La rubrica "Santi e Caffè", di ieri, cade proprio a fagiolo per il presente post!
Grazie, don Alessandro!
Sebirblu, 31 gennaio 2024
Qualche anno fa pubblicai un articolo, QUI, dedicato al costante rifiuto della Chiesa di approvare l'autenticità di molte apparizioni e profezie della Madre Santissima, tra cui, non soltanto quelle della Madonnina di Civitavecchia, delle quali scriverò ampiamente a breve, ma anche le mariofanìe di San Damiano piacentino QUI, e di Giuseppe Auricchia QUI, che vergognosamente sono state pure ignorate in loco, dove non v'è nemmeno un fiore o un piccolo ricordo di riferimento, in seguito al loro straordinario avverarsi.
La presente esposizione deriva dalla concomitanza dei fatti, accaduti nella cittadina laziale 29 anni fa, similmente al tempo odierno, ossia nel giorno della Presentazione di Gesù al Tempio, ved. QUI, QUI e QUI, allorché cominciò una serie di fenomeni mistici che attirarono persino Giovanni Paolo II e l'allora cardinale Joseph Ratzinger.
Ritengo giusto e doveroso riportare alla memoria gli eventi di quel tempo per non dimenticare MAI quante volte (e questo caso rientra nei "troppi") è stata negata alla Signora dei Cieli e della Terra l'approvazione ufficiale della Chiesa di Roma per l'ottusità e la mancanza di Vera Fede di gran parte dei suoi ministri, per non parlare dell'indegna manipolazione avvenuta a Ghiaie di Bonate, come descritto sopra, nel primo link.
Quando la Madonna pianse lacrime di sangue...
"Papà, la Madonnina piange!", la piccola Jessica di 5 anni chiamò suo padre Fabio Gregori di 32, elettricista nel laboratorio di tecnologia di controllo dell'ENEL di Pantano, frazione di Civitavecchia, porto e città industriale di 52.000 abitanti, a nord-ovest di Roma.
L'uomo in quel momento era impegnato ad assicurare al seggiolino dell'auto il suo figlioletto Davide di 2 anni: "Adesso non fare storie, siamo in ritardo", disse a Jessica. Alle ore 16 intendeva partecipare alla Messa insieme alla moglie e ai bimbi presso la chiesa parrocchiale di Sant'Agostino.
Si festeggiava appunto la "Candelora": era il 2 febbraio 1995, ma quando arrivarono in chiesa, la famiglia venne a sapere che la Messa era stata rinviata di mezz'ora. E mentre la moglie Anna Maria volle rimanere a pregare il rosario con le altre donne della parrocchia, Fabio preferì preparare una veloce merenda per i bambini che avevano già lamentato di aver fame.
Del resto viveva a soli cinque minuti dalla chiesa. Così, senza ulteriori indugi, tornò alla macchina con Jessica e Davide, guidò fino a casa, dette da mangiare ai piccoli e uscì nuovamente alle 16:25 giusto in tempo per la messa delle 16:30.
Tutto quello che doveva fare era solo rimanere nei tempi, non poteva distrarsi. Ma Jessica non cedeva: "Papà, guarda, la Madonnina piange sangue!... Egli seguì l'indice con cui la bimba indicava la statua della Vergine: "La Madonna piange!"...
Ora anche Fabio la vide: un liquido rosso, che sembrava provenire da entrambi gli occhi, scorreva sul volto dell'effigie in gesso. Mentre si era già coagulato sul lato sinistro, dall'altro sembrava molto fresco e fluido e si muoveva lentamente sul mento, e dal collo fino al petto.
Per un momento, quell'ingegnere elettrotecnico semplice e concreto pensò di essere stato vittima di un'illusione ottica. Ma poi toccò il liquido rosso con l'indice: era appiccicoso e l'impronta del suo dito era rimasta chiaramente visibile sulla guancia della Madonnina.
