martedì 28 novembre 2023

Ecco chi è davvero Bergoglio! Si aprano gli occhi!

 
Lo pseudo papa Jorge Mario Bergoglio in un dipinto ad olio di Roberto Ferri

Sebirblu, 27 novembre 2023

Sono quasi undici anni che il seggio di Pietro è usurpato dal Falso Profeta (Bergoglio) annunciato da molti mistici e santi quali Francesco d'Assisi QUI, Padre Pio da Pietrelcina QUI, Katharina Emmerick QUI, e molti altri veggenti antichi e moderni che spesso ho menzionato nei miei post e che non è il caso di ripetere ora per non dilungarmi.

Mi limito, adesso, a presentare parti dell'intervista esposta da Gloria TV, QUI (dove ovviamente la si troverà intera), poiché sono ancora troppi coloro che cocciutamente si ostinano a non voler ammettere che Bergoglio PAPA NON È, in quanto è stato eletto dalla "Mafia di San Gallo" (cfr. QUIQUI e QUI), INVALIDAMENTE, visto che il Vero Pontefice Benedetto XVI non solo non era deceduto, ma NON aveva nemmeno rinunciato al MUNUS (ossia all'Ufficio Divino datogli da Dio), restando a tutti gli effetti il legittimo Pontefice regnante fino al 31 dicembre 2022, quando è trapassato.

Di tale intervista pubblico i tratti più salienti, affinché si sappia CHI È l'argentino Bergoglio e chi è stato in patria (ved. QUI), per poi SVENDERE la CHIESA fondata dal Cristo (ved. QUI), al fine di preparare (ecco perché è il Falso Profeta!) il mondo all'avvento dell'anti-Cristo, ormai dietro l'angolo.

Invito di nuovo TUTTI a firmare la petizione avviata da Andrea Cionci QUI, e il video QUI, affinché la Verità emerga, finalmente, sostenuta da una base giuridica e canonistica solida e incontestabile! (Cfr. QUI, l'ottima "Legge-Scudo" approntata da Wojtyla e Ratzinger in previsione di quanto sarebbe accaduto).

Nel video, la sintesi straordinaria del bravo giornalista sulla NON abdicazione di Benedetto XVI.




Ecco dunque l'intervista a José Arturo Quarracino, fatta a Buenos Aires.

«Lei era imparentato con il cardinale di Buenos Aires Antonio Quarracino che ha fatto diventare vescovo ausiliare padre Jorge Mario Bergoglio?


Sono il primo di cinque nipoti del Cardinale. Mio padre era suo fratello minore, di 5 anni più giovane. Il Cardinale era anche il mio padrino. [...]

Bergoglio era lontano da Buenos Aires quando il cardinale Quarracino lo fece vescovo ausiliare...


Sì, è così. Nel 1992, Bergoglio fu "bandito" a Cordova dai gesuiti per tenerlo lontano da Buenos Aires, dove aveva servito come Provinciale per diversi anni. La fine del suo mandato fu segnata da grandi divisioni interne tra i suoi amici e oppositori.

Perché suo zio ha scelto Bergoglio?


Mio zio lo aveva conosciuto nel 1973 o 1974, quando ancora rivestiva quella carica. La persona che gli parlò per "salvarlo dal suo esilio" era uno dei suoi maestri nella Compagnia di Gesù, padre Ismael Quiles SJ, un santo gesuita. All'epoca, Bergoglio non stava bene, sia spiritualmente che psicologicamente.

Ecco perché mio zio  chiese alla Santa Sede  che fosse  un vescovo ausiliare  anche se ce n'erano già altri. Il libro di Austen Ivereigh "The Great Reformer" descrive in dettaglio quanto duramente mio zio abbia dovuto lavorare per convincere la Santa Sede a nominarlo vescovo.

Questo significa che Bergoglio è stato fatto vescovo per pietà?


