un elemento morale per l'individuo ma di nessuna rilevanza sociale, e Dio un compagno silenzioso il cui nome è usato dalla "ditta" per darsi una rispettabilità ma che non ha nulla da dire a riguardo di come si deve gestire l'attività.
Da oggi in poi lo scontro non sarà per le colonie e i diritti delle nazioni, ma per le anime degli uomini. Le linee della battaglia sono tracciate chiaramente e non c'è più dubbio su quali siano le questioni fondamentali.
Da oggi in poi gli uomini si divideranno in due religioni concepite di nuovo come abbandono a un «assoluto». Il conflitto del futuro è tra un assoluto che è il Dio-Uomo e un altro assoluto che è l'uomo-dio; tra il Dio che si è fatto uomo e l'uomo che si fa dio; tra i fratelli in Cristo e i compagni nell'Anticristo.
L'Anticristo, tuttavia, non sarà chiamato così, altrimenti non avrebbe seguaci. Non indosserà calzamaglie rosse né vomiterà zolfo, né impugnerà una lancia né agiterà una coda con la punta a forma di freccia come il Mefistofele nel Faust.
Da nessuna parte nelle Sacre Scritture troviamo conferma del mito popolare che immagina il diavolo come un buffone vestito di rosso. È descritto invece come un angelo caduto, come "il Principe di questo mondo" il cui mestiere è di dirci che non esiste nessun altro mondo.
La sua logica è semplice: se non c'è un paradiso, non c'è alcun inferno; se non c'è un inferno, non c'è alcun peccato; se non c'è il peccato, non c'è alcun giudizio, e se non c'è un giudizio allora il male è bene e il bene è male.
Ma al di là di queste descrizioni, Nostro Signore ci dice che egli sarà molto simile a Lui, che ingannerà perfino gli eletti – e di sicuro nessun diavolo di quelli che abbiamo visto nei libri illustrati riuscirebbe ad ingannare gli eletti.
In che modo egli verrà in questa nuova era per convincerci a seguire il suo culto?
‒ scriverà libri su una nuova idea di Dio adatta ai modi di vivere della gente;
‒ diffonderà la fede nell'astrologia in modo da incolpare per i nostri peccati non la nostra volontà, ma le stelle;
‒ spiegherà psicologicamente la colpa in termini di sesso represso, farà sprofondare gli uomini nella vergogna se gli altri uomini diranno che non sono di mente aperta e liberali;
‒ identificherà la tolleranza con l'indifferenza verso quel che è giusto e quel che è sbagliato;
‒ incoraggerà i divorzi con l'inganno secondo cui una nuova unione è "vitale";
‒ accrescerà l'amore per l'amore e diminuirà l'amore per la persona;
‒ invocherà la religione per distruggere la religione;
‒ parlerà perfino di Cristo e dirà che è stato il più grande uomo che sia mai vissuto;
‒ dirà che la sua missione è liberare gli uomini dalla schiavitù della superstizione e dal fascismo, che baderà di non definire mai.
Ma in mezzo a tutto il suo apparente amore per l'umanità e alle sue chiacchiere su libertà e uguaglianza, avrà un grande segreto che non rivelerà a nessuno:
Poiché la sua religione sarà la fratellanza senza la paternità di Dio, ingannerà perfino gli eletti. Istituirà una contro-chiesa che sarà una scimmiottatura della Chiesa perché lui, il diavolo, è la scimmiottatura di Dio. Essa sarà il corpo mistico dell'Anticristo e a livello esteriore ricorderà la Chiesa come corpo mistico di Cristo.
Questi sono giorni in cui al diavolo è stata concessa una corda particolarmente lunga (perché non dobbiamo mai dimenticare che Nostro Signore disse a Giuda e alla sua banda: «È giunta la tua ora». È l'ora di Dio, ma anche quella del male), l'ora in cui il pastore dev'essere percosso e le pecore disperse.
