Sebirblu, 15 dicembre 2024
Già scrissi QUI e QUI delle strabilianti facoltà di questi due uomini eccezionali, Gustavo Adolfo Rol e Padre Pio da Pietrelcina che, pur appartenendo a campi diversi, l'uno secolare e l'altro religioso, hanno sbalordito il mondo con i loro "miracoli", prodigandosi, seppur sovente in modo diversi, per il Bene dell'umanità e il suo Risveglio interiore.
L'articolo che segue è un tentativo di comparazione tra loro, considerando come unico fattore comune il Mistero retto dalla Fede in Dio. Ho estratto i brani scelti, e accorciati, da un testo di Vincenzo Mercante QUI, con la presentazione di Giorgio Galazzi.
"Mi sono definito «la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto"
A questa suggestiva espressione che, in sintesi, avvalora il pensiero e la mirabolante opera dell'elegante e colto Gustavo Rol, il più grande sensitivo del XX secolo, fanno eco i mistici aneliti, le sublimi rivelazioni ed i miracoli di un eclatante "Vedo tutto in Dio" del Santo di Pietrelcina, l'umile frate cappuccino di estrazione rurale meglio noto con il nome di Padre Pio.
Tra i sogni della fantasia e le apparenze dell'irreale, nel mondo cristiano (e non solo!) fioriscono così prodigiose intenzioni e realizzazioni straordinarie che ‒ paragonate ai pianeti ed alle stelle ‒ brillano non di luce propria ma acquisita dall'Eterno per sviluppare armoniche energie, finalizzate tanto a sanare situazioni individuali e collettive di sofferenza, quanto a convertire l'uomo ad un'intelligente spiritualità, spesso traendolo dal materialismo ateo.
Il tramite? Quelle due figure, talmente diverse tra loro, eppur così vicine negli intenti, dotate entrambe di poteri che nella prima potremmo definire preternaturali, nella seconda decisamente soprannaturali.
Franco Rol, lontano cugino di Gustavo, ha desiderato fare un commento a proposito di questa distinzione:
«Un'analisi attenta degli esperimenti, dei prodigi e delle guarigioni compiute da Rol dimostrano invece una commistione delle due categorie. Tanto più che il pensiero di Gustavo è costantemente intriso di riferimenti religiosi e di ringraziamenti a Dio per quanto avviene. L'essere "laico", inteso nell'accezione di "non sacerdote", vale a dire "civile", non esclude affatto la possibilità di essere strumento di miracoli. Lo Spirito vola dove vuole, e Dio può servirsi per la Sua Opera di chiunque.»
E aggiunge ancora: «Sia Gustavo Rol che Padre Pio si consideravano solo strumenti della divinità. Non di rado Rol, dopo un esperimento, ringraziava Dio per avergli concesso di dare agli altri uomini testimonianza della Sua Grazia, per mostrare loro quali e quante possibilità li aspettano lungo il cammino della loro evoluzione, per affermare che la morte non esiste e che l'Amore è "causa suprema di ogni cosa".»
I fenomeni naturali sono conformi alle leggi fìsiche. Per esempio, l'acqua riscaldata a 100°C bolle. Possiamo distinguerli in fisici, fisiologici, psichici. Di essi si può dare anche un'altra classificazione: normali, anormali e super-normali.
Basterà dare degli esempi: un fenomeno normale è una pietra che cade, mentre un evento anomalo si ha coi gemelli siamesi, e super-normale (o eccezionale) è quello degli stenocalcolatori, ovvero delle persone che calcolano mentalmente con grande rapidità.
I fenomeni preternaturali si distinguono perché sorpassano le leggi di natura: o in sé o nel modo come avvengono, o nel soggetto in cui si verificano. Al contrario, quelli soprannaturali contraddicono tali leggi. Esempi rispettivi sono:
‒ le luci che si possono intravedere in certe sedute spiritiche; un oggetto che si muove senza essere toccato; una persona incolta che parla o comprende varie lingue allorché si abbandona in trance alla scrittura automatica.
‒ l'acqua cambiata in vino da N.S. Gesù Cristo; la pesca miracolosa; la resurrezione di Lazzaro; la guarigione del cieco nato.
Per la nostra Fede, nella fattispecie, sono unicamente questi i veri miracoli. Essi appartengono all'Opera esclusiva dell'Onnipotente, che ‒ a Sua gloria ed onore ‒ può prescegliere e delegare persone in odore di santità al fine di perpetuare sulla Terra, nei secoli e nei millenni, eloquenti messaggi di amore.
