Sebirblu, 9 novembre 2025
Il 4 novembre scorso, in una clamorosa quanto ignobile 'Nota' dottrinale, il Vaticano ha respinto i titoli di "Corredentrice" e "Mediatrice di tutte le grazie" alla S.S. Vergine Maria, causando ovunque sul pianeta la riprovazione e lo sdegno unanimi nel mondo cattolico.
L'enciclica "Mater Populi Fidelis", firmata dallo pseudo prefetto card. Victor Manuel Fernandez al vertice del Dicastero per la Dottrina della Fede, e approvata da "Francis 2", cioè da Leone XIV (ved. QUI, QUI e QUI), dichiara tali espressioni inappropriate e teologicamente "inutili".
Dopo "Fiducia Supplicans", che concede la Benedizione all'altare delle coppie gay (della durata massima di 15 secondi), ecco il nuovo frutto avvelenato della Falsa Chiesa di Roma.
Scrive QUI l'ottimo mons. Joseph E. Strickland del Texas, rimosso dal suo incarico pastorale in seguito al suggerimento di Prevost a Bergoglio nel 2023. (Ved. QUI).
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| Mons. Joseph Strickland (classe 1958) |
Colpire Maria significa colpire l'Eucaristia. Non restiamo in silenzio!
«Cari fratelli e sorelle in Cristo,
il 4 novembre 2025 la Santa Sede ha pubblicato una 'Nota' dottrinale attraverso il Dicastero per la dottrina della fede (Ddf) intitolata "Mater populi fidelis", firmata dal prefetto, cardinale Víctor Manuel Fernández.
Nel documento il cardinale dichiara che «non sarebbe appropriato usare il titolo di "Corredentrice" per definire la cooperazione di Maria». La ragione addotta è che tale titolo «rischia di oscurare l'unicità della mediazione salvifica di Cristo e può quindi creare confusione e uno squilibrio nell'armonia delle verità della fede cristiana…» (paragrafo 22).
Poiché molti fedeli sono turbati da queste parole e poiché l'amore per la Beata Vergine è il cuore pulsante dell'autentica fede cattolica, mi sento in dovere, come successore degli Apostoli, di riaffermare l'insegnamento perenne della Chiesa che riguarda la singolare cooperazione della Madonna nella Redenzione.
È sorprendente che la motivazione addotta – evitare la «confusione» e ragioni ecumeniche – riprenda lo stesso linguaggio che da oltre mezzo secolo viene utilizzato per attenuare e oscurare la verità cattolica.
Tale ragionamento ha smussato i contorni della dottrina fino a lasciarne solo un vago sentimento. Ma la verità non può essere sacrificata sull'altare della diplomazia. L'ecumenismo che mette a tacere la verità cessa di essere vera unità. La via da seguire non è quella di offuscare ciò che rende distintiva la fede ma di proclamarla con chiarezza e carità, confidando nella luce della rivelazione per dissipare la confusione, non per nasconderla.
Negli ultimi anni, questo schema si è ripetuto su molti fronti della vita della Chiesa. Con il pretesto di essere "accogliente" e "inclusiva", l'identità soprannaturale della Chiesa viene lentamente scambiata con una sociologica. Ciò che una volta era definito dalla grazia e dalla conversione viene ora riformulato nel linguaggio dell'adattamento e dell'affermazione.
L'invito al pentimento è sostituito dall'invito all'appartenenza. Al mondo viene detto che non ha bisogno di cambiare; solo la Chiesa deve cambiare per adattarsi a esso. E così la vera fede viene diluita, la croce viene ammorbidita e il Vangelo diventa sentimentale piuttosto che salvifico. Ma l'amore senza verità non è misericordia, è inganno.
Questo nuovo documento deve essere visto in tale contesto. Rifiutare il titolo di Corredentrice non è semplicemente una questione linguistica. Fa parte di uno sforzo continuo per spogliare la fede delle sue rivendicazioni soprannaturali, per far apparire la Chiesa innocua a un mondo che odia la croce.
La Beata Vergine è il riflesso umano più perfetto della verità divina. Sminuire il suo ruolo significa sminuire la realtà stessa della grazia. Quando i suoi titoli vengono dichiarati "inappropriati", non è lei che viene sminuita, ma è la nostra comprensione di Cristo, poiché ogni verità mariana protegge una verità cristologica.
