giovedì 14 novembre 2019

Cecità e Bizzarria dei cardinali De Giorgi e Burke


Howard David Johnson

Scrive don Minutella:

Il quadro d'insieme della situazione nella Chiesa sconfina verso il grottesco, a causa della vigliaccheria, ammantata di umile sottomissione, di non pochi pastori.

Ieri pomeriggio, tra una lettura e l'altra, ho trovato un video intervista al cardinale Salvatore De Giorgi, quasi novantenne (ma in ottima forma), che mi ha ordinato sacerdote. Si trattava di una tv locale pugliese, dal momento che De Giorgi, pur cardinale, non è certo un presule noto in Italia.

L'intervista  dura  circa  un'ora  e,  alla  fine,  indovinate  su  chi  è  caduto il discorso?  Su papa Francesco, ovviamente! Che, ormai, almeno nei media (pressoché tutti allineati),  vale più di Gesù Cristo.

De Giorgi (povero lui!) ha iniziato allora un discorso che è sembrata quasi una farneticazione.

Evidentemente i vari influssi di satana, soprattutto dopo l'intronizzazione a Roma di Pachamama e degli idoli diabolici, riescono ad ottenebrare le menti, ad offuscare i cuori, conducono, in una parola, a quella che san Tommaso d'Aquino chiama caecitas mentis (cecità della mente; ndr) e che colpisce chiunque si ostini a non voler vedere (per non compromettersi) l'agire di Dio, come il faraone d'Egitto.

Per De Giorgi, che esordisce col dire che Francesco ha varie opposizioni interne alla Chiesa e non solo, il papa argentino "è un santo" (!!), un uomo di contemplazione, che ama la Chiesa e lavora per essa fino al dono di sé.

Dunque, Bergoglio sta distruggendo la Chiesa, piazza a Roma la Pachamama, fa offrire  incenso alle divinità pagane, benedice  i  riti satanici  nelle  basiliche  romane,  e De Giorgi, come numerosi altri poveri cardinali, addirittura lo definisce santo. Sembrerebbe un film tragicomico.

Osservando con attenzione questo cardinale, cui va la mia gratitudine per avermi fatto sacerdote, ho provato un senso di grande pena, di profondo dolore nel vedere come si riducano le anime, oggi, di fronte all'impostura satanica che invade la Chiesa.

Non vogliono vedere e, dunque, Dio li acceca... (Ved. 2Tess. 2, 3-11; ndr).


Il card. De Giorgi e Bergoglio

Come non bastasse, in serata, ho potuto leggere le dichiarazioni del cardinale Burke che, sempre di più, somiglia a Gianni Morandi nella celebre canzone che dice: "ritornerò... in ginocchio da te". Il presule americano, apparente paladino anti-bergogliano, in realtà, è quello che più di tutti sta danneggiando la resistenza cattolica.

È da almeno cinque anni che promette, da un momento all'altro, di fare qualcosa, in realtà, alla fine, conclude sempre con un rinvio ingiustificato.

Anche questa volta, come del resto avevo previsto, Burke, dopo aver promesso di intervenire se il Sinodo avesse sdoganato la dottrina cattolica sul celibato e sulle diaconesse e tutto il resto, ha mostrato di essere un abile giocoliere, come quelli che si fermano ai semafori per divertire gli automobilisti.

Dopo essere stato costretto a riconoscere che il Sinodo si è concluso con queste aperture verso il cambiamento della dottrina, dice che ora bisogna attendere il documento del papa! Bene, molto bene, per tutti gli entusiasti di tali Cardinali...

È dall'Epifania del 2016 che Burke promette una discesa in campo... Poi aggiunge che lui non si muoverà mai per uno scisma, e che Dio non può volere questo per la sua Chiesa, e ancora, soprattutto, che egli non ha elementi ricavati dal Diritto Canonico per intervenire a riguardo del momento presente.

Lo avevo detto, ed ora lo ribadisco, questi Cardinali sono del tutto inaffidabili. Invecchieranno con grande dolore, perché assisteranno all'intervento di Dio che, scegliendo i piccoli e gli ultimi, li svergognerà di fronte alle loro tattiche umane, ai loro giochi di potere, al misero attaccamento alle poltrone. (Cfr. anche QUI, QUI e QUI; ndr).

D'altra parte, un movimento di fede, sempre più imponente, di resistenza cattolica, che rimane legato a Benedetto XVI, c'è e, sebbene non abbia visibilità mediatica, cresce sempre più.

Questo "piccolo resto" che si sta aggregando non più solo in Italia, ha ormai chiaro che, grazie a Dio, da questi Cardinali non c'è nulla da sperare. Dio saprà trovare, come sempre, le vie più insospettabili per realizzare la sua opera.



Don Alessandro Maria Minutella (classe 1973)

Del sottoscritto scrivono ormai da tempo che prima o poi il fenomeno morirà. Ieri sera, senza appoggi e senza sostegno di un benché minimo network che si dica cattolico, ho avuto in diretta un picco di 620 visualizzazioni e stamattina la diretta con le domande è giunta a 6.242 (ore 10.39) visualizzazioni, con 11.712 contatti e 595 commenti.

