venerdì 30 agosto 2024

L'alto ruolo dell'Amore nella Vita umana e cosmica



"Sant'Agostino di Philippe de Champaigne

Sebirblu, 28 agosto 2024

Nel giorno in cui viene celebrato il ricordo di Sant'Agostino, riporto un breve saggio biografico su di lui, scritto dal prof. Enrique Eguiarte del Pontificio Istituto Patristico Augustinianum di Roma, seguito da un brano dettato a Pietro Ubaldi (ved. QUI) dall'altissima Voce angelica che l'ha guidato nella stesura del più famoso dei suoi libri: "La Grande Sintesi", proprio sull'evoluzione dell'amore nella vita umana.

L'amore vince tutto

«Il pittore Philippe de Champaigne (1602-1674) raffigurò Sant'Agostino con in mano un cuore fiammeggiante, a significare che il pensiero e la dottrina di Sant'Agostino si riassumono nell'amore. Egli stesso, una volta convertito, si pentirà di non aver amato Dio prima, e dirà:

"Tardi ti ho amato, o Bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco tu eri dentro di me ed io fuori, e là ti cercavo. Nella mia deformità mi gettavo sulle creature ben fatte che tu avevi creato. Tu eri con me ed io non ero con te.

Quelle bellezze esteriori mi tenevano lontano da te e tuttavia se esse non fossero state in te non sarebbero affatto esistite. Tu mi hai chiamato e hai squarciato la mia sordità; hai brillato su di me e dissipato la mia cecità. Hai effuso il tuo profumo e ora anelo a te. Ti ho gustato ed ora ho fame e sete di te. Tu mi hai toccato ed ora anelo alla pace tua". (Confessioni 10.27.38).

La vita di Agostino è un intenso itinerario di purificazione, passando dagli amori mondani all'amore di Dio. Per questo egli riprende una frase del poeta Virgilio, che aveva detto "Omnia Vincit Amor".

La Caritas è l'amore di Dio che vince tutto. Così lo intese Agostino quando nel giardino di Milano sentì la Voce che lo invitava a leggere ("Tolle lege" = prendi e leggi ‒ dalle Confessioni VIII, 12.29) le lettere di San Paolo.

Sant'Agostino nacque il 13 novembre 354 a Tagaste (oggi Souk Ahras, in Algeria). I suoi genitori erano Santa Monica e Patrizio. Dopo aver studiato nella sua città natale, imparò la grammatica a Madaura e poi la retorica a Cartagine. Là, quando aveva diciotto anni conobbe una donna con cui visse quindici anni e dalla quale ebbe un figlio, Adeodato.

Dopo aver insegnato retorica in tale città, nel 383 emigrò in Italia alla ricerca di nuovi orizzonti, dove avrebbe trovato studenti più formali di quelli di Cartagine, ma che non pagavano le sue tasse, come riporta nel suo libro "Le Confessioni".

Pertanto, quando si rese vacante il posto di oratore ufficiale alla corte dell'imperatore Valentiniano II, egli sostenne le prove stabilite per la selezione del miglior candidato e primeggiò per le sue straordinarie doti d'eloquenza.

Intorno al 385 lasciò Roma per Milano dove incontrò il vescovo della città, Ambrogio, diventato poi santo, rimanendo colpito dall'accoglienza calorosa e familiare ricevuta da questi. Nella città ambrosiana, appunto, svolse la propria missione di oratore ufficiale di corte.



"San'Ambrogio" di Claude Vignon  (1623).

Fu lì che decise di tornare alla religione insegnatagli dalla madre, che sin dall'infanzia lo aveva avviato alla cristianità nella Chiesa Cattolica, dove divenne catecumeno. Pertanto, dopo aver cercato la verità per molte strade: manichei, platonici e scettici, tornò infine al punto in cui era iniziata la ricerca indicatagli dalla mamma.

I sermoni di Sant'Ambrogio gli mostrarono che la verità tanto cercata si trovava nella Chiesa di Roma. Toccato e segnato dalle sue parole, Agostino decise di chiudere con la sua vita passata.

A tal fine, dopo aver letto l'epistola di San Paolo* (in seguito al richiamo "Tolle lege" a cui abbiamo fatto riferimento sopra), rinunciò ad insegnare retorica e si dimise dalla mansione di oratore presso la corte dell'imperatore Valentiniano II.

* [La lettera (ai Romani 13, 13-14), aperta a "caso" diceva: "Non nelle crapule e nelle ebbrezze,  non negli amplessi e nelle impudicizie,  non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signor Nostro Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze." ‒ Ndr].

La notte di Pasqua del 387, Agostino fu battezzato a Milano dal vescovo Ambrogio. Quella notte si realizzò la richiesta che sua madre Monica aveva presentato con insistenza al Padre Eterno, perché Lo pregò versando abbondanti lacrime chiedendo la conversione di suo figlio.

Dopo il Battesimo, egli decise di farsi monaco e partì per il porto di Ostia. In questa città, insieme alla madre, sperimentò la famosa estasi, dove entrambi, seduti alla finestra che dava sul giardino della casa in cui alloggiavano, iniziarono a conversare sui misteri di Dio e della vita eterna elevandosi gradualmente al di sopra delle cose di questa terra fino a toccare per un breve momento il mistero stesso di Dio. Sua madre Monica morì poco tempo dopo nel medesimo luogo e lì fu sepolta.




"Sant'Agostino e sua madre, Santa Monica, ad Ostia", di Ary Scheffer (1795-1858).

Nel 388 Agostino tornò in Nord Africa. A Tagaste fondò il primo monastero. Egli sognava di trascorrere il resto della sua esistenza in una tranquilla vita conventuale, condividendola con i fratelli dell'Ordine e scrivendo le sue opere.

Tuttavia, la provvidenza divina aveva altri piani per lui. Così nel 391 fece un viaggio nella città di Ippona (l'attuale Annaba, a circa 100 km a nord di Tagaste) per visitare un amico e per valutare la possibilità di fondare là un secondo monastero.

