Sebirblu, 30 novembre 2019
È fin troppo risaputo che una tigre
ferita è molto pericolosa perché determinata a vendicarsi del male
subito.
È l'attuale figurazione dello stato
psico-fisico in cui si trova oggi l'ex primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu che, secondo la giurisdizione ebraica, comunque
rimane in carica, anche se non rieletto per ben due volte consecutive
in aprile e nel settembre scorsi.
Non è però a causa della mancata
elezione che il longevo statista è ora così furioso da essere
paragonabile al proverbiale felino, bensì per tre gravi accuse di
corruzione ricevute dalla magistratura del suo paese. (Ved. QUI e QUI,
l'ampio ed esauriente articolo).
A prima vista, l'argomento sembrerebbe
riguardare solo l'interessato e al massimo il popolo d'Israele, se
non fosse per la caparbia tenacia di Netanyahu di volere a tutti
costi conservare il comando per evitare un'eventuale condanna a 13
anni di carcere e salvare la faccia dalla devastante umiliazione.
Questo comporta, come spiega molto bene il pezzo da me tradotto, che per ottenere ciò egli stia
sfoderando, insieme al suo amico Trump (ved. QUI), tutta la sua grinta peggiore
per rimanere a galla politicamente ingraziandosi l'elettorato con una
guerra "difensiva" contro l'Iran.
Ecco perciò che lo scenario in arrivo
non si presenta per nulla roseo, anzi... tenebroso, e da questo si
evince che solo la mente diabolica di Lucifero poteva concepire una
tale trappola per far precipitare tutto il genere umano nella Terza
Guerra Mondiale, ossia nell'apocalittica Armageddon dei tempi
finali. (Cfr. QUI e QUI).
I presupposti, d'altronde, non mancano
(ved. QUI) affinché il Maligno dia lo scacco al
mondo... o almeno ci prova, dal momento che non avrà lui l'ultima
parola. (Cfr. anche QUI).
Il "Biglietto d'Uscita"... dalla Prigione.
Non è una
coincidenza se, mentre la morsa giuridica si stringe intorno al primo
ministro Benjamin Netanyahu, detto "Bibi", l'esercito
israeliano ha improvvisamente moltiplicato gli attacchi aerei contro
le forze iraniane di base in Siria.
Rivestire il
ruolo di uomo forte nella difesa nazionale e vincere un nuovo mandato
come capo del governo dello stato ebraico consentirebbe di evitare le
azioni penali per corruzione in corso.
Se Netanyahu
venisse rimosso dall'incarico, verrebbe immediatamente processato.
Un'eventuale condanna per le accuse ricevute potrebbe costargli fino
a 13 anni di carcere.
La posta in gioco
è alta per lo statista israeliano. Con un'età di 70 anni, è il
primo ministro più anziano nella storia di Israele in quanto eletto
per ben quattro volte.
Pertanto, più a
lungo resterà premier, più potrà rinviare la sua comparizione in
tribunale poiché come leader ha diritto all'immunità durante il
proprio mandato.
Lo stallo
politico attuale di Israele è una fase molto pericolosa per
Netanyahu. Dopo due elezioni
tenute all'inizio di quest'anno, né lui, né il suo rivale più
prossimo, Benny Gantz, sono stati in grado di formare un governo di
coalizione.
Quindi, egli
resta sempre validamente in carica. Però i legislatori potrebbero
votare per un altro personaggio nelle prossime settimane, altrimenti
si presenterebbe la necessità di tornare per la terza volta alle
urne nel marzo prossimo.
In ogni caso,
Netanyahu deve rimanere al suo posto se vuole evitare il processo.
Ciò significa che l'impulso di accendere dissidi ‒ con la scusa
della sicurezza ‒ con l'Iran e la Siria o i palestinesi dei paesi
vicini, sarà sempre più forte per questo politico dalla testa
calda.
Egli ha sempre
raccolto consensi, definendosi il grande difensore degli israeliani.
... Rovescerà i potenti dai troni e innalzerà gli umili... (dal 'Magnificat' di Lc. 1,52). |
Nel corso dell'ultima settimana, quando si è conclusa un'inchiesta penale di tre anni con le accuse di corruzione, frode e abuso di potere per favoritismo nei confronti dei mezzi di comunicazione, le forze israeliane, sotto suo comando, hanno lanciato in Siria bombe aeree letali contro obbiettivi iraniani.
I rapporti dicono
che sono state uccise circa 23 persone, la cui gran parte era
costituita da membri militari iraniani della forza di Al-Quds, anche
se i mass media siriani hanno riferito che gli attacchi maggiori
erano stati intercettati.
Che dei soldati
iraniani siano stati uccisi oppure no, l'intenzione israeliana è di
provocare Teheran.
Generalmente, le
forze armate ebraiche non confermano mai quando effettuano attacchi
per via aerea sulla Siria o sui paesi limitrofi. Negli scorsi giorni
tuttavia i politici, fra cui Netanyahu, si sono vantati di averlo
fatto. Egli ha asserito:
"Ho detto
chiaramente che coloro che ci attaccano, verranno attaccati. Questo è
ciò che abbiamo fatto stasera (20 novembre) contro gli obbiettivi
militari della forza Al-Quds iraniana e siriana."