Quello che accadde in quel momento, testimoniò Fabio Gregori, fu qualcosa che sconvolse totalmente la sua vita: «Il liquido era bollente e lui sentì all'improvviso il suo calore effondersi in tutto il corpo, mentre in un attimo vide il flash di tutta la sua vita". (Quello che avverrà nell'attimo dell'Avvertimento o in quello del Trapasso, cfr. QUI e QUI; ndr).
Un "terremoto interiore", lo chiamò Fabio. Totalmente confuso, mise sua figlia in auto e guidò diretto alla chiesa, dove la Messa era già iniziata. In piena agitazione raccontò alla moglie cosa fosse successo e, terminata la funzione, si recò dal parroco spagnolo, don Pablo Martin Sanguiao, amico di famiglia.
Un anno prima, Fabio Gregori aveva iniziato ad appassionarsi ai Testimoni di Geova, a cui alcuni suoi colleghi appartenevano, ma poi aveva ritrovato la strada per tornare alla Chiesa cattolica.
Fu proprio in quell'occasione che don Pablo donò alla famiglia Gregori quella statuetta bianca in gesso smaltato di soli 42 cm d'altezza. Qualche settimana prima, l'aveva acquistata durante un pellegrinaggio al santuario di Medjugorje. A quel punto il sacerdote si recò a casa loro per inginocchiarsi a pregare davanti alla "grotta della Madonnina".
"Nella nostra piccola parrocchia sta accadendo qualcosa di straordinario", spiegò nell'omelia del pomeriggio seguente: "Una statua della Vergine piange lacrime di sangue. Facciamo in modo che questo messaggio non ci trovi indifferenti".
Entro quella sera, sia Fabio Gregori che alcuni amici e membri della sua famiglia, assistettero per la seconda e la terza volta al formarsi di lacrime di sangue fresco in prossimità degli occhi della Madonnina di gesso.
Nel pomeriggio del 4 febbraio 1995, un sabato, Giancarlo Mori, comandante dei Vigili Urbani di Civitavecchia, accompagnato da due ufficiali, si recò presso casa Gregori. Aveva sentito parlare del miracolo e voleva formarsi una propria opinione al riguardo. In quel momento la statua cominciò a versare per una quarta volta le lacrime di sangue.
La Madonnina pianse sangue una quinta volta quando una domenica si erano radunati intorno alla statuetta molti fedeli e curiosi, tra cui anche alcuni poliziotti e un giornalista.
Verso sera il vescovo di Civitavecchia, Mons. Girolamo Grillo, venne informato degli eventi. Questi, un sobrio diplomatico che in precedenza aveva prestato servizio presso la Segreteria di Stato vaticana, reagì con grande scetticismo e persino con il rifiuto del prodigio.
Appena apprese che Fabio Gregori, per il quale la confusione creatasi intorno a lui era divenuta troppa, desiderava consegnare la Madonnina al suo parroco affinché venisse installata nella chiesa parrocchiale, intervenne immediatamente: il culto pubblico era proibito.
Anche l'idea che la statuetta potesse essere conservata in canonica venne rigettata. Oltre a ciò Mons. Grillo proibì a tutti i sacerdoti e ai religiosi di partecipare a qualsiasi forma di celebrazione.
Coloro che desideravano pregare avrebbero dovuto farlo semplicemente in chiesa. A Gregori non rimase altra scelta che nascondere la raffigurazione mariana nella casa del fratello, mentre il vescovo ordinò un'indagine.
Un medico venne incaricato di prelevare un campione del liquido rossastro che, gonfiandosi, sgorgava dagli occhi della Madonnina. Il giorno successivo era disponibile già una prima relazione con i seguenti risultati: era chiaramente un liquido organico, probabilmente sangue umano.
Di conseguenza, anche il giudizio del Vescovo cominciò ad ammorbidirsi: "Ieri ero scettico, oggi non sono né scettico né credulone" ‒ spiegò alla stampa ‒ "speriamo che non si tratti di un miracolo. Delle lacrime di sangue non sono certo un buon segno, e Civitavecchia è la porta di accesso a Roma, il centro del Cristianesimo, la capitale d'Italia".