Durante la celebrazione liturgica in quel luogo, il vescovo Valerio chiese a tutti i fedeli di aiutarlo a scegliere un nuovo collaboratore nel ministero sacerdotale per la stessa città. Gli occhi di tutta l'assemblea erano fissi su Sant'Agostino. E come sottolinea lo stesso Ipponate, egli fu letteralmente afferrato dalla folla e portato davanti al vicario per essere ordinato.

Come prete, Agostino fu chiamato a combattere contro i suoi ex correligionari, i manichei. Inizierà anche il suo lavoro contro lo scisma donatista che aveva afflitto il Nord Africa per quasi un secolo. Tenne molti sermoni da presule. Di questa fase della sua vita ci ha lasciato molte opere di commento biblico, come quello sul "Discorso della montagna" e l'esposizione della "Lettera ai Galati", fra le altre.

Il vicario Valerio non solo ringraziò Dio per avergli mandato Agostino, ma cominciò a temere che un giorno taluni sarebbero arrivati da qualche diocesi senza vescovo e lo avrebbero portato via. Perciò, chiese segretamente al suo superiore il permesso di ordinare Agostino vescovo. Così, intorno all'anno 396, egli ricevette l'investitura.

Da vescovo scrisse la sua opera più famosa, "Le Confessioni", oltre a numerose altre opere di esegesi biblica: teologiche, apologetiche, pastorali e morali, come la "Regola" che avrebbe segnato l'intera tradizione monastica occidentale. Agostino tenne diverse migliaia di sermoni come vescovo, anche se oggi ne rimangono solo circa seicento.

Nell'anno 410 si verificò un evento che sconvolse il mondo dell'epoca. Le truppe gotiche di Alarico entrarono nella città di Roma e la saccheggiarono per tre giorni.



"La caduta dell'Impero romano d'Occidente" di Thomas Cole (1836).

Di conseguenza, i pagani accusarono i cristiani di esserne i colpevoli. Sostenevano che l'Urbe aveva subito una tale umiliazione perché era stato abbandonato il culto degli dei che l'avevano resa grande. Sant'Agostino rispose a queste false accuse con il suo capolavoro intitolato "La città di Dio".

Nella prima parte critica la storia e la religione pagana, mentre nella seconda descrive la nascita, lo sviluppo e il culmine della "città" ideale. In quest'opera ci ricorda che ogni credente è pellegrino o straniero su questa Terra ed è in cammino verso la sua destinazione eterna, dove "riposeremo e contempleremo, contempleremo e ameremo, ameremo e loderemo". [...]

Gli ultimi anni della vita di Sant'Agostino non furono tranquilli, ma segnati da varie polemiche teologiche e dall'inarrestabile sgretolamento e caduta dell'Impero romano d'Occidente. Morì il 28 agosto all'età di 76 anni in una città assediata dai Vandali, che avevano attraversato lo Stretto di Gibilterra e iniziato un'avanzata inarrestabile verso Cartagine. Nel 430 raggiunsero la città di Ippona e la accerchiarono.

Le sue spoglie sono oggi conservate nella Chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro, a Pavia. Lì, nell'arca monumentale dedicata al Santo, si può vedere un'immagine reclinata del vescovo di Ippona sulla sommità del monumento. L'effige tiene tra le mani un libro aperto: la Bibbia.

Sant'Agostino è ancora vivo nelle sue opere e ogni volta che leggiamo i suoi scritti, è lui stesso ad invitarci all'incontro con il Maestro interiore, lo stesso che lo chiamò nel giardino di Milano nell'anno 386 e che continua ad incitare ogni essere a "prendere e leggere" le Scritture per scoprire in esse che, malgrado tutti i dolori, l'Amore di Dio vince ogni cosa ‒ Omnia Caritas Vincit.»



La preziosa "Arca di Sant'Agostino" di Giovanni Balduccio e bottega (1362-1365). 

L'evoluzione dell'Amore

«L'Amore, spinta fondamentale dell'esistenza, forza di coesione che regge l'Universo, divina potenza di perenne rigenerazione! Lo ritroveremo sempre indistruttibile in infinite forme, a tutti i livelli dell'essere, che con slancio salirà, sublimandosi, fin nel paradiso dei santi.

Similmente al dolore, ha un ruolo basilare di conservazione, coesione e rinnovamento e fa parte integrante del funzionamento organico del Tutto; la spinta non si distrugge ma guida ed eleva; il desiderio non viene ucciso ma volto verso un innalzamento eterno.

Mutamento di istinti, evolversi di passioni, affinamento continuo della personalità. Anche qui osserviamo l'amore nelle diverse fasi e la sua ascesa costante. Tracceremo con ciò un nuovo aspetto delle vie concernenti l'evoluzione.

L'amore che nel mondo animale è funzione prevalentemente organica, nell'uomo acquista aspetti di tipo nervoso e psichico, si potenzia, dilata il suo campo d'azione, si raffina e sensibilizza (se sa evitare il pericolo di una degradazione nevrotica) verso un super-amore spirituale.

Se è necessario non distruggere ma far evolvere le passioni, è d'uopo dominarle e guidarle, orientandole verso una fase più elevata. Tutto ciò che accentua l'elemento emotivo sottile, che è fascino, simpatia d'anima, grazia, arte, musica, vibrazioni e psichismo; tutto ciò che è profumo e poesia dell'amore; tutto ciò che si smaterializza e spiritualizza fa parte dell'evoluzione che dirige voi uomini verso il superamento delle forme d'amore umano.

Siete alle porte di un nuovo regno, l'amore mistico e divino. Suprema estasi di cui godettero  i  santi,  esso  non  è piacevole  digressione  di romantico  sentimentalismo, ma la più tempestosa delle conquiste, la più alta tensione di dominio sulle forze biologiche, una lotta virile in cui vengono impegnate tutte le forze della vita.

Io intendo un misticismo attivo, che rinuncia per creare, e non certo quel sentire moderno e vano nevrotizzato e sensualizzato, snervante e malato, per cui in mezzo ad un artificioso complicarsi di raffinatezza, nello spirito è ozio e squallore.

In alto, come esempio massimo dell'evoluzione umana, sta l'Amore divino, e all'uomo medio non possiamo chiedere che il massimo avvicinamento permesso dalle sue capacità cognitive e sopportabile dalle sue forze.

