giovedì 29 settembre 2022

San Michele Arc. ponte fra S. Pio e S. Francesco




Sebirblu, 29 settembre 2022

Pochi giorni di differenza legano insieme questi tre Fari di Santità:

San Pio da Pietrelcina che viene celebrato il 23 settembre, l'Arcangelo Michele il 29 e San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia, il 4 ottobre.

C'è un filo invisibile che li congiunge, impreziosendo ancor più, se possibile, un sito già sacro perché toccato e voluto dalla mano di Dio: la Basilica-Santuario dedicata al Principe delle Milizie Celesti.

«La storia di questo luogo è affascinante. Inizia tra il 490 e il 493 d.C. in cui si narra, secondo il "Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano", detto anche "Apparitio", l'episodio del toro di un ricco pastore che, tornato all'ovile con il gregge, si rese conto che il suo migliore animale era nuovamente fuggito.

Gargano (dal quale il promontorio prese il nome, ma che dagli scritti pare essersi chiamato Elvio Emmanuele), dopo affannose ricerche, ritrovò il toro all'interno di un'ampia grotta da cui esso non voleva proprio uscire. Preso dall'ira, gli scagliò una freccia che, non solo non colpì il bersaglio, ma prodigiosamente si rivoltò nell'aria come un boomerang e trafisse l'uomo che l'aveva lanciata, ferendolo ad una gamba.


"Gargano e il toro" di Priamo della Quercia - sec. XV - Pinacoteca di Lucca 

In quel momento venne avvolto da un'intensa luce al centro della quale c'era un Angelo che impugnava una scintillante spada.

Riavutosi dallo shock, il pastore decise di recarsi da Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (antichissimo porto romano a due passi da Manfredonia) che, dopo averlo ascoltato, e ritenendolo vittima di un inganno diabolico (perché nell'antro venivano compiuti riti pagani) decretò per tutta la comunità tre giorni di digiuno e preghiere, non dando alcun peso all'episodio.

Prima Apparizione detta "del Toro"

Al termine di tale penitenza però, l'8 maggio 490, l'Arcangelo Michele apparve in visione notturna al presule dicendogli:

"Hai fatto bene a chiedere a Dio ciò che era nascosto agli uomini. Un prodigio ha colpito l'uomo con la sua stessa freccia, affinché fosse chiaro che tutto ciò avviene per mia volontà. Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla Presenza di Dio.

La caverna è a me sacra. E poiché ho deciso di proteggere sulla Terra questo luogo e i suoi abitanti, ho voluto attestare in tal modo di esserne il patrono e il custode per tutto ciò che vi avviene.

Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati agli uomini. Quel che sarà chiesto qui nella preghiera verrà esaudito. Non vi sarà più spargimento di sangue di animali. Va' perciò sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano".


Interno della grotta sacra del Gargano

Seconda Apparizione detta "della Vittoria"

Due anni dopo, nel 492, la città di Siponto fu assediata dagli Eruli comandati da Odoacre, ed era prostrata e ormai costretta alla resa. Il vescovo Lorenzo Maiorano mandò i suoi ambasciatori dal capo dei barbari che concesse tre giorni di tregua, giorni che la popolazione sipontina impiegò in penitenze e suppliche a San Michele.

L'Arcangelo, nel suo immenso splendore, apparve ancora al prelato durante il sonno, dicendo che le preghiere erano state esaudite e che veniva in aiuto a Siponto dando disposizioni per la battaglia all'ora quarta (Liber). Promise di intervenire qualora la città non si fosse arresa.

Suggerì quindi il contrattacco, che avvenne per volere dello stesso Condottiero Celeste nella mattinata del 19 settembre, in cui contribuì alla vittoria scatenando una terribile tempesta di grandine e sabbia così da mettere in fuga l'esercito barbarico.

Siponto era salva. Allora il vescovo, in segno di ringraziamento, salì in processione con il suo popolo alla grotta, ma non osò mettervi piede.


Cesare Nebbia (1536-1614) - Immagine di David Castor 

Terza Apparizione detta "della Dedicazione"

Nel 493 monsignor Maiorano decise di obbedire al Celeste Protettore e di dedicare al culto la spelonca in segno di riconoscenza, confortato anche dal parere positivo espresso da papa Gelasio I.

Ma nottetempo l'Angelo del Signore gli apparve per la terza volta e gli disse: "Non è compito vostro sacralizzare la Basilica da me costruita. Io l'ho fondata e l'ho anche consacrata. Ma voi entrate e frequentate pure questo luogo, posto sotto la mia protezione". (Sempre da "Liber" o "Apparitio").

«Quando il vescovo Lorenzo con altri sette presuli e i fedeli entrarono nella grotta, dice il mito, scorsero un segno soprannaturale lasciato da San Michele: l'orma di un suo piede, molto piccola, tanto da sembrare quella di un bambino, ma anche un altare coperto da un drappo rosso, con una croce di cristallo sopra. Era un miracolo!

Sorpreso, ma giubilante di poter dare al popolo una prova tangibile, Maiorano fece poi costruire una chiesa davanti alla cavità che dedicò a San Michele Arcangelo il 29 settembre 493.

In seguito, il luogo prese il nome di "Basilica Celeste" perché non consacrata dagli uomini. Con questo gesto, si intese sancire la vittoria del Cristianesimo sui culti pagani e sulle ultime resistenze eretiche...»


Interno della grotta di Monte Sant'Angelo - Trono vescovile

Trascorsero ben 723 anni prima che il promontorio del Gargano fosse di nuovo illuminato da un'altra Luce meravigliosa ad attestarne la sacralità. Successe questo, infatti, in occasione del pellegrinaggio che San Francesco vi fece, prima di recarsi in Terra Santa.

Il Poverello d'Assisi era molto devoto a San Michele tanto che ogni 15 agosto, festa dell'Assunta, iniziava una speciale "quaresima" di digiuno e preghiera per prepararsi alla ricorrenza del 29 settembre.