La cooperazione di Maria nella Redenzione è una dottrina perenne, come testificano i Padri. Sant'Ireneo insegnava che «il nodo della disobbedienza di Eva fu sciolto dall'obbedienza di Maria» e Sant'Efrem la chiamava «il riscatto dei prigionieri». Fin dagli albori della Chiesa, l'obbedienza della Vergine è stata vista come la fine della ribellione di Eva e l'inizio della restaurazione dell'umanità.
La confusione che circonda il termine Corredentrice deriva in gran parte da un fraintendimento del prefisso «co-». In latino è «cum», che non significa «uguale a» ma «con». Maria non è una redentrice rivale ma colei che ha sofferto con il Redentore. La sua intera partecipazione fu dipendente, derivativa e subordinata ma profondamente reale.
Proprio come la prima Eva ha cooperato alla caduta, la Nuova Eva ha cooperato alla restaurazione. Il suo fiat all'Annunciazione e la sua presenza sotto la Croce sono i due poli di quella cooperazione divina. Maria ha partecipato all'opera redentrice di suo Figlio, l'unico in grado di riconciliare l'umanità.
Fin dall'inizio, la Chiesa ha professato che il fiat di Maria – il suo consenso totale e libero al piano di Dio – non è stato un momento passivo ma una vera e attiva cooperazione all'opera salvifica di suo Figlio.
Il termine Corredentrice compare per la prima volta in una dichiarazione ufficiale durante il pontificato di papa san Pio X. Nel 1908, la Congregazione dei riti del Vaticano chiese di aumentare la devozione alla Madre Addolorata e di intensificare la gratitudine dei fedeli verso la «misericordiosa Corredentrice del genere umano».
Il 22 gennaio 1914, la sacra Congregazione del Sant'Uffizio (oggi Dicastero per la dottrina della fede) concesse un'indulgenza parziale di cento giorni per la recita di una preghiera di riparazione alla Madonna, così formulata:
«Benedico il tuo santo Nome, lodo il tuo privilegio eccelso di essere veramente Madre di Dio, sempre Vergine, concepita senza macchia di peccato, Corredentrice del genere umano».
Se la Santa Sede – e precisamente lo stesso ufficio che ha appena pubblicato questo documento – ha potuto concedere indulgenze per una tale preghiera, non può ora fingere che la dottrina che sta alla base di essa sia «inappropriata». Il linguaggio può richiedere una spiegazione pastorale ma la verità non può essere ritrattata.
Papa san Pio X, nella sua enciclica "Ad diem illum laetissimum" (2 febbraio 1904), insegnava: «La Vergine non ha concepito il Figlio di Dio soltanto perché ricevendo da Lei natura umana divenisse uomo; ma anche affinché diventasse il Salvatore degli uomini appunto per mezzo di quella natura che aveva ricevuto da Lei. Questa è la spiegazione delle parole degli angeli ai pastori: "Oggi è nato a voi il Salvatore, Cristo Signore"».
E continuava: «Poiché Maria supera tutti nella santità e nell'unione con Gesù Cristo ed è stata associata da Gesù Cristo nell'opera di redenzione, Ella ci procura de congruo, come dicono i teologi, ciò che Gesù Cristo ci ha procurato de condigno ed è la suprema dispensatrice di grazie».
Questa non è poesia ma insegnamento papale. Definisce ciò che la Chiesa ha sempre saputo: la maternità di Maria non è solo fisica ma redentrice, spirituale e universale.
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| San Pio X - al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto (1835-1914). |
Papa Benedetto XV, in "Inter sodalicia" (22 marzo 1918), scrisse: «Maria soffrì a tal punto e morì quasi con il Figlio sofferente e morente; rinunciò a tal punto ai suoi diritti materni sul Figlio per la salvezza dell'uomo che possiamo giustamente dire che ha redento il genere umano insieme a Cristo».
Papa Pio XI, nel suo messaggio a Lourdes del 28 aprile 1935, pregò: «O Madre di pietà e misericordia, che come Corredentrice hai assistito il tuo dolcissimo Figlio soffrendo con Lui quando ha consumato la redenzione del genere umano sull'altare della Croce conserva in noi, ti preghiamo, giorno dopo giorno, i preziosi frutti della Redenzione e della tua compassione».