Nei passi infiniti degli accostamenti alla perfezione, ognuno al suo livello cercherà di abbellire ed elevare al meglio istinti e passioni. La mèta sia quel super-amore toccato dai grandi nello Spirito.

L'essere si sollevi verso il Divino per successive raffinazioni che demoliscano in basso e ricostruiscano sempre più in alto, nell'innalzamento delle pulsazioni emotive che raggiunga la sublimazione di tutta la personalità, in una trasfigurazione del proprio Io spirituale. (ved. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI; ndr).



"Amore e Psiche" di William Bouguereau

Questo, affinché il vincolo sostanziale nel contrarre ogni unione di coppia sia l'amore stesso; senza di esso ogni cosa è nulla e si riduce ad una forma di prostituzione anche se convalidato da tutte le sanzioni religiose e civili. La forma non può creare la sostanza, da cui dipende la felicità dei figli e l'avvenire della razza.

Per gradi le forme d'amore ascendono, ed ogni essere, dall'animale, al selvaggio, all'uomo incolto, all'intellettuale, al genio, al santo, ama diversamente secondo la qualità e il livello di perfezione raggiunto. Con l'ascensione di ciascuno si trasforma la sua espressione che è la più grande forza dell'Universo.

Sempre presente ad ogni altezza, l'amore con le sue funzioni, da quella semplicissima degli esseri inferiori usata per moltiplicare la specie, si arricchisce e si articola in una quantità di compiti nuovi in un vasto raggio d'azione.

Si diversifica trasformando la femmina in donna e il maschio in uomo; si sublima nell'amore materno, differenziandosi in quello paterno, filiale, familiare, nazionale, umanitario, fino all'altruismo, all'abnegazione, al martirio. La donna si trasforma in angelo, l'uomo in santo.

In tale continua ascensione vi è un costante riassorbimento della spinta socialmente disgregante dell'egoismo e un'emanazione che ad essa sostituisce le forze costruttive dell'altruismo.

Il ruolo dell'amore è creare, conservare, proteggere e il suo sviluppo estrinseca ed intensifica tutte le difese di una vita sempre più complessa. Queste ascensioni non sono sterile sogno, ma contengono la genesi delle forze di coesione dell'organismo unitario della futura società umana.

Altruismo necessario in un mondo più evoluto, anche se può sembrare utopia oggi in cui è già talvolta uno sforzo la sola sua estensione alla ristretta cerchia familiare. Riassorbimento dell'egoismo nel suo contrario: l'amore, inversione di spinte nel processo di mutazione delle forze di male in bene, di dolore in gioia. Questo spalanca le braccia all'infinito e tutto possiede senza più chiedere.

Nella solitudine dei silenzi immensi il santo ama, con l'anima ipersensibile protesa e aperta a tutte le vibrazioni dell'infinito, in uno slancio impetuoso e frenetico verso la vita di tutte le creature sorelle.

Se a voi appare tutto solo, egli è con l'Invisibile, a cui tende le braccia nell'estasi di un supremo e vastissimo amplesso; qualcosa dall'imponderabile risponde, infiamma, nutre e sazia; in un incendio che annienterebbe qualsiasi essere comune divampa l'Amore che abbraccia i cieli; in un mistero di sovrumana passione, Cristo apre le braccia soffrendo sulla Croce, e frate Francesco, alla Verna, le apre a Cristo.»



"Francesco d'Assisi in estasi" di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

O Principio infinito. Tu che muovi per Tua forza
d'amore infiniti Cieli, dai a noi la potenziale vitalità
per raggiungerTi nel luogo ove Tu sei in gloria eccelsa.

Tu sole unico; noi raggi minimi procediamo verso di Te.
Il sudore sanguigno si è tramutato in gloria di cieli
e i palpiti di essi non sono che il ritmo
della Tua gloria infinita, o Eterno.

Il monte è scomparso nella Luce radiosa che Tu ci hai inviata,
ed ecco che al nostro occhio sono giunte le scale infinite.
Noi saliamo verso di Te dall'abisso del Tempo.
Non ci far mancare mai la Tua Luce.


Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

    "     : brano tratto da "La Grande Sintesi" di Pietro Ubaldi

martedì 27 agosto 2024

Il leggendario Amm. Richard Byrd e la Terra Cava




Il leggendario Amm. Richard Byrd e la Terra Cava

Nato nel 1888 a Winchester (Virginia), Richard Evelyn Byrd entrò all'età di 20 anni presso l'Accademia Navale degli Stati Uniti d'America, in cui diventò istruttore di piloti ed esperto in cadute di aerei.

Iniziò la carriera di esploratore polare nel 1925 partecipando alla spedizione artica di Mac Millan che si oppose alla sua proposta di volare sopra il polo.

Non soddisfatto di tale esperienza, egli organizzò per conto proprio un'impresa analoga nell'Aprile del 1926. Raggiunse in aereo la destinazione prefissa il 9 Maggio, accompagnato dall'esperto pilota Floyd Bennet.

Fu un evento d'enorme importanza per il suo futuro, perché divenne il leader delle esplorazioni polari e dell'aviazione, oltre che eroe nazionale. (Fu anche pluri-decorato, cfr. QUI; ndr).

Tuttavia quel volo provocò una serie di controversie protrattesi per lungo tempo. Gli scettici sostennero immediatamente che Byrd non avesse mai raggiunto il Polo Nord, poiché erano certi che fosse ritornato alla base molto prima del previsto. [...]

La prova definitiva dell'azione avventurosa emerse soltanto un po' di anni fa, al ritrovamento del suo diario personale, datato 1925 e pubblicato nel 1998 dal quale mancavano le pagine più importanti.

Ma prima di esporre il contenuto del documento in questione, è utile riprendere il discorso sulla vita di questo importantissimo personaggio, considerato da tutti come punto di riferimento essenziale per la Terra cava (Cfr. anche QUI, QUI, QUI, QUI e QUI; ndr).

Nel 1928, Byrd organizzò la sua prima spedizione antartica; pose la sua base sulla Grande Barriera presso la Baia delle Balene, che chiamò Little America. Dopo aver aspettato circa un anno, si avventurò con il suo aereo alla ricerca del Polo Sud geometrico, cosa che avvenne il 28 Novembre 1929.