Mio zio conosceva abbastanza bene padre Ismael Quiles, che lo avvicinò al "nostro", ed apprezzava Quiles come un eccellente sacerdote e gesuita esemplare. A parte i dissidi interni con i gesuiti, Bergoglio trasmetteva l'immagine di un uomo pio, molto ignaziano, con uno stile di vita assai austero che sviluppava tanta simpatia per coloro che gli "piacevano". Questa nomina gli ha anche risolto il grande problema, cioè l'enorme conflitto che aveva con molti gesuiti che erano stati suoi amici e dai quali aveva preso le distanze.

Chi era padre Quiles?


Era uno dei padri più rispettati in Argentina, un grande intellettuale e un vero gesuita. Tradusse più della metà della Summa Theologica di Tommaso d'Aquino in spagnolo, una traduzione ispirata da un altro grande sacerdote gesuita, padre Leonardo Castellani. Quiles, come ho detto prima, è stato uno dei maestri spirituali di Bergoglio quando è entrato nella Compagnia di Gesù.


José Arturo Quarracino - filosofo e letterato.

Sapete perché Bergoglio, come Provinciale, ha causato delle divisioni?

Non conosco i dettagli, ma da lontano penso che sia stata la sua personalità a portarlo in contrasto con i suoi confratelli, perché ha sempre aspirato al potere. Viveva questo desiderio appoggiandosi ai sacerdoti più giovani e ai novizi, non tanto ai consacrati più anziani ed esperti. Dopo il termine del suo ruolo di Provinciale, si comportò come se fosse ancora in carica e ciò indebolì l'autorità dei nuovi superiori sia nella direzione dei gesuiti che nella facoltà di teologia di San Miguel, la sede storica della Compagnia di Gesù, dove i seminaristi venivano educati.

Molto è stato scritto sulle dispute di Bergoglio con i confratelli dopo la fine del suo mandato come Provinciale. Quello che pochi dicono, forse per motivi di discrezione, è che coloro che più lo hanno affrontato erano i suoi collaboratori o compagni nella gestione dell'Ordine. Alcuni di loro erano suoi amici molto stretti che lo rispettavano e lo apprezzavano. Erano persone serie, con personalità proprie, che non potevano essere manipolate o ricattate. 

Che impressione ha lasciato Bergoglio come vescovo ausiliare?


Egli ha saputo conquistare la stima di una gran parte del giovane clero con la sua semplicità, la sua pietà, la sua guida premurosa e psicologica, che esercitava come nessun altro ‒ spesso in meglio, in alcuni casi in peggio. Verso coloro che non gli andavano a genio, era spesso duro, persino crudele. Si mise sottilmente in disparte dai chierici più anziani per promuovere i suoi amici e i suoi giovani protetti.

Il vescovo ausiliario Bergoglio era diverso dal Provinciale Bergoglio?


In generale, non appariva così tanto e non aveva così numerosi compiti di leadership come quando era Provinciale. Tuttavia, a volte mostrava un atteggiamento bizzarro. Per esempio, poteva interrompere improvvisamente tutti i contatti senza che la persona in questione sapesse cosa avesse fatto di male. [...]

Bergoglio ha saputo distinguersi dagli altri vescovi ausiliari fino a quando è stato nominato vicario generale. Negli ultimi anni di vita di mio zio, era diventato suo coadiutore con diritto di successione. Di conseguenza, divenne immediatamente arcivescovo dopo la dipartita dello zio.

In seguito al Vaticano II, in molti paesi, i conformisti si sono separati dai cattolici. È stato così anche in Argentina?


No, la fase post-conciliare da noi è stata caratterizzata dalla grande maggioranza che è rimasta fedele all'insegnamento cattolico. C'è stato chi si è rivolto alla teologia della liberazione,  che in molti casi ha portato ad un impegno politico verso il marxismo e in tanti altri alla lotta armata. Ma la maggior parte dei laici è rimasta fedele agli insegnamenti della Chiesa, soprattutto all'interno del Paese, dove è forte e viva la devozione alla Madonna e ai santi patroni delle varie province argentine.

