La Basilica di San Pietro come chiave del Regno dei Cieli? (Mt. 16, 19) |
Sebirblu, 10 dicembre 2024
Dopo la celebrazione solenne per i cristiani di tutto il mondo, che onorano come ho fatto io QUI la Concezione Immacolata della Vergine Maria, affiorano nella mia mente i ricordi sempre vivi di un'infanzia sorretta dalla fede e da una Chiesa vibrante, guidata da un Pontefice davvero degno di tale nome.
Si trattava dell'aristocratico principe Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli che, malgrado le velenose calunnie a causa del suo "silenzio" sulla persecuzione tedesca inflitta agli ebrei durante la seconda Guerra Mondiale, riuscì a salvarne almeno 11.400 dalla deportazione, secondo la testimonianza di uno di loro sopravvissuto allo sterminio, un certo Gary Krupp: ved. QUI e QUI.
La nobiltà di questo Sommo Pastore si contrappone alle origini rurali di un altro Vicario di Cristo salito a pieno titolo agli onori degli altari: si tratta di San Pio X, la cui breve biografia (molto più completa QUI) dice così:
«Giuseppe Sarto nacque a Riese, nel Trevisano, il 5 giugno del 1835 da famiglia contadina, secondo di 10 figli. Per interessamento di alcuni sacerdoti e del Patriarca di Venezia che conoscevano le sue doti, poté studiare al Collegio di Castelfranco, dove si recava percorrendo gli 8 km di strada a piedi nudi, "per non sciupare le scarpe".
A 23 anni fu ordinato sacerdote, e nel 1884 divenne Vescovo di Mantova. Nove anni più tardi fu eletto Cardinale Patriarca di Venezia e nel 1903 fu costretto, nonostante le sue proteste di incapacità, ad accettare l'elezione al papato.
Dotato di grande prudenza, discrezione, amabilità e umiltà, si autodefinì "servo dei servi". Fu uomo di profonda preghiera e di vero amore per i poveri, oltre che eccezionale organizzatore della Chiesa al suo interno.
Pio X si prodigò per dare al Clero non solo una formazione spirituale teologica e liturgica, ma anche di diritto canonico e di economia sociale. Sotto il suo pontificato si operò la riforma del calendario, del Breviario e dei rituali in genere, favorendo la partecipazione più attiva di tutto il popolo alla Messa domenicale (centro e culmine della vita cristiana) e la comunione eucaristica più frequente anche ai bambini.
Conobbe Lorenzo Perosi, ne ammirò il talento musicale e affidò a lui la riforma della musica e del canto sacro durante le cerimonie.
Promosse anche il rinnovamento della evangelizzazione preparando un catechismo che porta ancora il suo nome. Codificò pure il diritto canonico. Morì a Roma il 20 agosto 1914, assistendo impotente al deflagrare della guerra che sconvolgeva tutta l'Europa.» (Fonte QUI).
Entrambi i Papi, pur differenziandosi nei natali e nei singoli preziosissimi talenti, hanno mostrato al mondo le stesse analogie di pensiero sul pericolo del modernismo* nella Chiesa, che emerse similmente anche dalle profezie del Venerabile Pio XII – tutte avveratesi e che in parte esporrò – e dalle straordinarie dichiarazioni rilasciate post mortem da San Pio X all'avv. Gino Trespioli nel suo illuminante e introvabile libro "La Vita", ma che QUI è possibile scaricare dietro mio sollecito consiglio.
* [Con l'enciclica Pascendi Dominici Gregis (anno 1907) San Pio X volle condannare questo modernismo. Tale corrente aveva un fine ben preciso: trasformare la religione apostolica, affidata alla Gerarchia della Chiesa, in un immanentismo religioso. Cfr. QUI].
Ecco dunque l'episodio n° 356, dalla "Biotesi della Conoscenza" (ved. QUI), con la manifestazione di colui che rivestì santamente il ruolo di "Successore di Pietro" nella Chiesa Universale.
Dice Trespioli:
‒ L'Entéle (significato al Post scriptum QUI), non evocato, non pensato, intervenuto evidentemente per darmi modo di rendere incensurabili le stesse verità, era stato un giorno lo spirito eletto di Giuseppe Sarto, papa Pio X.
