lunedì 29 agosto 2022

La Falsa-Chiesa AZZERA pure il MIRACOLO di LORETO!


"La Traslazione della S. Casa di Loreto" di Francis Xavier Weninger - 1876.

AVVISO IMPORTANTE

Prima di esporre il nuovo post, vorrei avvertire gli assidui lettori di aver ricevuto un nuovo drammatico scritto da "Piera", la povera donna vessata tragicamente da entità diaboliche, messo in evidenza al "post scriptum" dell'articolo QUIal fine di un grande APPELLO alla preghiera, e magari al digiuno, per quest'anima travagliata, unitamente a moltissime altre nel mondo nelle sue stesse condizioni. Grazie a tutti.

Vorrei inoltre segnalare che proprio questa sera 29/8, alle ore 21;15, don Minutella su Radio Domina Nostra QUI, o su Facebook QUI, officerà una solenne preghiera di Liberazione per i casi come questo.

Ora proseguo...

Sebirblu, 28 agosto 2022

In occasione della visita di alcuni miei cari amici alla Sacra Casa di Loreto, scrivo queste righe che mi sgorgano dal cuore, a difesa della tradizione millenaria che ancora sostiene gli ardenti veri, coloro che, al di là di qualsiasi congettura umana, ascoltano la Voce dello Spirito nel silenzio della propria "cameretta interiore".

Sì, perché tra le molteplici gravi alterazioni compiute dalla Falsa Chiesa modernista, perpetrate a detrimento della Santa Istituzione fondata da Gesù Cristo, vi è anche quella sulla ritrattazione del Grande Miracolo compiuto dagli Angeli nel traslare l'intera "Dimora di Nazareth" nelle sue cinque peregrinazioni.

Nell'arco dei secoli, sono state davvero tante le testimonianze di santi e mistici che hanno sostenuto la validità di tale prodigio in diverse loro visioni (ad esempio quelle di Katerina Emmerick o di S. Giuseppe da Copertino dei quali accennerò a seguire) avallate pure dal pronunciamento di molti papi (ben 75 dal 1291 al 2013 – partendo da Niccolò IV a Benedetto XVI).


Interno della Sacra Dimora

Le rivelazioni della Beata K. Emmerick

«La famosa suora mistica – per anni immobile nel letto – descrisse la Santa Casa con esattezza, pur senza averla mai vista, dichiarando che lì avvenne l'Annunciazione dell'Angelo a Maria; afferma che essa fu portata via da Nazareth dagli "Angeli", e proprio "in volo", dichiarando risoluta: "Le pareti della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le medesime di Nazareth». (Cfr. "Le Rivelazioni di K. Emmerick", ed. Cantagalli, Siena, 1968, I°, p.140).

E in un altro testo ribadisce:


«Ho veduto spesso in visione la traslazione della Santa Casa di Loreto... l'ho vista trasportata sopra il mare da sette Angeli. Non aveva alcun fondamento... Tre di essi la tenevano da una parte e tre dall'altra; il settimo si librava di fronte: v'era una lunga scia di luce sopra di lui...» (Beata K. Emmerick, "Vita di Gesù Cristo e rivelazioni bibliche", cap. IV, par. 2°).


Casa della Beata Katerina Emmerick

Un famoso frate testimone del miracolo di Loreto

Giuseppe da Copertino (1603-1663) è forse il più celebre dei santi che si sollevavano dal suolo. Il frate minore conventuale, originario della provincia di Lecce, levitava spesso mentre celebrava la Messa, ma gli capitava pure di librarsi all'esterno. I suoi voli dall'altare sono stati visti da numerosi fedeli.

Nel libro "Angeli e Mistici", l'angelologo don Marcello Stanzione (ved. QUI) rivela una testimonianza poco nota del santo, ossia il suo rapporto diretto con le Creature Celesti sfociato in una sorprendente rivelazione:

«Tra le molte e gravi angustie della sua vita il frate ebbe spesso la grazia di essere visibilmente confortato dagli Angeli dai quali, specie durante il Santo Sacrificio, lo si vedeva rapito in alto, in estasi da paradiso.

Tuttavia, la visione più importante da ricordare ‒ prosegue l'autore del libro ‒ che ci richiama alla memoria uno dei più discussi prodigi angelici, è quella che lo stesso ebbe durante un pellegrinaggio a Loreto.