Uomini che conoscono la storia hanno visto questi giorni bui avvicinarsi. Nel lontano 1842, 105 anni fa, il poeta tedesco Heine scrisse:
«Il comunismo, sebbene oggi se ne parli poco e si aggiri per soffitte segrete su miserabili giacigli di paglia, è l'eroe oscuro destinato ad un grande, ancorché temporaneo, ruolo nella tragedia moderna...
Tempi selvaggi e tetri ci minacciano, e il profeta che desideri scrivere una nuova apocalisse dovrebbe inventare bestie completamente nuove – bestie tanto terribili che le vecchie creature di san Giovanni sembreranno dolci colombe e angioletti in confronto.
Gli dei si velano i volti per la compassione verso i figli degli uomini, i loro antichi fardelli. Il futuro odora di cuoio, sangue, empietà e molte frustate. E io farò bene a consigliare ai nostri nipoti di nascere con scorze dure sulle loro schiene». Questo nel 1842.
Davvero siamo stati avvertiti. Per la prima volta nella storia la nostra era ha assistito alla persecuzione del Vecchio Testamento da parte dei nazisti e alla persecuzione del Nuovo Testamento da parte dei comunisti.
Chiunque abbia a che fare con Dio oggi viene odiato: che la sua vocazione sia di annunciare il Suo Figlio Divino, Gesù Cristo, come per gli ebrei, o di seguirLo come i cristiani. Dal momento che i segni dei nostri tempi indicano una battaglia tra "assoluti" possiamo aspettarci che il futuro sarà un tempo di prova, per due ragioni.
Innanzitutto, perché si fermi la disgregazione. Se non ci fossero catastrofi, l'empietà prenderebbe sempre più terreno. Quello che è la morte per il singolo uomo, la catastrofe lo è per una civiltà malvagia: l'interruzione della vita e, per la civiltà, l'interruzione della sua empietà.
Perché Dio avrebbe messo un angelo con una spada fiammeggiante a guardia del Giardino dell'Eden dopo la Caduta, se non per prevenire che i nostri progenitori vi entrassero di nuovo e mangiassero dell'Albero della Vita, cosa che avrebbe reso immortale la loro colpa?
L'Altissimo non acconsentirà che l'ingiustizia diventi eterna. Egli permette che accadano rivolte, disgregazione e caos per ricordarci che i nostri pensieri sono stati sbagliati e i nostri desideri sono stati empi.
La verità morale è vendicata dalla rovina che consegue al suo ripudio. Il caos dei nostri tempi è l'argomento negativo più forte che potesse mai essere utilizzato dal cristianesimo. La catastrofe rivela che il male si sconfigge da solo e che non possiamo distogliere lo sguardo da Dio, come abbiamo fatto, senza fare del male a noi stessi.
Nebbia sul Vaticano il giorno dei funerali di Benedetto XVI. (Foto di Massimo Sestini). Il Katéchon, ossia chi impediva al Male di avanzare, ved. QUI, se n'è andato il 31 dicembre 2022. |
‒ leggono gli stessi romanzi dei moderni pagani, educano i figli nella stessa maniera atea, danno retta ai medesimi commentatori che non hanno altri criteri se non giudicare il presente dal passato e il futuro dal presente;
‒ consentono che s'insinuino nelle loro famiglie usi pagani come il divorzio e le seconde nozze;
‒ vi sono sedicenti leader sindacali cattolici privi di carattere che danno indicazioni di voto per i comunisti ai congressi, o scrittori cattolici che accettano presidenze in organismi comunisti per inoculare idee totalitarie nei film.
Non esistono più il conflitto e l'opposizione che dovrebbero caratterizzarci. Stiamo influenzando il mondo meno di quanto il mondo influenzi noi. Non c'è più diversità.
Noi che siamo stati inviati per fondare un ospedale siamo stati infettati dalla malattia, e dunque abbiamo perduto il potere di guarire. E poiché l'oro è mescolato ad una lega, tutto dev'essere gettato nella fornace affinché lo scarto sia bruciato.