Dopo alcuni anni, esattamente il 24 Novembre 1933, partì per la seconda volta in direzione dell'Antartide, con una squadra attrezzatissima della quale facevano parte tecnici e scienziati, rimanendovi sino al 1935.

A parte i voli di ricognizione e tutti i rilievi scientifici di notevole entità, in tale occasione Byrd decise di isolarsi come un asceta per oltre 200 giorni in una capanna posta a 80° di latitudine sud dove, mentre ebbe modo di acquisire dati meteorologici, riuscì soprattutto ad affinare le proprie doti adattandosi al minimo indispensabile per trovarsi a tu per tu con sé stesso e capire meglio il concetto di vita e di morte.




Egli infatti dichiarò:

«Per 10 anni ho vissuto una vita movimentata in cui le spedizioni si succedevano l'una all'altra. Laggiù potrò finalmente ridurre la mia vita esterna alla più semplice espressione e seguire fino all'ultimo il mio pensiero.»

Il rifugio improvvisato di Byrd era del tutto sepolto sotto una massa compatta di neve da cui uscivano soltanto le parti esterne delle attrezzature. Non ebbe assolutamente vita facile, anzi rischiò di morire per intossicazione causata dai gas tossici fuoriusciti dall'unica stufa presente.

Fu un'impresa veramente eroica, oltre che feconda di vari risultati per la scienza. Scrisse l'intera avventura nel libro "Solo", descrivendo la vita quotidiana ma anche molti fenomeni della natura, in particolare le aurore australi così fragili e stupende, e le sue percezioni sublimi scaturite dalle scoperte del proprio Spirito. 

Profonde furono le sue riflessioni quando calò la lunga notte antartica:

«Il giorno moriva e nasceva la notte in un'immensa pace. Lì si svolgevano i processi e le forze imponderabili del Cosmo, in armonioso silenzio. Sì, armonioso! Pareva che dal silenzio venisse un dolcissimo ritmo, il suono di un accordo perfetto, forse la musica delle sfere.

Bastava cogliere quel ritmo, per diventarne parte, sia pure per un attimo. In quel momento non potevo aver dubbi sull'identità dell'uomo con l'Universo.

Sentivo con certezza che quel ritmo era troppo ordinato, troppo armonioso, troppo perfetto per essere un prodotto cieco del caso: doveva quindi esserci un disegno nel tutto... e l'uomo era parte di questo Tutto, e non soltanto un risultato accidentale.

Era un sentimento trascendente la ragione che, toccando il fondo del cuore umano, negava la possibilità di disperare. L'Universo era un "Cosmos" (dal greco kósmos = ordine; ndr), non certo un caos; e l'uomo era parte legittima di questo Cosmos, esattamente come il giorno e la notte.»

Come gli anacoreti, il grande esploratore aveva trovato nella solitudine i veri valori spirituali della vita e quest'avvenimento sarà il preludio di futuri ed importanti sviluppi nella sua indagine antartica.

Otterrà in sostanza ciò che pochissimi uomini al mondo hanno ottenuto, ossia accedere a quella regione che comunemente definiamo "interna al pianeta".




Dopo questa insolita avventura e dopo aver messo piede di nuovo nella sua patria, immediatamente Byrd si diede da fare per racimolare fondi e adesioni per una nuova impresa. Riuscirà ancora una volta nella sua aspirazione, tanto che lo stesso governo degli Stati Uniti gli fornirà il necessario per programmare le successive sue tre spedizioni nell'Antartico.

La prima riuscì a realizzarla a partire dal Novembre 1939 nella quale poté eseguire rilievi fotogrammetrici di ampie zone fino ad allora ignote. Ma parliamo della quarta, perché la più importante in assoluto, sia per i risultati che per l'organizzazione imponente.

Appena terminata la seconda guerra mondiale, Byrd ricominciò il proprio lavoro di persuasione per organizzare un altro viaggio. Questa volta il Governo americano fornì la bellezza di 4.700 uomini, 13 navi, la portaerei Philippine Sea e 23 aerei.

Nel Dicembre del 1946 si diedero avvio alle operazioni High Jump e Windmill che avevano scopi ben precisi, in particolare quello di trovare giacimenti di uranio.

In tutte queste ricerche, l'avvenimento più clamoroso dell'operazione High Jump fu sicuramente la scoperta dell'Oasi di Bunger.

Vista la sua importanza, riferiamo il rapporto del grande cronista americano Walter Sullivan che era al seguito della spedizione. Sempre nel suo libro «Alla ricerca di un continente» ha descritto così l'avvenimento:

"Era una bellissima giornata (11 Febbraio 1947) con solo alcune nuvole sparse. Un idrovolante PBM pilotato dal comandante David Eli Bunger ricevette l'istruzione di sorvolare il limite orientale del Tavolato di Shakleton e spingersi poi all'interno.

Mentre si avvicinava alla costa, a circa 110 miglia dal mare aperto, Bunger vide uno spettacolo stupefacente: una grande zona scura in mezzo al candido paesaggio che stava sorvolando. Quando fu più vicino, vide che si trattava di un'area di almeno 100 miglia quadrate di terreno nudo e ondulato, cosparso di laghi di ogni forma, dimensione e colore.




C'erano scure collinette coniche alte fino a 150 metri e ai compagni di Bunger parve di vedere qua e là dei piccoli crateri. I laghi erano verde pisello, azzurro scuro, bruno e verde scuro. Alcuni sembravano trovarsi a un'altezza di 60 metri sopra il livello del mare e diversi erano circondati da spiaggette.

Tre dei laghi, notò Bunger, si stendevano per tre miglia e avrebbero potuto servire agli idrovolanti per ammarare. Bond fece l'ipotesi che siccome non si vedeva traccia di fumo, l'assenza di neve o ghiaccio fosse certo da attribuirsi a sorgenti calde. In quel caso, la diversa colorazione dei laghi poteva essere data da vapori solfurei.

