Sebirblu, 29 dicembre 2023
Ripresento questo post, di otto anni fa, per dare seguito ad un altro articolo, appena riproposto QUI, affinché si conosca meglio il meraviglioso ed umile autore Chico Xavier che, per mezzo della "psicografia", ha diffuso in tutto il mondo innumerevoli messaggi dall'aldilà coi suoi preziosi scritti, toccasana per molte coscienze.
Uno di questi è «Duemila anni fa...», che si può "download-are" insieme ad altri libri QUI, da cui ho tratto i due brani correnti dettati dallo Spirito Guida Emmanuel che, nell'imperdibile film Nosso Lar, appare come Publio Lentulo.
Riporto qui la testimonianza della sua antica esperienza come senatore dell'Impero Romano in Palestina al tempo
di Nostro Signore.
Egli, inviato da Roma con ampi
poteri, aveva allora una piccola figlia lebbrosa che era stata guarita da
Gesù di Nazareth per via della fede e delle preghiere di sua moglie
Livia.
Spinto anche dalla richiesta della sua
figlioletta di affidarsi al famoso "Profeta", che molti
malati miracolava, si avviò riluttante ed orgoglioso per
incontrarlo... e vi riuscì... ottenendo alla fine, per i meriti di
Livia, il completo risanamento delle piaghe che devastavano la piccola.
Del Parson |
Ecco il "magico" incontro...
[...] Dalle acque calme del lago di
Genezareth gli sembrava provenissero soavissimi profumi, che si
univano deliziosamente all'aroma agreste delle fronde.
Fu in quel momento, mentre il suo
spirito era come sotto il comando di uno strano e lieve magnetismo,
che udì i passi delicati di Qualcuno che si dirigeva verso quel
luogo.
Davanti ai suoi occhi ansiosi, si
distingueva una personalità inconfondibile ed unica. Si trattava di
un Uomo ancora giovane, che lasciava trasparire dagli occhi,
profondamente misericordiosi, una bellezza soave e indefinibile.
Lunghi e morbidi capelli gli
incorniciavano il volto compassionevole, come se fossero fili
castani, lievemente dorati da una luce sconosciuta.
Con un sorriso divino, che rivelava
immensa bontà e allo stesso tempo straordinaria energia, Egli
irradiava dalla Sua melanconica e maestosa figura un fascino
irresistibile.
Publio Lentulo, non ebbe difficoltà a
riconoscere quella Creatura impressionante, ma nel suo cuore si
agitavano ondate di sentimenti che fino a quel momento gli erano del
tutto ignoti.
Nemmeno la sua presentazione a Tiberio,
nella magnificenza di Capri, gli aveva provocato una simile
commozione al cuore.
Lacrime cocenti gli scesero dagli
occhi, che rare volte avevano pianto, e una forza misteriosa e
invincibile lo fece inginocchiare sull'erba inondata dal chiaro di
luna. Avrebbe desiderato parlare, ma aveva il petto soffocato ed oppresso.
Fu allora che, in un gesto di dolce e
sovrana bontà, il semplice Nazareno camminò verso di lui, quale
visione concretizzata di uno degli dei di sue antiche credenze e,
appoggiando affettuosamente la destra sulla sua fronte, esclamò in
un linguaggio carismatico, che Publio intese perfettamente, come se
stesse ascoltando la sua lingua patria, dandogli l'indimenticabile
impressione che la parola era da spirito a spirito, da cuore a cuore:
"Senatore, perché Mi stai cercando?" ed estendendo lo sguardo profondo sul paesaggio, come se desiderasse che la Sua Voce fosse ascoltata da tutti gli uomini del pianeta, concluse con serena nobiltà:
"Sarebbe stato meglio che Mi avessi cercato pubblicamente e nell'ora più chiara del giorno, perché tu potessi acquisire, in una sola volta e per tutta la vita, la lezione sublime della fede e dell'umiltà... Ma Io non sono venuto al mondo per violare le leggi supreme della natura e vengo incontro al tuo cuore triste!"
