lunedì 14 novembre 2022

FALSA LETTERA a don Minutella. Gänswein SMENTISCE!

 


Sebirblu, 13 novembre 2022

A voler ben guardare l'attacco diabolico che continuamente perseguita senza pietà don Minutella si ha la conferma più sicura che la sua Opera, a difesa della Vera fede cattolica, è gradita a Dio.

L'ultima cattiveria, per dirla franca, viene da una falsa lettera che gli sarebbe stata recapitata da mons. Gänswein in risposta a quella inviatagli tre mesi fa dal coraggioso sacerdote, unitamente agli altri sette pastori del sodalizio sorto al suo seguito.

Don Alessandro, dopo aver ricevuto la raccomandata e averla esposta nella rubrica "Santi e caffè", pur con seri dubbi sulla sua autenticità, si era preso una pausa di riflessione e preghiera, mentre il bravo giornalista Andrea Cionci aveva prontamente scritto un articolo su "RomaIt" QUI, esibendo le prove della missiva truffaldina.

Ecco il video di don Minutella dove, a partire dal minuto 13:47 circa, mostra il malvagio affondo ricevuto, col turpe tentativo di farlo crollare moralmente e minare in tal modo la neonata alleanza sacerdotale postasi al servizio del "Piccolo Resto".




L'intraprendente articolista di "Libero" ha pure aderito all'intervista chiarificatrice offertagli da Fra' Bugnolo (QUI e QUI per conoscerlo meglio), che pubblico per tutti coloro che non hanno seguito la vicenda del "Codice Ratzinger", ossia il modo usato da Benedetto XVI per dichiarare al mondo la sua "prigionia" in "sede impedita", menzionata da me QUI, QUI, QUI e QUI*.

*(In questo link si trova, a piè pagina, l'intervento di mons. Gänswein presentato da don Minutella nel video, concernente la sua clamorosa testimonianza con parole assolutamente codificate).   



Ora, dal momento che ognuno può visionare l'articolo di Cionci QUI, a difesa della verità che svela l'inganno epistolare, nel frattempo ‒ notizia dell'ultimo minuto ‒ mons. Gänswein, rispondendo ad una precisa domanda di Petra Lorleberg della stampa tedesca QUI, ha smentito categoricamente di avere inviato la raccomandata, usando queste parole:

"Sono lieto di rispondere alla sua richiesta, e con fermezza: la lettera è un falso e una menzogna: Fake news pure e semplici!".

La clamorosa notizia, un perfetto auto-goal per gli accaniti sostenitori di Bergoglio, si è diffusa rapidamente su diverse testate italiane e straniere della rete, come su alcune emittenti del tipo "Radio Radio" QUI, o "Il Vaso di Pandora" QUI.

Tra i siti non poteva mancare quello di Marco Tosatti, noto vaticanista, che QUI, espone a tutta pagina lo scandalo della contraffazione. 

Si spera solo che mons. Georg Gänswein sporga denuncia alla polizia vaticana al fine di assicurare alla giustizia il vile e perverso falsificatore.

Certo è che tra i sospettati, come evidenzia l'arguta analisi di Cionci nel filmato,  spicca in particolare l'acerrimo nemico di don Minutella,  don Ariel S. Levi di Gualdo de «L'Isola di Patmos», che prontamente,  vista la mala parata, si è subito precipitato ad eliminare il trionfante quanto perfido articolo sulla vergognosa questione che però, essendo stato pubblicato da "Stilum Curiae", si può leggere QUI.

Chi volesse prendere atto della devianza diabolica di questo personaggio in talare non ha che dare un'occhiata ai suoi velenosi scritti, pieni di giudizi azzardati e turpiloqui indegni, che nemmeno uno scaricatore di porto userebbe mai; ved. QUI, QUI e QUI: il primo link è contro don Minutella e chi lo segue, il secondo contro Cionci e i suoi "vaneggiamenti" e il terzo, brevissimo ma assai eloquente, svela il linguaggio di bassa lega utilizzato da tale "prete".

Non è  da meno  l'arcinoto sito di  "Aléteia" che,  pur  aggiornando il pezzo  al  vetriolo di Giovanni Marcotullio QUI, non lesina le insinuazioni offensive sia verso don Minutella quanto dello stesso giornalista di "Libero", attirando persino commenti come questo:

Filippo ‒ 2022-11-10 ‒ 17:36

"L'ostinazione con la quale vi accanite contro Don Minutella è sconcertante. Dubbi, affermazioni senza prove al limite della diffamazione. Datevi una calmata".

