Sebirblu, 2 dicembre 2012
Questo scritto, gentili Lettori, mi
rammenta molti fatti analoghi che sono accaduti a me proprio nello
stesso periodo di tempo e che hanno dato inizio al mio percorso di
Ricerca spirituale.
È
interessante notare come il caso, che non esiste, e il modo insondabile in
cui certe "coincidenze"
si manifestino siano aldilà di qualsiasi più fervida immaginazione
umana.
Solo il Divino può operare in questa
maniera per ricondurre sul diritto Sentiero tutte le Anime che si
sono "perse"
per le strade dell'oblio della loro Origine!
Ma affinché questo iter si metta in
moto, è indispensabile avere un forte desiderio di capire il senso
più profondo della vita che, purtroppo, affiora quasi sempre soltanto
dopo essere passati dalla fucina di grandi dolori.
Kirby Park a Wilkes-Barre |
Tutta la mia Vita è un Cerchio
Mentre giocavo a frisbee con i miei
amici sulla Piazza Pubblica a Wilkes-Barre in Pennsylvania, avevo
lasciato su una panchina del vicino parco la mia copia sempre
presente de "La
Storia di Gesù secondo Edgar Cayce"
di Jeffrey Furst.
Era l’ultimo di un lungo elenco di
"libri di Cayce"
che avevo assorbito, e di gran lunga il più illuminante per un buon
cattolico "mancato"
come me.
Forte nella mia fede in Dio e nella
Divinità di Gesù, ero tuttavia confuso e senza speranza sui come e i
perché del Suo Sé imperscrutabile, e questo libro aveva fatto luce
su molti di quei "il
Signore opera in modi misteriosi"
con cui ero cresciuto.
Quando finimmo il nostro gioco, tornai
alla panchina per scoprire con dispiacere che era sparito! Qualcuno
aveva rubato un testo su Gesù? Ero sbalordito.
Quel libro era stato un caro amico.
Avevo annotato "pagina
240" sulla parte
interna della copertina in modo da poter sempre tornare ad un
passaggio che mi aveva commosso fino alle lacrime la prima volta che
l’avevo letto, e ci riesce ancora, fino ad oggi.
Lo scritto riporta una visione spontanea, trasmessa (sempre da Cayce; ndr) al termine di
una "lettura di
controllo" per un
cercatore precedente. Senza che qualcuno l’avesse richiesto, la
Fonte cominciò a descrivere l’Ultima Cena, con "Qui,
con il Maestro".
Ne fa un quadro così bello che, ogni
volta che lo leggo, mi sento come se fossi presente. Immancabilmente
me ne sento umiliato ed ispirato.
La perdita di quel volume era solo
l’ultima di una lunga lista di cose che mi stavano dicendo esser
giunta l'ora di lasciare le comodità della mia città natale e di
andare finalmente a Virginia Beach.
Da molto tempo avevo sentito l'impulso
di "Essere"
(ciò che spinge a sentire o a scrivere cose come queste; ndr) "da
dove vengono i libri",
e questo sembrava proprio il segno che era ora di mettere in pratica
finalmente le mie credenze.
"...e avendo trovato una Perla preziosa, se ne andò, vendé quanto aveva e la comprò" Mt.13,46 |
Anche l’acquisto di un’altra copia dello stesso testo non avrebbe ampliato la mia crescita spirituale. Dio mi stava dicendo che il tempo delle letture era finito.
Dovevo stare in mezzo alle persone che
conoscevano la vita nel modo in cui io ero arrivato a conoscerla, e
che attivamente cercavano le stesse cose.
Erano passati sette anni da quando la
mia sposa era morta fra le mie braccia dopo un incidente d’auto, e
circa due anni da quando qualcuno mi aveva dato una copia di "Molte
Dimore" di Gina
Cerminara (in Italia ha il titolo: Edgar Cayce - medium e guaritore).
Quel volume cambiò, e molto
probabilmente salvò, la mia esistenza. Mi aiutò a capire che la Vita
stessa, persino quella mia personale, ha davvero significato e scopo.
Che facevo parte di un piano più ampio, ma comunque difficile da
vedere.