I numeri di ascolto sono parecchio aumentati, e la diffusione del nostro profetico schieramento dalla parte di Benedetto XVI è sempre più ampia nelle regioni italiane. Don Enrico, ormai, nel suo prezioso muoversi per le varie città, registra una crescita esponenziale.


Don Enrico Maria Roncaglia

Per tutti questi network e giornali pseudo cattolici, don Minutella è un nome impronunciabile che, però, si aggira come spettro nelle loro menti che, quando conservano ancora un po' di onestà, interiormente mi riconoscono di aver avuto ragione fin da subito.

Deve inutilmente ormai circolare a tutti i costi l'immagine di un prete "siculo" matto, un "Masaniello" fuori di testa, e così mentre mi ignorano e annunciano la mia disfatta, il seguito a mio favore, nonostante il boicottaggio, cresce.

Nel frattempo Dio punisce come meritano, tali maestri della menzogna. A tutti i costi demonizzano me, e per questo vanno in cerca, qua e là, di qualche cardinale o prete o teologo che possa rimpiazzare presto don Minutella.

Hanno ciò che meritano: affondare nelle sabbie mobili di promesse inattuate, di rinvii continui, di scorciatoie strategiche. E alla fine sono sempre al punto di partenza. Ogni tanto si affaccia una nuova voce ma, al primo gesto di condanna, lo vedi scomparire nel nulla.

Denunciano, denunciano, denunciano…tutto il giorno a denunciare, senza però mai scendere apertamente in campo, come abbiamo fatto noi. E soprattutto senza mai puntare il dito su Bergoglio, artefice della disfatta. (Hanno tutti paura... ved. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI; ndr). 

È come se io andassi alle riunioni sindacali, alle sedute amministrative e politiche, o di decisione della finanza, sapendo che a guidare la seduta è un capo mafia, io che magari sui social mi esibisco come paladino della lotta alla mafia.

Ma, seduto al tavolo delle trattative, taccio, e continuo a far finta di nulla. Magari al mattino un coffee break col boss, e al pomeriggio in piazza a manifestare contro di lui. Posso forse pensare di salvarmi l'anima solo perché, dopo alcune ore dal caffè in comune, sono ad urlare contro la mafia? Dio potrà, Lui che è giusto, premiarmi, o dovrà dirmi: servo ipocrita? L'omertà, lo sappiamo, la contiguità, hanno dato alla mafia un grande aiuto.

Ora, come si può denunciare, magari senza mai fare il nome del boss, la situazione attuale nella Chiesa, e poi disinvoltamente sentirsi in comunione (la parola qui è più che forte!) con il falso papa? È un sistema di omertà che contribuisce, ciascuno con la propria responsabilità, a rafforzare i nemici della Chiesa.




Probabilmente per molti il paragone con la mafia appare sgradevole, eccessivo, fuori luogo (e posso comprenderlo), bisogna però ricordare che la Chiesa, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, l'unica vera Chiesa, è da sempre assediata dal diavolo che la odia, perché sa che essa soltanto dispensa la grazia e annuncia in tutta verità il vangelo della salvezza. Il mysterium iniquitatis ha molte sfaccettature, ma la matrice è unica.

Burke mostra un accecamento superiore a quello del suo collega De Giorgi. Ci saranno nuove promesse, e ci saranno altrettanti rinvii. Roma nel frattempo, nella volontà dei poteri forti, delenda est (significato QUI; ndr).

Ma Dio aveva in mente altri disegni. Saranno piccoli uomini, gli apostoli di Maria, radiografati dal Monfort che, senza paura e senza attaccamento a sé stessi, urleranno la verità e salveranno la Chiesa cattolica.

I pretesti di Burke lasciano tanto amaro in bocca. Lui dice che non si può optare per uno scisma, perché il Diritto Canonico non aiuta in questo. E il terzo segreto di Fatima, le profezie, i riferimenti biblici e catechetici (CCC 675)*, la palese apostasia che dilaga, la consegna di Roma agli idoli satanici che fine fanno? (Cfr. QUI; ndr).

(Il paragrafo 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica e molto altro si trova QUI; ndr). 

Forse la Chiesa sarà salvata da un canone del Codice o non piuttosto dal soffio potente dello Spirito, dalla grazia di una nuova Pentecoste che, facendo uscire dal Cenacolo, senza paura e senza codardia, spingerà a un rinnovato slancio di fede? (Cfr. QUI; ndr).

Non meritano questi cardinali. Invecchiano nelle loro paure di perdere l'onore e la poltrona. Mostrano uno scenario impietoso. Dio sta già seguendo altre vie...

E chissà che quel monsignor Viganò, che vive nascosto per timore di ritorsioni, non sorprenda tutti e si ponga, una buona volta, a capo della resistenza cattolica fedele a Benedetto XVI...


... che intanto continua a tenere alta la fiamma della Fede Vera nel buio tenebroso calato sulla Chiesa.

                                                                                                                      Don Minutella

Relazione di: Sebirblu.blogspot.it

Fonte: facebook.com/radiodominanostra e QUI, anche in spagnolo, al commento di "adeste fideles" con il titolo: "El Caso del Cardenal De Giorgi y Burke".

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