Papa Pio XII, nel suo messaggio radiofonico a Fatima il 13 maggio 1946, dichiarò: «Fu lei che, come Nuova Eva, libera da ogni macchia di peccato originale o personale, sempre intimamente unita al Figlio, lo offrì al Padre Eterno insieme all'olocausto dei suoi diritti materni e del suo amore, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla sua miserabile caduta».
Il 31 marzo 1985, domenica delle palme e Giornata mondiale della gioventù, papa san Giovanni Paolo II parlò dell'immersione di Maria nel mistero della Passione di Cristo:
«Maria accompagnò il suo divino Figlio nel più discreto nascondimento, meditando tutto nel profondo del suo cuore. Sul Calvario, ai piedi della Croce, nella vastità e nella profondità del suo sacrificio materno, aveva accanto a sé Giovanni, il più giovane degli Apostoli. Possa Maria, nostra Protettrice, la Corredentrice alla quale offriamo la nostra preghiera con grande effusione, far sì che il nostro desiderio corrisponda generosamente al desiderio del Redentore».
Ancora, lo stesso Giovanni Paolo II, parlando di santa Brigida di Svezia, il 6 ottobre 1991 affermò:
«Ha parlato con vigore del privilegio divino dell'Immacolata Concezione di Maria. Ha contemplato la sua straordinaria missione di Madre del Salvatore. L'ha invocata come Immacolata Concezione, Madonna Addolorata e Corredentrice, esaltando il ruolo singolare di Maria nella storia della salvezza e nella vita del popolo cristiano».
Oltre al titolo di «Corredentrice», il documento "Mater populi fidelis" affronta anche gli appellativi mariani di «Mediatrice» e «Mediatrice di tutte le grazie», affermando che tali titoli non contribuiscono ad una corretta comprensione del ruolo di Maria come interceditrice.
Tuttavia, papa Leone XIII ha insegnato in "Adiutricem populi" (5 settembre 1895):
«È giusto dire che nulla di quel grandissimo tesoro di ogni grazia che il Signore ci ha portato – poiché "la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo" – nulla ci è impartito se non per mezzo di Maria, poiché Dio così vuole».
Dalla sua partecipazione alla Redenzione deriva la sua mediazione materna. Ogni grazia che proviene dal Cuore di Cristo passa attraverso le mani di Sua Madre, non per necessità della natura ma per Volontà divina che la associa all'ordine della grazia.
Papa San Pio X, in "Ad diem illum" (2 febbraio 1904), affermò:
«Ella divenne degnissima riparatrice del mondo perduto e, quindi, dispensatrice di tutti i doni che ci furono conquistati dalla morte e dal sangue di Gesù [...] ed è la principale 'ministra' della dispensazione della grazia».
Miei cari fratelli e sorelle, questo attacco alla dottrina mariana deve essere inteso come parte di un più ampio disfacimento. Lo spirito moderno cerca una Chiesa che non offenda più, non ammonisca più, non chiami più il peccato con il suo nome. Vuole una Chiesa senza sacrificio, una Croce senza sangue, un Paradiso senza conversione. Una tale visione non è rinnovamento, è sostituzione.
Molti santi hanno previsto una struttura contraffatta che avrebbe imitato la vera Chiesa svuotandola dall'interno. Questa imitazione della Chiesa avrebbe mantenuto la forma esteriore – liturgia, gerarchia, linguaggio – ma l'avrebbe svuotata del suo contenuto soprannaturale.
Quando la Madre viene messa a tacere, la Croce segue presto; quando la grazia viene sostituita dalla psicologia, i sacramenti diventano simboli e la fede diventa terapia.
Ecco perché il sogno di san Giovanni Bosco delle due colonne risuona oggi con tanta urgenza. Egli vide la barca di Pietro sbattuta dalle tempeste, assalita da ogni parte, finché non fu ancorata tra due grandi colonne che si ergevano dal mare: l'Eucaristia e la Beata Vergine Maria.
L'attuale tentativo di sminuire i titoli di Maria è un assalto ad una colonna e possiamo essere certi che l'altra sarà presto attaccata con più ferocia. Già vediamo confusione sulla Presenza Reale, indifferenza verso il sacrilegio e innovazioni che oscurano la natura sacrificale della Messa.