Il valore della prova sarà di distinguerci. Una catastrofe deve giungere per rifiutarci, disprezzarci, odiarci, perseguitarci, e allora, allora potremo marcare la nostra lealtà, affermare la nostra fedeltà e dichiarare dalla parte di chi stiamo.
Diminuiremo in numero, ma aumenteremo in qualità. Non temiamo per la Chiesa, ma per il mondo. Tremiamo non perché Dio potrebbe essere scalzato dal Trono, ma perché potrebbe regnare la barbarie.
Infine tre consigli pratici per questi tempi, perché i cristiani prendano coscienza che un momento di crisi non è un tempo di disperazione, ma di opportunità. Siamo nati nella crisi, nella sconfitta: la Crocefissione.
E una volta presa consapevolezza che siamo sottoposti alla Collera Divina, possiamo diventare oggetto della Divina Misericordia. Gli autentici insegnamenti dell'Eterno generano speranza. Il ladrone sulla destra arrivò a Dio attraverso una crocefissione.
In secondo luogo i cattolici devono accrescere la loro fede, appendere un crocifisso nelle loro case, ricordarsi che hanno una croce da portare; riunire le proprie famiglie ogni sera per recitare il rosario; andare alla Messa quotidiana; fare ogni giorno l'Ora Santa alla Presenza di Nostro Signore nell'Eucaristia, soprattutto nelle parrocchie dove i pastori sono consci della necessità del mondo e quindi celebrano servizi di riparazione.
Non invochiamo l'unità religiosa, che non è possibile se acquisita al prezzo dell'unità della verità, ma chiediamo l'unità delle persone religiose, nella quale ognuno marci separato secondo la luce della sua coscienza, ma tutti colpiscano insieme per il progresso morale del mondo.
Le forze del Male sono unite; le forze del Bene sono divise. È possibile che non riusciremo mai a ritrovarci nel medesimo banco – voglia l'Altissimo che accada – ma possiamo incontrarci sulle nostre ginocchia.
Potete stare certi che nessun sordido compromesso né equilibrismo vi riguarderà. Coloro che hanno fede faranno meglio a rimanere in stato di grazia e coloro che non l'hanno faranno meglio a capire le proprie intenzioni, poiché nell'era che viene ci sarà un solo modo per fermare le vostre ginocchia tremanti, e sarà piegarle e mettersi a pregare.
Pregate Michele, il Principe del mattino, il quale sconfisse Lucifero che voleva farsi dio. Quando un tempo l'universo si incrinò a causa di un ghigno in paradiso, egli si alzò e trascinò giù dai sette cieli l'«orgoglio» che voleva guardare l'Eterno dall'alto in basso.
E pregate anche Nostra Signora. Ditele:
"È a Te che è stato dato il potere di schiacciare la testa del Serpente che mentendo disse agli uomini che sarebbero diventati dei.
E possa Tu, che ritrovasti Cristo allorché Egli fu perso per tre giorni, ritrovarLo di nuovo per il nostro mondo che Lo ha perduto.
Dona la Parola all'incontinenza senile della nostra prolissità. E come Tu formasti la Parola nel tuo grembo, forma Lui nei nostri cuori.
Signora del Blu del Cielo, in questi giorni oscuri accendi le nostre lampade. Restituiscici la Luce del Mondo perché una Luce risplenda anche in questi giorni di oscurità."
Dio vi benedica.»
Alcune note sul prestigioso Pastore
Fulton John Sheen nato a El Paso, Illinois, l'8 maggio 1895 e ordinato sacerdote nel 1919, fu consacrato vescovo a Roma l'11 luglio 1951.
Un anno dopo cominciò la sua famosa serie televisiva "Life is worth living" che raggiunse un'audience di venti milioni di telespettatori ogni settimana e continuò con successo fino al 1957.
San Giovanni Paolo II lo incontrò nel 1979, due mesi prima della sua morte, e gli disse: "Tu hai scritto e parlato molto bene del Signore Gesù. Sei un figlio leale della Chiesa!" (E il presule si commosse fino alle lacrime, ved. QUI; ndr).
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonte: Tempi.it
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