giovedì 4 gennaio 2024

Le PROVE IN ARRIVO esigono il BALUARDO della FEDE!




Sebirblu, 5 gennaio 2024

In occasione dell'Epifania, o dell'epilogo della Manifestazione Cristica, è importante riflettere sulla spinta sostanziale che ha portato i Tre Sapienti a seguire la "Stella" per giungere ad onorare e a riconoscere il Neo-nato Gesù come Somma Potenza che Tutto governa ed anima. (Cfr. QUI e QUI il suo profondo significato).

È da notare altresì che soltanto loro videro l'Astro, tanto è vero che nemmeno Erode lo scorse nei cieli, e ciò rivela l'alta Coscienza animica dei Saggi venuti dall'Oriente (cfr. QUI, QUI e QUI) che, pervasi da una Fede assoluta, si erano messi in viaggio per quell'unico scopo.

Senza questa virtù, nell'espressione più comune del termine, tutto il vivere diventa aspro. Essa è forza sostanziale che varia da individuo a individuo, che nell'uno può chiamarsi fede scientifica, nell'altro fede idealista, nell'altro ancora fede limitata al movimento delle cose; infine, concernente quella Potenza chiamata Fede sostanziale.

Questa ha occhi profondi, occhi che scrutano nell'io, che guardano al di fuori, che scorgono i movimenti intrinseci del vivere. Con tale sguardo si inquadra la maschera umana, quella copertura che talvolta può essere ironica, severa, dolorante, ambigua, grifagna, o addirittura mefistofelica. 

Ma per raggiungere questo tipo di Fede, come quella dei Magi, alla quale il Cristo si riferiva quando disse "Farete ciò che Io faccio e ancor di più", bisogna aver cercato dentro di sé il senso stesso della vita e il profondo legame che unisce la creatura al suo Creatore. (Cfr. QUI,  QUI e QUI).

Non è sicuramente la fede cieca, acquisita per tradizione o appresa sui libri che può condurre ad un discernimento autentico qual è necessario per attraversare lesti e coraggiosi la parabola vitale!

Ma andiamo per ordine, la fede è un innesto necessario al fine che l'uomo possa superare con energia le fatiche dell'esistenza terrena. Nessuno può dire infatti: "Io non ho fede". Non è soltanto una questione legata al culto, ma di una forza immessa nell'individuo che si esplica a seconda dello stato e delle aspirazioni che lo stesso ha in sé.


 La straordinaria Fede di Abramo (Gen. 22, 1-18).
"Il Sacrificio di Isacco" di Harold Copping

Esaminiamo  l'individuo  che  dedica  la vita  allo studio  delle  filosofie.  Costui  mette per base la fede ed  è talmente fermo  nelle definizioni,  nelle meticolosità  filosofiche che, al di fuori di queste, a suo dire, non v'è altra via per ascendere e per giungere alla conoscenza.

Anche nello studioso che ha rivolto la sua intelligenza alle cose scientifiche la fede primeggia: fa parte di tutti i suoi esperimenti, presenzia ad ogni esito. L'essere è felice di aver superato gli scogli attraverso questo genere di fede che chiama "scienza".

Un'altra forma di fede è quella religiosa. L'individuo non ha tranquillità se non segue il rito, le pratiche, se non si prostra davanti ad una icona, e quando ottiene dei risultati positivi sa che tutto ciò è dovuto ad essa. (È la fede cieca, appunto).

Infine, un grande bagliore di Fede Consapevole si manifesta in coloro che fuori da qualsiasi rito, e perciò LIBERI, hanno la certezza di possedere la sua forza viva a sostegno della battaglia vitale, delle lotte quotidiane per superare i conflitti intimi che talvolta lasciano esausti, ma che alla fine portano alla vittoria. (Cfr. QUI e QUI).

Anche se ormai è diventato temerario e quasi anacronistico parlare di Fede nel senso spirituale, tuttavia è necessario riportare il pensiero sulla misconosciuta potenzialità con cui essa opera per mezzo della mano di Dio.

