Sebirblu, 28 maggio 2023
I due brani che ripubblico, nella solenne festa di Pentecoste, sono dedicati a tutti gli ardenti che ancora rimangono nel mondo,
ossia al "Piccolo Resto" che, sfinito dalla lunga attesa,
deriso e bistrattato da tutti, continua fiducioso a pregare e ad
impetrare dal Cielo la Grazia dell'Avvertimento (cfr. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI), affinché l'Umanità prenda coscienza dell'esistenza di Dio e della propria Origine sostanziale.
Questo vuol essere solo un invito alla
riflessione e alla ricerca, confrontando i testi con la Sacra
Scrittura per una maggior Luce spirituale, in attesa di ciò che verrà su tutti noi molto presto, come ci è stato ripetutamente
promesso mediante numerosi mistici e profeti.
L'evento della discesa dello Spirito
Santo sugli Apostoli, che rappresentano le 12 tribù di Israele e
perciò tutta l'umanità moltiplicatasi e diffusasi su tutta la
Terra, sta ad indicare l'Unica Parola di Dio ‒ Fuoco Sapienza-Amore
‒ intesa e compresa da qualsiasi essere umano, in contrapposizione
alla diversità dei linguaggi causati dalla superbia e dall'odio
all'epoca della mitica Torre di Babele.
Per il popolo ebraico, la Pentecoste è
la ricorrenza del momento in cui, passati 50 giorni dalla propria
liberazione dall'Egitto (da cui il nome specifico), ricevette le
Tavole della Legge (la Torah) per mezzo di Mosè sul monte Sinai.
Per i cristiani invece, tale festività,
trascorsi sempre 50 giorni dalla Pasqua di Resurrezione (cfr. QUI),
ricorda la nascita della Nuova Chiesa Apostolica con l'inizio
dell'evangelizzazione per tutte le contrade del mondo.
La Discesa dello Spirito Santo secondo
la visione di
Anna Katerina Emmerick
Le Lingue di Fuoco
"Alla vigilia della festa, la sala
del Cenacolo era adorna di piante, ai rami delle quali erano appesi
mazzi di fiori e verdi ghirlande.
Pietro indossava i suoi paramenti
episcopali. Di fronte a lui, stava la Vergine. Gli Apostoli stavano
ai lati con il viso rivolto verso il Capo della Chiesa.
Quando Pietro benedisse i pani, che poi
distribuì prima alla Vergine, e poi agli Apostoli, erano presenti
dentro la sala almeno centoventi persone, senza contare le pie Donne.
A mezzanotte si avvertì una
straordinaria commozione sulla natura, mentre una soprannaturale
tranquillità dominava il Cenacolo, dove regnava un religioso
silenzio.
Verso il mattino, vidi sollevarsi
dall'Orto degli Ulivi una nube bianca e splendente, che si spostò
verso il luogo sacro. Osservata a distanza, essa appariva come un
globo sospinto da una brezza soave e confortevole.
A grado a grado che si avvicinava a
Gerusalemme, essa diveniva sempre più radiosa e diafana; poi si
arrestò sul Cenacolo. Come sospinta quindi da un vento impetuoso,
discese.
Nel provar commozione alla vista di
quella nube, molti giudei corsero spaventati verso il Tempio, poiché
temevano che fosse imminente una burrasca.
Ma la nube veniva dal Cielo e non dalla
Terra; non era cupa ma luminosa; non era pervasa di fulmini, né
sospinta dal vento. Man mano che essa scendeva verso il Cenacolo,
diventava sempre più splendente.
Dalla nube irraggiarono fasci luminosi,
i quali si dipartivano lungo sette linee che incrociavano e andavano
verso il basso in delicate sfumature pari a lingue di fuoco.
Il punto, dove i sette fasci si
intersecavano, era abbellito da un arcobaleno. Là apparve una mobile
e luminosa figura che aveva ali a guisa di raggi abbaglianti.
All'interno del Cenacolo, la lampada a
cinque bracci non dava ormai più luce. I presenti erano rapiti in
estasi: alzavano il volto con le labbra dischiuse, come assetati.
Poi, nella bocca di ognuno penetrò una
vampa di luce simile a lingua di fuoco. Tali fiamme si estesero anche
ai discepoli e alle pie Donne che stavano all'interno del vestibolo.
In tal modo, la nube luminosa si
dileguò, a misura che proiettava i suoi raggi sui congregati al
Cenacolo. Notai che le fiamme discendevano sopra ognuno, ma in fogge
diverse per forma, colore e qualità.