Nessuna scoperta della High Jump suscitò tanta emozione. Un notiziario della Marina parlò di una nuova Shangri-Là, in cui erano state osservate tracce evidenti di vegetazione. Dopo poche ore, in tutte le città del mondo si leggevano le notizie di quell'«oasi»...

Alcuni giorni più tardi, lo stesso Bunger si posò su uno di questi laghetti notando come l'acqua non fosse eccessivamente fredda che, analizzata, si rivelò acqua di mare.»

Byrd e il suo vice Siple erano piuttosto scettici sull'ipotesi che l'assenza di ghiaccio e di neve in quella regione dipendesse dal calore vulcanico. L'ammiraglio volle subito sincerarsi di questo fatto anomalo e quando le condizioni atmosferiche lo permisero, decise di partire per l'interno del continente Antartico.

Com'è già stato detto, descrisse tutto il suo itinerario nel famoso diario nel quale figura la data del 19 Febbraio 1947 e la descrizione del volo di oltre 1.700 miglia fino alla terra oltre il Polo Sud, ma a questo punto vorrei fare un'importante precisazione.

Attualmente questo documento viene esposto come diario dell'Ammiraglio Byrd in visita al Polo Nord con data 27 Febbraio 1947.




È una grave inesattezza, giacché in quella data egli si trovava al Polo Sud. Non è da escludere quindi che lo stesso, nell'effettuare il suo primo volo verso tale destinazione nel 1929, abbia avuto quell'esperienza che ripeterà per due volte in Antartico.

Da pochi anni però, è uscito il diario completo della spedizione al Polo Sud, del 19 Febbraio 1947 e,  all'istante,  si è sparsa la voce che fosse falso.  Ritengo,  invece,  che il  diario  abbia  un  ottimo  fondo  di  verità,  soprattutto perché  emergono argomenti di rilevanza storica e perché Byrd accusa senza mezzi termini il comportamento del Governo degli Stati Uniti.

Reputo inoltre che qualche organizzazione abbia approfittato dell'incredibile evento per portare acqua al proprio mulino.

Byrd ha divulgato la sua esperienza in una maniera diciamo, astuta, lasciando ai posteri l'onere di autenticare le sue affermazioni.

Nello studio di tale fascicolo è naturale che vengano alla mente molte domande. Perché è scomparso il diario dell'ammiraglio del 1925? Perché è stato "ritrovato" di recente? Forse la speciale legge nazionale americana sulla libertà d'informazione, meglio conosciuta come "Freedom of Information Act", ha permesso una cosa simile?

Che cosa conteneva realmente, da essere scomparso per così lungo tempo? Si è utilizzato forse la stesso sistema di divulgazione adottato sui dossier segreti per gli eventi riguardanti gli UFO?

Tale sistema, applicato soprattutto nell'ultimo decennio del secolo XX, consiste nel ripescare documenti classificati da oltre cinquant'anni, per poi creare una grande disinformazione, speculando sulla credibilità dei personaggi descritti o inserendo dati falsi e molte altre furberie.

È giusto, quindi, proporre il testo mancante dal diario ufficiale che circola per il mondo, soprattutto tramite Internet.




«Admiral R. E. Byrd, USN

Devo scrivere questo diario di nascosto e in assoluta segretezza. Riguarda il mio volo del 19 Febbraio dell'anno 1947. Verrà un tempo in cui la razionalità degli uomini dovrà dissolversi nel nulla, e si dovrà allora accettare l'ineluttabilità del Vero.

Io non ho la libertà di diffondere la documentazione che segue, forse non vedrà mai la luce, ma devo comunque fare il mio dovere e riportarla qui con la speranza che un giorno tutti possano leggerla, in un mondo in cui l'egoismo e l'avidità di certi uomini non potranno più sopprimere la Verità.

19 Febbraio 1947

Ore 6,00 ‒ Tutta la preparazione per il nostro viaggio è completata e siamo in volo con il pieno di carburante alle ore 6,10.

Ore 6,20 ‒ Aggiustato l'afflusso di carburante al motore destro e il Pratt Whitneys vola tranquillamente.

Ore 7,00 ‒ Controllo della posizione con il sestante, nuovo controllo della prua con la bussola, eseguito un lieve cambio di direzione ed eccoci sulla rotta stabilita.

Ore 7,30 ‒ Controllo radio con il campo base. È tutto a posto e la ricezione è normale.

Ore 7,40 ‒ Si nota una lieve perdita d'olio dal motore destro, tuttavia l'indicatore della pressione sembra in ordine.

Ore 8,00 ‒ Notata una leggera turbolenza da est ad un'altitudine di 2321 piedi (quasi 715 metri), correzione a 1700 piedi (518 metri circa), la turbolenza cessa ma aumenta il vento in coda, piccolo aggiustamento della manetta, l'aereo procede ora normalmente.

Ore 8,15 ‒ Controllo radio con il campo base, situazione normale.

Ore 8,30 ‒ Incontrata nuovamente una turbolenza, saliti a 2900 piedi di quota (pressoché 884 metri), di nuovo ottime condizioni di volo.

Ore 9,00 ‒ Ampie distese di ghiaccio e neve sotto di noi. Notate delle colorazioni giallognole con disegni lineari. Alterata la crociera per un migliore esame di queste configurazioni  cromatiche.  Notate  anche  colorazioni  violacee  e  rossastre.

Controllata quest'area con due giri completi, e ritornati sulla rotta stabilita. Effettuata una nuova verifica di posizione con il campo base e riportate le informazioni  concernenti  le  chiazze  colorate  nel ghiaccio e nella  neve sottostanti.




Ore 9,10 ‒ Sia la bussola magnetica che la girobussola cominciano a ruotare e ad oscillare. Non ci è possibile mantenere la nostra rotta con la strumentazione. Rileviamo la direzione con la bussola solare e tutto sembra ancora a posto. I controlli sembrano lenti nel rispondere e nel funzionare, ma non c'è indicazione di congelamento.

Ore 9,20 ‒ In lontananza sembrano esserci delle montagne.

Ore 9,49 ‒ 29 minuti di volo trascorsi dal primo avvistamento dei monti. Non si tratta di un'allucinazione. È una piccola catena di montagne che non avevo mai visto prima.