E oggi?


Negli ultimi anni in Argentina, l'influenza spirituale e culturale della gerarchia è molto diminuita. Seguendo l'esempio di Roma, i vescovi si sono adattati allo spirito del mondo. Con poche onorevoli eccezioni hanno lasciato il popolo di Dio come pecore senza pastore. 

Oggi, la voce dei presuli non si sente quasi più e non ha alcun peso nella vita dei fedeli. Nell'Arcidiocesi di Buenos Aires e in alcune sedi circostanti ci sono i cosiddetti "curas villeros", sacerdoti che lavorano in quartieri assai poveri, molto meritevoli nel loro lavoro sociale e di aiuto al vicinato, ma generalmente con una scarsa formazione teologica.

[Ecco un esempio del comportamento disordinato e quasi profanatorio dei prelati, in occasione dell'insediamento dell'Arcivescovo Garcìa Cuerva; ndr].


In quale modo ha percepito Bergoglio come vescovo ausiliare?


Dal 1995 al 2002 ho lavorato nel suo ambiente. Era cancelliere dell'Università del Salvador, dove lavoravo. In quel periodo, ha mantenuto un profilo prettamente gesuitico, oltremodo pio e pastorale, anche se l'aspra diatriba con i confratelli continuava. Si arrivò al punto che quando egli divenne vescovo ausiliare, l'Ordine dovette nominare un altro Provinciale colombiano, padre Alvaro Restrepo, perché nessun gesuita argentino andava d'accordo con Bergoglio. Fu uno scontro "all'ultimo sangue", come si dice da noi.

Bergoglio era un "conservatore"?


Dogmaticamente, Bergoglio ha coltivato un profilo ortodosso con diversi accenti gesuitici. Nella pastorale ha enfatizzato i problemi sociali, la cura dei bambini e delle famiglie, il servizio ai poveri, con molta liberalità e lassismo in materia liturgica e sacramentale.

È cambiato quando diventò arcivescovo?


Il suo approccio mutò completamente. Per prima cosa si sbarazzò dei collaboratori più importanti di mio zio, come monsignor José Erro, il rettore della Cattedrale di Buenos Aires, un santo sacerdote, al quale disse per telefono di dimettersi e di ritirarsi ‒ senza alcuna considerazione, senza ringraziamenti. Penso che l'abbia fatto per dimostrare al clero della capitale che la direzione dell'Arcidiocesi stava per cambiare radicalmente. Ha spazzato via tutto ciò che suggeriva una continuità con il periodo precedente, anche se aveva fatto attenzione a conservare qualcosa dell'eredità di mio zio.

L'«amichevole» vescovo ausiliario divenne improvvisamente un vescovo malvagio?


Molti sono rimasti scioccati dal fatto che Bergoglio come arcivescovo avesse quasi sempre il volto imbronciato, amaro, triste, una "faccia d'aceto", come la chiama ora, quando parla degli altri. Era assai impressionante vedere il suo atteggiamento durante le celebrazioni liturgiche. Nessuno sapeva spiegare la ragione di questo modo di apparire, che faceva male ad alcuni.

D'altra parte, si era notato che dopo la sua elezione a pontefice, cominciò a mostrare un volto allegro e gioviale, che prima non si vedeva quasi mai, tanto che alcuni si chiedevano se la sua ambizione insoddisfatta di divenire papa lo motivasse durante il suo periodo a Buenos Aires. Era comune per i fedeli commentare il volto acido che Bergoglio mostrava in tutte le attività pubbliche. Un parroco di cui si fidava, per metà scherzando e per metà seriamente, gli chiese di non fare più visite pastorali se aveva intenzione di apparire con una "faccia d'aceto".



Come ha governato Bergoglio a Buenos Aires?

