martedì 30 giugno 2020

Gli Incredibili Segreti della Levitazione Sonica




Sebirblu, 29 giugno 2020

Già altre volte ho parlato della potenza del suono, per esempio QUI, QUI e QUI, ma è soprattutto nella Bibbia,  e precisamente nella storia  dell'abbattimento  delle mura di Gerico che ne troviamo una traccia evidente. L'ho descritta QUI, inserendola nei segni celesti iniziati.

Oggi, però, ne ho voluto cogliere l'aspetto più sorprendente, da sempre taciuto o ignorato, che riguarda il come siano stati mossi ed eretti gli enormi e pesantissimi megaliti situati un po' ovunque nei luoghi archeologici di tutto il mondo. 

Per questo, ho tratto da qualche sito interessante alcune testimonianze reali della potenzialità assoluta delle onde soniche.


I megaliti di Sacsayhuaman in Perù

Gli incredibili Segreti della Levitazione acustica

Diversi antichi manoscritti riportano la levitazione sonora di pesantissime rocce; probabilmente il mezzo stupefacente per erigere immense piramidi e monumenti maestosi. I testi arcaici sparsi per il mondo descrivono il suono come un metodo efficace per spostare e sollevare la materia fisica densa.

Secondo la saggezza ancestrale, più era grande il numero dei partecipanti per cantare o suonare strumenti a percussione, e soprattutto a fiato, maggiormente la potenza sonora si incrementava e compiva prodigi, a dir poco inconcepibili per l'uomo d'oggi.

Ogni individuo accedeva ad un'energia proveniente dai Cieli. Due cantori emettevano insieme più forza di un singolo, come se le loro voci, combinate, la moltiplicassero in modo logaritmico. Il suono celeste di grandi corali cantava senza sosta per rendere un paese potente e pressoché invincibile.

La precisione e lo schema della potenza sonica

L'autore Bruce Cathie (un uomo eccezionale, ex pilota e scopritore delle linee di forza magnetica percorse dagli UFO intorno alla Griglia della Terra. Di lui si è occupato ampiamente David Wilcock QUI) ha reso pubblica la testimonianza di un gran numero di monaci tibetani che hanno sollevato enormi massi rocciosi con la loro voce e gli strumenti musicali.

La collocazione esatta dei cantori e dei musicisti era basilare affinché funzionassero gli "effetti sonori antigravità". Diversi scritti antichi descrivono i suoni direzionali come una fonte di potenza meccanica, simile a quello che fuoriesce da una pistola ad acqua: l'obbiettivo era importante.

Un articolo tedesco dell'ingegnere svedese Olaf Alexanderson svela la levitazione sonora:

"Noi sappiamo tramite i monaci dell'Estremo Oriente che sono stati in grado di sollevare delle pesanti rocce nelle alte montagne con l'aiuto di suoni differenziati... diverse vibrazioni della gamma audio dimostrano ad uno scienziato di fisica che un campo sonoro vibrante e condensato può annullare il potere gravitazionale."




I rapporti dal Tibet sono stupefacenti

Le osservazioni compiute in Tibet solo vent'anni fa da Henry Kjellson, un ingegnere civile, hanno indicato che un medico svedese, il dottor Jarl, si era recato in quella regione himalayana nel 1939 per visitare un Gran Lama infermo. Questi gli permise di osservare la levitazione sonora e la traslazione di un enorme masso da un vasto pianoro ad una falèsia (parete rocciosa) alta 250 metri circa.

Il blocco era di 1 metro di larghezza per 1 e ½ di lunghezza. Intorno ad esso furono posti 19 strumenti musicali in un arco di 90°, ad una distanza di 63 metri dallo stesso. Tale raggio veniva misurato con la massima precisione.

L'«orchestra» era composta da 13 tamburi e da 6 trombe tipiche chiamate Ragdons: 8 grancasse avevano una sezione trasversale di 1 metro e una lunghezza di 1 e ½; 4 erano di taglia media di 0,7 metri per 1 di lunghezza, mentre una sola, piccola, era di 0,2 metri per 0,3. Tutte le trombe, invece, erano identiche, con un'estensione di 3,12 metri e un'apertura di 0,3.

Sia gli strumenti a percussione che a fiato erano fissati su dei supporti regolabili in direzione del masso. Le botti, o grancasse, aperte da una parte, avevano dall'altra un fondo in metallo sul quale i monaci battevano con grandi mazze di cuoio; pesavano 150 kg. Dietro ogni strumento, c'era una lunga fila di religiosi.