Giunto presso le mura di quella città, San Giuseppe da Copertino "dall'alto di un colle da cui si vedeva troneggiare nell'azzurro cielo la superba cupola sotto cui era l'umile casetta di Nazareth, vide aggirarsi numerose schiere d'angeli. Sì che, accennandone al suo compagno di viaggio, gli disse che la Madonna aveva voluto dargli una prova in più della traslazione prodigiosa della sua Santa Casa».


"S. Giuseppe da Copertino" di Ludovico Mazzanti - XVII secolo.

Ma è soprattutto nei tempi recenti che si sono ottenute le prove scientifiche della attendibilità miracolosa degli spostamenti "aerei", contrari ad ogni logica umana, come spiega bene il prof. Emanuele Mor al termine del suo articolo sul Sacro Edificio:

I Fatti

«Siamo nei primi giorni di maggio del 1291. I Turchi hanno preso totale possesso della Terra Santa, dove a Nazareth restano le vestigia di quella "Piccola Struttura" che la tradizione, dai primi secoli dell'era cristiana, indicava quale dimora della Vergine Santa in cui ebbe luogo l'Annuncio angelico e dove visse Gesù.

Il tramando dice che dopo la Risurrezione, gli Apostoli si sarebbero riuniti in quella Casa, dove Pietro avrebbe eretto un altare e celebrato la "frazione del Pane" conforme all'insegnamento del Divino Maestro.

In quello stesso periodo del mese, a duemila chilometri di distanza, sulla collina di Tersatto non lontano da Fiume (l'odierna Rijeka), dei boscaioli vedono una piccola casa che prima non non c'era in quel luogo.

Il fatto  impressiona  molto,  perché  su  quel  colle  scendente al mare  non esistevano né capanne né tanto meno case. La piccola costruzione, posata sul terreno, ha una lunghezza di m. 9,52 ‒ una larghezza di m. 4,10 e un'altezza (all'interno) di m. 4,30.

Di fronte all'entrata c'è un altare di pietra su cui è posata una scultura in legno della Madonna col Bambino: la mano destra di Gesù è levata per benedire. Sopra, sul muro, una Croce greca col Cristo e un'iscrizione: "Gesù di Nazareth, Re dei Giudei".

Oltre all'altare v'è un camino annerito, che ne comprova un lungo uso. Non lontano da questo vano, un armadio scavato nel muro e degli utensili da tavola: "Sembra una Cappella che sia stata abitata", dicono i boscaioli.

Il curato di Tersatto, don Alessandro De Giorgio, viene informato dell'accaduto, ma, molto ammalato, non può muoversi. Gli appare la Madonna che gli attesta essere quella la Sua Casa di Nazareth dove nacque, dove avvenne l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù.

Gli disse pure che sull'altare l'Apostolo Pietro operò la prima celebrazione dello "spezzar del Pane", e che la statua in legno di cedro era opera di San Luca. Inoltre, come sigillo dell'Apparizione, don Alessandro viene improvvisamente guarito dalla sua infermità.

(Notizie provenienti da uno studio del 1893 di Guillaume Garratt, dell'Università di Cambridge).


Tersatto (Rijeka) - Santuario eretto sul luogo della Traslazione della Santa Casa; ved. QUI)

In quegli anni è signore di Tersatto il conte Nicolò Frangipani, governatore delle tre province di Dalmazia, Croazia e Illiria. Egli invia a Nazareth una commissione di tre persone, tra cui il curato, che può constatare come realmente la Casa di Nazareth con grande stupore dei Turchi sia improvvisamente sparita.

Questa notizia arriva, prima ancora che la spedizione sia di ritorno (un viaggio di duemila chilometri via mare), da pellegrini venienti dalla Terra Santa. Si viene a sapere da costoro che i musulmani ricavano da tempo cospicui profitti dai visitatori della Santa Casa.

Il 10 dicembre 1294 (tre anni e sette mesi esatti dalla miracolosa Traslazione), la casa ri-scompare e viene ritrovata dall'altra parte dell'Adriatico in boschi non lontani da Recanati, di proprietà di una certa signora Lauretta. Alcuni pastori della regione vedono quel mattino una luce abbagliante uscire dalle nubi... Molta gente accorre e certi briganti ne approfittano per derubare i curiosi.