Dopo quella pioggia meravigliosa, tutti
gli astanti si sentirono rianimati, ardenti di zelo, giulivi e
vibranti di santo ardire. Tutti circondavano la Vergine che era
serena e raccolta in preghiera.
Poi gli Apostoli si abbracciarono con
fraterno entusiasmo. Si dicevano tra loro:
‒ Come eravamo noi prima? Come siamo
adesso?
Tutti i presenti sentivano in sé
stessi una nuova vita, una piena soddisfazione, una illimitata
fiducia in Dio e una santa audacia di far del bene. La loro esultanza
si manifestò in azioni di grazie, poiché tutti ringraziarono
l'Altissimo di quanto avevano visto e di quanto provavano in cuore.
Molti forestieri di buona volontà,
intervenuti alle feste di Pentecoste, sperimentarono pure i benèfici
effetti per la venuta dello Spirito Santo, poiché ricevettero
interne illustrazioni spirituali. Invece i cattivi si impressionarono
e si indurirono nei loro riprovevoli propositi.
Intanto Pietro, al Cenacolo, imponeva
le mani su cinque Apostoli, i quali dovevano istruire e battezzare
alla piscina di Bethesda. Essi erano: Giacomo il minore, Bartolomeo,
Mattia e Taddeo. Durante la consacrazione, quest'ultimo ebbe una
visione: gli parve di attirare a sé il corpo di Cristo, con le
braccia incrociate sul petto.
Prima di partire per battezzare, essi
ricevettero, in ginocchio, la benedizione della Vergine. Vidi
ripetere questo atto di ossequio alla grande Madre anche nei giorni
seguenti.
In tali occasioni, la Vergine indossava
un bianco manto, un velo corallino, e aveva due nastri cilestrini
che, dalla testa ai due lati, scendevano fino al suolo. Sulla fronte
portava inoltre una corona di seta, fermata da nastri. Così Ella
appariva, davanti agli Apostoli, quale Madre della Chiesa.
Allorché essi cominciarono a
predicare, gli ascoltatori rimasero sorpresi ed ammirati poiché
ognuno di loro udiva, espresso nel proprio linguaggio, quanto dicevano gli oratori."
Duccio da Buoninsegna (1255-1319) |
L'Effusione dello Spirito Santo secondo
la visione di
Maria Valtorta
"Non ci sono voci e rumori nella
casa del Cenacolo. Non c’è presenza di discepoli, almeno io non
sento nulla che mi autorizzi a dire che in altri ambienti della casa
siano raccolte delle persone. Ci sono soltanto la presenza e le voci
dei Dodici e di Maria Santissima, raccolti nella sala della Cena.
Sembra più ampia la stanza, perché le
suppellettili, messe diversamente, lasciano libero tutto il centro
della stanza e anche due delle pareti. Contro la terza è spinto il
tavolone usato per la Cena, e fra esso e il muro, e anche ai due dei
lati più stretti del tavolo, sono messi i sedili-lettucci usati per
la Cena e lo sgabello usato da Gesù per la lavanda dei piedi.
Però non sono, questi lettucci, messi
verticalmente alla tavola, come per la Cena, ma parallelamente, di
modo che gli Apostoli possono stare seduti senza occuparli tutti, pur
lasciando un sedile, l'unico messo verticale rispetto alla tavola,
tutto per la Vergine benedetta, che è al centro della tavola, al
posto che nella Cena occupava Gesù.
La tavola è nuda di tovaglie e
stoviglie, nude le credenze, denudati i muri dei loro ornamenti. Solo
il lampadario arde al centro, ma con la sola fiamma centrale accesa;
l'altro giro di fiammelle che fanno da corolla al bizzarro lampadario
sono spente.
Le finestre sono chiuse e sbarrate
dalla pesante barra di ferro che le attraversa. Ma un raggio di sole
si infiltra baldanzoso da un forellino e scende come un ago lungo e
sottile sino al pavimento, dove proietta un occhiolino luminoso.
La Vergine, seduta da sola sul Suo
sedile, ha ai lati, sui lettucci, Pietro e Giovanni: alla destra
Pietro, alla sinistra Giovanni. Mattia, il novello apostolo, è tra
Giacomo d'Alfeo e il Taddeo.
Davanti a Lei, ha un cofano chiuso,
largo e basso, di legno scuro. Ella è vestita di azzurro cupo. Ha
sui capelli il velo bianco e sopra questo il lembo del Suo manto. Gli
altri sono tutti a capo scoperto.