Gli israeliani
hanno sostenuto di aver risposto ai tiri dei razzi provenienti dalle alture del Golan, ma sembra che tali lanci siano stati causati, a
loro volta, da colpi ebraici sparati sulla Siria, qualche giorno
prima.
Si sospetta che
Israele abbia orchestrato una fiammata di violenza come pretesto per
dar modo allo statista di "rispolverare" le sue medaglie di
guerra e mostrare i muscoli all'elettorato.
Questo
stratagemma è conforme al modo in cui Netanyahu è solito montare
la retorica bellicosa nel corso degli ultimi mesi.
Nonostante il diritto internazionale e le risoluzioni dell'ONU designino le colonie di Israele illegali, Donald Trump, ha esortato Netanyahu ad impegnarsi di più per la sua campagna
elettorale quando la Casa Bianca, il 18 novembre, ha annunciato
che Washington riconosceva come legittime tutte le comunità
israeliane in territorio palestinese.
Colonia israeliana illegale. |
Questo cambiamento della politica USA è stato forse voluto da Trump per aiutare il suo amico "Bibi" sapendo che l'atto di incriminazione era in arrivo? (Sarebbe giunto infatti il 21 novembre; ndt).
Un mese fa,
l'esercito ebraico ha intensificato le incursioni aeree su Gaza,
uccidendo decine di civili, fra cui intere famiglie e bambini. Così
Netanyahu ha cinicamente dissipato le paure israeliane per il lancio
dei razzi palestinesi dalla Striscia di Gaza sotto assedio.
Si tratta di una
zona densamente popolata da un milione e ottocentomila persone,
viventi nella povertà, private di acqua potabile e di elettricità a
causa di un rigido cordone militare ebraico. (Ved. QUI e QUI; ndt).
Ma, inasprendo
il contrasto con l'Iran in modo così provocatorio, ossia colpendo la
sua Forza elitaria Al-Quds in Siria, Netanyahu gioca col fuoco.
La Russia ha
condannato i bombardamenti aerei di Israele contro la Siria (ved. QUI; ndt) come aggressione illegale. Il ministero degli Esteri
russo ha avvertito che tali atti potrebbero portare ad un conflitto
più ampio nell'area medio-orientale.
Ancora una volta, Donald Trump sembra favorire e incoraggiare Netanyahu nel suo programma di
incitamento alle tensioni contro l'Iran in nome della "sicurezza",
e consegnargli così una carta "scansa-prigione". (Cfr. QUI; ndt).
Non c'è alcun
dubbio che il presidente americano comprenda la situazione attuale di
"Bibi", mentre i legislatori di Washington, nel frattempo,
indagano sul suo presunto abuso di potere allo scopo di ottenere
favori dall'Ucraina.
La drammatica
esplosione di violenza per le strade dell'Iran, nei giorni scorsi, ha
visto dei sobillatori (pare legati alla CIA; ved. QUI; ndt) impadronirsi delle manifestazioni pubbliche che
protestavano per l'aumento dei prezzi alle pompe.
La rapida diffusione di incendi criminali contro le proprietà dello Stato e il fatto che parecchi membri delle forze di polizia iraniane siano stati colpiti a morte indicano un ruolo straniero nelle sommosse di piazza.
Il presidente Trump e il segretario di Stato Mike Pompeo hanno rilasciato spudorate dichiarazioni di ingerenza negli affari interni dell'Iran, incoraggiando altri disordini nelle vie ed affermando ipocritamente che gli Stati Uniti "erano dalla parte del popolo iraniano".
Sembra che finora ci siano stati più di 100 morti (ved. QUI e QUI). La benzina è rincarata del 50%. |
Brian Hook, l'inviato speciale della Casa Bianca per l'Iran è persino arrivato ad ammettere apertamente che gli Stati Uniti hanno lavorato 18 mesi per trovare il sistema di aiutare i dissidenti anti-governativi ad eludere le restrizioni di Internet imposte dalle autorità iraniane al fine di contenere la diffusione delle proteste.
«Siamo riusciti
a dotare il popolo iraniano degli strumenti utili a consentire agli
iraniani di comunicare tra loro quando il regime tenta di
censurarli», ha detto Hook.
La settimana
scorsa, Trump ha dichiarato al Congresso che avrebbe inviato 3000
soldati statunitensi in Arabia Saudita per "prevenire la
provocazione iraniana"; un'altra misura che la Russia ha
qualificato come fonte di attriti regionali. Nel contempo, la
porta-aerei USA Abraham Lincoln è entrata nel Golfo Persico.
Trump e Netanyahu sembrano lavorare mano nella mano per aumentare l'attrito con l'Iran.
Di certo, "Bibi" scommette che il rullo dei tamburi di
guerra soffocherà i richiami al suo processo per corruzione.
Ma, ahimè, piuttosto che affrontare la giustizia, il dirigente israeliano sembra pronto a scatenare una guerra con l'Iran pur di "salvarsi la pelle".
Finian Cunningham
Relazione,
traduzione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it
Fonte primaria: strategic-culture.org
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