Ore 9,55 ‒ Cambio di altitudine a 2950 piedi (900 metri circa). Incontrata di nuovo una forte turbolenza.

Ore 10,00 ‒ Stiamo sorvolando la piccola catena di montagne e procediamo verso nord per quanto possiamo appurare. Oltre le montagne vi è ciò che sembra essere una vallata con un piccolo fiume o ruscello che scorre verso la parte centrale.

Non dovrebbe esserci nessuna valle verde qui sotto! C'è qualcosa di decisamente strano e anormale qui! Dovremmo sorvolare solo ghiaccio e neve! Sulla sinistra ci sono grandi foreste sui fianchi dei monti. I nostri strumenti di navigazione girano ancora come impazziti, il giroscopio oscilla avanti e indietro.

Ore 10,05 ‒ Altero l'altitudine a 1400 piedi (circa 427 metri) ed eseguo una stretta virata completa a sinistra per esaminare meglio la valle sottostante. È verde con muschio ed erba molto fitta. La luce qui sembra diversa. Non riesco più a vedere il sole.

Facciamo un altro giro a sinistra e avvistiamo ciò che sembra essere un qualche tipo di grosso animale. Assomiglia ad un elefante! No!!! Sembra essere un mammut! È incredibile! Eppure è così!

Scendiamo a quota 1000 piedi (305 metri) ed uso un binocolo per esaminare meglio l'animale. È confermato, si tratta assolutamente di un animale simile al mammut. Riporto questa notizia al campo base.




Ore 10,30 ‒ Incontriamo altre colline verdi. L'indicatore della temperatura esterna riporta 24° centigradi. Ora proseguiamo sulla nostra rotta. Gli strumenti di navigazione sembrano normali adesso. Sono perplesso circa le loro reazioni. Tento di mettere in contatto il campo base. La radio non funziona.

Ore 11,30 ‒ Il paesaggio sottostante è più livellato e regolare (se è il caso di usare questa parola). Avanti a noi avvistiamo ciò che sembra essere una città!!! È impossibile! L'aereo sembra leggero e stranamente galleggiante. I controlli si rifiutano di rispondere!  Mio Dio!

Alla nostra destra e alla nostra sinistra ci sono apparecchi di uno strano tipo. Si avvicinano rapidamente ai lati! Sono a forma di disco e qualcosa irradia da essi. Ora sono abbastanza vicini per vedere i loro stemmi.

È uno strano simbolo. Non lo rivelerò. È fantastico. Dove siamo! Cosa è successo. Ancora una volta tiro decisamente i comandi. Non rispondono! Siamo tenuti saldamente da una sorta di invisibile morsa d'acciaio.

Ore 11,35 ‒ La nostra radio gracchia e giunge una voce che parla in inglese. Il messaggio è: "Benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio. Vi faremo atterrare esattamente tra sette minuti. Rilassatevi, Ammiraglio, siete in buone mani".

Mi rendo conto che i motori del nostro aereo sono spenti. L'apparecchio è sotto uno strano controllo ed ora vira da sé. I comandi sono inutilizzabili.

Ore 11,40 ‒ Riceviamo un altro messaggio radio. Stiamo per cominciare la procedura d'atterraggio ed in breve l'aereo vibra leggermente cominciando a scendere come da un enorme, invisibile ascensore.

Ore 11,45 ‒ Sto facendo un'ultima velocissima annotazione sul diario di bordo. Alcuni uomini si stanno avvicinando a piedi all'aereo. Sono alti ed hanno capelli biondi.

In lontananza c'è una grande città scintillante che vibra di sfumature dai colori arcobaleno. Non so cosa succederà ora, ma non vedo traccia d'armi sugli Esseri che si avvicinano. Sento ora una voce che mi ordina, chiamandomi per nome, di aprire il portellone. Eseguo.

Fine del diario di bordo.




Da questo punto in poi scrivo gli eventi che seguono richiamandoli alla memoria. Ciò rasenta l'immaginazione e sembrerebbe una pazzia se non fosse accaduto davvero. Il tecnico ed io fummo prelevati dall'aereo ed accolti in modo cordiale.

Fummo poi imbarcati su un piccolo mezzo di trasporto simile ad una piattaforma ma senza ruote! Ci condusse verso la città scintillante con grande celerità che, mentre ci avvicinavamo, sembrava fatta di cristallo.

Giungemmo in poco tempo ad un grande edificio, di un genere che non avevo mai visto prima. Sembrava essere uscito dai disegni di Frank Lloyd Wright o forse più precisamente da una scena di Buck Rogers!

Ci fu offerta un tipo di bevanda calda che sapeva di qualcosa che non avevo mai assaporato prima. Era squisita. Dopo circa 10 minuti, due dei nostri mirabili ospitanti vennero nel nostro alloggio invitandomi a seguirli. Non avevo altra scelta che obbedire.

Lasciai il mio tecnico radio e camminammo per breve tempo fino ad entrare in quello che sembrava essere un ascensore. Scendemmo per alcuni istanti, poi esso si fermò e ne vidi scivolare il portello verso l'alto, silenziosamente!

Procedemmo per un lungo corridoio illuminato da una luce rosata che sembrava effondersi dalle pareti stesse! Uno degli Esseri fece segno di fermarci davanti ad una grande porta che aveva una scritta sopra, da me non leggibile.

L'accesso scorse senza rumore e fui invitato ad entrare. Uno degli ospiti disse: "Non abbiate paura, Ammiraglio, state per avere un colloquio con il Maestro...".

Entrai... e i miei occhi si adeguarono lentamente alla meravigliosa colorazione che sembrava riempire completamente la stanza. Allora cominciai a vedere quello che mi circondava. Ciò che mi si mostrò alla vista era lo scenario più stupendo di tutta la mia vita.

In effetti, era troppo magnifico per poter essere descritto. Era delizioso. Non credo che esistano termini umani in grado di raffigurarlo in ogni dettaglio con giustizia. I miei pensieri furono interrotti dolcemente da una voce calda e melodiosa. "Le do il benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio".


Andrey Shishkin 

Vidi un uomo dai lineamenti delicati e con i segni dell'età sul viso. Era seduto ad un grande tavolo. Mi invitò ad accomodarmi su una delle sedie. Dopo che lo ebbi fatto, unì le punte delle sue dita e sorrise.