Accadde proprio durante uno di questi periodi penitenziali che sulla Verna egli ricevette le stigmate da un Serafino alato il quale, secondo diversi commentatori francescani, era proprio San Michele.

Fu nel 1216 che egli visitò la grotta, consacrata direttamente dalla mano del grande Condottiero angelico.

Quando entrò nel Santuario scavato nella roccia, non si sentì degno di accedervi e si fermò in raccoglimento presso l'entrata baciando ripetutamente il suolo ed incidendo su  una  pietra  il  segno  del  Tau (ossia  la  lettera "T", emblema  della  Croce  simbolo di redenzione e salvezza, ma anche di protezione ‒ come può esserlo... un "Tetto") particolarmente amato dai francescani, ed oggi ancora venerato come reliquia.

Nel 1276, a ricordo del passaggio del Santo fraticello, vicino all'ingresso della caverna sacra fu poi eretto un altare in omaggio a questo gigante dello Spirito.

Nel frattempo, passarono 1163 anni da quel lontano 493 in cui per la prima volta apparve il Principe degli Angeli, e in tutto il meridione imperversava una terribile pestilenza.

L'arcivescovo del posto, Alfonso Puccinelli, disperato, rivolse una preghiera accorata a San Michele  a pro della comunità colpita, e il 22 settembre 1656, presso la stanza vescovile dove si trovava assorto, avvenne la quarta apparizione.

L'Arcangelo, in uno splendore indescrivibile lo invitò a benedire i sassi della grotta e ad incidere su di essi il Segno della Croce e le lettere M.A. (Michele Arcangelo). Chiunque avesse devotamente tenuto con sé quelle pietre sarebbe stato preservato o guarito dall'epidemia.


Pietre benedette da S. Michele Arcangelo per la peste del 1656

L'arcivescovo compì quello che gli era stato detto. Ben presto non solo la città fu liberata dalla peste, ma venivano risanati anche coloro che richiedevano tali pietre, ovunque si trovassero.

Come ringraziamento, il presule fece erigere una statua a San Michele proprio di fronte al luogo dove gli apparve, apponendo una scritta in latino a ricordo del grande miracolo di guarigione ricevuto da tutta la cittadinanza, perennemente grata.

Ritornando a quanto detto sopra, anche Padre Pio ricevette le stigmate come San Francesco ed è interessante notare che sul crocifisso davanti al quale egli fu "trafitto", il 20 settembre 1918, è raffigurato San Michele sulla volta.

Un'altra curiosa circostanza che lega San Francesco al suo degnissimo "figlio" è che ogni 17 settembre, solo per il calendario liturgico cattolico (rimanendo sconosciuta la data vera), viene celebrata la memoria delle stigmate che egli ricevette alla Verna: proprio tre giorni prima, di quelle ricevute effettivamente da Padre Pio.

Tra i due stigmatizzati v'è la differenza che il primo ne fu investito quasi al termine della sua vita (ed oltre ai fori su mani e piedi gli crebbero delle escrescenze che simulavano le capocchie dei chiodi di Nostro Signore da una parte, e dall'altra le punte ricurve e ribattute degli stessi), mentre il secondo, ne fece l'esperienza dolorosa a 31 anni d'età e le avrebbe portate per 50, ossia fino al 1968 quando trapassò.

«Nell'ambiente francescano vi è stata sempre una grande devozione a San Michele Arcangelo, e a maggior ragione a san Giovanni Rotondo che dista dal Santuario del Gargano appena 25 km.


Veduta di Monte Sant'Angelo sul Gargano

Un blocco di pietra, ricavato dalla roccia della grotta di Monte Sant'Angelo fa parte della chiesa del convento dei Frati Minori e Padre Pio volle che si erigesse un mosaico dedicato a San Michele (opera dello svizzero Aurelio Gozzato) sulla torretta della Casa Sollievo della Sofferenza.

Egli andò soltanto una volta in pellegrinaggio alla sacra Basilica, e dedicò a questo avvenimento un fugace accenno nel suo Epistolario.

In una lettera ad Assunta di Tomaso, del 2 luglio 1917, Padre Pio si scusava con la stessa di non poter rispondere alle sue numerose domande scrivendo:

"Lo farò appena potrò e quando mi sarò rinfrancato dello strapazzo preso per la gita fatta ieri a Monte Sant'Angelo per visitare San Michele" (Epistola 3, 419).

Lo storico Gherardo Leone ha ricostruito nei dettagli questa visita, rivelando una passione senza limiti del Frate Santo verso l'Arcangelo.

Scrive Gherardo Leone: "Padre Pio fece il viaggio il 1° luglio 1917 su un carretto scoperto, come si usava a quel tempo, assieme a quattordici fratini del Collegio di San Giovanni Rotondo. Quel giorno faceva molto freddo. Padre Pio ne soffrì molto dal punto di visita fisico, anche perché era partito nel cuore della notte.

Entrando nel Santuario all'interno della grotta, prese un raffreddore per l'umidità molto intensa. Prima della celebrazione della Messa si raccolse in preghiera per tre quarti d'ora, poi iniziò il rito religioso davanti all'altare dell'Arcangelo.

Nell'offrire il Sacrificio nel luogo consacrato si commosse profondamente. Dopo la celebrazione, si trattenne per altri tre quarti d'ora. Era pallidissimo e tremava per il freddo: erano tre ore che stava in quella caverna umidissima e gelida.

Ad un certo punto due fedeli presenti, vedendolo in quello stato, lo sollecitarono ad andare in una casa vicina, per consumare una colazione calda.

Nella Basilica di San Michele – scrive Gherardo Leone – in quel momento di grande intensità spirituale, nella penombra della grotta arcangelica, Padre Pio prese piena coscienza della sua missione religiosa ed ebbe anche il presentimento di quanto il Signore gli stesse riservando".




Lo  scrittore  Giovanni Siena  afferma che: "Il ruolo  di  San  Michele  Arcangelo  nella vita e nell'Opera di Padre Pio, diventò evidente un anno dopo quel significativo pellegrinaggio di Monte Sant'Angelo. Il 1918 fu per Padre Pio un anno pieno di eventi straordinari.