Capii che molte circostanze della
nostra parabola terrena sono state programmate da noi, prima di entrare in
questa Terra. Che mi sarebbe stato rivelato un giorno quello che stavo
cercando e di cui avevo un disperato bisogno, se mi fossi impegnato
con sufficiente zelo.
Decisi di portarmi qualche cambio di
vestiti in uno zaino e di andare a Virginia con l’autostop. Sarei
stato Siddhartha! Avrei fatto di questo viaggio un percorso di
scoperta di me stesso e un’opportunità di invitare l'Altissimo come unico sostenitore e protettore.
Avrei collocato la mia vita laddove
erano i miei ideali, con la fede che Dio avrebbe supportato i miei
sforzi. Uscii dalla mia casa e dalla mia vecchia routine esattamente
come ero entrato in questo mondo, solo abbigliato in modo più
congeniale.
Le persone che si fermarono e mi
accolsero nelle loro auto e nelle loro esistenze stavano, quasi senza
eccezione, cercando anch’esse una comprensione più grande nel loro
cammino esistenziale.
Quelli che non lo facevano, avevano
semplicemente necessità di qualcuno, come me, che li ispirasse ad
interrogarsi sulla propria vita. Dopotutto, fino alla morte di mia
moglie, persino io ero stato un ragazzo normalissimo.
Venni congedato dall’Aeronautica
Militare la mattina dopo la sua morte, dopo quattro anni di lavoro
come poliziotto aeronautico.
Avevo un impiego nell’Accademia della Polizia di Stato della Pennsylvania, insieme a dei sogni su una casetta con un recinto a palizzata, due bambini, ecc. Una bella esistenza normale. Ma Dio e anch'io nell'inconscio, evidentemente, avevamo altri piani.
Per prima cosa, c’era da sopportare e
accogliere quella notte oscura dell’anima, necessaria per suscitare
la ricerca. Giunsi all’A.R.E. (Association for Research and
Enlightenment, Inc. di Edgar Cayce; ndr) come la maggior parte di
coloro che arrivano qui, sopraffatto da un senso indefinito, in
qualche modo, di "ritorno
a casa".
Tutti i pensieri, le emozioni, persino
i cambiamenti nello stile di vivere, connessi con una vera crescita
spirituale, potevano manifestarsi qui in un ambiente favorevole. Nel
1970 non si poteva dire questo di molti luoghi, a meno che non
fossero monasteri.
Ma qui non c’erano dogmi, né
religioni, né scismi
o "-ismi", solo
persone gentili che la pensavano allo stesso modo, pronte a dare una
mano. Mi sentivo come in Cielo!
Dopo qualche mese mi resi conto che
dovevo tornare a casa per un’ultima volta, per mettere in ordine
alcune faccende. Necessitavo di altri vestiti, dovevo dire addio ad
alcune persone amate ecc. Era ovvio che mi trovavo dove dovevo essere
e che facevo ciò che dovevo fare.
Partii di nuovo con l’autostop,
questa volta ancora più consapevole del genere di viaggio e della
mia parte in esso. Di nuovo, gli individui che incontrai erano
evidentemente guidati a raccogliere questo estraneo. Alcuni erano
come me e lo facevano perché sentivano che era la cosa giusta da
fare.
Altri dissero cose come: "Nella
mia vita non ho mai preso a bordo un autostoppista! Ma semplicemente
dovevo fermarmi per Lei. Non so perché".
E poi successe.
Avevo già dimenticato com’era
diverso il clima nei miei paraggi, e appena fuori Harrisburg, in
Pennsylvania, cominciò a nevicare. Nessuno sembrava volermi dare un
passaggio, e cominciai ad avere dei dubbi sul mio viaggio...
Dopo ore di attesa per quello che, ne
ero sicuro, sarebbe stato il passaggio perfetto, iniziai ad
incamminarmi per ritornare, triste e infreddolito, sulla Strada
Interstatale n.81, quando, all’ultimo minuto, un'auto accostò e un
giovanotto aprì la portiera invitandomi a salire.
Dopo che ebbi espresso la mia gratitudine e che ci fummo presentati e scambiati qualche informazione personale, egli mi domandò dove io fossi diretto e risposi: a Wilkes-Barre.
Replicò: "Fantastico!