«Nel nome di Dio supremo ed eterno ‒ disse ‒ mi manifesto a voi, così come facevo coi pellegrini in Vaticano. Siate benedetti, o fratelli... Missione d'anima fu la mia. Alto compito cadde su di me, misero e semplice.
Sappiate intendermi... Il sacerdote che porta la parola del conforto a chi soffre, a chi muore, dice la verità, compie opera santa, anche se egli persegue nel suo intimo fini egoistici... Su di me stava l'alto segno dell'infallibilità; l'infallibilità può e deve essere analizzata.
Essa può essere anche senza consacrazione, poiché l'ispirazione divina va molte volte agli umili che non vestono la porpora: Caterina era umile, ma messaggera di bene e di verità.
La missione a me affidata fu da me maggiormente compiuta essendo patriarca; rimase paralizzato il mio spirito quando si aggiunse al sacro ministero di anime un manto, candido sì, ma greve come un sepolcro...
Profondo il dissidio fra il mio sentire, che si immedesimava con la semplicità evangelica ed una accolita di ligi alle convenzioni rituali e ai dettami dei Concili, per cui la mia anima era costretta ad asservirsi ad interessi materiali.
Se Costantino compì l'alto segno del Cielo (In Hoc Signo Vinces; ndr) convertendosi, divenne anche "motivo" che si risvegliassero ambizioni terrene in coloro i quali debbono rappresentare la dignità, non con orpelli od ori, ma con amore e giustizia per la comunione fraterna di tutti quelli che, fuori e dentro la Chiesa, costituiscono l'Umanità.
Le orme di Gesù sono rimaste fulgide e il Vangelo è pur sempre il codice regolatore dell'avvenire dell'umana specie. E ciò sarà. Passeranno riti, forme e mitre gemmate, e fra i popoli, più o meno credenti, sarà manifesto il Risveglio dello spirito.
La Scrittura non parla di questo Risveglio della Chiesa: «Soffocherai», essa ripete per mezzo di innumerevoli voci: «Rinnovati». E allora il miscredente si convertirà alla semplicità e a maggiore e più vera fratellanza.»
Commento di Trespioli:
‒ Alto il monito. Purissima (anche quand'era incarnata) l'Anima che in tal modo si esprimeva. [...]
Riprese:
«Con la mia vista di spirito osservo che il "modernismo" non è civiltà, non è progresso ma decadenza e oscurità psichica; il vero scopo di tale corrente che agitò il mio clero era la conquista di un predominio, che è trono della materia, e ciò per i chierici è orrendo.
Nel campo scientifico, in genere, piuttosto che di "modernismo" si parli più esattamente di rinnovo, di rinascita: le scoperte debbono condurre gli uomini alla meditazione dell'ignoto, del sublime...»
Trespioli:
Potrà il tuo programma* ‒ ripresi – vincere la tradizione e costituire la regola? E colui che affermava con precisi accenni d'essere stato pontefice, rispose:
«Ti espongo un principio che dovrebbe essere di ammonimento. Voi che non indossate veste sacerdotale, saprete far rifulgere la realtà della Fede penetrando quel Vangelo, che è colonna nel tempo e nell'eternità. Non si va contro la Chiesa; bensì dalla Chiesa stessa si deve saper prendere tutte quelle verità che essa detiene. E vi ripeto: Voi siete battezzati in un solo Spirito.»
* [Pio X si propose come programma di governo quello di 'ricapitolare tutto in Cristo' e lo realizzò in semplicità d'animo, povertà e fortezza. Ndr].
E in un intervento dello stesso Entéle proveniente da un'altra fonte ultrafanica (vol. II de "La Voce" pag. 161 ‒ ved. QUI, il medesimo disse:
«Ripetere preghiere a che cosa serve? Non ripetizioni verbose, non parole aggiunte a parole; la preghiera è il canto dell'anima che ascende all'Infinito, e questo canto trasforma l'essere, lo porta in una traiettoria di Luce... lo spasimo della vita cessa per un attimo e l'umano si sente spirito fra i puri spiriti; sono attimi gioiosi che il mondo non può controllare, perché se il mondo non controlla non crede. (Ved QUI, l'importanza della Preghiera secondo la Scienza; ndr).
