lunedì 3 dicembre 2012

Coincidenze? Macché! Nulla avviene a caso.



Sebirblu, 2 dicembre 2012

Questo scritto, gentili Lettori, mi rammenta molti fatti analoghi che sono accaduti a me proprio nello stesso periodo di tempo e che hanno dato inizio al mio percorso di Ricerca spirituale.

È interessante notare come il caso, che non esiste, e il modo insondabile in cui certe "coincidenze" si manifestino siano aldilà di qualsiasi più fervida immaginazione umana.

Solo il Divino può operare in questa maniera per ricondurre sul diritto Sentiero tutte le Anime che si sono "perse" per le strade dell'oblio della loro Origine!

Ma affinché questo iter si metta in moto, è indispensabile avere un forte desiderio di capire il senso più profondo della vita che, purtroppo, affiora quasi sempre soltanto dopo essere passati dalla fucina di grandi dolori.


      Kirby Park a Wilkes-Barre

Tutta la mia Vita è un Cerchio

Mentre giocavo a frisbee con i miei amici sulla Piazza Pubblica a Wilkes-Barre in Pennsylvania, avevo lasciato su una panchina del vicino parco la mia copia sempre presente de "La Storia di Gesù secondo Edgar Cayce" di Jeffrey Furst.

Era l’ultimo di un lungo elenco di "libri di Cayce" che avevo assorbito, e di gran lunga il più illuminante per un buon cattolico "mancato" come me.

Forte nella mia fede in Dio e nella Divinità di Gesù, ero tuttavia confuso e senza speranza sui come e i perché del Suo Sé imperscrutabile, e questo libro aveva fatto luce su molti di quei "il Signore opera in modi misteriosi" con cui ero cresciuto.

Quando finimmo il nostro gioco, tornai alla panchina per scoprire con dispiacere che era sparito! Qualcuno aveva rubato un testo su Gesù? Ero sbalordito.

Quel libro era stato un caro amico. Avevo annotato "pagina 240" sulla parte interna della copertina in modo da poter sempre tornare ad un passaggio che mi aveva commosso fino alle lacrime la prima volta che l’avevo letto, e ci riesce ancora, fino ad oggi.

Lo scritto riporta una visione spontanea, trasmessa (sempre da Cayce; ndr) al termine di una "lettura di controllo" per un cercatore precedente. Senza che qualcuno l’avesse richiesto, la Fonte cominciò a descrivere l’Ultima Cena, con "Qui, con il Maestro".

Ne fa un quadro così bello che, ogni volta che lo leggo, mi sento come se fossi presente. Immancabilmente me ne sento umiliato ed ispirato.

La perdita di quel volume era solo l’ultima di una lunga lista di cose che mi stavano dicendo esser giunta l'ora di lasciare le comodità della mia città natale e di andare finalmente a Virginia Beach.

Da molto tempo avevo sentito l'impulso di "Essere" (ciò che spinge a sentire o a scrivere cose come queste; ndr) "da dove vengono i libri", e questo sembrava proprio il segno che era ora di mettere in pratica finalmente le mie credenze.


"...e avendo trovato una Perla preziosa, se ne andò, vendé quanto aveva e la comprò" Mt.13,46

Anche l’acquisto di un’altra copia dello stesso testo non avrebbe ampliato la mia crescita spirituale. Dio mi stava dicendo che il tempo delle letture era finito.

Dovevo stare in mezzo alle persone che conoscevano la vita nel modo in cui io ero arrivato a conoscerla, e che attivamente cercavano le stesse cose.

Erano passati sette anni da quando la mia sposa era morta fra le mie braccia dopo un incidente d’auto, e circa due anni da quando qualcuno mi aveva dato una copia di "Molte Dimore" di Gina Cerminara (in Italia ha il titolo: Edgar Cayce - medium e guaritore).

Quel volume cambiò, e molto probabilmente salvò, la mia esistenza. Mi aiutò a capire che la Vita stessa, persino quella mia personale, ha davvero significato e scopo. Che facevo parte di un piano più ampio, ma comunque difficile da vedere.