Maria legge lentamente a voce alta. Ma,
per la poca luce che giunge sin là, io credo che, più che leggere,
la Madonna ripeta a memoria le parole scritte sul rotolo che Ella
tiene spiegato. Gli altri la seguono in silenzio, meditando. Ogni
tanto rispondono se ne è il caso.
Maria ha il viso trasfigurato da un
sorriso estatico. Chissà cosa vede di così capace da accenderle gli
occhi, come due stelle chiare, e da arrossarle le guance d'avorio,
come se su di Lei si riflettesse una fiamma rosata. È veramente la
mistica Rosa!
Gli Apostoli si sporgono in avanti,
stando un poco per sbieco, per vederla in viso mentre così dolcemente sorride e legge, e pare la Sua voce un canto d'angelo. E
Pietro se ne commuove tanto che due lucciconi gli cascano dagli occhi
e per un sentiero di rughe, incise ai lati del suo naso, scendono a
perdersi nel cespuglio della barba brizzolata.
Ma Giovanni riflette il sorriso
verginale e si accende come Lei di amore, mentre segue col suo
sguardo ciò che la Vergine legge sul rotolo e, quando le porge un
nuovo rotolo, la guarda e sorride.
La lettura è finita. Si tace la voce
di Maria. Cessa il fruscio delle pergamene svolte e riavvolte. La
Vergine si raccoglie in orazione segreta, congiungendo le mani sul
petto e appoggiando il capo contro il cofano. Gli Apostoli la
imitano…
Un rombo fortissimo e armonico, che ha
del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un
organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino. Si
avvicina, sempre più melodioso e intenso, ed empie delle sue
vibrazioni la Terra, le propaga e le imprime alla casa, alle pareti,
alle suppellettili.
La fiamma del lampadario, sino ad
allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un
vento la investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando
sotto l'onda del suono soprannaturale che le investe.
Gli Apostoli alzano il capo sbigottiti
e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle
che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino,
alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo
coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto
domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria,
troppo spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima, che
hanno sempre.
Solo Giovanni non si spaventa, perché
vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, la
Quale alza il capo sorridendo ad una cosa nota solo a Lei e che poi
scivola in ginocchio aprendo le braccia, mentre le due ali azzurre
del Suo manto, così aperto, si stendono su Pietro e Giovanni che
l'hanno imitata inginocchiandosi.
Gustave Doré |
Ma tutto ciò, che io ho impiegato
tempo a descrivere, si è fatto in men di un minuto.
E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo
Spirito Santo entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di
globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che
porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sulla
testa della Vergine, a tre palmi dal Suo capo, che ora è scoperto,
perché Ella, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia per
invocarlo e gettato indietro la testa con un grido di gioia, con un
sorriso d'amore senza confini.
E dopo quell'attimo in cui tutto il
Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa,
il Globo SS. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di
una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a
baciare la fronte di ogni apostolo.
Ma la fiamma che scende su Maria non è
una lingua di fuoco diretta alla fronte, ma una corona che abbraccia
e cinge come un serto il Suo capo verginale, incoronando Regina la
Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta
Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nessuna cosa può
avvilire e in nulla toccare.
Colei che il dolore aveva invecchiata
ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune
col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza corporea, di
sguardi, di vitalità... avendone già un anticipo nella bellezza del
suo Corpo glorioso assunto al Cielo per essere il fiore del Paradiso.
Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme
intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà? Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del sorriso
dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per
le gote della Benedetta, percosse come sono dalla Luce dello Spirito
Santo.
Il Fuoco rimane così per qualche
tempo... E poi si dilegua... Della sua discesa resta a ricordo una
fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo
del Paradiso...
Gli Apostoli tornano in loro stessi...
Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul
petto, chiude gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio
con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla.
Giovanni, accennandola, dice: «È
l'Altare. E sulla Sua gloria si è posata la Gloria del Signore…».
«Sì. Non turbiamo la Sua gioia. Ma
andiamo a predicare il Signore e manifeste siano le Sue opere e le
Sue parole fra i popoli», dice Pietro con soprannaturale
impulsività.
«Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio
arde in me», dice Giacomo d'Alfeo. «E ci sprona ad agire. Tutti.
Andiamo ad evangelizzare le genti».
Escono, come fossero spinti o attratti
da un vento o da una forza gagliarda..."
Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it
Brani tratti da: "Le Rivelazioni di
Caterina Emmerick" di Eugenio Pilla e da "Il Poema
dell'Uomo-Dio" di Maria Valtorta.
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