Così il presule invitò i Gregori e il loro parroco nella sua residenza e li interrogò dettagliatamente. Insieme si prese la decisione di effettuare ulteriori indagini, che furono commissionate a due noti esperti: l'ematologo Angelo Fiori, direttore del dipartimento di medicina legale dell'Università del Sacro Cuore di Roma, e il Prof. Giancarlo Umani Ronchi, direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Statale La Sapienza di Roma.
L'indomani Fabio Gregori portò la statuetta nella residenza del Vescovo, il quale per prima cosa la sottomise ad un esorcismo per scacciare eventuali spiriti maligni. Poi mons. Grillo personalmente, accompagnato da Marco Di Gennaro, il cardiologo capo di Civitavecchia, la portò a Roma presso il Policlinico Gemelli, dove fu sottoposta a radiografie e furono prelevati campioni di sangue. Risultato: la Madonnina è realizzata in gesso massiccio.
Con questo venne confutata l'ipotesi di coloro che si erano autoproclamati scettici e che avevano già affermato alla televisione italiana che il miracolo fosse facile da spiegare: qualcuno avrebbe installato una pompetta elettronica e dei tubi di gomma in una cavità all'interno della statua, che avrebbero permesso a un liquido rosso di fluire attraverso la superficie porosa della statua tramite un telecomando a distanza.
Il 28 febbraio arrivò la successiva relazione di Fiori e Ronchi: era stato proprio sangue umano a sgorgare dagli occhi dell'effigie, il sangue di un uomo. Le lacrime della Madre di Dio erano forse quelle di Gesù?
La statuetta fu conservata nella casa vescovile con il consenso del suo proprietario. Era appena il 15 marzo che già Mons. Grillo dovette ricredersi in tutto, in una sorta di conversione come quella di S. Paolo sulla via di Damasco quando, dopo una prima messa nella sua cappella privata, decise di cantare la "Salve Regina" davanti alla Madonnina.
Con attenzione la tolse dal cestino in cui la stava custodendo avvolta nel cotone, la tirò su e cominciò a pregare alla presenza di sua sorella, del cognato e di due monache rumene che si occupavano della casa.
In quel momento, verso le 8:05, la Madre di Dio versò lacrime di sangue per la quattordicesima volta.
Monsignor Grillo:
"È vero, la Madonna ha pianto nelle mie mani e quattro o cinque testimoni erano presenti. Mentre pregavo la Salve Regina, cominciò a piangere di nuovo davanti ai miei occhi. Mia sorella, che era più coraggiosa di me, la toccò e si macchiò il dito con il sangue. Io non ne ebbi il coraggio e rimasi a guardare una piccola lacrima scorrere lentamente giù fino alla gola mentre la tenevo in mano."
Nel frattempo, era intervenuta anche la Procura della Repubblica italiana: il "Codacons" prima e il "Telefono Antiplagio" poi, sporsero denuncia con gravi accuse di associazione a delinquere, abuso di credulità popolare, truffa, pretesa di miracolo.
L'8 marzo, il Procuratore generale Antonio Albano fece perquisire la mattina presto le case di Fabio Gregori e di suo fratello, senza che venisse scoperto nulla di sospetto. Il 28 marzo, esperti della polizia criminale perquisirono l'appartamento del vescovo e pretesero la consegna della statua.
Siccome però questi si rifiutò di farlo, prelevarono abbondanti campioni di sangue. Il 6 aprile, un secondo gruppo di investigatori della polizia criminale richiese che la statuetta fosse nuovamente sottoposta a radiografie, ovviamente senza scoprire nemmeno questa volta alcuna cavità sospetta.
Con un ordine del Tribunale, venne proibito al vescovo, come originariamente era invece previsto, di trasferire la Madonnina nella chiesa parrocchiale in occasione del Venerdì Santo. Al contrario, la statuetta venne chiusa in un armadio che fu sigillato dalla Procura della Repubblica.