Egli, infatti, fu protagonista di tre sconvolgenti fenomeni mistici che gli costarono anche grandi patimenti fisici:

La "transverberazione" ovvero la straziante lacerazione delle parti più profonde dell'anima per opera di un misterioso dardo di fuoco.

La "stigmatizzazione" ossia la comparsa sul suo corpo delle stesse ferite riportate dal Cristo sulla croce.

La "transfissione" cioè lo squarcio del cuore e del costato operato da una lancia.

Queste tre prove furono precedute dall'apparizione di quello che Padre Pio definiva un "misterioso personaggio". Chi era?


Danny Hahlbohm 

Il Frate non ha mai rivelato questo segreto. Ma alcuni studiosi di fenomeni mistici e storia della spiritualità sono convinti che si trattasse proprio di San Michele, l'Angelo inviato da Dio a coloro che devono realizzare una missione difficile.»

«Viene da chiedersi: perché, nonostante la vicinanza al Santuario, non vi ritornò più? Il salesiano don Giuseppe Tomaselli, famoso sacerdote esorcista ed apostolo di Messina, che ebbe numerosi contatti con Padre Pio, raccontò un fatto interessante a questo proposito:

"Un gruppo di persone di Tortoreto Lido, in provincia di Teramo, avendo sentito parlare di Padre Pio decise di recarsi da lui per conoscerlo. In treno, i pellegrini incontrarono un prelato che chiese loro dove fossero diretti: "Andiamo a San Giovanni Rotondo, rispose uno, pare che lì ci sia un frate che faccia miracoli".

"Ma chi è questo frate?" ‒ fu la domanda. ‒ "Andate piuttosto al Santuario di Monte Sant'Angelo. Lì c'è veramente uno che fa miracoli, San Michele Arcangelo".

Una volta scesi dal treno, questi devoti disorientati rimasero in dubbio se andare a San Giovanni o a Monte Sant'Angelo. Alla fine prevalse il proposito di recarsi da Padre Pio. Il Frate li ricevette e durante il colloquio iniziò a comportarsi in maniera strana: apriva e chiudeva un cassetto, senza un motivo valido.

Quel cassetto era vuoto, si vedeva benissimo. Al termine della visita, prima di salutare gli ospiti, Padre Pio estrasse da tale cassetto diverse immagini raffiguranti l'Arcangelo del Gargano e li consegnò ad ognuno dei fedeli.

La sorpresa fu grande quando il Frate, dopo aver distribuito i santini, se ne uscì con questa frase: "Così potrete dire di essere stati al Santuario di San Michele". Tutti si convinsero – conclude don Tomaselli – che nello stesso momento in cui parlava con loro vi si fosse recato in bilocazione.»


Dettaglio tratto da uno dei suoi libri "Diario spirituale segreto"- Ed. Segno 

Non c'è da meravigliarsi se questi due potentissimi santi frati, Francesco d'Assisi e Padre Pio, al secolo anch'egli di nome Francesco, siano accomunati da un grande ardore per San Michele Arcangelo viste le persecuzioni e i continui tormenti che entrambi ha loro inflitto il Demonio.

Di tutta l'ampia letteratura esistente, mi limito a riportare, per ovvi motivi, soltanto un piccolo aneddoto riguardante il Padre cappuccino:

"Fu una lotta senza esclusione di colpi, cominciata sin dai primi giorni di vita quella del piccolo Francesco Forgione, secondo quanto testimoniato da un'anima eletta che ebbe una strabiliante visione durante un pellegrinaggio alla Grotta di San Michele a Monte Sant'Angelo.

A Padre Mariano Paladino, che fu uno degli infermieri di Padre Pio, quella persona raccontò di aver visto il piccolo Francesco adagiato in una culla e protetto dalle ali dell'Arcangelo.

Pensando che potesse essersi trattato di un'allucinazione, Padre Mariano raccontò l'episodio al Santo cappuccino e ne ricevette immediatamente una risposta netta: «Guai a me se non ci fosse stato San Michele: a quest'ora avreste visto Padre Pio sotto i piedi di Lucifero»."

Per quanto riguarda invece il mirabile Poverello: "Nelle fonti francescane viene evidenziata l'azione del Santo contro Lucifero, ritraendolo uomo forte e lottatore straordinario sia a difesa della propria persona quanto a quella degli altri.

È rimasto celebre il racconto ambientato nel palazzo del cardinale Leone a Roma, ove S. Francesco era ospite e fu attaccato violentemente dal demonio fino ad essere quasi mezzo morto. Gli attacchi non erano soltanto a livello morale o spirituale, ma erano diretti anche contro il corpo, in modo da tormentarlo fisicamente e farlo molto soffrire.

Ma egli, munito di fede, si faceva tanto più forte e fervente nella preghiera quanto più violento era l'assalto dei nemici. I demòni non sono altro che strumenti nelle mani di Dio per la purificazione dell'anima.

Le battaglie sembrano aumentare man mano che cresce la sua perfezione, diventano più acute e tormentose ma S. Francesco era consapevole che alla fine la vittoria è di colui che resta fedele a Cristo, non a Satana.

Per questo motivo egli si è sempre rimesso alla volontà di Dio con grande umiltà, sconfiggendo l'arroganza dei demòni, consapevole che possono esercitare il loro potere unicamente nella misura in cui la mano di Dio lo concede; essi non sopportano una simile forza d'animo e si ritirano sconfitti."


"Francesco assalito dai demòni" di Domenico Manfredi - ved. QUI

Concludendo, non può mancare quello che papa Leone XIII disse dopo la visione avuta il 13 ottobre 1884 (ved. QUI e QUI):

«Ho visto la terra avvolta dalle tenebre, e da un abisso uscire legioni di demòni che si spargevano per il mondo al fine di distruggere ed attaccare le opere della Chiesa che era ridotta allo stremo.

Allora apparve S. Michele che ricacciò gli spiriti malvagi nell'abisso. Poi l'ho scorto intervenire ancora, non in quel momento ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l'Arcangelo».