Passano otto mesi, e la Casa di Nazareth una notte sparisce di nuovo collocandosi ad un chilometro e mezzo di distanza, in un campo che appartiene a due fratelli: i conti Stefano e Simone Rinaldi di Antici. Pure loro vorrebbero ricavare giovamento dalle offerte dei forestieri, giungendo per questo ad inoltrare una petizione al pontefice Bonifacio VIII per ottenere il titolo di proprietà.



Ma ecco che, durante un'altra notte del dicembre 1295, la Santa Casa si sposta ancora su una strada che va da Recanati a Porto Recanati, fuori da ogni proprietà, e come sempre si posiziona al suolo, senza fondamenta alcune. I magistrati del posto sono obbligati ad attuare una deviazione del percorso per garantire la viabilità. Anche costoro formano una comitato di sedici nobili e notabili del luogo che inviano al di là dell'Adriatico per sondare l'accaduto.

Il Conte Frangipani, al corrente di quanto avvenuto, mostra al comitato una Cappella da lui edificata in ricordo, con l'iscrizione (ancora esistente): "La Santa Casa della Beatissima Vergine Maria venne da Nazareth a Tersatto il 10 maggio 1291 e si ritirò il 10 dicembre 1294".

Le medesime sedici persone raggiungono poi la Galilea, confermando i risultati del primo sopralluogo: eguali le dimensioni, eguali le pietre della struttura, e si constata nuovamente che "la data di partenza della Casa per la Dalmazia coincide con quella dell'arrivo sulla collina di Tersatto"

.

Ricordo della "Santa Casa" in località Banderuola o Selva della signora Lauretta o Loretta

La Storia recente

Oggi una grande Basilica in marmo bianco, concepita nel XVI secolo dal Bramante, riveste degnamente la piccola-Grande Casa. Migliaia di pellegrini nel corso degli anni hanno lasciato la loro attestazione in questo Santuario dove si sono succeduti molti ed eclatanti prodigi.

Tanti  uomini illustri  hanno scritto su Loreto.  Tra  gli altri  Montaigne,  che lo visitò nel suo "Journal de Voyage en Italie par la Suisse e l'Allemagne", ricordando i fatti suddetti e descrivendo miracoli e riferimenti importanti con i Re di Francia.

Anche papa Giovanni Paolo II volle dare una risposta alla veridicità della Santa Casa recandovisi fin dall'8 settembre 1979 all'inizio del suo Pontificato, e dichiarandosi "felice che l'umile prato di Loreto fosse diventato uno dei più celebri Santuari Mariani d'Italia" aggiungendo poi: "Io vengo a cercare, con l'intercessione di Maria, la Luce!".

Le Prove scientifiche

L'iter delle traslazioni sopra descritte nei loro modi e nei loro tempi non lascia dubbi che, se veridiche, si riferiscano ad avvenimenti scientificamente non spiegabili.

Anche oggi, con le tecnologie più avanzate, la rimozione "in toto" di una casa, pur delle dimensioni di quella di Loreto, presenterebbe enormi difficoltà e questo, perciò, appare tanto più impossibile per l'epoca in cui è avvenuta.

Si pensi a quale lavoro di preparazione e di avanzata tecnologia ha comportato il "taglio a strati" e successiva ricostruzione di alcuni monumenti dell'antico Egitto al fine di salvarli dall'invaso della grande diga di Assuan, per avere un'idea delle serie complessità di queste operazioni.

Si deve quindi dedurre che anche l'ipotesi di una scomposizione dei muri della Casa nei  singoli  blocchi di  pietra  effettuata a Nazareth e ricomposta  prima  in  Dalmazia, e per altre ben quattro volte sulla nostra costa adriatica, dopo duemila chilometri di peregrinazione per terra e per mare, è assolutamente inaccettabile ed urta contro gli eventi verificatisi, quali la simultaneità delle date di ripartenza e di arrivo e la lapide tuttora esistente a Rijeka (ex Fiume).


Ritrovati i resti e le fondamenta di una casa nel centro di Nazareth
che alcuni pensano possa essere quella della Sacra Famiglia. Ved. QUI.


L'analisi della malta, inoltre, come diremo qui di seguito, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari non riconoscibili dalle persone che nel 1294 avrebbero rimesso insieme i singoli blocchi portati da Nazareth.