Il 1° maggio 1995 Mons. Grillo fu invitato in Vaticano, dove ebbe una conversazione di un'ora e mezzo con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Riferì dettagliatamente al cardinale Joseph Ratzinger le proprie osservazioni ed esperienze e i risultati delle varie indagini.
Il Prefetto confermò alla stampa che dal Vaticano stavano seguendo lo svolgersi degli eventi con grande attenzione. Il cardinale della Curia Vincenzo Fagido supponeva che davvero potesse trattarsi di un miracolo.
Il cardinale Camillo Ruini, allora Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, dichiarò che fondamentalmente non si poteva escludere la possibilità che Dio si manifestasse attraverso tali fenomeni.
Anche Papa Wojtyla, così assicurarono all'epoca voci interne al Vaticano, mostrava "vivo interesse" per tutta la vicenda.
Ci sono voluti dieci anni perché il Vescovo Grillo raccontasse di un'altra visita in Vaticano. La sera dell'11 giugno 1995 portò la statua a Giovanni Paolo II.
Inizialmente, il Papa lo ricevette a cena nelle stanze private del Palazzo Apostolico, poi depose la Madonnina nella sua cappella privata e pregò davanti a Lei. Infine, La ornò con una corona e con un rosario dorati. Quando mons. Grillo lo guardò con una certa incredulità, il Pontefice gli disse:
"Voi vescovi italiani siete sempre così scettici, dovreste credere di più!" Poi gli chiese se fosse stato possibile costruire un santuario, meta di pellegrinaggi a Civitavecchia, cosa alla quale il monsignore rispose positivamente.
"Un giorno dovrà far sapere al mondo che il Papa ha venerato la Madonna di Civitavecchia", dichiarò Giovanni Paolo II al Monsignore quando lo salutò. L'esatta descrizione di quella serata fu annotata dal presule nel suo diario.
Cinque anni dopo, quest'ultimo inviò una copia delle proprie note alla Santa Sede e ne chiese conferma. Il Papa lesse i verbali e li firmò di suo pugno il 20 ottobre 2000, prima di rispedirli. Il 10 aprile 1995 Karol Wojtyla aveva già inviato a Civitavecchia uno dei suoi amici più stretti, il cardinale polacco Andrzej Maria Deskur, per manifestare il suo sostegno al vescovo Grillo.
Deskur, prima di pregare per la "liberazione" della Madonnina messa sotto sigillo, paragonò il sequestro alla confisca dell'immagine di Nostra Signora di Czestochowa effettuata dai comunisti polacchi nel 1967. Fu solo il 18 aprile, dopo Pasqua, che il sigillo fu rimosso e venne così reso possibile il culto della statuetta stessa.
Un mandato di comparizione per sei testimoni a pro di un test sul DNA venne respinto dai loro avvocati: l'unica traccia di DNA che avrebbe potuto essere trovata nei campioni di sangue è così comune da venir rilevata ogni 5000 unità. Anche se una sola persona avesse dovuto corrispondere a questa traccia, non si sarebbe comunque provato niente.
Sebbene la commissione episcopale di esperti e l'ufficio del pubblico ministero non avessero riscontrato alcuna prova fraudolenta, la diocesi dichiarò il "non constat de sopranaturalitate" per i fatti di Civitavecchia: 7 membri su 11 avevano votato a favore, ma per il riconoscimento sarebbe stata necessaria una maggioranza di 2/3.
Tuttavia, come richiesto dal Santo Padre, nella chiesa parrocchiale dei Gregori, in via Ugo Fontanatetta, venne istituito un "Santuario della Madonna delle lacrime" (o "di Pantano", prendendo il nome dalla piccola frazione dove si verificò il miracolo).
Da allora, migliaia e migliaia di pellegrini affluiscono alla chiesa. In occasione del decimo anniversario della sua inaugurazione, il 3 giugno 2005, Papa Benedetto XVI incontrando mons. Grillo gli predisse: "La Madonna di Civitavecchia farà grandi cose".