Nella relazione originale del famoso esorcismo di Leone XIII si leggeva:«Ecco la Chiesa, Sposa dell'Agnello Immacolato, satura di amarezza e abbeverata di veleno da nemici molto astuti; essi hanno posato le loro empie mani su tutto ciò che esiste di più sacro.

Laddove fu istituita la sede del beato Pietro e la cattedra della Verità, là hanno posto il trono della loro abominazione nell'empietà; in modo che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso».

(È quanto sta accadendo oggi; ved. QUI , QUI, QUI, QUI e soprattutto QUI; ndr). 

La preghiera a S. Michele Arcangelo venne incorporata al termine della Messa, ma fu poi abilmente fatta sparire dopo il Concilio Vaticano II (ved. QUI). 

Questo fu motivo di grande dispiacere per Padre Pio che ripeteva spesso: "Oggi più che mai, in quest'epoca apocalittica, è necessario combattere sotto il vessillo di San Michele Arcangelo".

Ecco la supplica, nella sua versione ridotta:

«San Michele Arcangelo, soccorrici nella lotta;
sii il nostro presidio contro la cattiveria e le insidie del demonio.
Noi ti chiediamo supplici che Dio comandi su di lui;
e Tu, Principe della milizia celeste, per Virtù divina
ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni
che vagano nel mondo per la rovina delle anime.»
Amen.

Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Spunti e piccoli brani tratti da:


venerdì 23 settembre 2022

Florilegio dedicato a Padre Pio, il Frate Santo




Sebirblu, 23 settembre 2022

In ossequio al grande Santo di Pietrelcina, Padre Pio, di cui oggi ricorre il 54° anno del suo passaggio dalla terra al Cielo, ho deciso di riesporre, cari Lettori, un piccolo florilegio di alcune attestazioni concernenti i suoi prodigi. 

(QUI, troverete anche un'intervista di Padre Amorth su Fra' Pio e il demonio, QUI la sua persecuzione, QUI il collegamento con San Michele e San Francesco e QUI la sua profezia sul papato della falsa Chiesa).

E per chi avesse letto su altri siti la storia parziale del sacerdote da Lui miracolato, Jean Derobert, può trovare QUI, l'interessantissima storia completa.


San Pio, al secolo Francesco Forgione 1887 - 1968

Chiaroveggenza ed Introspezione delle anime

La chiaroveggenza è quel particolare carisma che consente di vedere cose remote e di prevedere il futuro o di vedere ed udire a distanza nello spazio e nel tempo senza il concorso dei sensi e delle normali capacità intellettive.

Tale capacità fu sperimentata da Padre Pio, sebbene tale prerogativa in lui, trovava uno sviluppo del tutto particolare. Infatti,  egli  riusciva  perfino a scrutare una persona sino a raggiungere la parti più segrete dell'anima. Rimangono numerose testimonianze dei suoi singolari interventi.

Eccole:

[Verso il tramonto, nel giardino del convento, Padre Pio, che stava amabilmente conversando con alcuni fedeli e figli spirituali, si accorse di non avere con se il fazzoletto. Ecco allora rivolgersi ad uno dei presenti e dirgli: "Per favore, ecco la chiave della mia cella, devo soffiarmi il naso, vai a prendermi il fazzoletto".

L'uomo si recò nella cella ma, oltre al fazzoletto, prese uno dei mezzi guanti del Santo e se lo mise in tasca. Non poté lasciarsi sfuggire l'occasione di entrare in possesso di una reliquia! Ma al ritorno in giardino, quando lo consegnò, si sentì dire da Padre Pio: "Grazie, ma ora ritorna nella cella e rimetti nel cassetto il mezzo guanto che ti sei messo in tasca".]




[Un uomo, nel 1920 si presentò al convento dei cappuccini per parlare con Padre Pio, certamente non era un penitente come tanti altri in cerca di perdono anzi, a tutto pensava tranne che a questo. Appartenente ad una banda di criminali incalliti, quest'uomo era fermamente deciso a sbarazzarsi della moglie per convolare a nuove nozze.

Voleva ucciderla e al tempo stesso procurarsi un alibi indiscutibile. Sapeva che sua moglie era devota di un Frate che viveva in un paesino del Gargano, lì nessuno lo conosceva e avrebbe potuto facilmente mettere  in atto il suo piano omicida. Un giorno quest'uomo convinse con una scusa la consorte a partire. Quando giunsero in Puglia, la invitò a fare visita a quel Personaggio di cui tanto già si parlava.

La alloggiò in una pensione appena fuori paese e si recò da solo al convento per ritirarle la prenotazione della confessione; quando ella poi sarebbe andata dal Frate, lui si sarebbe fatto vedere in paese per costruirsi un alibi. Avrebbe cercato un'osteria e conosciuti degli avventori, li avrebbe invitati a bere e a farsi una partita a carte.

Allontanandosi più tardi con un sotterfugio si sarebbe recato ad uccidere la moglie appena uscita dalla confessione. Tutt'intorno al convento era aperta campagna e nella penombra della sera nessuno si sarebbe accorto di nulla, tanto meno di chi avrebbe sotterrato un cadavere. Poi tornato, avrebbe continuato ad intrattenersi con i compagni di gioco per poi ripartire, da solo, così come era arrivato.

Il piano era perfetto ma non aveva tenuto conto della cosa più importante: mentre lui pianificava l'omicidio, Qualcuno percepiva il suo pensiero. Giunto al convento vide Padre Pio che confessava alcuni paesani; in preda ad un impulso che non riuscì a contenere, ben presto si inginocchiò ai piedi di quel confessionale per gli uomini.




Non ebbe finito nemmeno il segno della croce che dal confessionale uscirono delle urla inconcepibili: "Via! Via! Via! Non sai che è proibito da Dio macchiarsi le mani di sangue con un omicidio? Vattene! Vattene!" - Poi, prendendolo per un braccio, il Cappuccino lo scacciò del tutto. L'uomo era sconvolto, incredulo, sgomento.

