Joshua David Bell - Prodigioso violinista statunitense dai 5 anni di età. QUI |
Sebirblu, 6 febbraio 2017
Ripropongo e condivido con voi, cari Lettori, la
visione di questi due brevi filmati che sicuramente vi sorprenderanno come è accaduto a me e a tanti altri che hanno avuto
modo di ascoltare sia la voce paradisiaca di una bimba di soli 9 anni, olandese,
Amira Willighagen, che il talento meraviglioso di una giovanissima pianista di appena 5 anni, asiatica, Tiffany Koo.
(Purtroppo le due versioni video, presentate in italiano, sono scomparse, ma le rappresentazioni che ho ripubblicato sono comunque le stesse e tutte da gustare).
Esse mi hanno dato lo spunto per farvi conoscere il pensiero del grande studioso Léon Denis (vedere QUI) su questi "casi" straordinari.
"I Bambini Prodigio" di Léon Denis
Certe manifestazioni precoci di
genialità si possono considerare come prove di preesistenza, perché
rivelano attività compiute dall'Anima in altri cicli anteriori. (Cfr. QUI; ndr).
Fenomeni di questo genere, di cui parla
la storia, non possono essere accadimenti a sé stanti, senza alcun
legame con il passato, prodottisi per caso nel vuoto dei tempi e
dello spazio. (Cfr. QUI; ndr).
Dimostrano, al contrario, che il
Principio divino in noi è un Essere che arriva in questo mondo con
un bagaglio completo di lavoro e di evoluzione, conseguenza di un
progetto ben delineato e di un obbiettivo perseguito nel corso delle
sue esistenze. (Cfr. QUI; ndr).
Ciascuna incarnazione trova nell'Anima
che reitera la sua esistenza una cultura particolare, delle
attitudini, delle acquisizioni mentali che spiegano la sua facilità
di operare e la sua potenza di assimilazione. È per questo che
Platone diceva: "Apprendere è ricordarsi!"
La legge dell'ereditarietà viene
spesso ad intralciare, in un certo modo, tali manifestazioni
dell'individuo, perché lo Spirito plasma il suo involucro fisico
mediante gli elementi messi a disposizione dai fattori ereditari.
Tuttavia, nonostante le difficoltà
materiali, si manifestano in certi individui, sin dalla più tenera
età, delle prerogative talmente elevate e senza alcun rapporto con
quelle dei loro progenitori, che non è possibile, malgrado tutte le
sottigliezze della casistica ordinaria, collegarle a nessuna causa
immediata e conosciuta.
Si è sovente citato il caso di Mozart,
esecutore di una sonata al pianoforte all'età di 4 anni, mentre ne
aveva 8 quando ha composto un'opera. Paganini e Teresa Milanollo, da
bambini, suonavano il violino in maniera strabiliante.
Liszt, Beethoven, Rubinstein si
facevano applaudire a 10 anni. Michelangelo e Salvator Rosa si
rivelarono ad un tratto con delle capacità improvvise. Pascal a 12 anni,
scoprì la geometria piana, e Rembrandt, prima di saper leggere,
disegnava come un grande maestro.
Napoleone si fece notare per la sua
tendenza prematura per la guerra. Nella sua prima giovinezza, non
giocava con i soldatini come i bambini della sua età, ma con un
metodo straordinario che sembrava attingere da sé stesso.
Il sedicesimo secolo ci ha lasciato il
ricordo di un prodigioso poliglotta, Jacques Chrichton, che Scaligero
denominava «genio mostruoso». Era scozzese e a 15 anni discuteva in
latino, greco, ebraico, arabo su qualsiasi argomento. Fin dai 14
anni, aveva conquistato il diploma magistrale.
Henri de Heinecken, nato a Lubecca nel
1721, parlò pressoché dalla nascita. A 2 anni, sapeva tre lingue.
Imparò a scrivere in qualche giorno e si esercitò ben presto a
pronunciare dei piccoli discorsi. A 2 anni e mezzo, fu sottoposto ad
un esame sulla geografia e sulla storia antica e moderna.
Viveva soltanto del latte della sua
nutrice ma si volle svezzarlo, così deperì e si spense a Lubecca il
27 giugno 1725 nel corso del suo quinto anno di età, sostenendo le
sue speranze in un'altra vita. Egli era, dicono «Le Memorie di
Trévoux», delicato, disabile e spesso malato.
Questo giovane talento ebbe la piena
coscienza della sua fine prossima. Ne parlava con una serenità così
ammirevole quanto la sua scienza precoce e volle consolare i suoi
genitori infondendo loro degli incoraggiamenti tratti dalle loro
comuni credenze.
La storia degli ultimi secoli segnala
un gran numero di questi bambini prodigio.
Christian Henrich Heineken - Lubecca 1721 - 1725 QUI |
Ma riprendiamo a parlare del concetto di ereditarietà, come accennato sopra, che si esprime con la trasmissione di alcuni fattori da un individuo ai suoi discendenti. Le influenze genetiche sono molte, sia dal punto di vista fisico che psichico.
Il passaggio dai genitori ai figli del
temperamento, dei tratti somatici, del carattere e dell'intelligenza, risulta
molto evidenziato su certe persone.
Ritroviamo in noi, sotto diversi
aspetti, non soltanto le particolarità organiche dei procreatori o
dei nostri antenati, ma anche i loro difetti e le rispettive qualità.
I membri di una stessa famiglia però, pur presentando delle somiglianze, delle fattezze comuni, rivelano anche talvolta delle differenze notevoli. Il fatto può essere
constatato dappertutto, intorno a noi, in ciascuna famiglia, tra
fratelli e sorelle e persino tra gemelli.
