Sebirblu, 13 settembre 2021
Da tempi immemorabili, il genere umano
ha dimostrato di essere molto interessato alla ricerca della propria
"anima gemella". Ma quanto c'è di vero in questo concetto,
al di là di un comprensibile desiderio di completamento personale?
Esiste realmente questa fantomatica individualità atta a renderci
felici?
Ebbene, l'anima gemella o semitermine
spirituale è una realtà molto più profonda di quanto si possa
immaginare e non rientra affatto in un mero desiderio chimerico
raggiungibile solo nei sogni.
Come moltissime altre verità
sostanziali, è l'Ultrafanìa (QUI) a dissolvere le nebbie
dell'ignoranza, spiegandoci che questa scissione dell'Essere ha avuto
origine, potenzialmente, nell'attimo stesso della "Caduta"
(Cfr. QUI e QUI), mentre il suo esito conclusivo è avvenuto nel
periodo Adamitico, ossia durante la massima condensazione
dell'Umanità.
Infatti, dal momento in cui si è
consumata la "Rivolta Iniziale" degli Spiriti ribelli, le
energie da essi trattenute e non più emanate a favore del Tutto, li
hanno condotti, di cielo in cielo e di piano in piano, ad
appesantirsi sempre più fino a raggiungere la compattezza
energetica.
Dice l'Entele Maestro (si avranno altri insegnamenti cliccando sull'etichetta relativa):
"Si tratta di chiarire se la
scissione della Monade avvenne nell'istante della precipitazione o
piuttosto durante il moto evolutivo successivo. La divisione del
binomio principiò con l'inizio stesso del distacco dal grande
Centro. Perché? Per un duplice moto di misericordia!
Il primo, in quanto lo Spirito,
rappresentando la Scintilla assoluta, divina, nella sua onnipotenza
avrebbe sofferto, spaventosamente sofferto giungendo integro,
intatto, nel campo della costrizione: il movimento di separazione
toglie potenza, per cui l'unità scissa avrebbe percepito in minor
grado l'effetto della discesa nella materia.
Il secondo, perché, se lo Spirito
legato a quel quantum di energia pesante avesse dovuto compiere nella
sua interezza il ciclo evolutivo, il tempo, il vostro tempo, sarebbe
trascorso in forma assai più tragica.
Scindendo l'unità, facendo evolvere
separatamente le due metà, indipendentemente l'una dall'altra,
l'Eterno, il Padre, raggiunse un duplice scopo: diminuire la fatica,
accelerando il moto evolutivo."
Incontrare, ma soprattutto riconoscere
la propria anima gemella durante la vita non è facile, perché
l'Essere umano, di solito, viene attratto maggiormente dalla forma
fisica o tutt'al più da qualche espressione positiva del carattere
ma mai o quasi mai dalla parte spirituale.
Per poter infatti individuare il
proprio semitermine, sono indispensabili due requisiti sostanziali:
il primo è quello di "conoscere sé stessi" – vale a
dire aver preso coscienza della propria origine divina, non solo
teoricamente, ma vivendo e pensando da Spirito, seppur incapsulati
nella materia.
Il secondo requisito è quello di aver
intrapreso e abbracciato decisamente il cammino dell'Operatore di
Luce mettendo a disposizione degli altri la singola esistenza.
Questo, perché solo conoscendo il
proprio Ego divino si può sperare di riconoscere la nostra parte complementare, ma anche così non sarebbe sufficiente poiché, se non
si è dediti all'Opera altruistica e senza fini secondari, si
rischierebbe, una volta incontrato il nostro binomio d'anima, di
chiuderci, assorbiti totalmente dall'incontro meraviglioso, bloccando
in questo modo la nostra evoluzione e quella dell'altro.
Il più delle volte è la nostra cecità
spirituale la causa di scelte sbagliate che portano a connubi
infelici e a continue delusioni!
Prosegue l'Entele Maestro:
"Matrimonio? Se la congiunzione
avviene per movimento superiore, se cioè questa unione ha in sé il
sigillo della sostanzialità, non vi è più un legame umano imposto
dagli uomini e dalla Chiesa, ma un nodo che porta l'impronta della
Legge eterna.
Se invece, come spesso accade, queste
unioni derivano da altre cause dettate dall'interesse o dalla
passionalità, allora voi potete unire, congiungere, legare, ma la
disunione continuerà a regnare fra i due partner.
Non quindi la Chiesa può perfezionare
o sanzionare quella unione, non gli uomini col loro vincolo civile,
ma questa sintonia, questa armonia si ottiene solo là dove la
congiunzione è di Legge, dove il movimento è karmico.
Sulla frase evangelica "Ciò che
Dio ha congiunto l'uomo non separi" (Mt. 19,6), la Chiesa ha
fondato il proprio dogma sull'indissolubilità del matrimonio. Qual
era il significato sostanziale dell'espressione? Quello che
l'Istituzione le annetteva od uno infinitamente più elevato?
Quando le due anime gemelle, create e
volute dall'Eterno, si fondono insieme unificandosi, nessuno può e
deve sciogliere il binomio; non trovate riferimento alcuno ad un
legame di rito, bensì ad un congiungimento sostanziale.