Sentitosi scoperto fuggì atterrito verso la campagna, dove, caduto ai piedi di un macigno, con la faccia nel fango, finalmente si accorse degli orrori della sua vita sbagliata. In un attimo rivide tutta la sua esistenza e, fra laceranti tormenti dell'anima, comprese a fondo la sua aberrante cattiveria.

Tormentato nel più profondo del cuore, ritornò in chiesa e domandò a Padre Pio di confessarlo veramente. Il Frate glielo concesse e questa volta, con infinita dolcezza gli parlò come se lo conoscesse da sempre.

Anzi, per aiutarlo a non dimenticare nulla di quell'esistenza sbandata, gli elencò tutto il passato, momento per momento, crimine dopo crimine, con la massima dovizia di particolari. Arrivò anche all'ultimo progetto infamante e premeditato, quello di uccidere sua moglie.

L'uomo si sentì raccontare l'uxoricidio che solo lui aveva partorito nella sua mente e che nessun altro, all'infuori della sua coscienza, conosceva. Esausto ma finalmente libero, si gettò ai piedi del Frate e chiese umilmente perdono. Ma non fu finita.

Mentre si stava accomiatando, una volta terminata la confessione, l'uomo fece l'atto di alzarsi, ma Padre Pio lo richiamò a sé e gli disse: "Tu hai desiderato avere dei figli, non è vero?" - Caspita, questo Frate conosce pure questo! - "Ebbene non offendere più Dio ed un figlio ti nascerà!"

Quell'uomo tornò da Padre Pio esattamente lo stesso giorno di un anno dopo, totalmente convertito e padre di un figlio nato da quella stessa moglie che lui avrebbe voluto uccidere.]


Casa di Padre Pio a Pietrelcina

[Una signora ha raccontato: "Volli partecipare anch'io ad un viaggio organizzato per San Giovanni Rotondo allo scopo di conoscere ed avvicinare Padre Pio. Era l'anno 1961. Nel pullman, a voce alta, un signore ad un tratto disse: "Mia moglie ha voluto che l'accompagnassi da questo «impostore»". Il riferimento al caro Padre era evidente.

Ebbi una stretta al cuore per quell'insulto. Quando fummo a San Giovanni Rotondo, ci recammo subito in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Al termine Padre Pio passò tra i pellegrini. Giunto vicino a noi, si fermò proprio di fronte a quel signore che nel pullman aveva detto male di lui e disse: "Venga qui, lei. Venga da questo impostore".

L'uomo impallidì, si inginocchiò e, balbettando, riuscì a dire soltanto: "Perdonatemi, Padre! Perdonatemi!", Padre Pio allora gli mise una mano sulla testa e, benedicendolo, aggiunse: "Alzati, ti perdono". Quel signore si convertì all'istante, tra l'ammirazione e la commozione di tutti."]


Casa di Padre Pio a Pietrelcina 
(ove si scorge una curiosa e dolce figura femminile con il capo velato sfiorante il soffitto, forse Maria?) 

Ierognosìa (dal greco "hieròs" = sacro, sacerdotale,  e "gnôsis" = conoscenza)

Padre Pio era in grado di riconoscere se un uomo fosse un sacerdote e se determinati oggetti fossero benedetti. I fenomeni di ierognosìa rientravano fra i tanti carismi di cui era dotato il Santo.

[Un giorno un signore vestito in "principe di Galles" e tanto di cravatta al collo se ne stava in sacrestia con gli altri uomini in attesa dell'arrivo del Frate. Era proprio in prima fila quando Padre Pio, scortolo, gli disse: "Reverendo, siete venuto «travestito» ma non dovete vergognarvi di venirmi a trovare, la prossima volta tornate vestito da prete."]

[Padre Pio "sentiva" se un'acqua era da benedire o se era già benedetta. E se qualcuno gli presentava una bottiglia con dentro acqua di Lourdes, lui, senza fare domande, la portava alle labbra e la baciava.]

[Il tranviere romano Bruno Cornacchiola al quale apparve la Madonna in una grotta alle Tre Fontane di Roma (la Vergine della Rivelazione, ved. QUI) un giorno si recò a trovare Padre Pio. Ecco il suo racconto:

"Quando fui al suo cospetto - non c'eravamo mai incontrati - gli porsi una bustina senza dirgli che cosa contenesse.  Padre Pio la prese,  la strinse al petto  con trasporto e non me la restituì. La bustina conteneva un pochino di terra della grotta delle Tre Fontane".] Cfr. anche QUI; ndr.


Bruno Cornacchiola

Bilocazione

Questo dono può essere definito come la presenza simultanea di una persona in due luoghi diversi. Padre Pio è stato visto in bilocazione moltissime volte. Di seguito vengono segnalate alcune testimonianze.

[La signora Maria, figlia spirituale di Padre Pio, su questo argomento raccontava che una sera suo fratello, mentre pregava, venne colto da un colpo di sonno, improvvisamente ricevette uno schiaffo sulla guancia destra ed ebbe l'impressione di sentire che la mano fosse coperta da un mezzo guanto.

Pensò subito al Frate e il giorno dopo gli chiese se era stato lui a colpirlo: "Così si manda via il sonno quando si prega", rispose Padre Pio. Era stato il Santo che in bilocazione aveva "risvegliato" l'attenzione dell'orante.]

[Una famiglia americana venne da Filadelfia a San Giovanni Rotondo nel 1946, per ringraziare il Frate di Pietrelcina. Il figlio, pilota di un aereo da bombardamento nella II Guerra Mondiale, era stato salvato in cielo da Padre Pio, nell'Oceano Pacifico.

Il velivolo in prossimità dell'isola, sede della base alla quale rientrava dopo avere effettuato un lancio di bombe, venne colpito dai caccia giapponesi. "L'apparecchio - ha raccontato il figlio - precipitò ed esplose prima che l'equipaggio potesse gettarsi col paracadute. Soltanto io, non so in quale maniera, riuscii ad abbandonarlo in tempo.