Strana espressione: "Credere soltanto a quello che viene controllato", negare cioè l'insieme che si percepisce mediante le vibrazioni esistenti nell'aria, nell'etere, in ogni manifestazione naturale: canta l'albero quando si drizza verso il sole, canta il filo d'erba mosso dal vento, canta il mormorio dell'acqua, quando è trasportata dalla corrente... tutto canta la Somma Armonia.
E l'uomo che fa?
Si intenerisce talvolta guardando al cielo, si impietosisce davanti a un dolore... Dolore e Amore si fondono, e l'uomo in quell'istante diviene veramente creatura celeste.
Anch'io doloravo, come tutti i mortali... ma non vi prospetto la mia sofferenza per essere compatito, no, dico solo a voi: "Siate temprati a qualsiasi sofferenza, siate sempre pronti a qualsivoglia trasformazione, perché queste non possono essere preparate dagli uomini, in quanto giungono all'improvviso".
Che farà l'anima umana?
L'interrogativo è scottante come il fuoco, ma se voi volete potrete ascendere, e ascendendo raggiungerete il mutamento reale della vostra individualità.
Io soggiorno nell'Infinito, mi affianco all'umanità e la osservo mentre percorre faticosamente il suo calvario, volutamente preparato... Attingete energia, rafforzate il vostro pensiero, siate degli uomini completi...
Voi attendete un nome, attendete che io esprima con altre parole la mia figura umana: nella semplicità vissi, nel fulgore mi fecero vivere, e me ne andai gioioso di abbandonare la Terra, di lasciare la dura fatica e l'enorme responsabilità... Sì, perché è enorme la responsabilità degli uomini che assumono la direzione delle moltitudini... non dico di più, e chiudo il mio detto con una preghiera:
O Signore dei cieli,
Tu che non sei un fantasma ma Sei Quello che Sei,
degnati di raccogliere l'umanità
che è sparsa in ogni angolo della Terra
e che da Te proviene.
Signore, benedici Tu certi luoghi
e su di essi fai splendere maggiormente il Tuo sole,
fa che gli uomini che ricevono questo sole benedetto
siano sempre pronti a servirTi con Amore e Fede.
L'Amore congiunge e non divide,
la Fede sublima e non fa traballare.
Così Ti prego, o Signore, per tutta l'umanità.»
Ed eccoci arrivati a qualche cenno su Pio XII che, curiosamente, non è stato ancora beatificato, ma reso solo «Venerabile», per... "mancanza di miracoli".
Un'altra analogia altrettanto curiosa lega questo papa a Pio X: è il numero 9 che, mentre per quest'ultimo i numerosi incarichi si avvicendarono ogni nono anno ‒ 9 anni in Seminario, 9 come cappellano a Tombolo, 9 come parroco a Salzano, 9 come canonico e direttore del Seminario a Treviso, 9 come vescovo di Mantova e 9 come patriarca di Venezia ‒ per Pio XII l'affinità si dipana sommando teosoficamente le date più importanti della sua vita:
‒ Nacque il 2‒3‒1876, che sommato da 9; venne eletto pontefice il 2‒3‒1939 (il cui risultato è 9) all'età di 63 anni (6+3 = 9); fu il 261° (2+6+1 = 9) successore di Pietro. La sua vita terrena ebbe termine dopo 9 ore di agonia, il 9 ottobre 1958. (Per il significato dei numeri, ved. QUI).
Infine, il 13‒5‒1917 (un altro 9!), Benedetto XV, nella cappella Sistina, consacrò vescovo l'allora don Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, proprio nel giorno di maggio in cui a Fatima comparve la Madre Santissima.
D'altronde non c'è da meravigliarsi se lo stesso "Pastor Angelicus" ‒ come fu chiamato dal monaco irlandese Malachia nel suo famosissimo elenco dei motti papali ‒ nel dicembre 1954, allorché giaceva infermo a letto, venne visitato da Gesù che lo guarì.
