Non
ci sarà tregua per le api.
L'Unione europea ha deciso di ignorare i
consigli dei propri esperti
e della più ampia comunità scientifica
per fermare il declino di tali insetti...
Nel cuore dell'estate, il 17 luglio scorso,
ha
rinunciato a salvare subito questi impollinatori.
(Le Monde,
27 agosto 2019, QUI).
Sebirblu, 11 settembre 2019
Ho riproposto l'articolo precedente
(QUI) per dar modo a tutti coloro che volessero documentarsi
sull'importanza massima della vita delle api ‒ che sono in stretto
rapporto con la sopravvivenza umana e la sua alimentazione ‒ di
prendere coscienza di quanto siano preziose per noi e per l'intero ambiente circostante.
L'incremento massiccio della loro
sparizione è dovuto principalmente all'irrorazione insensata, avida e funesta delle più potenti multinazionali del pianeta che, presiedute
dall'oligarchia occulta, proseguono imperterrite a "seminare
morte" pur di soddisfare i loro cinici interessi.
L'inchiesta condotta da un prestigioso
giornalista francese, Stéphane Foucart, autore di diversi testi
scientifici (QUI e QUI due interessanti saggi in italiano; ndt) ha
portato alla luce il modo in cui i grandi colossi dell'industria
agrochimica avvelenano le colture e l'habitat del mondo, mettendo a rischio l'incolumità del genere umano e raggirando
tutti: media, governi ed esperti!
Vincent Lucchese è l'autore della
relazione che segue. Egli sintetizza molto bene l'opera investigativa
condotta da Foucart ed esposta sul suo ultimo libro "E il mondo
divenne silenzioso".
Reminiscenza archeologica dell'Angelus di Jean François Millet (cfr. QUI) |
Come l'agrochimica distrugge la
biodiversità e manipola la scienza
Da trent'anni gli insetti spariscono ad
una velocità siderale. Il disastro in corso è stato codificato da
uno studio apparso nell'ottobre 2017 nella rivista PLoS One,
evidenziando un declino in aree protette tedesche del 76% di insetti
volanti in soli 27 anni.
I ricercatori stimano che l'ordine di
grandezza è lo stesso nel resto dell'Europa occidentale.
Nell'insieme del mondo, pressoché il 40% delle specie d'insetti
stanno diminuendo e più del 30% sono sotto minaccia di estinzione,
secondo un altro rapporto 2019 presentato in Biological Conservation.
Una pletora di ricerche locali conferma
questa tendenza, con una caduta del 70% di farfalle pratensi in
Olanda; l'85% di coleotteri in Francia, senza parlare del continuo
allarme degli apicultori sull'estinzione esponenziale delle api
domestiche.
Tale catastrofe ecologica, già
allarmante in sé, lo è ancor di più per l'insieme degli ecosistemi
che dipendono da questi insetti, come dimostra la scomparsa di un
terzo degli uccelli dalle campagne francesi in appena quindici anni.
È preoccupante altresì per le
attività umane, poiché i ¾ delle principali colture alimentari che
occupano più di un terzo delle aree agricole mondiali dipendono
dagli insetti impollinatori in agonia.
Non solo, ma è anche scandaloso perché
la causa maggiore di questa grandissima sparizione è conosciuta, almeno
dagli specialisti del settore.
Si tratta di un certo tipo
particolarmente devastante di insetticidi, detti sistemici, che
invadono il mercato e i campi sin dagli anni '90, ossia l'epoca in
cui è iniziata la morìa degli invertebrati.
I venditori di queste sostanze
velenose, cioè i "néonicotinoidi e il fipronil", hanno
condotto per più di vent'anni gigantesche campagne di manipolazione
dell'opinione pubblica, delle politiche e della ricerca per
continuare a vendere i loro prodotti.
Hanno appiccato incendi, influenzato,
corrotto e addirittura minacciato i ricercatori, infiltrandosi
nelle agenzie di regolamentazione «fino a riuscire in tale straordinario "tour de force" a farci dimenticare che gli
insetticidi... uccidono gli insetti», scrive Stéphane Foucart.
Nel suo libro-inchiesta "E il
mondo divenne silenzioso", il giornalista di "Le Monde"
ha analizzato le strategie del'industria agrochimica per evitare ogni
messa al bando dei suoi lucrativi "néonicotinoidi e fipronil".
Lo strapotere della lobby agrochimica è
nota. I "Monsanto Papers" (i documenti della Monsanto)
hanno già ampiamente dimostrato la sua forza d'attacco.