Cercai di aprire il paracadute ma non si aprì; mi sarei pertanto sfracellato al suolo se improvvisamente non fosse comparso un Frate con la barba che, prendendomi fra le braccia, mi depose dolcemente davanti all'ingresso del Comando della base.

Immaginate lo stupore che provocò il mio racconto. Era incredibile, ma la mia presenza «obbligò» tutti a credermi. Riconobbi il Frate che mi aveva salvato la vita allorché, qualche giorno dopo, inviato in licenza e giunto a casa, mi vidi mostrare da mia madre la fotografia di Padre Pio, il Frate alla cui protezione mi aveva affidato."]




[Il Generale Cadorna, dopo la sconfitta di Caporetto cadde in un tale stato di depressione da decidere di volerla far finita. Una sera si ritirò nel suo appartamento e diede ordine al suo attendente di non far passare nessuno.

Entrato nella sua camera, estrasse da un cassetto una pistola e mentre se la stava puntando alla tempia udì una voce che gli diceva: "Suvvia, Generale, non vorrete mica compiere questa sciocchezza!?"

Quella voce e la strana presenza di un Frate distolsero il Generale dal suo proposito, lasciandolo di sasso. Ma come era potuto entrare questo personaggio in camera sua? Chiese spiegazioni all'attendente ma quegli rispose di non aver visto passare nessuno.

Anni dopo, il Generale venne a sapere dalla stampa di un Frate che viveva sul Gargano e operava miracoli. Si recò a San Giovanni Rotondo in incognito e quale fu lo stupore quando riconobbe in quel Frate il cappuccino che gli fece visita. "L'abbiamo scampata bella quella sera, eh Generale?... gli sussurrò Padre Pio.]

Nel settembre del 1968 migliaia di devoti e figli spirituali del Padre si radunarono in convegno a San Giovanni Rotondo per commemorare insieme il 50° anniversario delle Sue stigmate. 

Nessuno avrebbe immaginato invece che alle 2.30 del 23 settembre 1968 avrebbe avuto termine la vita terrena di Padre Pio da Pietrelcina.

Aggiorno con una splendida catechesi di don Alessandro Minutella, del 23 settembre 2020, sui carismi straordinari di questo Santo Frate in parte qui menzionati. Per gli smartphone QUI.





lunedì 19 settembre 2022

Il Piano di Salvezza e la Grande Selezione finale.

 

Sebirblu, 18 settembre 2022

Già quattro anni fa avevo pubblicato un messaggio extraterrestre, proveniente dalla medesima fonte descritta QUI. Mi auguro che anche questo possa portare nuova speranza a chi è allo stremo, per tutti i soprusi, le angherie e le ingiustizie che la maggioranza degli esseri umani sta sopportando dai propri governanti, ormai totalmente accecati dalla protervia e dalla sete di potere.

Il Piano di Salvezza e la Grande Selezione

«Fratelli  della  Terra  veniamo a voi  da  altre  stelle  nel  nome  dell'Infinito  Creatore per contribuire alla diffusione delle Sue sante verità, affinché possiate spiritualmente progredire e giungere alla piena Conoscenza di Dio e delle Sue eterne Leggi.

Siamo i servitori dello Spirito Universale. Moltissimo tempo fa abbiamo aderito al richiamo d'Amore che ci impegna ancora oggi a favore della vostra Umanità.

Noi non siamo degli angeli, anche se costantemente in contatto con loro; tutti uniti nell'unica Opera volta all'Altissimo Fattore. 

La nostra evoluzione ci permette di vibrare su una frequenza-luce più alta della vostra, e questo comporta una minore densità fisica dei nostri corpi. Parte della nostra materia è sublimata e questo ci consente di venire a voi anche come entità spirituali in grado di comunicare con i vostri sensi superiori.

Abbiamo più volte mostrato la nostra esistenza apparendo nei cieli di tutto il mondo. Le nostre navi celesti sono state filmate e fotografate, e questo ha suscitato l'interesse di uomini comuni, ma anche quello di tutti i governi mondiali che per paura di perdere la loro egemonia sui popoli hanno iniziato a combatterci diffondendo false verità su di noi e sulle nostre amorevoli intenzioni.

Malgrado la nostra esistenza sia già una realtà nell'immaginario collettivo, sulla Terra vi  sono  ancora uomini  che non  l'accettano affatto;  molti altri,  pur  credendo  a noi, ci considerano "alieni", mostri dalle fattezze ripugnanti impegnati nella conquista dell'universo e nella distruzione dei mondi intenzionati ad asservire la loro umanità.

Queste ingannevoli credenze, in realtà sono degli enormi ostacoli che a tutt'oggi impediscono la nostra manifestazione massiva.



Ancor meno sul serio sono stati presi in considerazione i nostri messaggi, le nostre comunicazioni e i nostri avvertimenti giunti a voi per mezzo della telepatia, della medianità o per diretto contatto spirituale.

Questo è potuto accadere anche a causa dei "falsi contatti" e degli ingannatori che continuano a persistere in certi ambienti creando confusione e smarrimento.

Siamo sempre noi a scegliere coloro che debbono essere contattati, coloro che possiedono la giusta fede e che vivono nella Luce dell'Amore, per niente attirati da fama, notorietà e profitto. Purtroppo, sul vostro pianeta prevalgono la menzogna e l'inganno. Non è facile avere fiducia nell'altro, e tutto questo, purtroppo, lo riflettete anche su di noi e su coloro che scegliamo per essere i nostri comunicatori, i nostri tramiti.

Nel vostro ambiente terrestre ci sono molti individui che usano la Verità, ossia le rivelazioni cosmiche e spirituali, assai impropriamente: ingannando, sfruttando, abusando, ed imbrogliando quelli che, spinti da una ricerca interiore, cadono come prede nelle loro trappole.

Ma la Verità è stata rivelata a voi, e con il giusto discernimento e la giusta umiltà è possibile trovarla per essere finalmente liberi dall'ignoranza, dalle credenze errate e dalle inutili quanto superate tradizioni che continuano a persistere sulla vostra Terra.