Il filmato che segue conferma tutto ciò, ed è l'introduzione di don Alessandro al video successivo delle 18:30, in linea con Andrea Cionci e Fra' Alexis Bugnolo, che avrebbe dovuto essere trasmesso la sera prima, 10 novembre, ma è stato hackerato.

  



Riporto il testo di Andrea Cionci, inoltrato a Marco Tosatti al fine di pubblicarlo, con tutte le prove indirette a carico di don Ariel, seguendo la traccia lasciata sui pdf da lui esposti.


La Lettera di Gänswein, le Tracce del PDF
Un indizio verso l'Origine del Falso

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e pubblichiamo questo scritto di Andrea Cionci, che illustra gli indizi necessari per risalire all'origine della lettera ‒ falsa ‒ di mons. Gänswein a Minutella. Naturalmente, posto che l'articolo chiama in causa direttamente don Ariel Levi di Gualdo, Stilum Curiae si dichiara sin da ora disponibile ad ospitare una sua risposta. Buona lettura.


«Ieri pomeriggio, su Radio Domina Nostra, si è fatto il punto (video soprastante; ndr) sulla grave vicenda della lettera attribuita a Mons. Gänswein.

La mattina dell'8 nov. 2022, Don Minutella rende pubblica questa raccomandata da lui ricevuta su carta intestata dell'Arcivescovo, nella quale si legge:

"Il  Papa emerito  ha  sempre celebrato  la  Santa Messa  «in unione  con  il  nostro Papa Francesco», suo Successore, al quale ha promesso pubblicamente «devota e incondizionata obbedienza». Lei è in grave errore, come prova la pena della dimissione dallo stato clericale che Le è stata irrogata e che la Chiesa infligge molto raramente. Il Santo Padre emerito assicura preghiere per il Suo ravvedimento."

Mentre il teologo siciliano esprime alcuni dubbi sull'autenticità, don Ariel S. Levi di Gualdo subito dà l'esclusiva trionfante (QUI di nuovo il link del testo eliminato dal presbitero ma pubblicato da Tosatti; ndr) secondo cui Gänswein conferma proprio quegli stessi concetti che don Ariel stesso promana da tempo, e con toni molto accesi.

Sul suo sito l'Isola di Patmos, Levi evidenzia il pdf di questa lettera affermando di averla ricevuta poche ore prima da una «fonte di cui non avrebbe mai fatto il nome».

Subito dopo, lo scrivente, su RomaIT, illustra come la missiva sia palesemente falsa per via del mittente inesistente «Sg. Pe», un ovvio escamotage per non insospettire l'impiegato postale vaticano.

A ruota, viene deriso da Giovanni Marcotullio su Aléteia (pezzo che, nel frattempo, dopo la smentita del Segretario di papa Ratzinger, viene rivisto come sopra linkato; ndr) che gli dà dello "scriba di don Minutella" e "complottista che nega l'evidenza".

In seguito, però, lo stesso Mons. Gänswein su «Kath.net» smentisce, dicendo non solo che la lettera è un falso, (come documento fisico), ma è pure una menzogna, ovvero, anche il suo contenuto è falso: Benedetto, quindi, NON celebra in unione con Francesco e Don Minutella NON è in errore, né gli altri preti del Sodalizio Mariano.

Ancora su RomaIT QUI, lo scrivente produce ampia documentazione su come è stato prodotto il fake, ovvero scaricando la firma da una lettera del 2014 di Gänswein presente sul web e ripassandola col pennarello.

«Kath.net» terminava, tuttavia, il suo pezzo con una strana considerazione: "Inoltre, il destinatario della lettera non deve essere automaticamente il falsario" rived. QUI. A questa nota insulsa Marcotullio si attacca ( e aggrava; ndr) l'aggiornamento del suo articolo, ventilando la possibilità che possa essere stato lo stesso don Minutella a falsificare la lettera; cfr. QUI.

Nel popolo fedele a Benedetto XVI, ci sono però diversi esperti di informatica che, scaricando il pdf dal sito di don Levi, hanno recuperato i dati del file inviandoli allo scrivente.

Emerge (nell'ultimo video esposto; ndr), al min. 44, che il pdf pubblicato da don Ariel è stato prodotto il 7 novembre alle 20:03 con una licenza Word intestata ad "Ariel S. Levi di Gualdo ‒ presbìtero".