La faccenda infatti non si era limitata ai 14 casi di pianto di sangue. Su richiesta di Giovanni Paolo II, il cardinale Deskur, durante la sua visita alla parrocchia della famiglia Gregori, aveva portato con sé una seconda statuetta della Madonna di Medjugorje, proveniente dallo stesso costruttore e copia gemella della "Madonnina", da regalare ai Gregori in sostituzione dell'altra che ormai avrebbero perduto per sempre.
Dal 7 settembre 1995, vigilia della festa della Natività della Vergine Maria, questa statuetta cominciò a rilasciare ad intervalli di tempo un liquido oleoso e fragrante, classificato da un laboratorio romano come "di origine non animale, non naturale, non identificabile".
Ecco un interessante reportage di "La Storia siamo noi" di Giovanni Minoli:
Quando Jessica andò a nozze il 13 maggio 2012, nell'anniversario di Fatima, le foglie dei cespugli piantate dal padre intorno alla grotta della Madonnina furono ricoperte anch'esse da questa sostanza simile a mirra.
La neo sposa, dopo le lacrimazioni ematiche di Civitavecchia, divenne portavoce della Madre di Dio. Negli anni successivi, in una serie di apparizioni ricevette circa 90 messaggi e tre segreti (ved. QUI e QUI; ndr) di cui soltanto uno le venne concesso di condividere col Papa.
Come rivelò il vescovo Grillo nel 2013, quell'uno includeva la richiesta della Vergine al pontefice di affidarle, durante l'Anno Santo 2000, tutti i sacerdoti e i vescovi, e di fatto l'intera Chiesa, in una solenne consacrazione.
Giovanni Paolo II soddisfece il desiderio della Madre SS. l'8 ottobre 2000, facendo portare a Roma la statua della Madonna di Fatima. Evidentemente il Santo Padre ritenne Civitavecchia una continuazione dell'annuncio portoghese.
Quando Jessica il 15 giugno 1996 incontrò suor Lucia al Carmelo di Coimbra e le parlò dei suoi messaggi mariani, si scoprì che uno dei suoi segreti era identico al "Terzo Segreto di Fatima".
"[...] Satana si sta impadronendo di tutta l'umanità, ed ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre! Satana sa che il suo tempo volge al termine perché mio Figlio Gesù sta per intervenire. Vi prego aiutatemi... Io, vostra Madre, voglio prima salvare tantissime anime e portarle a Lui, non lasciarle a Satana. [...]" (Messaggio del 30 luglio 1995).
A Civitavecchia, Ella voleva essere venerata come "Nostra Signora delle Rose, Madre e Regina delle famiglie e della Chiesa". Esortò tutti a ricevere frequentemente i Sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia, a recitare quotidianamente il Rosario e a "rivolgere il pensiero a Dio in ogni momento della giornata, così che tutto: lavoro, riposo, amicizie, divengano preghiera".
Gli attacchi di Satana potrebbero, altrimenti, condurre ad una terza guerra mondiale tra l'Occidente e il mondo islamico. Il suo scopo principale, tuttavia, sarebbe la distruzione della famiglia, che ha un posto centrale nel piano di Dio.
Il 26 febbraio 2005, a soli 15 anni, Jessica scrisse una lettera a Giovanni Paolo II che Mons. Grillo consegnò personalmente al Pontefice purtroppo giacente in punto di morte. Il Papa, che all'epoca si trovava al Policlinico Gemelli a Roma e che riusciva solo difficilmente a parlare, aprì gli occhi brevemente e con sforzo pronunciò tre parole: "Civitavecchia, Civitavecchia, Civitavecchia...".
Quando trapassò, la seconda Madonnina nel giardino dei Gregori pianse più volte lacrime acquose, un miracolo che poté anche essere filmato.
Michael Hesemann
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonte: Kath.net
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