venerdì 18 febbraio 2022

La Vostra SCIENZA si è cacciata in un VICOLO CIECO!


"Vicolo cieco" ‒ foto di Gianni Krattli
(Se si aguzza la vista, si vedrà un grande lupo sulla roccia sovrastante con la bocca aperta)

Sebirblu, 17 febbraio 2022

Penso che in tanti, dopo dieci anni di vita del blog, avranno ormai letto qualche scritto sul prof. Pietro Ubaldi, insigne scrittore, mistico e biosofo, autore di un'Opera omnia incredibilmente profonda sui valori etici e spirituali non solo dell'uomo ma dell'universo intero, di cui fa parte. (Cfr QUI la sua breve biografia e la produzione letteraria che lo ha inserito nei candidati al Nobel).

Ebbene, nell'articolo di oggi riporto un piccolo brano iniziale del suo primo libro "La Grande Sintesi" che secondo me non ha eguali, poiché la Voce che ha ispirato l'eminente folignate proviene dai Cieli infiniti ed è vano tentare di punteggiarne i contorni, in quanto Fiamma viva che in lui trovò la sua più naturale espressione.

A seguire, espongo una fugace ma intensa lettera di Manuel Emygdio da Silva, dedicata a ciascun lettore del suo grande amico italiano, e di questi coetaneo e collaboratore, con cui ebbe una relazione fantastica di ore, giorni ed anni, ricca di conversazioni interminabili e di un'ampia corrispondenza epistolare.

Il dr. Emygdio, oltre che traduttore dei libri di Ubaldi, e disponendo forse della più fornita e completa libreria brasiliana, lasciò scritto che i suoi diciassette anni di stretta vicinanza con quest'anima eccezionale fecero sì che lui ne diventasse uno dei maggiori testimoni per diffondere la "nuova semenza" che in un giorno futuro il mondo avrebbe accolto.


Pietro Ubaldi e Manuel Emygdio da Silva in Brasile

Da la "Grande Sintesi" di Pietro Ubaldi, pag. 12

«La vostra Scienza si è cacciata in un vicolo cieco, senza uscita, in cui la vostra mente non ha domani. Che cosa vi ha dato l'ultimo secolo? Macchine come mai il mondo ne ebbe (ma che sono pur tuttavia delle macchine) e in compenso ha disseccata la vostra anima. (Cfr. QUI, cosa dice l'Ultrafanìa sulla scienza umana; ndr).

Essa è passata come un uragano distruttore di tutte le fedi e vi ha imposto, con la maschera dello scetticismo, un volto senz'anima, una specie di angoscia metodica, fatale, senza più speranza. Voi sorridete noncuranti, ma il vostro spirito muore d'inedia e ha gridi strazianti.

Ha forse essa risolto il problema del dolore? Che uso sa fare dei mezzi potenti che le hanno dato i segreti strappati alla natura? Il sapere e la forza nelle vostre mani si trasformano sempre in mezzi di distruzione. (Cfr. QUI e QUI; ndr).

E a che serve allora il sapere se invece di farvi salire verso l'alto, rendendovi migliori, è per voi strumento di perdizione? Il dolore vi insegue e vi troverà ovunque; voi siete bambini che credete di schivare il pericolo nascondendo il capo e chiudendo gli occhi, ma vi è una Legge, invisibile a voi, più forte della roccia, potente più dell'uragano, che procede inesorabile, tutto muovendo e animando: tale Legge è Dio.

Essa è dentro di Voi; la vostra vita è una Sua estrinsecazione; secondo giustizia essa spargerà su voi gioia e dolore, come voi avrete meritato (Legge di Causa e di Effetto).

Ecco la sintesi che la vostra Scienza, perduta nell'infinito dettaglio dell'analisi, mai potrà ricostruire. Ecco la visione unitaria, la concezione apocalittica a cui Io voglio portarvi.

Perché Io possa farmi comprendere è necessario che parli secondo la mentalità vostra, mi ponga nel momento psicologico che il vostro tempo vive. È necessario che Io parta appunto dai postulati di questa vostra scienza per darle oggi tutto un diverso indirizzo.


Il vostro sistema di indagine obbiettiva, a base di osservazione e di esperimento, non può portarvi oltre certi risultati. Ogni mezzo può dare uno specifico rendimento e non più,  e la "ragione" è un mezzo.

L'analisi non potrebbe dare la grande sintesi (che è la vasta aspirazione che trema in fondo a tutte le anime) se non mediante un tempo infinito di cui voi non disponete. La vostra scienza rischia di non definire mai e l'«ignorabimus» vuol dire: fallimento.