Sono arcinote, d'altronde, le ingiuste contestazioni e le amare umiliazioni subite dal Frate stigmatizzato prima che dall'intempestivo ravvedimento dei vertici della Chiesa trovassero alfine avvio, nei suoi confronti, illuminate provvidenze di riabilitazione e successiva beatificazione e santificazione. (Cfr. QUI; ndr).
Meno conosciute, ma egualmente infondate sono state le pesanti insinuazioni di certi media su Gustavo Rol: le sue indubbie virtù paranormali erano state deprezzate al livello di un abilissimo fervore divinatorio, null'altro più di una spettacolare quanto fascinosa esibizione di prodigi da "illusionista e mistificatore", rivelatesi invece tutte, nel concreto, manifestazioni autentiche ispirate dall'Alto.
È assai nota pure l'estrema cautela della Chiesa nell'avvalorare accadimenti che, pur straordinari nella loro stupefacente virtualità e ai limiti dell'umana comprensione, non possono entrare nella logica di un rigore ecclesiastico estremamente selettivo:
‒ questo è infatti volto a surclassare fenomeni eccezionali, osannati dalla credulità popolare ma non del tutto permeati della Grazia divina, come pure esita nell'elevare alla gloria degli altari persone che, pur dotate in vita di misteriosi carismi, non siano state giudicate autentiche portatrici dei messaggi di Dio.
E com'è l'atteggiamento del mondo scientifico nei riflessi del paranormale? Tende attualmente ad essere più possibilista rispetto al passato, facendo proprio l'assioma che "è pur sempre il dubbio a distinguere la persona intelligente dalla stolta!".
Certo è che, oggi più che mai ‒ assistendo estasiati al lento, progressivo dissolversi dei misteri dell'Universo (che sono tanti e destinati in gran parte a rimanere tali!), ma specialmente di fronte alle immani sciagure della cronaca e della storia, qui, sul minuscolo nostro pianeta ‒ si avverte nel genere umano un impellente e profondo bisogno di spiritualità.
E se Padre Pio sarà sempre ricordato come un grande Santo e benefattore, non meno degne di menzione potranno essere le riservate e complesse sperimentazioni dello straordinario "metafisiologo" di nome Rol, finalizzate alla sensibilizzazione educativa delle masse sulle potestà – multiformi ed occulte – dell'Onnipotente, di cui è stato semplice e devoto messaggero:
– sensitivi entrambi; ambedue dotati di chiaroveggenza, di facoltà diagnostico-criptoscopiche e di quant'altro sfugga al normale controllo dei nostri comuni sensi, ma nel contempo ciascuno ben differenziato dall'altro nell'assetto socio-culturale ed ambientale.»
Giorgio Galazzi
Una Vita di Prodigi
La straordinarietà In Padre Pio era così abituale da passare quasi inosservata a chi viveva accanto a lui. Una particolare riconoscenza merita senz'altro padre Agostino da S. Marco in Lamis, il quale, come suo direttore spirituale, impose a Francesco Forgione di mettere per iscritto e rispondere a talune domande sulle esperienze carismatiche della sua fanciullezza, raccolte poi in un diario.
Veniamo così a sapere che le apparizioni cominciarono fin dal quarto anno di età, similmente alle vessazioni diaboliche già attive sin d'allora. Il primo miracolo risale al 1908: Padre Pio si trovava a Montefusco in provincia di Avellino per rinfrancare la malferma salute, e il convento in cui albergava era situato presso un gran bosco di castagni.
Il Frate, raccolto un sacco di marroni, lo inviò a Pietrelcina alla zia Daria, che da sempre gli dimostrava un forte affetto. Una sera, rovistando in un cassetto dove il marito custodiva la polvere da sparo, una scintilla appiccò il fuoco ed una fiammata la investì in pieno volto. Urlando la donna involontariamente pose sul viso il sacchetto che aveva contenuto le castagne e immediatamente il dolore scomparve senza lasciare alcun segno di bruciatura.
Risalgono a quel periodo, nella stanzuccia chiamata la Torretta, a Pietrelcina, i lunghi colloqui con il Signore, la Madonna e S. Michele Arcangelo, intervallati da poderosi disturbi demoniaci, come rumori sordi, colpi sui muri, rottura di pentole e sedie, seguiti da svenimenti ed estasi.
Proseguendo nella comparazione, queste stesse parole si addicono pure a Gustavo Rol, il maggiore tra i sensitivi del XX secolo. È chiaro però che un paragone fra i due personaggi risulta un poco azzardato, trattandosi di personalità diversissime fra loro.