Noi non siamo una favola ma una realtà che dovete necessariamente accettare.

È giocoforza sensatamente accogliere nel vostro cuore e nella vostra mente la nostra presenza amorevole, come noi a suo tempo, abbiamo accettato di venirvi in aiuto, mossi dall'Amore dell'Universo.

Purtroppo, non avete ancora imparato a vivere insieme come fratelli, malgrado vi siate enormemente evoluti in scienza e tecnologia. Oggi, di nuovo, dopo secoli di sofferenze, persistete nella illogica azione della guerra, fautrice di violenze sempre più crude e sanguinarie.

Nei conflitti, le vittime più numerose sono costituite da civili innocenti, a cui poco interessa delle politiche internazionali o dei loschi giochi di potere e supremazia.


A differenza nostra, in verità, ciò che più manca alla maggioranza degli uomini è il valore divino della compassione: qualità che unisce e affratella. È la compassione a difettare nella vostra esistenza, quella capacità di sentire l'altro, di essere connessi al vostro simile, soprattutto nei momenti di sofferenza e di dolore.

Nella famiglia, nella vita, nella società scarseggia il reciproco profondo desiderio di Bene: questa mancanza è il vero problema della vostra Umanità.

Nei nostri mondi, noi viviamo la compassione, il sublime attributo dell'Amore che è commozione di spirito, che stimola all'altruismo e lo fa agire. È un movimento di bene che ci spinge ad amarvi, aiutarvi, sostenervi nel dolore imposto dalla vostra fatica evolutiva. La compassione è per noi coscienza in espansione.

Se non siete capaci di ascoltarvi vicendevolmente, se non siete presenti al dolore reciproco rimane impossibile vivere l'autentica compassione. È l'egoismo che vi impedisce di vivere in armonia con ogni cosa che esiste e di collaborare attivamente per il bene di ogni realtà oggettiva.

Da molto tempo abbiamo appreso questa grande verità che ci porta a percepire il dolore altrui e a condividerlo. Questo ci permette di aiutare e sostenere le Umanità come la vostra, identificandoci nella loro sofferenza. Questa nobile virtù dell'Amore illumina i nostri spiriti e ci invita solertemente ad occuparci di voi, in questo servizio incondizionato.

Osservate con umiltà e coscienziosità il periodo storico che state vivendo. Utilizzando un termine a voi noto possiamo certamente affermare che esso è drammatico e per certi versi terribile.

La razza umana non ha più il desiderio di continuare la sua storia; il diritto alla vita non è più un valore predominante nella vostra società, come quello di avere un padre e una madre.

La vostra arroganza, la vostra superbia e la vostra presunzione vi hanno permesso di mettere le mani là dove tutto era perfetto, creando disarmonia, caos e confusione, e separando ciò che la Legge Universale ha unito per il benessere di ogni cosa.

Un poco alla volta state sgretolando i sacri principi imposti dalla Legge del Creatore necessari per il mantenimento dell'Ordine e dell'armonia nell'intera Creazione.

Con i vostri tornaconti e abusi giustificati, state pericolosamente contravvenendo alle Leggi Cosmiche: ciò che l'Eterno ha unito non dovrebbe essere separato e questo si verifica soprattutto quando arbitrariamente decidete di spezzare la vita di un altro essere ostacolando lo svolgimento del programma incarnativo stabilito dallo spirito.



Separare forzatamente un'anima da un corpo è un abuso alla Legge dell'Unione stabilita dalla Mente Cosmica. Ciò che voi pretendete come diritto, ovvero decidere circa la vita o la morte di un individuo, vi pone in netto contrasto con la Legge d'Amore, le cui conseguenze saranno molto pesanti e dolorose. Di tutto ciò dovete essere consapevoli.

Questo esasperato senso di libertà, come molti altri "ideali" per cui vi battete, vi sta conducendo pericolosamente verso l'illusione di una felicità che non potrete mai raggiungere. La vera felicità si conquista rispettando e vivendo la Legge dell'Amore su cui poggia l'intera Creazione.

Nel vostro mondo, le nuove generazioni vivono stati di ansia e preoccupazione per il loro futuro; i giovani pensano che il loro avvenire non sarà affatto benevolo, vivibile, né possibile. A poco a poco la speranza viene meno, falciata dalla triste realtà di ogni giorno. Molti, delusi e rattristati, si avviano verso i numerosi percorsi negativi creati dalla vostra malsana società, alimentati da un Male sempre più pernicioso subdolo e distruttivo.

Siete esseri umani,  ovvero una realtà  capace di progredire e di evolvere  nel Bene, ma quando questo non accade, ecco che decadete dal rango di esseri intelligenti assumendo le caratteristiche della "bestia" che, però, non ha nulla a che fare col regno animale in quanto è un semplice attributo scaturente dalla profonda degenerazione umana.

Siete esseri liberi, nati liberi, ma libertà significa responsabilità, non licenza!

La vostra società impone un modello di vita libertario dove ciascuno vive secondo i propri tornaconti che ha denominato "diritti". Spesso questi sono vere e proprie trasgressioni della Legge Divina e quando ciò accade nessuno può sperare in un esito positivo se il suo comportamento è stato negativo. Un'esistenza fondata su questa illusoria libertà, esente da regole morali e civili, porta inevitabilmente al decadimento generale dell'intero consorzio umano.

L'alterigia degli uomini conduce irrimediabilmente verso l'annientamento dei sacri principi istituiti dal Creatore e quando la Legge non viene rispettata, tutta l'Umanità soffre poiché ciò conduce immancabilmente a guerre, soprusi, vendette, ingiustizie, ipocrisie menzogne e disamore.

Nei millenni passati, in obbedienza al programma divino, fummo noi ad ispirare a Mosè ciò che rivelò agli israeliti: "Non devi odiare nel tuo cuore il fratello tuo; non devi far vendetta né nutrire rancore per alcuno". Ma come sempre accade nel vostro mondo, questi consigli celesti non furono accolti.