La Chiesa, impostando il problema del
matrimonio in relazione al significato umano dell'espressione
cristica, otteneva una coesione familiare, un'impronta inconfondibile
di armonia, necessaria se si considera lo stato di arbitrio, di
involuzione delle masse, ma errava essa poiché doveva lasciare alla
frase cristica l'assoluta sua potenzialità.
Il Cristo non ha accennato al
matrimonio, ma a quella unione che non si poteva distruggere perché
voluta dal Padre e che si doveva e poteva compiere fra gli umani se,
percorrendo nel tempo la via in purezza, avessero acquisita quella
percezione che avrebbe loro consentito di individuare il termine
gemello del binomio legalizzando anche umanamente il connubio.
Sì, una legge morale, nel tempo,
sconsiglia la distruzione di un focolare, ma la stessa morale
sconsiglia la sua formazione quando non è cementata dalla
spiritualità, ma provocata da ben altri sentimenti.
L'errore, quindi, non sta nello
sciogliere ma nel legare, ed è la Chiesa stessa che, mentre solleva
delle riserve per la separazione, non ne solleva alcuna per l'unione.
Non fatevi schiavi del dogma. Una legge
morale impera anche tra di voi e dice che le molteplici congiunzioni
hanno impronta satanica; colui che ha voluto per arbitrio legarsi ad
un'altra individualità, sappia sopportare le conseguenze di questo
gesto e sappia offrire alla Legge divina ogni angoscia, ogni fatica
dal connubio derivante.
Ma al di là di tale fatica, ne esiste una
superiore di ricerca, di liberazione, di evoluzione attraverso una
profonda metamorfosi.
Quotidianamente voi assistete a tali
congiunzioni e constatate la facilità con la quale l'uno o l'altro
sesso ricercano la fusione. Ciò sta a dirvi l'«insufficienza»
umana. Ogni individualità dovrebbe trovare nel tempo la parte
mancante al proprio termine o non congiungersi, ed a ciò arriverete.
I connubi armonici, sintonizzati, tra
semitermini o anime gemelle portano alla formazione iniziale
dell'«unità» e alla certezza che il residuo moto evolutivo si
compirà nei campi astrali e non più nel finito della vostra dimensione.
Jim Warren |
Questo significa che ogni passione
umana deve essere distrutta; non congiunzioni quindi per lussuria,
per ambizione, per avidità o calcolo, ma solo per amore e l'Amore
nella sua sostanzialità può essere elargito da un termine del
binomio soltanto verso l'altro termine del binomio.
Vi riporto verso la semplicità del
vivere, verso la Verità. Il karma vi condurrà al giusto tempo,
all'ora giusta, ad incontrarvi con la vostra anima gemella; la
passionalità, invece, vi trascinerà ad un movimento ripetuto e
tortuoso che rallenterà il vostro ricongiungimento unitario.
La Legge, nella sua Perfezione, scisse
ogni Monade in un binomio. Quando tutti questi semitermini si
ricomporranno ritornando uno (diverranno degli Enteli, cfr. QUI e QUI in fondo ai post; ndr), dopo aver
vagato separatamente per le vie del tempo, l'evoluzione dell'Umanità
sarà compiuta e la Terra, così com'è, non avrà più motivo di
esistere.
Ogni Essere avrà, allora, raggiunta la
vetta della Sapienza, quella vetta che sta ai piedi del Trono
divino."
Post Scriptum
"Nell'ora della precipitazione ogni unità conosceva, evidentemente, già il proprio destino, in quanto entrava nell'ambiente dell'oggi e del domani.
Ogni unità quindi visse in angoscia,
in terrore, in ansietà pensando al momento in cui ogni Monade sarebbe stata dimezzata, privata di metà delle proprie
capacità operanti. E allorché giunse l'ora della scissione, il
fatto avvenne, l'unità si scisse.
Chiaramente, anche tra voi umani, che
per amore non brillate troppo, il distacco da un familiare, che non è
vostra materia, né vostro Spirito, procura un determinato stato
d'angoscia, di affanno, di dolore e nell'attimo della separazione
l'uno dona all'altro quanto maggior conforto può ed elargisce
l'augurio di un proseguimento facile e proficuo.
Orbene, quella quantità una, scissa,
tagliata, strappata a forza, come avrà guardato alla propria metà?
La capacità «amore» era assai più sentita allora di quanto non lo
sia oggi tra di voi, per cui ogni metà ha rinunciato ad una parte
delle proprie energie e qualità peculiari al fine di rendere meno
faticoso il cammino che avrebbe dovuto percorrere l'altra sua parte.
Dal canto suo, l'altra metà faceva
altrettanto, cosicché, dal punto di vista venutosi a creare (parlo
ancora e sempre di fattori spirituali), l'una elargiva di sé
determinate energie e l'altra, a sua volta, faceva lo stesso a
seconda che ritenesse preferibile dotare di un certo tipo di prerogative il proprio semitermine onde rendergli più agevole il cammino."
Ecco spiegato il motivo per cui, cari
Lettori, spesso le due anime gemelle sono identiche in certe
espressioni, mentre in talaltre sono prive di alcune qualità che
invece il proprio binomio possiede, e viceversa, come quando, ad esempio, uno dei
due si esprime nella musica e l'altro nella pittura.
Relazione e cura di
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: brani estratti da "Scintille
dall'Infinito" Ed. Il Cenacolo.
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