Parlò  di  nuovo  dolcemente e mi disse quanto segue:  "L'abbiamo  lasciata  entrare qui perché lei è di nobile carattere e molto ben conosciuto nel mondo di superficie, Ammiraglio".  Mondo di Superficie... quasi rimasi senza fiato!

"Sì, ribatté il Maestro con un sorriso, lei si trova nel 'Mondo Sotterraneo' della Terra. È meglio viaggiare nello spazio stando sopra all'astronave o all'interno di essa? I corpi tra le stelle viaggiano a velocità impensabili per l'umanità.

La  vostra condizione è più difficile della nostra.  Quando ci rendemmo conto che non avremmo potuto più vivere alla superficie di un piano virtuale, creammo le condizioni per proteggerci all'interno, in pace, protetti da ogni cosa ed evento che non potevamo più controllare.

Non  ritarderemo  a lungo  la sua missione; sarete scortati indietro sulla superficie e un poco oltre senza pericolo. Ma ora, Ammiraglio, le dirò il motivo della sua convocazione qui.

Il  nostro  interessamento  cominciò  esattamente  subito  dopo  l'esplosione  delle prime bombe atomiche, da parte della vostra civiltà, su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone.

Fu in quel momento inquietante che spedimmo sul vostro mondo di superficie i nostri mezzi volanti, per investigare ciò che la vostra civiltà aveva fatto. Questa è ovviamente storia passata, Ammiraglio, ma mi permetta di proseguire.

Vede, noi non abbiamo mai interferito prima d’ora nelle guerre e nella barbarie della vostra civiltà, ma ora dobbiamo farlo poiché voi avete imparato a manipolare un tipo di energia, quella atomica, che non è affatto per l'uomo.

I nostri emissari hanno già consegnato dei messaggi alle potenze del vostro mondo e tuttavia esse non se ne curano. Ora voi siete stato scelto per essere testimone qui che il nostro mondo esiste. Vede, la nostra cultura e la nostra scienza sono avanti di diverse migliaia di anni rispetto alle vostre, Ammiraglio".




Lo interruppi: "Ma tutto ciò che cosa ha a che fare con me, Signore". Gli occhi del Maestro sembrarono penetrare in modo profondo nella mia mente, e dopo avermi studiato per un po', rispose:

"La vostra civiltà ha raggiunto il punto del non-ritorno, perché ci sono tra voi alcuni che distruggerebbero il vostro intero mondo piuttosto che rinunciare al potere così come lo conoscono...".

Annuii e il Maestro continuò: "Dal 1945 in poi abbiamo tentato di entrare in contatto con la vostra civiltà, ma i nostri sforzi sono stati accolti con ostilità, fu fatto fuoco contro i nostri mezzi volanti. Sì, furono persino inseguiti con cattiveria ed animosità dai vostri aerei da combattimento.

Così ora, figlio mio, le dico che c'è una grande tempesta all'orizzonte per il vostro mondo, una furia nera che non si esaurirà per diversi anni. Non ci sarà difesa dalle vostre armi, non ci sarà sicurezza dalla vostra scienza.

Imperverserà fino a quando ogni fiore della vostra cultura sarà stato calpestato e tutte le cose umane saranno state disperse nel caos.

La recente guerra è stata soltanto un preludio a quanto deve avvenire alla vostra civiltà. Noi qui possiamo vederlo più chiaramente ad ogni ora... Crede che mi sbagli?" "No, risposi, è già successo una volta nel passato, giunsero gli anni oscuri e durarono per cinquecento anni".

"Sì, figlio mio, replicò il Maestro, gli anni oscuri che giungeranno ora per la vostra civiltà copriranno la Terra come una coltre, ma credo che qualcuno tra voi sopravviverà alla tempesta, oltre questo non so!

Noi  vediamo in  un  futuro lontano  riemergere,  dalle  rovine  della  vostra  civiltà, un mondo nuovo, in cerca dei suoi leggendari tesori perduti ed essi saranno qui, figlio mio, al sicuro in nostro possesso. Quando giungerà il momento ci faremo nuovamente avanti per aiutare la vostra cultura e la razza umana a rivivere.

Forse per allora avrete appreso la futilità della guerra e della sua lotta... e dopo quel momento, una parte delle vostre radici culturali e la scienza vi saranno restituite così che la vostra civiltà possa ricominciare. Lei, figlio mio, deve tornare nel 'Mondo di Superficie' con questo messaggio..."




Con queste parole conclusive il nostro incontro sembrava giunto alla fine. Per un attimo mi sembrò di vivere un sogno... eppure sapevo che quella era la realtà e per qualche strana ragione mi inchinai lievemente, non so se per rispetto o umiltà.

Improvvisamente mi resi conto che le due fantastiche guide che mi avevano scortato qui erano di nuovo al mio fianco. "Da questa parte, Ammiraglio", mi indicò uno di loro. Mi voltai ancora prima di uscire e guardai verso quella nobile figura.

Un dolce sorriso era impresso sul suo anziano viso delicato. "Addio, figlio mio", mi disse e fece un gesto soave con la sua esile mano, un gesto di pace e il nostro incontro ebbe definitivamente termine.

Uscimmo velocemente dalla dimora del Saggio attraverso il grande ingresso ed entrammo un'altra volta nell'ascensore. La porta si abbassò silenziosamente e ci muovemmo subito verso l'alto.

Uno dei miei conduttori parlò di nuovo: "Ora dobbiamo affrettarci, Ammiraglio, giacché il Maestro non desidera ritardare oltre il vostro programma stabilito e dovete ritornare dalla vostra gente con il suo messaggio".

Non dissi nulla, tutto ciò era quasi inconcepibile... ma i miei pensieri si interruppero non appena ci fermammo. Entrai nella stanza dove ritrovai il mio tecnico radio. Aveva un'espressione ansiosa sul suo volto. Avvicinandomi dissi: "È tutto a posto Howie, è tutto a posto".