Il Frate di San Giovanni Rotondo si presenta come un gigante mistico e taumaturgo, la cui grandezza cresce sempre più dopo la santificazione ufficiale stabilita sotto l'egida di papa Wojtyla, i cui interventi prodigiosi visibili e spirituali non solo non si affievoliscono, ma si dilatano attirando folle dai cinque continenti.
Nel frattempo, anche la grandezza e la fama di Rol fanno la storia, ne tramandano intatta la memoria che aleggia intorno alla sua potente personalità da "grondaia che convoglia l'acqua cadente sul tetto", acqua che lo spingeva ad agire con "spontaneità quasi sotto l'impulso di un ordine ignoto" a favore di un'umanità curva sotto il peso della sofferenza.
Ebbe a dire di lui Federico Fellini:
"Gustavo è l'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene".
Rol, in ricordo del grande regista, scriveva il 19 novembre 1993 a Giulietta Masina:
"Mi permetto farle conoscere un foglio pervenutomi il 27 gennaio 1990 quando ho perduto la mia adorata Elna: foglio che mi ha molto confortato, perché descrive, come lo immaginavo, quell'aldilà del quale avevo tanto parlato a Federico.
Su quel foglio c'era scritto:
"Se tu conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza limiti ed in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami. Mi è rimasto l'affetto per te, una tenerezza che non ho mai conosciuta... Nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine pensa a questi meravigliosi luoghi dove non esiste la morte e dove, nuovamente uniti, ci disseteremo insieme alla Fonte inesauribile dell'Amore e della Felicità..."
Lei sa, carissima Giulietta, che ho speso la vita per dimostrare che il nostro Spirito può compiere prodigi che la scienza non saprebbe rinnegare, fra queste la conoscenza del futuro. (Ved. l'articolo su "La Stampa" QUI; ndr).
Gustavo Rol e Federico Fellini in una mostra del 1986. |
Nella copertina posteriore di presentazione del saggio di Remo Lugli si legge: "Rol ha fatto tante cose sbalorditive, tutte senza scopo di lucro, con la sola finalità di recare del bene al prossimo e di far capire che queste doti, a lui, uomo di Fede, venivano dall'Alto per dimostrare l'esistenza di Dio".
Parole che bene convengono anche al Santo del Gargano. Non sembri assurdo allora tentare un approccio di paragone, riproducendo qui una dichiarazione rilasciata da Renzo Allegri, ammiratore e biografo del celebre torinese, ad un giornale:
"In testa alla classifica dei casi strani del mondo metterei di sicuro Gustavo Rol. Ma se penso a Padre Pio, direi che anche in lui, grande asceta, c'erano, oltre alla santità, tutti i fenomeni paranormali. L'ho incontrato due volte a S. Giovanni Rotondo, ho avuto tra le mani migliaia di documenti, anche inediti, che possono confermare questa tesi".
L'Allegri ripeteva spesso anche in dibattiti televisivi ciò che il famoso sensitivo sosteneva come idea di fondo:
"L'uomo, in quanto figlio di Dio, ha in sé una natura divina di cui dovrebbe prendere coscienza. Aprendosi con fiducia a questa consapevolezza l'uomo può ritrovare la possibilità di fare cose strepitose".
E di accadimenti strepitosi è traboccante pure la vita di Padre Pio. Egli fu l'uomo del confessionale, in cui passava sovente oltre 15 ore al giorno per curare i mali dello spirito. Uscitone poi stanchissimo, camminando fra due ali di devoti, poneva sulla testa o avvicinava una mano stigmatizzata alla guancia di chi voleva strappargli una guarigione, una liberazione, un miglioramento delle proprie sofferenze.
Sulla conoscenza di lingue mai studiate, una volta ricevette una lettera in greco dal suo direttore spirituale e con facilità lesse tutto lo scritto. Richiesto come avesse potuto farlo, rispose: "L'angelo custode mi ha spiegato tutto".
In un'altra circostanza arrivò una lettera in francese. Apertala assieme all'arciprete di Pietrelcina, mons. Pannullo, trovò il foglio interamente macchiato d'inchiostro. Pensando fosse uno dei soliti dispetti di Satana, lo benedì con l'acqua santa; la macchia d’inchiostro sparì, riapparirono i periodi limpidamente vergati, poi lesse con tranquillità ignorando del tutto la lingua francofona.
Le guarigioni operate da colui che la gente già in vita aveva battezzato "Santo" non si contano. Sparivano d'improvviso o lentamente tumori al cervello e tubercolosi ossee e polmonari a persone cui Padre Pio appariva in sogno; vari bambini rachitici o affetti da anomalie sovente incurabili ritornavano normali.