Colpire Maria significa colpire l'Eucaristia, poiché entrambe sono indissolubilmente unite nel mistero dell'Incarnazione. Lei ha dato a Cristo il suo Corpo; quel Corpo diventa il nostro cibo eterno. Negare il suo ruolo di Corredentrice e Mediatrice significa separare il segno visibile dal cuore materno che lo ha dato.
Pertanto, dobbiamo rimanere saldi. Non restiamo in silenzio quando la verità viene smantellata con il pretesto della prudenza. I fedeli hanno il diritto – e il dovere – di parlare il linguaggio della fede tramandato dai santi. Chiamare Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie non significa aggiungere qualcosa alla rivelazione ma onorare ciò che la rivelazione già contiene.
Che i sacerdoti, i religiosi e i laici pronuncino i suoi titoli con fiducia e ne insegnino il significato. Che le nostre case, i nostri apostolati e i nostri dolori siano consacrati nuovamente al suo Cuore Immacolato.
In tempi in cui i pastori vacillano e la confusione si diffonde, la Madonna rimane il segno sicuro dell'ortodossia, lo specchio della Chiesa, colei che schiaccia la testa del serpente. A lei affidiamo il rinnovamento della fede, la purificazione del clero e il trionfo del suo Cuore Immacolato promesso a Fatima.
È profondamente deplorevole che il documento del cardinale Fernández cerchi di sopprimere i venerabili titoli di Corredentrice e Mediatrice con la motivazione che potrebbero confondere i fedeli. La confusione non nasce dalla verità ma dal suo oscuramento. Generazioni di santi e fedeli sono state illuminate, non fuorviate, da questi appellativi.
Non temiamo di dire la verità: Maria è la Madre di Dio. Maria è Corredentrice. Maria è Mediatrice di tutte le grazie. Queste verità non glorificano Maria separatamente da Cristo ma Cristo attraverso Maria poiché tutta la sua grandezza proviene da Lui e riconduce a Lui.
Possa la Vergine Immacolata intercedere per la Chiesa in questo momento di prova. Possa lei ottenere per noi il coraggio di dire la verità con amore, la purezza di viverla e la perseveranza di difenderla fino alla fine.»
Con affetto paterno in Cristo
monsignor Joseph E. Strickland
E a proposito di "Mater populi fidelis", ecco un commento inviato allo stesso blog di Aldo Maria Valli QUI, da una sua lettrice:
«Caro Aldo Maria,
un altro marasma si è abbattuto sulla Chiesa. Con abilità all'Arsenio Lupin, il famoso ladro gentiluomo, il cardinale di nomina bergogliana Tucho Fernández ha sferrato un colpo perfetto.
Dopo "Fiducia supplicans", ecco la sua personale versione della santissima Vergine, non Corredentrice.
Un furto vero e proprio del depositum fidei da parte dell'acrobatico Fernandèz, un vero apostata.
È stato scritto che a portarlo ad indossare vesti cardinalizie sia stata la sfrenata ambizione di questo prelato sudamericano. Un altro bluff di una chiesa in caduta libera (ved. QUI; ndr), che qualcuno crede in rinascita grazie al neo pontefice, firmatario del documento scottante.
Inviterei i fedeli di buon senso a studiare le apparizioni della Signora di tutti i popoli ad Amsterdam (in Olanda, ved. QUI, ndr). Una devozione mondiale e un'apparizione assolutamente provvidenziale che il suddetto prelato ha snobbato con un commento che lascia quanto meno a bocca aperta: Amsterdam è un problema.
Sinceramente, non sapevo che la nostra Madre celeste, mediatrice di ogni grazia, fosse considerata da uno dei suoi figli traviati addirittura un problema. Ma forse il problema vero è Tucho.
E adesso la figura certamente sfuggente di Prevost sta rivelandosi sempre più serva dei poteri forti che da decenni dominano un Vaticano ormai corrotto.»
Elena Palatini
E a me pare che non ci sia da aggiungere nulla a queste considerazioni, se non il video di Don Alessandro M. Minutella che conclude degnamente questo post.
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it







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