Una volta posizionato il tutto, un monaco dietro il piccolo tamburo dava il segnale di partenza. Esso emetteva un suono acuto che riusciva a sovrastare tutti gli altri in una sarabanda terribile. In sincronia, anche i monaci davano inizio al canto ritmato di una cantilenante preghiera che aumentava man mano in velocità contribuendo al fracasso assordante.

Durante i primi quattro minuti non accadeva nulla, poi, mentre il suono dei tamburi, dei canti e delle trombe entrava sempre più in accelerazione, il grosso blocco di pietra cominciava ad oscillare, a dondolarsi e di scatto a sollevarsi dal suolo raggiungendo la piattaforma stabilita a 250 metri d'altezza, dove vi si posava. [...]

In questo modo si compiva esattamente "il miracolo" che, prima di loro, in tempi remotissimi erano riuscite a compiere le popolazioni indo-europee (i Celti) – come a Stonehenge – i popoli Egizi delle piramidi e quelli precolombiani (Atzechi e Maya) di tutte le altre gigantesche strutture al di là dell'oceano. (Nota di Sebirblu).

Il dottor Jarl fu il primo straniero ad aver visto questo straordinario spettacolo. E siccome all'inizio pensava d'essere stato vittima di una psicosi di massa, impresse su pellicola due filmati dell'evento, ma essi mostravano esattamente le stesse cose alle quali aveva assistito.

La società inglese per la quale il medico lavorava confiscò i due film e li dichiarò classificati. Non sarebbero più stati esposti fino al 1990. Questa azione è assai difficile da spiegare o da comprendere.




La levitazione sonora di Coral Castle (Castello di Coralli)

Edward Leedskalnin ‒ nato a Riga (in Lettonia) il 10 agosto 1887 e deceduto a Miami il 7 dicembre 1951 ‒ uomo dalle risorse finanziarie modeste e con un'istruzione di quarta elementare, edificò un monumento al suo amore perduto, Agnes, che annullò il loro matrimonio un giorno prima della cerimonia nuziale.

Nella regione di Homestead, in Florida, il calcare oolitico (chiamato coral stone) può raggiungere 4000 piedi di spessore (km 1,2192) nei fondali marini. Leedskalnin tagliò e spostò da solo, incredibilmente, blocchi individuali di diverse tonnellate. (Ved. QUI l'affascinante storia).

Lasciò il suo "Castello" come prova che era in grado di traslare grosse pietre senza un'attrezzatura adeguata. Egli affermava di conoscere come gli egizi avevano edificato le loro piramidi. Di conseguenza costruì il suo Coral Castle "cantando" per sollevare i pesantissimi massi megalitici.

Leedskalnin poggiava le sue mani sulla roccia da levitare, poi iniziava a cantare modulando la voce su una precisa gamma sonora fintantoché percepiva una risposta dalla stessa pietra.

La nota giusta che produceva il ritmo vibrazionale più forte veniva da lui mantenuta per un po' al fine di trasmettere alla roccia un potente 'dosaggio' onde sfuggire alla forza di gravità e fluttuare, sollevandosi, senza peso specifico.

Il geniale lettone lavorò al progetto del suo 'Castello' per quattro lustri (dal primo '900 agli anni quaranta) e nel 1936, quando la costruzione di nuovi lotti edilizi nelle vicinanze della sua opera minacciava la sua privacy, decise di trasferire l'intero cantiere da un'altra parte, a sedici chilometri di distanza: il villaggio di roccia venne dunque spostato nella cittadina di Homestead, dove Edward aveva acquistato 10 acri di terra, a pochi passi dalla South Dixie Highway.




I Blocchi Fluttuanti

Proprio quest'ultima destinazione, a quanto risulta da varie testimonianze, fu area di avvistamenti, da parte di numerosi bambini che giocavano da quelle parti, di enormi blocchi di pietra fluttuanti nell'aria "come palloni ad idrogeno", mentre l'uomo, cantando, li sollevava con il semplice gesto delle mani.

L'autista che accompagnò Leedskalnin lungo il tragitto per il trasporto dei massi di pietra, dichiarò che un giorno, appena arrivato a Florida City, parcheggiò il camion nei pressi del villaggio.

Edward chiese all'autista di essere lasciato solo durante la fase di trasferimento dei megaliti al mezzo di trasporto. Il guidatore, che aveva dimenticato il suo pasto sul camion, dopo essersi allontanato a piedi, ritornò indietro, scoprendo, con meraviglia, che le grandi pietre erano già state posizionate sull'autocarro in pochi minuti di orologio.