Rispolveriamo un po' la memoria... riflettendo sulle numerose volte che il Cristo ne ha puntualizzato l'importanza.

Alla emorroissa (Lc. 8,48) e al cieco di Gerico (Mc. 10,52) da Lui guariti Egli annunciò: "La tua fede ti ha salvato" e ripeté queste parole (Lc. 17,19) al samaritano lebbroso che, vedendosi guarito, lasciò gli altri nove lebbrosi anch'essi mondati e tornò indietro per ringraziarLo.



"L'Emorroissa" di Harold Copping


Alla peccatrice, che gli bagnò i piedi con le lacrime, glieli asciugò con i capelli e glieli unse con unguento profumato, disse: "La tua fede ti ha salvata. Ti sono perdonati i peccati. Vattene in pace." (Lc. 7, 48-50).

Nell'episodio dei due ciechi Egli asserì: "Vi sia fatto in conformità alla vostra fede." (Mt. 9,29) E li guarì. E alla donna cananea che Gli chiedeva di liberare la figlia crudelmente tormentata da uno spirito: "Donna, la tua fede è grande, sia fatto come tu vuoi." E in quel momento la sua figliola fu guarita. (Mt. 15,28).

A Cafarnao Gesù restò ammirato dalla fede del Centurione (che, si badi bene, era un pagano, un idolatra) alla cui richiesta ardente rispose: "Va, ti sia fatto secondo la tua fede..." e in quell'istante il servo paralitico – che giaceva ben lontano nel suo letto di dolore – fu risanato. (Mt. 8,13).

Mentre al padre del fanciullo lunatico che aveva una fede un po' incerta per la quale si espresse in forma dubitativa: "Se Tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e soccorrici", il Cristo replicò: "Se puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede."

Subito quel padre, gridando, disse fra le lacrime: "Io credo, Signore, aiuta la mia incredulità" (Mc. 9, 21-24) e Gesù scacciò lo spirito sordo e muto guarendogli il figlio.

Quando i Suoi discepoli mostravano poca fede venivano duramente rimproverati. Così avvenne nella barca, allorché impauriti dalla tempesta Lo svegliarono per chiedere il Suo aiuto (cfr. QUI) ed Egli li riprese dicendo: "Perché temete, uomini di poca fede?" (Mt. 8,26).

E a Pietro – che Gli gridò di salvarlo, spaventato dalla potenza del vento e dal sentirsi sommergere – Gesù, tendendogli la mano mentre gli si avvicinava camminando sulle acque, disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?" (Mt. 14,31).

Se i Suoi uomini, chiamati, protetti e sostenuti da Lui sempre pronto ad aiutarli e con loro in costante compagnia, dichiaravano di crederGli, perché dubitavano?


"Gesù salva Pietro camminando sulle acque" di Morgan Westling


Ad altri seguaci che Gli chiesero perché non erano riusciti a guarire un "forsennato", il Cristo rispose: "Per la vostra poca fede". (Mt. 17,19). E quando gli stessi un giorno gli chiesero: "Accresci in noi la fede!", il Signore rispose loro: "Se voi aveste tanta fede quanto un granello di senape, potreste dire a questa pianta di moro: «Sradicati e trapiantati in mare» – ed essa vi ubbidirebbe". (Lc. 17, 5-6).

La fede, sempre la Fede. Quella fede che nella lettera agli Ebrei San Paolo definì "realtà di cose sperate e convincimento di cose che non si vedono" (11,1) ed anche: "Senza fede non è possibile piacere all'Altissimo perché chi si accosta a Dio deve credere che Egli esiste e che Egli è rimuneratore di quelli che Lo cercano" (11,6).

In rapporto all'Eucaristia poi, bisogna ricordare l'importanza e la necessità della Fede perché avvenga la vera Comunione, quella spirituale, cioè l'unione del divino con l'umano, perché la vibrazione sacra possa compenetrare quella terrena ed apportare quei benefici di purificazione ed elevazione che la creatura tanto desidera.