Publio Lentulo non riuscì ad esprimere
nulla, oltre alle sue copiose lacrime, pensando amaramente alla
figlia; ma il Profeta, come se non considerasse le sue parole appena
pronunziate, continuò:
"Sì... non vengo a cercare l'uomo
di Stato, superficiale e orgoglioso, che solo i secoli di sofferenza
possono guidare verso le braccia di mio Padre; vengo per attendere
alle suppliche di un cuore infelice e oppresso.
Ma anche così, amico mio, non è il
tuo sentimento che salva la figlia lebbrosa e senza speranza per la
scienza del mondo, poiché tu hai ancora una razionalità egoistica e
umana, bensì è la fede e l'amore di tua moglie, poiché la Fede è
divina... Basta un raggio solo delle sue energie poderose perché si
polverizzino tutti i monumenti delle vanità della Terra..."
Commosso e rapito, il senatore pensò
intimamente che il suo spirito si stesse librando in un'atmosfera da
sogno, tali e tante erano le commozioni sconosciute e impreviste che
gli si accumulavano nel cuore, e volendo egli credere che i suoi
sensi reali si trovassero immersi in un gioco incomprensibile e di
completa illusione.
"No amico mio, tu non stai
sognando..." esclamò dolce ed energico il Maestro, percependo i
suoi pensieri. "Dopo lunghi anni di deviamento dal buon cammino,
attraverso un sentiero di errori clamorosi, tu incontri oggi un punto
di riferimento per la rigenerazione di tutta la tua vita.
Dipende però dalla tua volontà
approfittarne ora, o da qui ad alcuni millenni... Se lo sviluppo
della vita umana è subordinato alle circostanze, tu sei costretto a
considerare che ne esistono di tutti i tipi, poiché spetta alle
creature l'obbligo di esercitare il potere della volontà e del
sentimento, cercando di avvicinare i destini delle correnti del Bene
e dell'Amore ai loro simili.
Suona per il tuo Spirito in questo
istante un momento glorioso, se riesci ad utilizzare la tua libertà
perché diventi nel tuo cuore, da questo momento, un cantico d'amore,
di umiltà e di fede, nell'ora indeterminabile della redenzione,
dentro l'eternità...
Ma nessun essere potrà agire contro la tua coscienza, se tu vuoi illimitatamente disprezzare questo minuto prezioso!
Pastore delle anime umane, fin dalla
formazione di questo pianeta, da molte migliaia d'anni vengo per
riunire le pecore smarrite, per tentare di portare nei loro cuori le
gioie eterne del Regno di Dio e della Sua Giustizia!..."
Simon Dewey |
Publio fissò quell'Uomo straordinario, la cui franchezza provocava ammirazione e timore.
Umiltà? Quali credenziali gli
presentava il Profeta per parlargli così? A lui, senatore
dell'Impero, investito di tutti i poteri davanti ad un vassallo?
In un attimo ricordò la Città dei
Cesari, ricoperta di trionfi e glorie, i cui monumenti e potenzialità
egli credeva in quel momento immortali.
"Tutti i poteri del tuo Impero
sono ben fragili e tutte le sue ricchezze ben miserabili... Le
magnificenze dei Cesari sono illusioni effimere di un giorno, perché
tutti i savi, come pure tutti i guerrieri, sono chiamati al momento
opportuno davanti ai tribunali della Giustizia del Padre Mio che sta
in Cielo.
Un giorno cesseranno di esistere le sue
poderose aquile sotto un pugno di miserabilissime ceneri. Le sue
scienze si trasformeranno al soffio degli sforzi di altri operai più
degni del progresso, le sue leggi inique saranno inghiottite
dall'abisso tenebroso di questi secoli di empietà.
Poiché solo una Legge esiste e
sopravvivrà alle rovine dell'inquietudine dell'uomo: la Legge
dell'Amore istituita dal Padre Mio fin dal Principio della
Creazione...
Ora, torna a casa, consapevole della
responsabilità del tuo destino... Se la fede ha portato nella tua
magione ciò che ritieni sia la gioia per la guarigione di tua
figlia, non dimenticarti che questo rappresenta un aumento di doveri
per il tuo cuore, davanti al Padre Nostro Onnipotente!..."