Nondimeno, l'analisi di Foucart è una
lettura molto preziosa, indispensabile per comprendere da quali fattori
sottili il grande pubblico, i media, la classe politica e persino diversi
scienziati hanno potuto e possono essere ancora vittime di uno
stravolgimento dei fatti e di un'alterazione del loro giudizio a
profitto degli interessi privati.
Al di là delle semplici correlazioni
tra l'impiego di queste sostanze e l'improvviso crollo delle
popolazioni di api o di farfalle nelle zone corrispondenti, il libro
enumera i diversi studi che mostrano l'impatto potenzialmente
mortale dei suddetti pesticidi sugli insetti: sia che vengano
sottoposti a livelli d'esposizione immediata in dosi letali misurate
nei campi, o ad una irrorazione cronica in piccole quantità, ma
capaci di uccidere un'ape in soli otto giorni.
"Sono sufficienti solo alcuni
miliardesimi di grammo d'imidaclopride per uccidere immediatamente un'ape bottinatrice (raccoglitrice di polline; ampia e approfondita documentazione QUI; ndt), ma lo stesso risultato si ottiene con
pochi picogrammi (millesimi di miliardesimo di grammo) somministrati
pressoché ogni giorno per una settimana!" ‒ dice il
giornalista.
Ora, soltanto nell'anno 2010, sono
state utilizzate nel mondo 20.000 tonnellate di questo veleno, senza
parlare dei néonicotinoidi.
Particolarmente nocivi, i pesticidi
sistemici sono anche quelli più soggetti ad entrare in contatto con
gli insetti; contrariamente ad altri prodotti che rimangono sulla
foglia irrorata, i sistemici si diffondono su tutta la pianta, dalle
radici al fiore, fino al polline e al nettare. Essi inoltre sono
estremamente persistenti nell'habitat, vi permangono per diversi
mesi.
E i metodi applicativi,
specialmente quello più praticato di polverizzarli rivestendone i semi prima della semina (detto concia, ved. foto; ndt), ne favorisce la dispersione in tutto
l'ambiente: terre, corsi d'acqua, fiori selvatici, colture
biologiche... Così, i prodotti tossici per invertebrati si possono
rintracciare ovunque!
Dall'inizio degli anni 2000, i fatti
sono ben noti e comprovati, ribadisce Stéphane Foucart: i néonicotinoidi
e il fipronil sono mortali per gli insetti e lo sono anche a dosi
infinitesimali, perché distruggono il loro sistema nervoso, li
disorientano rendendoli incapaci di ritornare all'alveare o di
alimentarsi; indeboliscono pure il loro sistema immunitario esponendoli
all'attacco di malattie e parassiti letali.
Come hanno potuto, dunque, gli
industriali continuare a vendere questi prodotti? "Ispirandosi a
strategie utilizzate dall'industria del tabacco", risponde il
giornalista. Piuttosto che opporsi alla scienza, si è trattato di
impiegarla ai propri fini. Così l'agrochimica ha finanziato moltissime ricerche con un leitmotiv (= ritornello; ndt), ossia suscitare dubbi là dove
i fatti erano a priori già limpidi.
Poco importa che gli studi siano
viziati o disonesti, i politici e i giornalisti hanno solo il tempo
di leggere i sunti finali. Ed anche se altri ricercatori ne criticano
a posteriori i risultati, la conclusione sarà che l'argomento "crea
dibattito", che "non v'è consenso" e che, di
conseguenza, necessitano altre verifiche. E mentre la disputa si
impantana, le vendite esplodono.
I "mercanti del dubbio" non
hanno forzatamente bisogno di fomentare della cattiva scienza. È
sufficiente talvolta finanziare molto di più le ricerche sulle cause
reali ma minori della caduta degli insetti, non imputabili ai
pesticidi, per nascondere la loro responsabilità.
Proprio come l'enorme profusione di lavoro
sui legami tra genetica, inquinamento atmosferico e cancro ai polmoni
è riuscita da tempo a nascondere le responsabilità delle
multinazionali sul tabacco,
così l'agrochimica insiste oggi sul lato multiforme del declino degli
insetti, sul ruolo delle malattie, del riscaldamento planetario e
sulla scomparsa del loro habitat naturale.
Gli scienziati, troppo contenti di
trovare finanziamenti che così spesso mancano, possono così in
buona fede lavorare sulla loro specializzazione, ad esempio sulla 'varroa' (parassita dell'ape realmente problematico) senza essere
consapevoli di partecipare ad una vasta strategia di diversione della
lobby agrochimica.