Capii che molte circostanze della nostra parabola terrena sono state programmate da noi, prima di entrare in questa Terra. Che mi sarebbe stato rivelato un giorno quello che stavo cercando e di cui avevo un disperato bisogno, se mi fossi impegnato con sufficiente zelo.

Decisi di portarmi qualche cambio di vestiti in uno zaino e di andare a Virginia con l’autostop. Sarei stato Siddhartha! Avrei fatto di questo viaggio un percorso di scoperta di me stesso e un’opportunità di invitare  l'Altissimo come unico sostenitore e protettore.

Avrei collocato la mia vita laddove erano i miei ideali, con la fede che Dio avrebbe supportato i miei sforzi. Uscii dalla mia casa e dalla mia vecchia routine esattamente come ero entrato in questo mondo, solo abbigliato in modo più congeniale.

Le persone che si fermarono e mi accolsero nelle loro auto e nelle loro esistenze stavano, quasi senza eccezione, cercando anch’esse una comprensione più grande nel loro cammino esistenziale.

Quelli che non lo facevano, avevano semplicemente necessità di qualcuno, come me, che li ispirasse ad interrogarsi sulla propria vita. Dopotutto, fino alla morte di mia moglie, persino io ero stato un ragazzo normalissimo.

Venni congedato dall’Aeronautica Militare la mattina dopo la sua morte, dopo quattro anni di lavoro come poliziotto aeronautico.




Avevo un impiego nell’Accademia della Polizia di Stato della Pennsylvania, insieme a dei sogni su una casetta con un recinto a palizzata, due bambini, ecc. Una bella esistenza normale. Ma Dio e anch'io nell'inconscio, evidentemente, avevamo altri piani.

Per prima cosa, c’era da sopportare e accogliere quella notte oscura dell’anima, necessaria per suscitare la ricerca. Giunsi all’A.R.E. (Association for Research and Enlightenment, Inc. di Edgar Cayce; ndr) come la maggior parte di coloro che arrivano qui, sopraffatto da un senso indefinito, in qualche modo, di "ritorno a casa".

Tutti i pensieri, le emozioni, persino i cambiamenti nello stile di vivere, connessi con una vera crescita spirituale, potevano manifestarsi qui in un ambiente favorevole. Nel 1970 non si poteva dire questo di molti luoghi, a meno che non fossero monasteri.

Ma qui non c’erano dogmi, né religioni, né scismi o "-ismi", solo persone gentili che la pensavano allo stesso modo, pronte a dare una mano. Mi sentivo come in Cielo!

Dopo qualche mese mi resi conto che dovevo tornare a casa per un’ultima volta, per mettere in ordine alcune faccende. Necessitavo di altri vestiti, dovevo dire addio ad alcune persone amate ecc. Era ovvio che mi trovavo dove dovevo essere e che facevo ciò che dovevo fare.

Partii di nuovo con l’autostop, questa volta ancora più consapevole del genere di viaggio e della mia parte in esso. Di nuovo,  gli individui che incontrai erano evidentemente guidati a raccogliere questo estraneo. Alcuni erano come me e lo facevano perché sentivano che era la cosa giusta da fare.

Altri dissero cose come: "Nella mia vita non ho mai preso a bordo un autostoppista! Ma semplicemente dovevo fermarmi per Lei. Non so perché". E poi successe.

Avevo già dimenticato com’era diverso il clima nei miei paraggi, e appena fuori Harrisburg, in Pennsylvania, cominciò a nevicare. Nessuno sembrava volermi dare un passaggio, e cominciai ad avere dei dubbi sul mio viaggio...

Dopo ore di attesa per quello che, ne ero sicuro, sarebbe stato il passaggio perfetto, iniziai ad incamminarmi per ritornare, triste e infreddolito, sulla Strada Interstatale n.81, quando, all’ultimo minuto, un'auto accostò e un giovanotto aprì la portiera invitandomi a salire.




Dopo che ebbi espresso la mia gratitudine e che ci fummo presentati e scambiati qualche informazione personale, egli mi domandò dove io fossi diretto e risposi: a Wilkes-Barre.