Il compito della scienza non può essere solo quello di moltiplicare le vostre comodità (magari fosse solo così oggi! Ndr); non strangolate, non soffocate la Luce del vostro spirito, che è l'unica gioia e scintilla della vita, fino al punto di fare di essa, nata dal vostro intelletto, una fabbrica di comodità. Questa è prostituzione spirituale e oscena vendita di voi stessi alla materia.


Joel  Rea

La scienza per sé stessa non vale; è solo un mezzo d'ascensione della vita ed ha un grave peccato d'origine: è diretta unicamente alla conquista del benessere materiale, mentre dovrebbe avere lo scopo di rendere gli uomini migliori. Ecco la nuova strada da percorrere.

Io non parlo per sfoggio di sapienza al fine di soddisfare la curiosità umana, vado dritto allo scopo di migliorarvi moralmente poiché vengo per farvi del bene.

Non mi vedrete compiere alcuno sforzo per riconnettere ed inquadrare questo mio pensiero a quello filosofico umano, a cui mi riferirò il meno possibile. Mi vedrete invece restare continuamente in contatto con la fenomenologia dell'universo.

Questa Voce necessita veramente ascoltare, la quale contiene il pensiero di Dio. Comprendetemi, voi che non credete, voi scettici, che reputate sapienza l'ignoranza delle alte cose dello Spirito seppure ammirate lo sforzo di conquista che l'uomo ogni giorno compie sulle forze della natura.

Io vi insegnerò a vincere la morte, a superare il dolore, a vincere nella grandiosità immensa di una "vostra" vita eterna; e non vi accosterete voi con entusiasmo, alla fatica necessaria per raggiungere così grandi risultati?

Animo dunque, uomini di buona volontà, ascoltatemi! Prima comprendetemi con l'intelletto, e quando in questo sarà fatta chiarezza e vedrete nitida la via nuova che Io traccio, palpiterà allora anche il vostro cuore e si accenderà la fiamma della passione affinché la Luce si tramuti in Vita e il concetto in azione.

Il momento è critico, eppure bisogna avanzare. E allora una Verità nuova vi viene comunicata, con mezzi che voi misconoscete, affinché possiate trovare la nuova Via.

L'Alto, invisibile a voi, è sempre intervenuto nelle grandi svolte della storia. Che sapete voi del domani, del perché Io parlo? In qual modo potete immaginare cosa il tempo vi prepara mentre siete immersi nell'attimo che fugge?

Le vie dell'arte, della letteratura, della scienza, della vita sociale sono chiuse, senza domani. Voi non avete più il cibo dello spirito e rimasticate le vecchie cose che ormai sono prodotti di rifiuto e devono essere espulsi dall'esistenza.

Ascoltatemi dunque. La "Ragione" che voi adoperate è uno strumento che possedete per provvedere alle necessità vitali più esterne: conservazione dell'individuo e della specie.

Quando voi la lanciate nel gran mare della Conoscenza, essa si perde, perché in questo mare i sensi (che vi servono benissimo per i vostri scopi immediati) non sfiorano che la superficie delle cose, e questa loro assoluta incapacità di penetrare l'essenza, voi la sentite.



L'osservazione e l'esperimento, infatti, vi hanno dato solo risultati esterni di indole pratica, ma la Realtà profonda vi sfugge, perché l'utilizzo dei sensi come strumenti d'indagine, per quanto aiutati da mezzi adatti, vi farà rimanere sempre alla superficie, chiudendovi la via del progresso.

Per avanzare ancora è necessario risvegliare, educare, sviluppare una facoltà più profonda: l'Intuizione. Qui entrano in funzione elementi completamente nuovi per voi; quale scienziato ha mai concepito che per comprendere un fenomeno, fosse necessaria la propria purificazione morale?

Partendo dalla negazione e dal dubbio, la scienza ha messo a priori una barriera insormontabile fra lo spirito dell'osservatore e il fenomeno; l'Io che osserva è rimasto sempre intimamente estraneo al fenomeno, che ha toccato solo per la via stretta dei sensi.

Mai lo scienziato ha aperto la sua anima perché il mistero guardasse in faccia il mistero ed essi comunicassero e si capissero. Lo scienziato non ha mai pensato che bisogna amare il fenomeno,  diventare ciò che si osserva,  viverlo;  bisogna trasferire il proprio Ego, con la sua sensibilità, nel centro del fenomeno stesso, non solo in comunione, ma addirittura in una trasfusione d'anima.

Mi comprendete? Non tutti potranno capire, perché ignorano il gran Principio d'Amore, non sanno che la materia è in ogni sua forma (anche nelle più infime) sorretta, guidata, organizzata dallo Spirito divino, che in gradi diversi esiste ovunque.