Numerosi furono, nel tempo, i vari tentativi di scienziati ed ingegneri di ricostruire 'location' simili a quella ideata dall'egocentrico lettone, nella speranza di carpirne i segreti e i meccanismi.

Negli anni '70, ad esempio, alcuni studiosi di Coral Castle cercarono di riprodurre l'omonima struttura scavando un blocco di pietra calcarea del peso di 30 tonnellate, ma il bulldozer adoperato per sollevare i monoliti non riuscì a smuoverne neanche una parte. 

A quel punto, essi decisero di affidarsi agli stessi studi pubblicati da Leedskalnin dove c'era un manoscritto "Magnetic Current" contenente una serie di prescrizioni e di norme che evidenziavano la sua incredibile consapevolezza riguardo alle teorie sul magnetismo. (Consiglio di leggere anche QUI; ndt).

Edward, nelle sue fitte pagine, dichiarava di conoscere i segreti relativi alle piramidi dell'antico Egitto e dei costruttori in Perù, Yucatan e Asia che, con il solo ausilio di strumenti rudimentali ("primitive tools") avevano sollevato e posizionato blocchi di pietra pesanti molte tonnellate. Tuttavia, egli non svelò mai tali arcani. 

Dopo anni di indagini, si scoprì che Edward aveva eretto il sito di Coral Castle nel rispetto di una cartografia del mappamondo terrestre  nota sin dal tempo  degli Egizi e dei Babilonesi, fondata su uno schema invisibile di traiettorie energetiche, oggi chiamate Ley Lines. (Cfr. QUI l'interessante articolo).


L'incredibile linea di San Michele Arcangelo

Queste linee connettono tra loro siti archeologici e luoghi sacri (ved. QUI), tutti costruiti in prossimità di punti magnetici particolari, costituendo una mappa di coordinate chiamata World Grid (Griglia del mondo).

A tal proposito, lo scienziato Bruce Cathie, sopra menzionato, autore del libro "The Energy Grid", sostenne che Leedskalnin aveva stabilito il preciso luogo per edificare Coral Castle in prossimità di alcune 'ley lines' ideali per sfruttare l'energia del moto gravitazionale terrestre, adoperando certe tecniche geometriche. 

Gli stessi parametri che, secoli prima, con tutta probabilità hanno contribuito alla realizzazione delle grandi piramidi, ma anche di Stonehenge, il complesso megalitico che la leggenda racconta fosse stato prodigiosamente trasferito, fluttuando nell'aria, dall'Irlanda all'Inghilterra, per opera di Mago Merlino.

Ma lasciando stare i miti, ecco un esempio moderno di alta tecnologia: una sonorità potente che può sollevare e spostare gli oggetti nell'aria. Yoshiki Hashimoto, della società Kaijo di Tokyo, ha messo a punto uno speciale congegno per la levitazione acustica.

Il suono vibra  20.000  volte  al  secondo  per mantenere  una piccola placca  di silicio in sospensione stazionaria ad un millimetro al di sopra di una superficie. Ecco un esempio in questo video dell'Argonne National Laboratory:




Alcuni scienziati hanno anche condotto delle sperimentazioni nello spazio, perché l'assenza di gravità permetteva loro di analizzare, in condizioni ideali, l'impatto sonoro sulla materia.

Conclusione di Sebirblu

L'abbondanza di prove dirette ed esaurienti sulle tecniche di levitazione acustica concernenti gli antichi costruttori di vestigia colossali è stata completamente ignorata dagli storici e dalle università competenti.

Non solo, ma anche da certe mentalità condizionate dai tempi a rigide tradizioni religiose che relegano tutto nel diabolico (ved. prefazione QUI), come la levitazione umana indagata dai migliori studiosi agli inizi del '900, dimenticando che moltissimi santi e mistici, nei secoli, hanno avuto la medesima esperienza.

Inoltre, sin dal secolo scorso, le scoperte o le invenzioni più disparate, specialmente quelle di Nikola Tesla riguardo al nostro tema, rivolto alle tecnologie sulla levitazione acustica, vengono fagocitate dal buco nero dei "Segreti di Stato", impedendo così al genere umano di progredire perché lo si vuole così, perfettamente sottomesso, retrogrado e servile per gli avidi interessi di pochi. (Cfr. QUIQUI).

Traduzione libera, relazione e cura di: Sebirblu.blogspot.it

            bibliotecapleyades.lege.com

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