Recenti scavi archeologici "in loco" hanno confermato che la Casa risulta posata sul terreno senza fondamenta come voleva la tradizione. Il Grimaldi (cfr. Storia e Arte del Santuario Lauretano, p.24, in Pellegrini a Loreto, ed. Paoline, 1992) conferma in tali indagini archeologiche il ritrovamento di un antico tipo di malta e l'omogeneità della tessitura muraria, e come l'edificio originale risultasse posato su una strada.

Venne scoperta in basso l'esistenza di resti di una necropoli romana del III secolo d.C. sovrapposta a quanto restava di un abitato tardo piceno attraversato in senso Nord-Est da una fossa di scolo, tipico delle strade, riempito di detriti, ossicini di topo e conchiglie di chiocciole di terra.

Tale recente constatazione trova appunto preciso riferimento a documenti del 1531, 1672 e 1751 che attestano come ogni volta che per lavori di manutenzione si dovettero rimuovere le lastre del suolo o il rivestimento esterno, ci si accorse sempre con gran meraviglia, che i muri erano posati sulla terra nuda.

Un cespuglio spinoso, che era sul bordo del selciato nel momento in cui la Casa "si posava", vi rimase imprigionato. Si trovarono così, e furono raccolti, dei piccoli sassi uguali a quelli della strada, residui di ghiande, gusci di lumache, una noce disseccata, della terra polverosa: tutto ciò che era presente al momento dell'impatto (cfr. Colin-Simard, op. cit.).

Ora, appare ovvio che per semplici e sprovveduti che fossero i muratori di quell'epoca non avrebbero certo sistemate le pietre trasportate da Nazareth, a parte la scelta sulla carreggiata, senza pulire almeno il fondo e strappare il cespuglio spinoso.

Il materiale dei muri, di notevole spessore (37,5 cm), venne ripetutamente verificato, e dopo la metà del secolo scorso, come sopra ricordato, fu analizzato con cura (analisi chimiche eseguite a Roma. Cfr. Colin-Simard, op. cit.). Si tratta di due tipi di calcare, l'uno duro, l'altro tenero, di un colore che non si trova in Italia mentre è comune in Palestina e in particolare a Nazareth.

Si è proceduto per questo a confronti accurati compiuti direttamente colà, nel sito originario, su piccoli campioni provenienti da Loreto, e trovando sempre un'identità stupefacente.

I risultati delle indagini analitiche, permisero di accertare come la malta che tiene congiunte le pietre  fosse uniforme  in  tutti i punti  e  risultasse  costituita  da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una metodica dell'epoca, nota appunto in Palestina, ma mai impiegata in Italia. 


"Sacra Casa di Loreto - dettaglio delle pietre.

Qualora fosse avvenuta una nuova rimessa in opera dei singoli blocchi di pietra, si sarebbe dovuto evidenziare l'impasto usato per la differenza della composizione chimica dalla malta suddetta.

Sono questi controlli scientifici che, ci sembra, dovrebbero in modo definitivo porre fine alla dibattuta questione sulla Traslazione della Casa di Loreto, al di sopra di ogni ricerca documentaria sempre legata alla veridicità di chi scrive.»

Ecco un'intervista al preparatissimo prof. Nicolini.



E invece non è andata così perché, come da denuncia sporta dal prof. Giorgio Nicolini (QUI il pdf), massimo studioso della Santa Dimora di Nazareth, la maggiore e prima opera mistificatrice sul "traslato prodigioso" ‒ da cui sono discese tutte le altre ‒ è stata avviata dal libro pubblicato da padre Giuseppe Santarelli: "La Santa Casa di Loreto", definita dallo stesso querelante "Codice da Vinci Lauretano".

L'esperto prof. Nicolini, infatti, sostiene che per oltre la metà dei suoi contenuti è frutto di fantasiose, romanzesche e inesistenti congetture dissacratorie della Verità, supportate da innumerevoli manipolazioni e falsificazioni storiche e documentali, come direttamente scrisse lui stesso a padre Santarelli. (Ved. QUI).

A seguito di quel primo testo "menzognero" edito nel 2003 venne letteralmente stravolta l'autenticità soprannaturale dei vari trasferimenti e, quel che è peggio, le pseudo ipotesi del "trasporto umano" addotte dall'autore del libro hanno ricevuto l'avallo ufficiale della Chiesa.

Secondo la nuova tesi razional-modernista post Concilio Vaticano II, le mura della Sacra Casa Nazaretana sarebbero solo "sante pietre" disunite e prelevate dalla stessa struttura per poi essere ricostruite in loco... (sic).