Per realizzare l'essenza delle cose, dovete aprire le porte dell'anima e stabilire a livello profondo questa comunicazione intima fra spirito e spirito; dovete sentire l'unità della vita che tutti gli esseri, dal minerale all'uomo, affratella in scambi vicendevoli, in un'unica legge comune; dovete percepire questo legame d'amore con tutte le altre forme di vita, perché tutto, dal fenomeno chimico a quello sociale è vita, retta dal Principio spirituale.

Per comprendere è necessario che voi possediate un animo puro e che un legame di simpatia vi leghi alla totalità del Creato. La scienza ride di tutto questo e perciò deve limitarsi a produrre delle "comodità materiali" e non altro. In ciò che vi dico sta il nuovo orientamento che la personalità umana deve intraprendere se vuole avanzare.»




Lettera a Te

Questa Opera singolare porta in se stessa e desidera versare sul mondo un fascio di Luce.

Essa si manifesta e si espande attraverso sintonie sottili, con frequenze vibratorie affini, di un incanto e di una forza poderosa, difficilmente definibile, impossibile da classificare o schedare coi parametri finora utilizzati da gruppi religiosi o correnti di pensiero filosofico.

Per merito della fascia di vibrazione in cui si colloca, non appartiene in alcun modo al piano fisico e alle manifestazioni che lo circondano.

Anche per questo motivo, la sua adozione per la massa o il suo imprigionamento limitativo in una qualsiasi organizzazione non avrebbero senso.

E sicuramente, coloro che un giorno, anche con le migliori intenzioni, pretenderanno di appropriarsi dell'Opera, si sorprenderanno vedendola sfuggire dalla rete che forzatamente le avranno teso.

Questa idea non appartiene a nessuno e appartiene a tutti. Porta con sé, per la prima volta nella storia del pensiero umano, una universalità assoluta e totale. Universalità nel vero senso della parola, e non andrà mai denigrata.

Che ogni essere umano, giunta l'ora, ascenda fino ad essa, con la sua sensibilità più fine, con la sua totale sincerità di propositi, con il suo amore, con la sua passione.

La visione è grandiosa e il nostro sarà un compito da piccoli eroi, nell'apprenderla e trasmetterla, dopo aver superato tutti i limiti e gli schemi del passato.

Con l'ingresso nella super-Coscienza, automaticamente ci dissoceremo da qualsiasi preconcetto, come da qualsiasi tipo di obsoleta e malata istituzione.

Abbiamo acquisito delle ampie ali; con queste avremo il diritto di volare in libertà, considerando solo il limite della volontà di Dio.

È questa un'atmosfera che ci incanta e che ci offre qualcosa di veramente nuovo. Soltanto un forte ideale con queste caratteristiche potrà unire, in un piano superiore, un'infinità di individui che siano già passati attraverso le tristi esperienze dei separatismi religiosi, filosofici e politici.



Dice Ubaldi:

"Le opere antropiche saranno tutte escluse, perché non necessarie. Il Nuovo Regno deve nascere, non nelle sue organizzazioni, ma nel cuore degli uomini... Non fu previsto altro Capo che non sia Dio, nessun altro comando che non sia la Voce giusta della Coscienza...

Non consiste in una religione, ma in una forza che deve ravvivare tutte quelle esistenti. Ecco l'assoluta novità di questo movimento nella storia degli esseri umani. Da ciò sono esclusi il comando, la ricchezza, e la forza; è una costruzione eterna e non si possono usare che materiali eterni.

Se il movimento non adotterà questo principio, sarà vano e caduco come tutte le cose  dell'uomo;  e qualunque  elemento umano  verrà  da voi introdotto,  sarà  per esso simile ad un tarlo roditore, una forza lenta, in tensione continuativa verso la distruzione." (Cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndr).

Questa Opera non fu fatta per essere analizzata, ma per essere sentita; ciò non significa che non debbano essere studiate amorosamente le sue particolarità, ma bisogna usare cautela perché non se ne distrugga l'essenza. Non metterla in dubbio, amala! Polemizzare sarebbe, proprio come disse Ubaldi: "...regredire di millenni nel cammino dell'evoluzione".

Dio non fa proseliti. Si avvicini a Lui soltanto colui che lo desidera. La libertà e la responsabilità sono marchi inconfondibili in questo cammino.

Che niente di umano possa oscurare questa Luce o corrompere con vizi materiali ciò che è Eterno.

Manuel Emygdio da Silva (contemporaneo e amico di Pietro Ubaldi)

Brasilia, Novembre 1980

Relazione, traduzione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte del testo: "La Grande Sintesi" di Pietro Ubaldi (pag. 12) e della Lettera, QUI.


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