I due accompagnatori ci fecero segno verso il mezzo parcheggiato in attesa,  salimmo e presto giungemmo al nostro aereo. I motori erano al minimo e ci imbarcammo immediatamente. L'atmosfera era ora carica di una certa aria di urgenza.

Dopo che il portellone fu chiuso, l'aereo fu immediatamente trasportato in alto da quella forza invisibile fino a quando raggiungemmo i 2700 piedi (823 metri). Due dei mezzi aerei erano ai nostri fianchi ad una certa distanza facendoci planare lungo la via del ritorno.




Devo sottolineare che l'indicatore di velocità non riportava nulla, nonostante ci stessimo muovendo molto rapidamente.

Ore 2,15 ‒ Riceviamo un messaggio radio. "Ora vi lasciamo, Ammiraglio, i vostri controlli sono liberi. Arrivederci!" Guardiamo per un istante i loro mezzi volanti fino a quando non scompaiono nel cielo blu pallido.

L'aereo sembra improvvisamente catturato da una corrente discensionale. Ne riprendiamo all'istante il controllo. Non parliamo per un po', ognuno di noi è immerso nei propri pensieri.

Ore 2,20 ‒ Sorvoliamo nuovamente distese di ghiaccio e neve, a circa 27 minuti dal campo base. Inviamo un messaggio radio, ci rispondono. Riportiamo condizioni normali... Dal campo base esprimono sollievo per aver nuovamente stabilito il contatto.

Ore 3,00 ‒ Atterriamo dolcemente al campo base. Ho una missione da compiere...

Fine delle Annotazioni




11 Marzo 1947

Ho appena avuto un incontro di Stato Maggiore al Pentagono. Ho riportato interamente la mia scoperta e il messaggio del Maestro. È stato tutto doverosamente registrato. Il Presidente ne è stato messo al corrente.

Vengo trattenuto per diverso tempo (6 ore e 39 minuti per l'esattezza). Sono accuratamente interrogato dal Top Security Forces e da una équipe medica. È stato un travaglio!!! Sono posto sotto stretto controllo attraverso i mezzi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America.

Mi viene ordinato di tacere su quanto appreso, per il bene dell'umanità!!! Incredibile! Mi viene rammentato che sono un militare e che quindi devo obbedire agli ordini.


L'ammiraglio Richard E. Byrd viene decorato dal presidente americano Delano Roosevelt.

30 Dicembre 1956

Questi ultimi anni trascorsi dal 1947 ad oggi non sono stati buoni... Ecco dunque la mia ultima annotazione in questo diario singolare.

In conclusione, devo affermare che ho doverosamente mantenuto celato questo argomento, come ordinatomi, per tutti questi anni. Ho fatto questo, contro ogni mio principio di integrità morale.

Ora sento avvicinarsi la grande notte e questo segreto non morirà con me perché, come ogni cosa vera, trionferà. Questa è la sola speranza per il genere umano. Ho visto la verità ed essa ha rinvigorito il mio spirito rendendomi libero!

Ho fatto il mio dovere nei confronti del mostruoso complesso militare-industriale. Ora, la suddetta lunga notte comincia ad approssimarsi, ma ci sarà un epilogo.

Come finisce la lunga notte dell'Antartico, così il sole brillante della Verità sorgerà di nuovo, e coloro che appartengono alle Tenebre periranno alla sua luce... Perché io ho visto "Quella Terra oltre il Polo, quel Centro del Grande Ignoto".»




Termina così il diario "segreto" dell'Ammiraglio Byrd e bisogna anche rimarcare che egli parlava, quando era possibile, di Terra dal perenne mistero o meglio del "Grande Ignoto". Non avrebbe avuto senso proporre una simile espressione se non fosse stato realmente in quel luogo.

Credo sia giusto continuare con i fatti riguardanti la vita dell'Ammiraglio, precisando per l'ennesima volta che egli compì un volo di sette ore per arrivare al di là del Polo e non nell'altra faccia della Terra come qualcuno ha provato ad obbiettare.

Byrd descrive una zona non ghiacciata, ricca di montagne, laghi, fiumi, vegetazioni ed animali, ma quello che più conta è l'incontro con una civiltà molto più evoluta della nostra sia tecnologicamente che spiritualmente.

Vorrei ricordare infine che l'operazione High Jump, operante in tre gruppi nella zona centrale, orientale ed occidentale dell'Antartide, esplorò una distesa immensa di superficie, scoprendo baie, tratti di costa, promontori, penisole, altipiani e così via. Non si poteva sbagliare in queste cose.

Byrd sarà anche l'artefice della quinta spedizione americana nel continente antartico, chiamata "Operazione Gelo Intenso". Non la portò a termine poiché finalizzata alle ricerche scientifiche dell'Anno Geofisico Internazionale del 1957-58.

Riuscì anche a compiere un altro raid aereo e a penetrare ancora una volta nel 'Mondo Sotterraneo' il 13 Gennaio 1956. La notizia venne fortunatamente confermata dalla stampa americana il 5 Febbraio.

Ecco il laconico messaggio radio:

«Il 13 Gennaio, alcuni membri della spedizione statunitense hanno effettuato un volo di 2700 miglia, a partire dalla base di McMurdo Sound, 400 miglia ad ovest del Polo Sud e sono penetrati per 2300 miglia in una terra che si estendeva al di là del Polo.»

L'Ammiraglio Byrd morirà pochissimo tempo dopo a Boston, all'età di 69 anni, riconfermando, nei suoi ultimi giorni di vita, che la spedizione americana aveva incontrato un vasto territorio nuovo, un continente incantevole "terra di perenne mistero".

Non ci sono parole per descrivere l'enorme opera di questo grande uomo che ha interessato lo scibile della conoscenza umana. 

Aveva capito totalmente il senso della vita e le conseguenze dell'attività scientifica militare portata avanti in quel periodo dalle due superpotenze USA e URSS, impegnate alacremente ad ingigantire la cosiddetta "guerra fredda" che ha condotto moltissime volte l'umanità ad un passo dalla guerra "calda",  basata sull'utilizzo reale di armi nucleari.

Ecco in un brevissimo filmato, dall'archivio "Luce" di Cinecittà, il valoroso "Pioniere" di ritorno dall'Antartico.



  
Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it