Il senatore avrebbe voluto parlare, ma
la voce gli si ruppe in gola per la commozione e per i profondi
sentimenti. Desiderò ritirarsi. Però, in quel momento, notò che il
Profeta di Nazareth si trasfigurava, gli occhi rivolti al Cielo...
Quel luogo doveva essere un santuario
delle Sue meditazioni e delle Sue preghiere, nel cuore profumato
della Natura, perché Publio intuì che Egli pregava intensamente,
osservando che lacrime copiose gli bagnavano il viso illuminato da
una tenue luce che evidenziava la Sua bellezza serena e la Sua
indefinibile melanconia...
Tuttavia, in quel momento, un soave
torpore paralizzò le facoltà di osservazione del patrizio, che si
acquietò impaurito. [...]
L'estratto che segue, invece, narra la partecipazione in incognito di Livia, travestita da semplice donna del popolo, ad uno dei raduni più celebri descritti nel Vangelo: il Monte delle Beatitudini e la Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci, onde ringraziare di persona, il "Grande Taumaturgo"...
[...] Il crepuscolo di un giorno caldo
e sereno dava un riflesso di luce dorata a tutte le cose e a tutti i
dolci profili del paesaggio.
Le placide acque del lago di Tiberiade
si increspavano al soffio lieve degli zefiri delle ultime ore del
pomeriggio, che erano impregnate del profumo dei fiori e degli
alberi.
Le brezze fresche vincevano il caldo,
spandendo gradevoli sensazioni di vita libera, nel grembo rigoglioso
della natura.
Finalmente, tutti gli occhi si volsero
verso un punto scuro che appariva sullo specchio trasparente delle
acque, molto lontano, all'orizzonte.
Era la barca di Simone, che traghettava
il Maestro per i suoi discorsi abituali. Un sorriso di ansietà e di
speranza illuminò, allora, tutti quei volti che lo aspettavano nello
sconforto delle loro sofferenze.
Livia osservò quella folla che, a sua
volta, aveva notato la sua presenza estranea. Semplici operai, umili
pescatori, molte madri nei cui visi sofferenti si potevano leggere le
storie amare dei patimenti più incredibili, creature del popolo,
anonime e doloranti, mogli adultere, pubblicani gaudenti, infermi
disperati e numerosi bambini che portavano in sé i segni del più
penoso abbandono.
Ella si manteneva a fianco del vecchio
Simeone, la cui espressione di forza e dolcezza ispirava il più
profondo rispetto a coloro che gli si avvicinavano; e quanti
scorgevano il delicato profilo romano della donna, infilata nel
semplice abito galileo, pensavano d'intravedere nella sua figura una
qualche giovane di Samaria della Giudea, che fosse comunque venuta da
lontano, attratta dalla fama del Messia.
La barca di Simone si era accostata
dolcemente alla riva, permettendo che il Maestro si dirigesse verso
il luogo solito per i suoi discorsi divini.
Del Parson |
Il Suo volto appariva trasfigurato da una splendente bellezza. I capelli, come sempre, gli ricadevano sulle spalle, secondo il costume dei nazareni, agitandosi lievemente al bacio carezzevole dei soavi venti della sera.
La moglie del senatore non poté più
distogliere gli occhi abbagliati da quella figura semplice e
meravigliosa.
Il Maestro aveva dato inizio ad un
discorso di inconfondibile bellezza; le sue parole sembravano
toccare gli spiriti più insensibili, e pareva che i suoi
insegnamenti echeggiassero nelle valli di tutta la Galilea,
risuonando per il mondo intero, previamente curati per diffondersi
ovunque, per l'eternità.
"Beati gli umili di spirito,
perché loro sarà il Regno del Padre Mio che sta nei Cieli...
Beati i pacifici, perché erediteranno
la Terra!...
Beati coloro che soffrono e piangono,
perché saranno consolati con le gioie eterne del Regno di Dio!..."
E la Sua parola energica e soave disse
della Misericordia del Padre, dei beni terreni e celesti, del valore
delle inquietudini e angosce umane, aggiungendo che era venuto al
mondo non per i più ricchi e i più felici, ma per consolare i più
poveri e i diseredati dalla sorte.