Un giorno, al conte Enrico Pietro Galeazzi, che stava per diventare uno dei suoi più stretti collaboratori e gli rese visita, il card. Pacelli fece una confidenza indicante quale genere d'uomo fosse:
«Supponga, caro amico, che il comunismo sia uno degli strumenti di sovversione più evidenti usati contro la Chiesa e le Tradizioni della Rivelazione divina: allora noi assisteremo alla contaminazione di tutto ciò che è spirituale: filosofia, scienza, legge, insegnamento, arti, media, letteratura, teatro e religione.
Sono scosso dalle parole che la Santissima Vergine ha rivolto alla piccola Lucia di Fatima. Questo insistere da parte della Buona Signora sul pericolo che minaccia la Chiesa è un avvertimento di Dio contro il suicidio che rappresenterebbe l'alterazione della Fede nella sua liturgia, nella sua teologia e nella sua anima».
Il porporato si arrestò un momento, quindi continuò: «Sento intorno a me che i novatori vogliono smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e procurarle rimorsi per il suo passato storico. Ebbene, mio carissimo amico, sono convinto che la Chiesa di Pietro dovrà rivendicare il suo passato, altrimenti si scaverà la sua stessa tomba.
Io combatterò questa battaglia con tutte le mie forze al suo interno, come al di fuori, anche se le forze del Male forse un giorno potrebbero approfittarne per distorcere la mia persona, le mie azioni o i miei scritti, come si prova oggi a deformare la storia ecclesiale. Tutte le eresie umane che alterano la Parola di Dio sono fatte per sembrare migliori di Essa».
''In quel momento – aggiunse il conte Galeazzi – lo sguardo del card. Pacelli, velato dalle lenti dei suoi occhiali, divenne soprannaturale e da quel corpo alto e fragile emanava una forza mistica irresistibile''.
E ancora il futuro papa, rivolto verso un altro cardinale, profetizzò:
«Verrà il giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio; e la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Essa sarà allora tentata di credere che l'uomo sia diventato Dio, che il Figlio suo Gesù Cristo non è che un simbolo, una filosofia come tante altre.
Nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Gesù li aspetta; e grideranno, come la Maddalena in lacrime davanti alla tomba vuota: "Dove lo hanno messo?".
Sarà allora che si alzeranno i sacerdoti dall'Africa, dall'Asia, dalle Americhe – quelli formati nei seminari missionari – che diranno e grideranno che il "Pane della vita" non è un pane ordinario, ma il Corpo di Cristo, che la Madre dell'Uomo-Dio non è una madre come le altre.
Ed essi saranno fatti a pezzi per aver testimoniato che il Cristianesimo non è una religione come le altre, poiché il suo capo è il Figlio di Dio e la Chiesa Cattolica è la sua Chiesa».
Queste parole vennero pronunciate nel lontano 1933, quando il card. Pacelli era Segretario di Stato, all'età di 57 anni. Egli, così perfettamente conscio degli eventi della sua epoca, dei loro protagonisti, delle ragioni che li guidavano fin nei minimi dettagli, era innanzitutto un mistico al servizio della "città di Dio", come direbbe sant'Agostino.
«... Si cercherà di distruggere la santa tradizione della Chiesa, ponendo in dubbio le testimonianze degli Apostoli... E l'amarezza sarà ancora maggiore se si valuta che queste minacce verranno dall'interno della Chiesa... Dubbi sconsiderati finiranno per turbare la semplice, genuina, fede popolare».
Anche questo è un pensiero profetico di Pio XII e, "guarda caso", proprio in questo momento ho ricevuto la notizia che anche don Ramon Guidetti, uno dei sacerdoti facente parte del Sodalizio Mariano di don Minutella, è stato "ridotto allo stato laicale" dopo lo stesso padre Alessandro e don Enrico Bernasconi. (Ved. QUI e QUI).
Ecco il video dell'annuncio, dopo la trionfale riunione del Piccolo Resto a Milano per la festa dell'Immacolata.
Concludo con quest'ultima dimostrazione pratica di quanto avessero ragione i due eccelsi pontefici del secolo scorso ad opporsi decisamente a qualsiasi tentativo di modernizzazione della Chiesa di Cristo, profetizzandone l'apostasia e il tradimento al suo stesso Vertice ad opera di Satana.
Relazione a cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonte principale dell'ultimo rapporto su Pio XII tradotto dal francese, QUI.
Fonte delle maggiori sue profezie, QUI.
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