"Adorazione dei Magi" di Gentile da Fabriano - (Ved. QUI) |
Sebirblu, 4 gennaio 2020
Per l'assoluta importanza dello scritto, e al fine di un'illuminante chiarificazione in questi tempi apocalittici di deriva della Chiesa di Roma, ripropongo quanto segue per tutti coloro che ancora intendono mantenere accesa la propria lampada interiore.
L'Epifania
Nella Natività, il primo saluto adorante giunto al Cristo fu quello degli animali; successivamente ebbe luogo quello dei pastori; il terzo doveva essere, e fu, quello delle potenze umane, intese come potestà di comando e di sapere.
Gli animali rappresentano l'ossequio e la venerazione della natura all'Eterno; i pastori raffigurano il povero, l'umile; i tre re Magi sono i saggi, i sapienti, i ricchi, i potenti, i veggenti.
Essi giungono dall'Oriente guidati, non da una stella, ma dalla Stella; arrivano percorrendo «tre diverse vie» che si congiungono davanti all'uscio della stalla di Betlemme. Sottolineo l'espressione «stalla».
Ognuno dei Magi porta con sé, oltre all'individuale sapere, alla personale potenza e alle regali ricche vesti, un proprio singolo omaggio e, genuflessi di fronte al Divino Fanciullo, offrono a Lui i doni portati, non solo, ma spogliandosi di ogni fastigio, offrono all'Eterno la propria rinuncia. (Per ampi approfondimenti QUI; ndr).
Giungono dai troni
staccandosi dalle ricchezze, ritorneranno in umiltà; giungono
dall'Oriente verso l'Occidente, ritorneranno compiendo un giro
dall'Occidente verso l'Oriente. Tutto ciò ha in sé una potenzialità
di significato che è necessario analizzare.
Ho detto: tre capi,
tre dominatori abituati al comando, alla ricchezza, all'obbedienza
altrui, si spostano come viandanti e seguono, l'uno ignorando
dell'altro, la Stella.
È la potenza che sente di essere attratta da una maggiore Potenza, è il sapere che riconosce la propria insufficienza di fronte al maggior Sapere, è il capo che sente di essere umile gregario di fronte al Sole unico, all'unico Reggitore.
Questa Stella
luminosa, che la favola narra caudata, è il richiamo di una Fede che
si effonde dalla Divinità e che nel suo percorso lascia una scia
potenziale, scia di luce, non di luce fisica ma di una Luce ben più
possente.
Una
Luce che giungerà a penetrare nei più afosi, nei più tetri meandri
delle coscienze più arretrate. È
un richiamo potenziale che la Legge ha voluto.
I tre potenti si
dipartono da tre direzioni: essi rappresentano un moto
triplicato, un movimento sostanziale. Ognuno di loro è il simbolo a sé
stante di una delle impronte umane della Divinità, il Pensiero, la
Ragione e la Coscienza. (Per i chiarimenti relativi, molto importanti, QUI; ndr).
Questi fattori,
riuniti insieme dinnanzi alla stalla di Betlemme, raffigurano
l'Umanità tutta che umilmente depone il proprio sé psico-fisico ai piedi del Creatore e ciò che nel mondo è superfluo:
l'Oro, il metallo che provoca ogni appetito, ogni sopruso, ogni violenza; il metallo-arbitrio, quel metallo che il Cristo calpesterà;
l'Incenso
del quale nei templi pagani non vi è più necessità, poiché Iddio
l'Unico, l'Inconfondibile ha distrutto il politeismo;
la
Mirra che simboleggia
l'essenza, il quid necessario che dovrà usare la Madre per deporre
il Figliuol Crocifisso nell'avello.
Tre
doni, una sintesi: la «Vita»
del Cristo!
Compenetrazione,
questo è il significato letterario dell'espressione «Epifania» (dal greco "epiphàneia" che vuol dire "dopo la Manifestazione" ndr). E la Manifestazione è sempre in atto, poiché ininterrottamente si
ripete la Natività
così come, per volontà degli Umani, si perpetua di continuo la
Crocifissione del
Cristo.
Avete in voi stessi
le medesime potenzialità sostanziali che avevano i Magi. Siete capaci
di percepire, dovete essere in grado di rinunciare.
È
per voi quindi una necessità rinnovare quotidianamente questo
evento e deporre ai piedi del Cristo il vostro sé, spogliarvi
di ogni superfluità e offrirla all'Eterno.
Ricusare gli ori e
gli orpelli, vestirvi di candore e non dimenticare che il Cristo ha
chiamato a Sé i bimbi come coloro che vivono in purezza.
Del Parson |
È necessario spogliarsi delle scorie umane e far sì che l'Anima ritorni fanciulla; ognuno discenda dal proprio seggio, raccolga le singole ricchezze, si privi di ciò che ritiene necessario e si avvii verso il Cristo. (Ved. QUI, QUI e QUI; ndr).
