Sebirblu, 22 ottobre 2018
Cari Lettori, penso di far cosa gradita
a molti di voi, che cercano riscontri sulla esistenza dell'aldilà,
nel presentare un'inedita rivelazione di un Essere che sulla Terra
era un sacerdote e che dopo esser venuto a contatto con la Realtà
vera, entrò in conflitto con se stesso uccidendosi.
Gli insegnamenti che aveva impartito,
frutto dell'educazione teologica ricevuta, non collimavano affatto
con la Conoscenza che dà nuova luce al senso della vita con la
possibilità del saliscendi reincarnativo e dunque con l'inesistenza
del castigo eterno.
Questa «comunicazione» fa parte di
una serie di messaggi-esempio contenuti nei due prestigiosi volumi «Scintille dall'Infinito», mai entrati in commercio, che per
la loro elevatezza rappresentano due pietre miliari del più alto
ammaestramento spirituale.
Dall'Aldilà: "Storia Vera di un Sacerdote Suicida"
La storia inizia con un breve preambolo del
relatore prima della manifestazione medianica dell'Entità, giunta con
il permesso di Legge, per dare testimonianza di sé.
Relatore: "Ecco una voce più
chiara, una concezione già nitida, una confessione di errori che
rivela un'anima in piena evoluzione la quale, malgrado gli errori
commessi, è già pervenuta ad una certa altezza della scala
ascendente."
Entità: "Come potete voi
tormentarci con la vostra insana curiosità, quando il ricordo ci
turba ancora mentre lo Spirito è in ascesa?"
Relatore: "Il tuo Spirito è in
ascesa?"
Entità: "Sì, sono arrivato. Sono
arrivato dopo aver negato e questo mio negare ha fatto delle rovine,
perché ho chiuso delle menti, ho infranto delle speranze, ho voluto
portare la mia lotta all'estremo. Chiamo quella fase della mia vita
«l'onda della follia».
Relatore: "Potresti darci un cenno
sulla tua vita terrena?
Entità: "Dopo essere passato a
fianco della Luce, dopo averLa disprezzata perché mi era stata male
somministrata, ho voluto chiudere interamente la porta. Stanco della
lotta, con la visione della nostra nullità, ho voluto finirla per
andare a cercare il Bene.
Il 10 aprile 1871, io, Roberto, morii in
anima pura vivendo in corpo. Sapete voi cosa significhi «morii in
anima pura vivendo in corpo»? Questa data segna il rigetto della mia
veste sacerdotale e riflette il cambiamento della mia coscienza in
merito alla verità.
Io, Roberto, ero stato accolto
giovanetto in abbandono, da un uomo di fede, Martini, ed ero stato
messo a studiare le scienze teologiche, la «Summa» di Tommaso
D'Aquino.
Su quei libri, su quelle asserzioni,
io, di sentimenti religiosi perché così educato, ero pervenuto ad
una diversa conclusione: doveva intendersi il dogma quale verità
indistruttibile o era vero piuttosto ciò che sentivo nel mio
profondo?
Era giusto quello che salendo dal mio
interno alimentava la mia mente, mi rendeva mite con i miei simili,
propenso all'indulgenza, al perdono e mi spingeva ad una dolce
profusione di altruismo e di soccorso?
E in questa morsa continuavo ad
insegnare vivendo, come dite voi umani, fra l'incudine e il martello.
Io ero il blocco di ferro arroventato, l'incudine era la mia
concezione, il mio sentire... e il martello era il dogma, che
batteva, batteva, batteva... inesorabile!
Un giorno, distrutto, maciullato da
questa incertezza, angosciato nel timore di avere leso, contorto
delle coscienze e delle menti, dissi: «È necessario vedere,
conoscere e confrontare» e mi suicidai.
Avevo ragione io! L'incudine si è
rafforzata, è diventata argentea, luminosa, radiante, ma avevo
annientato ciò che solo Dio poteva demolire, la mia materia.
Inorridito, spaventato perché solo
allora conobbi cosa doveva intendersi per Potenza, Giustizia e
Sapienza, chiesi al Padre il castigo tremendo, chiesi ciò che
domandano coloro che eliminano l'altrui materia, il Letargo.
Biotesi o Piani evolutivi - Dal libro "La Vita" - QUI download. |
Così un'anima fervente e tutta Amore,
visse sotto un peso schiacciante, immobile in una staticità
assoluta, priva di ogni vibrazione, incapace di formulare un pensiero
che non fosse quello della colpa commessa.
Il desiderio fu accolto dall'Altissimo
e per venti lunghi anni (del nostro tempo; ndr) rimasi nell'inerzia
totale e l'unico pensiero fisso accordatomi fu questo: «Signore, Ti
ho offeso uccidendomi, puniscimi...» e tale frase ripetei di
continuo... per due decenni!
Un giorno finalmente ci fu una sorta di
vibrazione che sembrò colpirmi e sollevarmi; dal Letargo passai al
Rimorso.
Solo allora potei pensare all'offesa
recata al Padre e al male fatto ai miei discepoli non confortandoli
con la certezza dell'esistenza di una Verità più concreta, più
possente, diversa da quella enunciata dal Rito. Un Dio sì, ma un Dio
d'Amore, di Misericordia e di Perdono!
Il Rimorso durò fino a poco tempo fa,
poi cominciai «agile» la salita e raggiunsi il Risveglio.
Ora sono prossimo ad una nuova esperienza reincarnativa per completare il ciclo che ho interrotto ed
avvicinarmi, seppur lentamente, alle due biotesi superiori
«Conoscenza e Sapienza», piani dai quali non si discende più
nell'ambiente fisico se non per Missioni divine. (Cfr. QUI).
La Verità che io sentivo e che vi
confermo è questa:
«L'Amore è il più grande Potere, ma
non è più tale se non vi è il perdono. Il Perdono non contempla il
ricordo dell'altrui errore e non ammette l'annientamento di chi ha
sbagliato». (È ovvio qui, il riferimento alla non esistenza
dell'inferno nella sua eternità; ndr).
La Chiesa, la mia Chiesa, quella che a suo tempo mi ha vestito, aveva devastato la palpitante e vibrante Realtà. (Ved. anche QUI e QUI; ndr).
Perché trasformare il Padre Celeste in un empio giudice umano, inesorabile, astioso, pronto ad annichilire un individuo o peggio, a sterminare i propri figli?
Roberto Ardigò
Commento dell'Entele Maestro
(Per
delucidazioni leggere il post scriptum QUI)
"Percepite voi il fremito di questa Entità che, stroncata la sua esistenza per raggiungere il fine plasmato nella sua stessa mente, avvenuto il trapasso, espia il doppio errore commesso, quello di non aver creduto e quello di aver distrutto quanto Iddio aveva creato, la propria vita terrena?
Intendete la tragedia di quest'anima
conscia di tutto il male fatto al proprio simile attraverso il suo
errato insegnamento? La tragedia è appena mascherata dalle parole
«chiamo quella fase della mia vita l'onda della follia».
Questo è un tipico esempio di
trasmissione anontica. L'anima ha trovato riposo nell'espiazione: la
Bontà divina ha già illuminato l'Entità e le ha concesso (qui,
oggi) di porsi a contatto con gli umani per ammaestrarli affinché
evitino quegli stessi sbagli che ella ha compiuto sulla Terra."
Relazione e cura: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: "Scintille dall'Infinito" - volumi che si possono rintracciare QUI.
Altri post fondamentali sul tema della Reincarnazione:
Fonte: "Scintille dall'Infinito" - volumi che si possono rintracciare QUI.
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