Molti di costoro, simili nel fisico nei
loro primi anni, al punto che difficilmente è possibile distinguerli
l'uno dall'altro, presentano nel corso del loro sviluppo delle
differenze pronunciate di lineamenti, di personalità e di intelletto.
Per spiegare queste divergenze,
necessita immettere un termine nuovo nella soluzione del problema e
ciò riguarda le precedenti esperienze esistenziali che consentono
all'Essere di accrescere le inclinazioni, di vita in vita, di
costituirsi un'individualità recante in sé la propria originale
impronta e le singole facoltà.
Solo questo saliscendi reincarnativo
potrà farci comprendere come certi Spiriti, incarnandosi, mostrino
sin dai loro primi anni le scioltezze d'espressione e d'opera che
caratterizzano i bambini prodigio.
Laboriose ricerche, studi, esercizi secolari hanno lasciato nel loro corpo causale delle tracce profonde, creando una sorta di automatismo psicologico. (Per approfondire vedere QUI e QUI; ndt).
In particolare, la maestrìa si manifesta molto presto nei musicisti, attraverso tecniche di esecuzione che sorprendono i più indifferenti e rendono perplessi molti scienziati.
Esistono in questi giovani soggetti
delle grandi riserve di conoscenze relegate nel subconscio che
da lì si riversano nella coscienza sveglia producendo manifestazioni
precoci di valentìa e di genio.
Pur apparendo anomale, esse sono
tuttavia soltanto la conseguenza di uno strenuo e duro impegno
perseguito attraverso i tempi. Questo capitale indistruttibile
dell'individuo, chiamato anche "coscienza subliminale", si
trova in ciascuno di noi.
Esso si rivela non solamente nel senso
artistico, scientifico o letterario, ma anche mediante tutte le
acquisizioni della mente, tanto nel campo morale quanto in quello
intellettuale.
L'educazione, poi, sviluppa questi
germi potenziali, permettendo loro di fiorire e produrre i singoli
frutti.
Questi Esseri, sembrano portare nel
mondo delle disposizioni particolari che non si trovano nei loro
genitori.
Tutti questi fenomeni, in una varietà
infinita, trovano la loro motivazione nel passato dell'Anima, nelle
numerose vite umane che ha sperimentato.
Ciascuno apporta nascendo i risultati
della sua evoluzione, ciò che ha imparato, le competenze acquisite
nei diversi domìni del pensiero e dell'opera sociale.
Lo Spirito è idoneo ai più diversi studi, ma nel corso limitato della vita terrestre, per effetto delle condizioni d'ambiente e delle esigenze materiali e sociali, esso si dedica generalmente soltanto allo studio di un numero ristretto di campi.
E dal momento in cui la sua volontà si
orienta verso una delle aree dello scibile per mezzo delle tendenze e
nozioni accumulate, la sua superiorità in tale direzione si delinea.
Si riverbera d'esistenza in esistenza,
rivelando ad ogni ritorno sul piano terrestre manifestazioni sempre
più precoci e maggiormente accentuate.
Ecco allora il bambino prodigio, il
talento, il genio, come risultato di un'applicazione perseverante e
continua mirata ad un obbiettivo specifico.
L'ingegno non si spiega dunque con
i fattori ereditari e nemmeno con le condizioni ambientali.
Ci sono casi però, in cui la bravura,
la memoria, l'immaginazione, le più alte facoltà della mente,
sembrano ereditate. Queste somiglianze psicologiche tra genitori e
figli possono essere spiegate con l'attrazione e la simpatia.
(Gli Spiriti simili si attraggono l'un
l'altro per affinità vibratoria ed è per questo motivo che l'Anima,
prima di reincarnarsi, sceglie i genitori in rapporto alle proprie
virtù o ai difetti ma anche in relazione alle aspirazioni e alle
esigenze karmiche; ndt).
Attraverso la reincarnazione ciascuno
viene per eseguire un progetto, per riprendere il compito di ieri, il
relativo perfezionamento interrotto dalla morte. Da essa proviene la
superiorità eclatante di certe persone che hanno molto vissuto,
tanto acquisito e grandemente lavorato.
Per mezzo di essa, queste individualità
straordinarie, che appaiono qua e là nella storia, proiettano vivide
luci sul cammino del genere umano. La loro supremazia è costituita
soltanto dall'esperienza e dalle fatiche accumulate.
L'evoluzione dell'Umanità, considerata
sotto questa luce, si mostra in tutta la sua grandezza. Essa si
affranca lentamente dall'oscurità delle ere, emerge dalle tenebre
dell'ignoranza e della barbarie, e avanza a passi misurati tra
ostacoli e tempeste. (Cfr. QUI; ndr)
Percorre la via aspra e, ad ogni svolta, intravvede meglio le maestose cime, le sommità luminose dove troneggia la saggezza, la spiritualità, l'Amore.
E questo incedere collettivo è anche
il viaggio individuale, quello di ciascuno di noi. Poiché questa
Umanità è costituita da tutte quelle Essenze che, dopo un tempo di
riposo nello spazio, ritornano di secolo in secolo, fintantoché non
siano mature per una società migliore, per un mondo più bello.
Siamo stati tra le generazioni che
furono, e lo saremo tra quelle future. In realtà, noi formiamo
soltanto un'immensa famiglia umana in marcia per realizzare il Piano
divino scritto in essa, quello del suo magnifico divenire.
Estratto dal libro francese di Léon
Denis: "Il problema dell'Essere, del Destino e del Dolore"
– 1908
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