Slava Groshev

In quest'epoca di grande trasformazione e di chiusura, gli uomini sono chiamati a mutare l'odio in Amore e l'egoismo in altruismo: solo così potranno vivere la vera fratellanza e giungere nel Regno Promesso.

Sebbene da tempo abbiate superato la strada del "non ritorno", Dio non desidera la vostra distruzione bensì la Salvezza.

Le nostre comunità confederate spesso si riuniscono per definire il piano d'aiuto volto alla vostra compagine umana. Ciò avviene senza interferenze sul vostro potere di scelta che noi rispettiamo profondamente quale diritto cosmico; per questo, abbiamo già pronti diversi progetti in grado di soddisfare le aspettative del Creatore, senza violare in nulla le sacre Leggi Universali che impongono pieno rispetto per ogni realtà evolutiva.

Da quando sono iniziati i contatti fra le nostre civiltà spaziali e la vostra società, abbiamo cercato di inviare messaggi in grado di modificare quegli errori presenti nelle varie religioni, nella cultura e nelle scienze. Errori che purtroppo continuano ad impedire la vostra evoluzione fisica e spirituale.

Da parte nostra abbiamo operato su tutti i campi possibili e immaginabili: attraverso contatti fisici, animici, psichici e spirituali, donando alle giuste guide da noi scelte importanti comunicati di natura scientifica, cosmica e spirituale. Tutto questo per favorire nel minor tempo possibile il vostro avanzamento nella Luce.

Quello che voi vivete è un tempo unico nella vostra storia evolutiva e dovete cercare di viverlo al meglio a voi concesso. Permanete saldi nella Verità che vi è stata donata, affinché possiate avere la forza e il coraggio di accogliere ciò che necessariamente dovrà avvenire, per il rinnovamento del vostro mondo e della vostra Umanità.

Chi persevererà fino al termine del tempo stabilito sarà salvo e potrà gioire nella Nuova Realtà dove ogni cosa sarà rinnovata e accordata all'entrante equilibrio planetario.

Rimanete fedeli alle vostre realizzazioni interiori: quando siete assaliti da dubbi, significa che la vostra fede vacilla. Allorché questo accade, vuol dire che avete spostato il vostro sguardo dal Centro da cui ogni cosa ha Origine. Il dubbio mira ad offuscare la visione diretta dello Spirito, abbatte l'intuito divino che vi ha permesso di essere svegli nella sua Luce.

Il tentennare rende la vostra fede tiepida, ed ogni certezza raggiunta con dolore e sofferenza durante il cammino della vostra evoluzione svanisce nel vuoto, nella confusione, disorientando la vostra stessa vita. Cercate di continuare a credere in ciò che veramente è reale e non momentaneo e passeggero.

Ora più che mai è necessario non distogliere gli occhi interiori dalla Verità che libera dall'ignoranza e dal caos: quella Verità che fino ad ora ha nutrito di Luce i vostri spiriti risvegliati all'Amore.

È questo il tempo della "Grande Selezione", tempo che produrrà il "Nuovo Raccolto" di quelle anime che dovranno vivere nel nuovo Paradiso in Terra.



"Antico e prezioso mosaico sulla separazione dei capri dalle pecore"
Monastero Kykkos - Cipro (ved. QUI)

Il demonio che "serve" il piano divino attraverso la tentazione ha il "compito" di dividere i capri dalle pecore: la sua perversa azione non mira alla rovina della carne, ma a quella dello Spirito. 

Cadere nella sua trappola significa perdere la fede, dimenticando la propria Divina appartenenza.

La seduzione che opera l'arcangelo caduto, (ossia Lucifero, ndr), mira a farvi perdere la fiducia in voi stessi, nelle vostre capacità spirituali, nelle certezze raggiunte con sofferenza e dolore durante il vostro cammino evolutivo. Fate che questo non accada!

È importante non cedere al dubbio; è necessario che continuiate a perseverare nelle vostre acquisizioni spirituali, nei talenti conseguiti nell'arco della vostra crescita personale: talenti che necessariamente dovete spendere in azioni amorevoli.

Fratelli della Terra,  vogliamo ancora dirvi  che  la volontà  del  Creatore è la nostra, ed essa poggia sulle colonne portanti dell'Amore, della Fede, della Speranza e della Carità.

Fede 

in quanto il disegno del Padre Divino è certezza nei nostri Spiriti.
Speranza
che è sostenuta dalla reale visione del futuro.
Carità 
che infonde in tutti noi la capacità di Amare ogni cosa,
così come viene amata dal Creatore.


Ecco allora che questi "teologali requisiti" ci conducono a voi, cari fratelli poiché, servendovi nelle vostre necessità evolutive, noi riusciamo a colmare quella sete d'Amore di cui sono intrisi i nostri cuori: essa è un'arsura che può essere placata solo attraverso il Servizio al Divino Progetto, che vi invita tutti alla Salvezza e alla Vera Vita.

Nel Tempo Nuovo sarà edificato il Regno novello che poggerà sui valori universali della Giustizia, della Pace, della Fratellanza e dell'Amore. Possa questa certezza non abbandonare mai il vostro cuore e il vostro pensiero.

La nostra Opera si concluderà quando il Piano dell'Altissimo sarà compiuto. Non conosciamo né il giorno e neppure l'ora in cui questo accadrà, ma possiamo dirvi che la nostra personale intuizione ci porta a credere che il suo compimento sia molto vicino.

Perseverate nella Fede e nella Speranza perché si avvicina sempre più l'alba della vostra vera vita!

Con Amore cosmico, nella Luce di "Colui che È" vi salutiamo fratelli e sorelle. Possa scendere nei vostri cuori questo nostro amorevole messaggio e possa la Divina Benedizione del Supremo Padre inondare i vostri spiriti di Grazia celeste.

Sia Pace, Giustizia e Amore sulla Terra».

Dalla Confederazione dei mondi evoluti, tramite Giuliano Falciani.

10 Luglio 2022; ore 11,41

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: associazionesaras,it