Molti altri ricercatori, meno scrupolosi,
rasentano tentativi di corruzione più o meno diretti. Il libro di
Stéphane Foucart è saturo di aneddoti dal profumo scandalistico: un
certo studioso entra a far parte del direttivo dell'agrochimica DuPont
soltanto poco dopo aver pubblicato un rapporto sdoganante i
néonicotinoidi; un altro viene assunto dalla Syngenta in una
situazione analoga, e via dicendo...
Gli scienziati che continuano ad
interessarsi dei gravi disastri procurati dai pesticidi summenzionati
subiscono talvolta pressioni dalla loro direzione, minacce
di azioni legali da parte delle aziende, o perdono stranamente i loro
posti di lavoro insieme ai finanziamenti alcuni mesi dopo.
Ancor più inquietante è il fatto che
l'inefficienza degli organi di regolamentazione, riguardante gli
insetticidi in questione, emerga chiaramente dalla lettura del
libro-inchiesta del giornalista di Le Monde.
Nel 2012, l'EFSA (l'Autorità Europea
per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma) sottolineava le sue
stesse carenze nei criteri di valutazione per immettere sul mercato
un certo tipo di prodotto.
È una vera e propria "macchinazione"
quella che Stéphane Foucart denuncia. Non ha nulla di sorprendente,
spiega, perché numerosi istituti di ricerca preposti a definire i
test sono per metà composti di impiegati dell'azienda agrochimica e
per l'altra metà esperti che saranno "assorbiti" dalla
multinazionale medesima.
Senza contare che gli stessi test vengono finanziati o realizzati dai produttori delle sostanze da analizzare. È come chiedere alla Philip Morris di esprimersi dichiarando se il tabacco sia nocivo o no per la salute...
Senza contare che gli stessi test vengono finanziati o realizzati dai produttori delle sostanze da analizzare. È come chiedere alla Philip Morris di esprimersi dichiarando se il tabacco sia nocivo o no per la salute...
Stéphane Foucart (classe 1973) e il suo ultimo libro. |
"Questa prossimità di vedute tra i laboratori di ricerca e le società agrochimiche ‒ né sistematiche, né generalizzate ‒ segnala un preoccupante indebolimento dell'integrità e/o dell'efficacia delle competenze scientifiche" ‒ scrive Foucart.
La carenza di un ente regolatore si nota anche quando quest'ultimo decide di agire: nel 2013 l'Europa
votò una moratoria su alcuni néonicotinoidi, corredata però di
numerose deroghe, in modo che il loro utilizzo non solo non è mai
diminuito ma, al contrario, ha continuato ad aumentare.
I tre principali "veleni" di
tale classe (imidaclopride, clothianidine et thiaméthoxame) alla
fine sono stati ritirati dal mercato europeo nel 2018, mentre la
Francia ne ha bandito tutto l'insieme.
Ma i negoziati europei per rivedere le
procedure fallimentari di test riguardanti nuovi prodotti si trovano
ora ad un punto morto e sono stati rinviati all'estate 2021.
Le nuove sostanze, per sostituire quelle vietate, hanno quindi tutte le probabilità d'essere altrettanto nocive e di terminare di distruggere la vita selvatica. Perché con gli insetti, rischiano di diventare vittime di questo avvelenamento di massa anche gli uccelli, gli anfibi e i pesci ‒ allerta il giornalista.
Le nuove sostanze, per sostituire quelle vietate, hanno quindi tutte le probabilità d'essere altrettanto nocive e di terminare di distruggere la vita selvatica. Perché con gli insetti, rischiano di diventare vittime di questo avvelenamento di massa anche gli uccelli, gli anfibi e i pesci ‒ allerta il giornalista.
Trenta anni fa, avremmo potuto prevenire pure il riscaldamento globale, ha scritto qualche mese fa un altro giornalista, lo statunitense Nathaniel Rich, nel suo libro "Perdere la Terra" (Seuil, 2019).
Gli scienziati, negli anni '80, conoscevano già tutto del
problema, ma le lobby dei combustibili fossili sono
riuscite perfettamente a creare dubbi e a ritardare la presa di
coscienza.
"E il mondo divenne silenzioso"
non fa che confermare questa urgenza vitale: liberare la competenza
scientifica dal dominio degli interessi industriali, o reclameremo
ancora di approfondire la ricerca quando non ci saranno più insetti
da osservare.
Nessun commento:
Posta un commento