Egli è attorno a
voi, nell'Umanità sofferente, dolorante e angosciata, Egli è
nella Umanità in sussulto, in evoluzione e in involuzione; fermatevi
di fronte a tale estrinsecazione divina, donate di voi, riportate la
Pace!
Perciò, già disse: Io
sono venuto a portare la guerra, sono venuto cioè a fondare il Regno
del Padre. Siate voi gli artefici della costruzione della Sua Chiesa
(quella Mistica e non del Rito, per il vero significato QUI; ndr).
La
capanna sia mutata nel sublime Tempio, in essa adorate la Prima
Manifestazione (cfr. QUI e QUI; ndr),
non soltanto per mezzo di un'emissione di pensiero ma, ciò che più
necessita, attraverso un movimento di opere.
Epifania:
manifestazione di Potenza e di Amore, cioè di Armonia. Siate
armonici; è tempo che ognuno si scuota, che ognuno sintonizzi il
proprio agire con quello del fratello; è tempo che la Crociata che
Io ho promosso abbia decisamente, e senza ulteriori remore, a muovere
i primi passi.
Ho spiegato il
significato di Epifania: ora analizzo l'evento sotto un altro punto
di vista, sottoponendovi un confronto che vi deve restare impresso
indelebilmente.
Qual è il profondo significato della maestosa presenza trina ai piedi di Gesù? Quella
mangiatoia, voi lo sapete, era il trono vero, quello della Verità,
della Sapienza, della Potenza, il Trono davanti al quale doveva
genuflettersi tutto il genere umano.
I tre potenti
rappresentano l'Umanità e ad essa l'Eterno, Creatore dell'Infinito,
si offre in nudità perfetta, senza travestimenti.
Dall'incontro di
questa nudità con le vesti sontuose dei Magi cerchiamo di ricavare
un concetto che abbia a rimanere per sempre non solo nella vostra
mente ma soprattutto nel vostro Spirito.
Verità e menzogna.
La verità è nuda, è cruda, è realistica; essa non ha necessità
di paludamenti o di alterazioni, la Verità è quella che deve
essere, cioè trasparente e priva di nebbiosità. L'ipocrisia invece
si maschera per trasformarsi da quantità aggressiva in quantità
sottomessa.
I tre augusti Signori vengono sì con i loro paludamenti, ma anche con tutto il
loro potere. L'offerta che essi fanno lo esprime e non designa
materialmente l'Oro, l'Incenso e la Mirra.
È la rinuncia
ad ogni loro prerogativa, in nome degli umani tutti. Ma tra questi
esistono anche i traditori, gli ipocriti, i Giuda.
La vittoria non sta
pertanto in questa Ricorrenza ma nel giorno della Risurrezione in
quanto, malgrado l'appalesarsi di Gesù e il prostrarsi dei tre
potenti (Umanità) di fronte all'Eterno in veste di Figlio, vi è
ancora una massa simboleggiata da un uomo, Giuda, capace di
mimetizzarsi, di vivere apparentemente in umiltà, covando pensieri
delittuosi.
Il bacio di Giuda del Beato Angelico |
Il punto scottante da evidenziare è l'ipocrisia che striscia come serpe fra gli uomini e che è argomento sul quale si può discutere a perdita di secoli.
Insisto su questo,
perché fin quando tale scoria non sarà totalmente estirpata da ogni
individuo, da ogni animo, da ogni mente e cuore, sino ad allora la
pace fraterna, quella animica, la Pace del Cristo, non potrà
germogliare e fiorire eternamente sulla Terra.
Voi rammentate
dell'Epifania tre nomi, tre figure rappresentative, ma quei tre nomi
sono l'Umanità; è l'omaggio che essa porge al Neonato, a Colui che
si manifesta privo di ogni potere, di qualsiasi ricchezza o comando;
è quindi la sua sottomissione sancita e sigillata.
Se il mondo nella
sua interezza, attraverso i Magi, ha mostrato e sancito una tale
sottomissione, perché permanete ancora l'uno contro l'altro? Perché
questo lanciarsi le pietre, lapidarsi, questo uccidersi?
Peggio, perché
genuflettersi davanti all'Eterno per colpirne poi il
concetto e l'azione? Il concetto è Amore, l'Azione è Pace. Perché
sconvolgere ciò che si vuol fare ritenere appianato? Ipocrisia!
Tre Creature del
Signore a Lui si prostrano per giurargli fedeltà, umiltà, dedizione,
rinuncia, mentre nella massa uno o più individui tramano già,
mentre ne apprendono il sapere, la distruzione del Salvatore. (Cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndr).
Questa è la viltà
umana, questa è l'ipocrisia che si insinua in quella che
rappresenta, nella sua realtà, la dedizione dei popoli al Re dei re.
In
questo giorno di Ricorrenza (festosa per noi; ndr), dovete ricordare ad ognuno la «vergogna» dell'ipocrisia rammentando che tale espressione è quella che più si
addice agli ipocriti.
Relazione, adattamento e cura di:
Sebirblu.blogspot.it
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