Replicò: "Fantastico! Sto andando proprio lì per passare un po’ di tempo con la mia fidanzata e la sua famiglia. Lei da dove viene?" "Da Virginia Beach."

Riprese con un gran sorriso: "Davvero? Da molto tempo voglio andarci." Esitò per un momento, quindi chiese: "Conosce il posto di Edgar Cayce?"

Così gli dissi, felice: "Oh sì. È per questo che sono andato a Virginia Beach. Lì mi sento come a casa mia, ed ora torno a Wilkes-Barre solo per concludere il mio trasloco."

Allora mi raccontò, quasi in modo cospirativo: "Senta, un giorno la mia fidanzata ed io stavamo attraversando la Piazza Pubblica quando ci sedemmo su una panchina, e vi notai questo libro. Era su Gesù.

All’interno della copertina qualcuno aveva scritto "pagina 240", così lo aprimmo a quella pagina, e semplicemente ci mandò fuori di testa! Ad entrambi piacque così tanto; ha persino fatto venire le lacrime a lei.

Era come se dovessimo trovarlo! Così diventammo membri dell’A.R.E. per comprare altri libri e ci andremo nel nostro viaggio di nozze!"

Non riesco nemmeno ad immaginare che impressione devo aver fatto su questo ragazzo. Le uniche parole che riuscii a pronunciare per molto tempo furono: "Lei?"... "Lei!"... "Lei ha trovato il libro?" Egli continuò a guardare verso di me come se fossi stato pazzo.

La mia piccola mente fece molta fatica ad immaginare tutto ciò che avrebbe dovuto succedere: il perché questo ragazzo dovesse trovare quel testo, e parecchi mesi dopo, lo stesso, avrebbe dato un passaggio a me, che stavo facendo l'autostop nel bel mezzo del nulla e che l’avevo messo là, inconsapevolmente, perché lo trovasse! E lo sto facendo ancora adesso (con l'autostop; ndr).

In quali modi incredibili le nostre azioni, all’apparenza più ordinarie, sono intrecciate con il Divino? Quanto è banale e sottile la guida interiore a cui soccombiamo in quei momenti, quando lo Spirito ha necessità che noi facciamo la nostra parte nel Grande Piano?




Di solito siamo del tutto all'oscuro del potere enorme che potrebbe essere liberato da un’azione che appare praticamente sconsiderata, ma che per il Cielo è notevole solo per la sua normalità (per la fede e il coraggio; ndr). Eppure, quali cambiamenti immensi si avverano nella vita di chissà quanti?

Inutile dirlo, fu un viaggio memorabile da Harrisburg a Wilkes-Barre. E mentre mi piacerebbe dire che andai al suo matrimonio o che egli mi venne a trovare durante il suo viaggio di nozze, non capitò nessuna di queste cose.

Ma va benissimo. Entrambi facemmo la nostra parte nella vita dell’altro e, per quello che posso saperne, difficilmente abbiamo terminato.

Ciò che successe fu che un’altra Anima ancora ricevette assistenza per il proprio Risveglio. L’Eterna Luce di Amore venne condivisa da due estranei che si conobbero l’un l’altro solo per qualche ora. E, in verità, chi di noi sa quando mai ci rivedremo?

E questa è la migliore ragione per tener caro ogni singolo istante.

Dobbiamo ricordare che ogni azione della nostra vita, non importa quanto insignificante sia l’apparenza esteriore, ha comunque luogo nel grande Mare di Amore e di Coscienza che chiamiamo Dio, "nel Quale viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro Essere".

E rammentare inoltre che ogni istante è sempre una fine in sé ma anche un inizio di qualcosa in più.

La vita raramente è ciò che sembra. È persino migliore.

Michael McCarthy - Venture Inward, settembre - ottobre 2006


Fonte: edgarcayce.it

Post Scriptum

A proposito di "coincidenze", se qualcuno di voi non avesse ancora visto il famoso film "La Profezia di Celestino", potrà scoprire cose molto interessanti.

Nessun commento:

Posta un commento