Cominciò a prendere le distanze da coloro che non conosceva e non appartenevano alla sua cerchia di amici, ed era noto per il fatto che nessuno sapeva cosa pensasse veramente, poiché diceva sempre ad ogni interlocutore quello che voleva sentire. [...]

Come Bergoglio affrontava i problemi sociali?

Dava sempre più importanza al lavoro di soccorso nelle baraccopoli urbane, che più tardi chiamò la "Chiesa in uscita", ma con la raccomandazione – o la richiesta – che l'attenzione non dovesse essere rivolta alla diffusione della fede o alla cura pastorale dei sacramenti.

Come fu il suo impatto politico?

Politicamente, ha mantenuto relazioni con tutta la gamma, senza impegnarsi in nessun settore particolare. In tal senso, l'urto che ebbe con l'allora presidente Néstor Kirchner fu notevole, probabilmente perché entrambi erano personalità molto simili che volevano mantenere ogni potere nelle loro mani.

Come si è sviluppato il seminario di Buenos Aires sotto Bergoglio?

Da quello che so dai seminaristi che furono costretti a trasferirsi in altre diocesi, il loro istituto – a quel tempo uno dei più importanti del paese in termini di educazione accademica – cominciò a ridurre il livello formativo teologico e ad accentuare quello "pastorale". Il risultato fu che i nuovi sacerdoti divennero sempre più operatori sociali, con una o due eccezioni, ma con un insegnamento teologico e intellettuale contenuto. Bergoglio ha proibito ai seminaristi di indossare la tonaca, sia dentro che fuori dal seminario. Ha fatto lo stesso nella capitale, come vescovo di Roma. [...]

Quali erano i rapporti del cardinale Bergoglio con il governo?

Egli ha flirtato con il mondo peronista, ma anche con il mondo liberal-progressista, sempre nella misura in cui gli conveniva. Si è sempre trovato bene con i governi di Buenos Aires, male con il presidente Kirchner, molto bene con il suo successore, Cristina Kirchner, al punto da farla incontrare con George Soros. [...]

Per capire Bergoglio, bisogna tener conto dei suoi legami con la Casa dei Rothschild attraverso il Consiglio per il Capitalismo Integrativo. Ciò che in tanti attribuiscono al "peronismo" di Bergoglio proviene in realtà dalla baronessa Lynn Forester, terza moglie di Sir Evelyn de Rothschild: il concetto di inclusione, il grido dei poveri e il grido della Madre Terra, ecc., concetti familiari al mondo oligarchico che questa signora rappresenta.

Qual è la funzione di Bergoglio in questo Consiglio?

La baronessa Lynn Forester ha dichiarato in un'intervista che il suo Consiglio per il Capitalismo Integrativo è la prosa per cui la presenza di Bergoglio ha fatto la musica. Così, Bergoglio è il buffone di un gruppo plutocratico che vuole dare al capitalismo un "volto umano" perché questa gente è consapevole di essere diventata iper-miliardaria mentre il 90% della popolazione mondiale ha ricevuto qualche briciola della ricchezza che tutti produciamo.


Il Falso Profeta tra i "Grandi della Terra" per un "Capitalismo inclusivo"

Bergoglio fa l'attore politico, più che il Vicario di Cristo  titolo a cui ha rinunciato nell'edizione 2020 dell'Annuario Pontificio. Questo avviene sulla base del gesuitismo, che conserva le forme ma cede i contenuti. Bergoglio stesso ha detto che nelle sue decisioni si affida "al suo istinto e allo Spirito Santo" e non tiene conto della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero. [...]

Ci sono esempi di questo comportamento?

Nel 2014, ha spinto per un incontro tra l'allora presidente Cristina Kirchner con George Soros, che è avvenuto pochi mesi dopo. Ma non si è mai interessato di un medico argentino che è stato condannato nel 2018 da un tribunale provinciale (Rio Negro) per non aver eseguito un aborto - che era illegale ma "permesso" da un ordine ministeriale.