Non c'è biografia che non riporti un lungo repertorio di portenti strappati a Dio tramite le preghiere del Frate. Durante la guerra, al convento di S. Giovanni Rotondo era un continuo viavai di poveri che chiedevano l'elemosina ed i frati finivano per dar loro anche i propri alimenti.
Un giorno nella cesta del pane ne era rimasto circa mezzo chilo, insufficiente per la comunità. I frati pregarono l'Altissimo e intanto sedettero a tavola a mangiare la minestra. Poco dopo arrivò Padre Pio con parecchi filoni di pane fresco.
Al superiore che gli chiese dove li avesse presi rispose candidamente: "Me li ha dati una pellegrina alla porta". Nel silenzio generale del refettorio più d'uno comprese che solo quel confratello stigmatizzato aveva il dono di incontrare certi pellegrini.
Sulle predizioni: impossibile un calcolo, tanto sono numerose. Possono riguardare accadimenti dolorosi, come un annuncio di morte, o gioiosi, come il superamento di pericoli o infermità. Lui poi conosceva con esattezza il giorno del proprio trapasso. Gesù gli aveva detto: "Per cinquant’anni porterai le ferite, poi verrai da Me". La preveggenza si avverò in pieno.
Gli episodi di chiaroveggenza sono registrabili nell'intero arco della sua vita: un benefattore, quando giaceva a letto infermo, era solito portargli una camicia candida per ricevere la Comunione. Una mattina al portinaio che era in procinto di recarsi a prendergliela, disse: "Aspetta, non andare adesso, aprigli la porta fra un'ora e mezza". Passato il tempo predetto, portinaio e benefattore si incontrarono sulla porta del convento.
Per bilocazione, come dice l'etimologia, si deve intendere la presenza simultanea della stessa persona in due luoghi distinti. Padre Pio fu protagonista di inspiegabili episodi di bilocazione. Dà un forte schiaffo sulla guancia di una persona che, mentre pregava, aveva preso sonno.
Compare ad un capitano di fanteria e gli grida di allontanarsi da un determinato posto che sarebbe stato bersagliato poco dopo da pericolosissimi colpi di cannone. Si presenta "in carne ed ossa" ad una suora e le ordina di portare una teca racchiudente un frammento di reliquia della Croce all'abitazione della contessa Silj.
Durante una notte bussa alla camera di un monsignore e gli suggerisce di andare ad amministrare il Viatico e l'Estrema Unzione ad un confratello morente. All'ospedale di San Severo, dove era ricoverato per una grave malattia, una notte Padre Placido vide accanto al capezzale San Pio che gli parlò, gli assicurò la guarigione e poi posò la mano sul vetro della finestra e scomparve.
Raccontò l'accaduto al personale ospedaliero, che incuriosito e scettico continuò per tutta la giornata a controllare quel vetro su cui brillava l'impronta di una mano. Neppure la pulitura del vetro con detersivo, ripetuta più volte, poté cancellare quel segno che riappariva di continuo.
Sulle "visioni a distanza", citiamo un'apparizione in sogno ad un ottantenne al quale il Santo dona dieci anni di vita. Questi e tanti altri racconti trovano la puntuale testimonianza di coloro che ne erano stati protagonisti e riconoscenti li divulgarono come ringraziamento all'Eterno e a edificazione dei devoti del Santo di Pietrelcina.
L'Allegri, nei suoi articoli, si sofferma lungamente su fatti avvenuti dopo il trapasso del cappuccino, riportati da persone malate che durante la notte hanno visto entrare nella loro stanza il frate dalla barba folta, spesso sentendosi toccare le spalle e udendo la sua voce con le parole: "Alzati e cammina" o "ti voglio aiutare... ora sei guarito".
Concludendo... sembra fuori da ogni dubbio che Francesco Forgione fosse dotato di specialissime attitudini che penetravano la sfera dello spirito e del soprasensibile. E ciò lo accosterebbe, con le dovute proporzioni e distinguo, al sensitivo torinese Gustavo Rol. I due uomini si assimilano in una espressione significativa: "Sono un mistero di fronte a me stesso".
Entrambi ebbero in comune episodi di visioni a distanza, chiaroveggenze, bilocazioni, imposizione delle mani. Ambedue professarono di essere strumenti di Dio al servizio di un'umanità sofferente.
In una parola, da una parte profondamente religiosa troneggia un gigante sotto tutti gli aspetti, e dall'altra, in ambito del tutto laico, pure il torinese è da considerarsi un gigante nella sfera psico-spirituale dell'altra dimensione, tanto che Remo Lugli titola la biografia su Rol: "Una vita di prodigi".
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