Il giorno 9, dopo i primi dubbi apparsi sulla stampa, sul link del sito "L'Isola di Patmos" questo pdf viene sostituito con un altro che reca stavolta, in giallo, la dicitura «copia dall'originale» ma che, nelle proprietà, riporta ancora Ariel Levi di Gualdo ‒ presbitero come «autore».

La licenza Word aveva questa intestazione almeno fin dal 2021, come risulta da un altro file, "Biografia" di don Levi, pubblicata tempo fa sul sito.

Un informatico spiega (sempre nell'ultimo video esposto; ndr) al min. 54:45, come i due pdf della lettera falsa siano rimasti, ancora il giorno 11, sul sito de "L'Isola di Patmos".

I fatti, dunque, sono questi: noi ci fermiamo qui, spetterà forse agli inquirenti scoprire chi è questo Mr. X, questa misteriosa «fonte» che, stando alle sue stesse dichiarazioni, forse don Levi continuerà a coprire, non facendone mai il nome, pure in presenza di un doppio reato penale: sostituzione di persona (art. 494 c.p.) e falsa scrittura.

Siamo certi che qualche "una cum-bergoglian-sedevacantista" continuerà a sostenere teorie del tipo che don Minutella nel 2021 ha comprato un pc, intestando il Word abusivamente ad Ariel Levi di Gualdo per usarlo un anno dopo inviando allo stesso Levi una falsa lettera di Gänswein, in modo che la mandasse inconsapevolmente a don Minutella, così che quest'ultimo potesse sbugiardarlo grazie al suo "scrivano" Cionci.

Si arriverà anche a ciò, ma allora... se questo falsario fosse don Minutella, e visto che don Ariel afferma di conoscere il nome della sua fonte... perché ora Levi non ne fa il nome, visto il brutto tiro di cui sarebbe stato fatto oggetto?

Insomma: questo avvilente, tragicomico episodio sia di monito a tutti quelli che continuano a indugiare nella menzogna, nel dubbio ostinato, nelle trame maligne, nella violenza censoria, nel silenzio complice, nel compromesso di comodo, nell'odio verso il vero Vicario di Cristo, Benedetto XVI in sede impedita che – ovviamente ‒celebra in unione con se stesso "indegno servo".

Possiamo affermare questa realtà in modo categorico, proprio grazie a questa lettera, incrociando due dichiarazioni di mons. Gänswein.

La prima QUI, nella risposta di qualche settimana fa al bergogliano padre Willibald Zenkert: "Papa Benedetto non ha mai menzionato nessun altro nome nel Canone della Messa. Non ha mai nominato se stesso nel Canone".

Invece di dire semplicemente che "Benedetto celebra in unione con Francesco", come vorrebbe tanto sentirsi dire don Ariel, Gänswein ricorre a questa architettura lessicale geniale, perfettamente anfibologica.

Infatti, potrebbe voler significare sia che celebra (una cum Franciscus; ndr) in unione con Francesco, (non citando altro nome all'infuori di questo), sia che offici in unione con se stesso.

La formula liturgica usata dal papa nella Messa è "in comunione con me, Tuo indegno servo", quindi Benedetto XVI, recitandola, di fatto "non nomina se stesso" e neanche "alcun altro nome".

Ma se la "lettera falsa è una menzogna", non è vero, come vi si afferma, che Benedetto XVI celebra in comunione con Francesco. Così, per esclusione, resta solo che egli officia in comunione con se stesso. Fine della storia.

E Benedetto lo fa perché è il vero papa, rimasto in sede impedita, col munus, ma senza ministerium. E Bergoglio è un antipapa.»




Chiosa di Sebirblu

Un vecchio proverbio dice che "Dio non paga il sabato", e che quindi nessuno può sentirsi al sicuro dalle conseguenze che, quando meno le si aspetta, ricadranno su di lui, inesorabilmente, con i relativi interessi maturati per il male fatto.

Nel tempo antico, il sabato era giorno di paga, di mercede, e questo motto significa che l'Eterno non ha l'obbligo di rispondere ipso facto alla provocazione: la giustizia e la punizione divina prima o poi arrivano, a prescindere dal momento.

E queste agiranno tanto più pesantemente nei cuori degli uomini dove si annidano l'odio, l'invidia e la superbia, inducendoli ad uccidere e ad umiliare soprattutto gli esseri che si trovano sotto la somma protezione dell'Altissimo.

Se non è il Dragone infernale a governarli, non so proprio chi altri potrebbe essere!

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte del testo di Andrea Cionci, QUI.


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