Questo medico ha salvato due vite, quella di una giovane madre che stava per abortire e per morire, e la vita di suo figlio. Bergoglio, inoltre, non ha mai incoraggiato i movimenti pro-vita che lottano contro la legalizzazione dell'aborto. Al contrario, ha inviato parole di incoraggiamento ai politici di sinistra che affrontavano cause penali e civili, anche se erano nemici della Chiesa.

Si dice che il cardinale Bergoglio abbia avuto dei segretari che frequentavano la messa di Pio X. Bergoglio sembra anche difendere la Società di San Pio X. Come si inserisce questo nel quadro?

È sempre stato tipico di lui giocare con gli opposti e cadere da un estremo all'altro. Un giorno è ortodosso, condanna l'aborto davanti a un gruppo di medici cattolici e lo chiama omicidio su commissione. Il giorno dopo riceve Emma Bonino, ovvero la nota ex ministro e senatrice abortista. Questo è sempre stato il gioco astuto di Bergoglio. Questo modo gli permette di non essere etichettato, anche se questa tattica è di breve durata. Puro gesuitismo.

Gesuitismo significa doppiezza...

Si noti che Bergoglio ha iniziato il suo pontificato chiamando la secolarizzazione spirituale e la spiritualità secolarizzata il più grande problema della Chiesa, per poi finire per rendere la stessa un'organizzazione secolarizzata: la Basilica di San Pietro come museo, la dottrina omosessualista, gli attacchi contro la Tradizione della Chiesa, il culto Pachamama, ecc. Questo è il gesuitismo, che ne conserva soltanto la struttura ma senza il contenuto. La "Compagnia di Gesù" si è trasformata in una "Compagnia Iscariota". [...]

Può confermare che Francis seleziona collaboratori estorti e controllabili?

Purtroppo, sì, e a tutti i livelli, a parte il fatto che si è sempre circondato di personalità mediocri, sottomesse e servili. Lo stile di leadership di Bergoglio è quello di un despota che non permette né contraddizioni né giudizi indipendenti. [...] »




E per finire, ecco ciò che ha scritto Mons. Carlo Maria Viganò su Bergoglio, il 25 novembre 2023:

«Una strategia a dir poco sconcertante nella sua palese dolosità.

Prima Bergoglio fomenta le istanze della Conferenza Episcopale tedesca su tematiche non oggetto di discussione perché già definite dal Magistero: divorzio, poligamia, sodomia, sacerdozio femminile, celibato.

Poi alimenta con il Sinodo sulla Sinodalità le forti spinte autonomiste delle chiese nazionali  in  materia dottrinale  e  morale.

E  quando  il  lento  ingranaggio  eversivo  inizia  a  muoversi,  il  Gesuita  Argentino fa inviare dal suo Segretario di Stato (ved. QUI e QUI; ndr) una lettera in cui  ipocritamente  ricorda  che  l'insegnamento  cattolico  su  omosessualità  e  sacerdozio non  è  oggetto  di  discussione.

Salvo organizzare con i principali Dicasteri romani una strana serie di incontri dell'Episcopato  tedesco  in  Vaticano  volti  a  verificare  cosa  sia  immutabile  e  cosa no  di  quell'insegnamento  appena  ribadito.

È il procédé tipico del peronismo luciferino: indurre i subalterni a compiere dei passi – apparentemente "spontanei" e "provenienti dalla base", ma in realtà abilmente pianificati dall'alto – per introdurre deviazioni dottrinali, morali e liturgiche contrarie alla Fede cattolica.

Allo stesso tempo manda loro un segnale di "via libera", facendo capire che le loro richieste troveranno accoglienza.

In questo modo, quando i Vescovi ultra-progressisti chiedono 100, Bergoglio ha già deciso di fingersi mediatore e di concedere 50, ossia quel che voleva ottenere sin dal principio.

Bergoglio è il fulcro intorno a cui ruota l'intero attacco alla Chiesa di Cristo.»

Fonte da Marco Tosatti QUI.


Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it


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