Non si pensi, però, che la Fede salvi, che guarisca, no. È Dio che salva, è Lui che guarisce, è sempre Dio l'unico Salvatore, l'unico Guaritore vero ed instancabile. Ma ci salva e ci guarisce quando crediamo in Lui e sappiamo a Lui elevarci.

L'Onda divina dona eternamente Luce e Amore, Sapienza e Umiltà, Bontà e Purezza...

Ma chi riceve? Chi si trova in condizione di poter ricevere! Chi rifiuta il soccorso dall'Alto, chi si ritiene auto-sufficiente e crede di poter fare a meno di Dio, non può ricevere. Mentre colui che ha Fede sincera permane in uno stato di attesa, di continua speranza, e dunque si predispone alle migliori condizioni di accoglimento.

È sufficiente  ricordare gli Ebrei,  il popolo eletto scelto  da Dio per la Nascita di Gesù il quale, nonostante il materialismo dominante in quell'epoca,  viveva aspettando, con la Speranza nell'Avvento messianico, e richiamava così mediante la Fede il Raggio divino (Amore) che avrebbe dovuto prendere forma umana.

La Fede vera è elevazione dello spirito alle più alte Sfere di Luce, è vittoria sulla "materia"; è certezza di Dio, del Suo Amore e del Suo costante aiuto; la Fede vera è umiltà, è amore che chiama Amore; è Forza potente perché sicuro e potente è l'aiuto delle Forze celesti.

E con l'aiuto di Queste, l'uomo diventa potenza, e il piccolo, giovane, e fragile Davide uccide il gigante Golia (1Samuele 17, 45-50).



La Fede è forza in ogni occasione della vita, anche umana, perché persino a favore degli obbiettivi terreni è necessaria per vincere ed è la fede in noi stessi, in ciò che facciamo.

Senza di essa l'esistenza è vuota, priva di entusiasmi, mancante di slanci e spoglia di grandi conquiste, perché soltanto avendo fede in qualcosa o in Qualcuno si ha la forza di compiere sacrifici per la riuscita.

Il medico, ad esempio, dispera della guarigione del malato se questi non crede in lui e nei suoi farmaci, restando passivo e apatico nell'inerzia totale.

Vi sono tanti casi, quindi, che vengono risolti unicamente per fede. Negare questa realtà è negare se stessi in rapporto alla vita.

L'uomo è felice di possedere questa ricchezza. È vano quindi asserire che il mondo possa reggersi privo di questa forza. Se essa non esistesse l'uomo la dovrebbe creare attraverso la sua stessa immaginazione.

Non vi è capacità intellettiva senza luce, e questa Luce è l'Armonia Infinita che si diffonde sugli umani dicendo: "Mi chiamo Speranza, sono nata dalla Fede, porto a te il mio grande contributo per sostenerti e farti credere alla realtà del tuo presente e a quella del domani... prosegui sempre, non volgerti, io ti precedo tracciandoti la via".

E lungo il Sentiero della Speranza... ad un dato momento fiorisce la Carità...

L'essere che attraverso la Fede e la Speranza ottiene i più grandi risultati, sente la necessità di avere madonna Carità al fianco, e con quella si reca qua e là, negli antri oscuri, dove la miseria geme in doppia mostra: morale e materiale.

Madonna Carità passa silenziosa, lenisce con la grazia il dolore altrui, e se ne va nel silenzio dei cieli trascinando con sé l'anima umana. Ecco: si può giungere al "porto" percorrendo questo Sentiero senza voltarsi.

Quanto è necessaria la Fede profonda nell'intimo dei nostri cuori per superare gli ostacoli e i dolori che la vita ci offre per la nostra evoluzione!

Non a caso la Fede, la Speranza e la Carità (ossia l'Amore) sono le tre Virtù Teologali, ossia divine, sulle quali chi desidera davvero tornare alla Casa Paterna deve innestarsi per raggiungere la tanto sospirata Meta finale.


la Fede (preghiera), la Speranza (ancora di salvezza), la Carità (amore)

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

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