Riporto un video dove, a mezzo minuto dall'inizio, don Alessandro M. Minutella, a proposito del pluri-miracolo lauretano, spiega come la Falsa Chiesa, capeggiata da Bergoglio, continui a demolire ogni forma di soprannaturalità, pur di distruggerne le fondamenta volute dal Cristo stesso. 

 


Ecco come il prof. Emanuele Mor conclude l'articolo su esposto:

«Se si consulta la letteratura recente sulla Sacra Casa di Loreto si riscontra la quasi unanimità nell'affermare che le pietre originarie provengono di sicuro da Nazareth, ma sarebbero state trasportate da uomini, anche se non esistono documenti che lo comprovino. 

La "traslazione soprannaturale", secondo tale letteratura, non sarebbe che leggenda e favola. Le prove scientifiche sopra citate vengono misconosciute per incompetenza o volutamente ignorate, se non perfino omesse.

Un fatto è comunque chiaro: due secoli, dalla proclamazione dei "Diritti dell'Uomo", del vecchio Adamo che ha ribattuto il suo "Sì" a Satana e il suo "No" a Dio, hanno consentito la diffusione capillare di questi presupposti ad ogni ceto e livello sociale (illuminismo, razionalismo, modernismo, emancipazione dal dogma e dai tabù...).

In base a tali princìpi, ogni cosa inspiegabile dalla mente umana non può essere vera, non è che favola da raccontare ai pargoli.

Se Dio interviene in qualche miracolo, è sempre, tutt'al più, nell'ordine della ragione. Gli stessi grandi prodigi del Vangelo vengono taciuti, sminuiti, non creduti, se non si spiegano col raziocinio. (Cfr. QUI; ndr).

Gli studiosi della "questione lauretana", ritenendo razionalmente impossibile che una "casa" venga traslata in modo trascendente, come la "montagna" del Vangelo (Mt 17, 14-19), preferiscono optare per la tesi del trasporto materiale, anche se manca ogni documentazione al riguardo.

Non è forse la peggiore forma di apostasia, e un comportamento opposto a quello che Gesù vorrebbe da noi, limitare col nostro razionalismo le possibilità di Dio?

L'orgoglio smisurato dell'uomo decaduto, nel suo nuovo attacco all'Altissimo, non ammette che il divino vada oltre quello che egli giudica possibile! È un peccato mostruoso nei riguardi dell'Eterno Padre!

Signore, perdona! Spirito di Verità illuminaci!»


Il vero papa Benedetto XVI, umilmente inginocchiato nella Santa Casa,
davanti al Tabernacolo che ora è stato tolto.

Chiosa di Sebirblu

Sono quasi vent'anni che il prof. Giorgio Nicolini si batte come un leone per difendere la verità divina sugli "spostamenti" prodigiosi della Sacra Casa di Loreto prima di posizionarsi in quel luogo definitivamente.

Ha scritto con grande determinazione ad ogni ecclesiastico più o meno responsabile della cura della sacra Reliquia giunta nelle Marche per Volontà divina.

I prelati a cui si è rivolto sono importanti funzionari della Chiesa (molto conosciuti in ambito cattolico come si potrà vedere dai link QUI, QUI, QUI e QUIdai quali non ha MAI ricevuto consensi positivi, ANZI, solo asserzioni senza basi di conoscenza valide, reiterando di continuo le tesi ricevute dai predecessori (al seguito di padre Giuseppe Santarelli che, mentendo e falsificando, ha preferito servire il mondo, ossia "Mammona", piuttosto che DIO!).

Ma ormai, purtroppo, con questa pseudo-Chiesa non dobbiamo stupirci più di niente!

Ecco i link più recenti, quelli pubblicati dai due noti vaticanisti Marco Tosatti ed Aldo Maria Valli, QUIQUI e QUI, relativi al tempo in cui è stato sancito ufficialmente, ma in modalità subdola, il decreto abrogativo della festa secolare concernente la "Traslazione" della Sacra Casa di Loreto a firma del card. Robert Sarah, al quale si è rivolto, tramite una missiva aperta nel sito di Tosatti, ancora il prof. Nicolini, QUI.

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte del testo del prof. Emanuele Mor, QUI.


Nessun commento:

Posta un commento