La folla eterogenea Lo ascoltava
estasiata nei suoi entusiasmi di speranza e gioia spirituale.
Una luce serena e carezzevole sembrava
scendere dal monte Hebron, illuminando il paesaggio con tonalità
celestiali d'opale e zaffiri.
Era già tardi ed alcuni apostoli del
Signore avevano deciso di portare alcuni pani per i più bisognosi di
cibo. Furono portate due grandi ceste di frugali merende, ma gli
astanti erano molto più numerosi.
Gesù però benedisse il contenuto dei
panieri e, per divino miracolo, la scarsa provvista si moltiplicò in innumerevoli pezzi che furono religiosamente distribuiti a centinaia di
persone. (Cfr. QUI, l'abissale differenza... ).
Anche Livia ricevette la sua parte e, mangiandola, sentì un sapore differente, come se avesse ingoiato una medicina capace di curarle tutti i mali dell'Anima e del corpo, perché sentì una specie di tranquillità che le anestetizzava il cuore flagellato e deluso.
Commossa fino alle lacrime, vide che il
Maestro ascoltava caritatevolmente numerose donne, fra le quali
molte, secondo quello che il popolo di Cafarnao diceva, erano di vita
dissoluta e scellerata.
Il vecchio Simeone volle anche lui
avvicinarsi al Signore, in quell'ora memorabile del Suo passaggio
sulla Terra. Livia lo accompagnò automaticamente e, in pochi minuti,
si trovarono tutt'e due davanti al Maestro che li accolse col Suo
generoso e profondo sorriso.
"Signore", esclamò con
rispetto il vecchio di Samaria, "Che cosa dovrò fare per
entrare un giorno nel Vostro Regno?"
"In Verità ti dico, ‒ gli
rispose Gesù amorosamente ‒ che molti verranno dall'Occidente e
dall'Oriente, cercando le porte del Cielo, ma incontreranno il Regno
di Dio e della Sua Giustizia solamente coloro che ameranno
profondamente, sopra tutte le cose della Terra, il Padre nostro che
sta nei Cieli, amando il prossimo come se stessi".
E facendo spaziare lo sguardo
compassionevole e misericordioso su quella grande folla, continuò
dolcemente:
"Molti, inoltre, di quelli che
sono stati chiamati qui, saranno scelti per il grande sacrificio che
si avvicina! (La persecuzione dei primi Cristiani e... degli ultimi,
dico io, come sta succedendo adesso purtroppo! Ndr).
Questi Mi incontreranno nel Regno
Celeste, perché le loro rinunce dovranno essere il sale della Terra
e il sole di un Nuovo Giorno!"
Dale Terbush |
"Signore, ‒ osò l'anziano con gli occhi pieni di lacrime ‒ tutto farei per essere uno dei Vostri prescelti".
Ma Gesù, fissando diritto negli occhi
il patriarca di Samaria, mormorò con infinita dolcezza:
"Simeone, vai in pace e non aver
fretta perché, in Verità, accetterò il tuo sacrificio al momento
opportuno..."
Ed estendendo il raggio di luce dei
Suoi occhi fino alla persona di Livia, che beveva le Sue parole con
la sete ardente della sua attenzione, esclamò con la chiarezza
profetica delle Sue esortazioni:
"Quanto a te, rallegrati col Padre
Nostro, perché le Mie parole e i Miei insegnamenti ti hanno toccato
il cuore per sempre. Vai e non perdere la fede, perché tempo verrà
in cui saprai accettare i tuoi sacrifici santificanti".
Queste parole furono pronunciate con
una tale espressione, che la sposa del senatore non ebbe difficoltà
a comprenderne il significato profondo, per un lontano futuro.
Lentamente il grande assembramento di
poveri, di infermi e di afflitti si disperse. [...]
Relazione, adattamento e cura di:
Sebirblu.blogspot.it
Estratti dai capitoli: "Il Messia
di Nazareth" e
"Le Prediche del Lago di Tiberiade"
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