Sto andando proprio lì per passare un po’ di tempo con la mia
fidanzata e la sua famiglia. Lei da dove viene?"
"Da Virginia Beach."
Riprese con un gran sorriso: "Davvero?
Da molto tempo voglio andarci."
Esitò per un momento, quindi chiese: "Conosce
il posto di Edgar Cayce?"
Così gli dissi, felice: "Oh
sì. È per questo che
sono andato a Virginia Beach. Lì mi sento come a casa mia, ed ora
torno a Wilkes-Barre solo per concludere il mio trasloco."
Allora mi raccontò, quasi in modo
cospirativo: "Senta,
un giorno la mia fidanzata ed io stavamo attraversando la Piazza
Pubblica quando ci sedemmo su una panchina, e vi notai questo libro.
Era su Gesù.
All’interno della copertina qualcuno
aveva scritto "pagina
240", così lo
aprimmo a quella pagina, e semplicemente ci mandò fuori di testa! Ad
entrambi piacque così tanto; ha persino fatto venire le
lacrime a lei.
Era come se dovessimo trovarlo! Così
diventammo membri dell’A.R.E. per comprare altri libri e ci
andremo nel nostro viaggio di nozze!"
Non riesco nemmeno ad immaginare che
impressione devo aver fatto su questo ragazzo. Le uniche parole che
riuscii a pronunciare per molto tempo furono: "Lei?"...
"Lei!"...
"Lei ha
trovato il libro?"
Egli continuò a guardare verso di me come se fossi stato pazzo.
La mia piccola mente fece molta fatica
ad immaginare tutto ciò che avrebbe dovuto succedere: il perché
questo ragazzo dovesse trovare quel testo, e parecchi mesi dopo, lo
stesso, avrebbe dato un passaggio a me, che stavo facendo l'autostop
nel bel mezzo del nulla e che l’avevo messo là, inconsapevolmente,
perché lo trovasse! E lo sto facendo ancora adesso (con l'autostop;
ndr).
In quali modi incredibili le nostre
azioni, all’apparenza più ordinarie, sono intrecciate con il
Divino? Quanto è banale e sottile la guida interiore a cui
soccombiamo in quei momenti, quando lo Spirito ha necessità che noi
facciamo la nostra parte nel Grande Piano?
Di solito siamo del tutto all'oscuro del potere enorme che potrebbe essere liberato da un’azione che appare praticamente sconsiderata, ma che per il Cielo è notevole solo per la sua normalità (per la fede e il coraggio; ndr). Eppure, quali cambiamenti immensi si avverano nella vita di chissà quanti?
Inutile dirlo, fu un viaggio memorabile
da Harrisburg a Wilkes-Barre. E mentre mi piacerebbe dire che andai
al suo matrimonio o che egli mi venne a trovare durante il suo
viaggio di nozze, non capitò nessuna di queste cose.
Ma va benissimo. Entrambi facemmo la
nostra parte nella vita dell’altro e, per quello che posso saperne,
difficilmente abbiamo terminato.
Ciò che successe fu che un’altra
Anima ancora ricevette assistenza per il proprio Risveglio. L’Eterna
Luce di Amore venne condivisa da due estranei che si conobbero l’un
l’altro solo per qualche ora. E, in verità, chi di noi sa quando
mai ci rivedremo?
E questa è la migliore ragione
per tener caro ogni singolo istante.
Dobbiamo ricordare che ogni azione
della nostra vita, non importa quanto insignificante sia l’apparenza
esteriore, ha comunque luogo nel grande Mare di Amore e di Coscienza
che chiamiamo Dio,
"nel Quale viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro Essere".
E rammentare inoltre che ogni istante è
sempre una fine in sé ma anche un inizio di qualcosa in più.
La vita raramente è ciò che sembra. È
persino migliore.
Michael McCarthy - Venture Inward,
settembre - ottobre 2006
Relatore: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: edgarcayce.it
A proposito di "coincidenze", se qualcuno di voi non avesse ancora visto il famoso film "La Profezia di Celestino", potrà scoprire cose molto interessanti.
Post Scriptum
A proposito di "coincidenze", se qualcuno di voi non avesse ancora visto il famoso film "La Profezia di Celestino", potrà scoprire cose molto interessanti.
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