sabato 15 marzo 2025

Uno scandalo inaudito! Ma il Cielo interverrà...


"I Protomartiri francescani a difesa dei perseguitati"

Sebirblu, 13 marzo 2025

Sette anni fa un giornale siciliano esponeva un articolo su Fra' Celestino della Croce, che qui riporto, evidenziandone le virtù e l'operosità nella cura delle anime, in netta contrapposizione alla scure "misericordiosa" della Falsa Chiesa bergogliana che oggi è calata su di lui riducendolo... udite!.. udite!.. addirittura allo "stato laicale"!

Ecco quale trattamento "di assoluto riguardo" è riservato ai LIGI e agli ARDENTI che onorano a pieno titolo il mandato sacerdotale affidato loro dal Cristo!

Scrivo questo, proprio nel giorno in cui l'Usurpatore ‒ che ha avuto la sfrontatezza, unica nella storia dei papi, di assumere il nome del Santo Poverello d'Assisi ‒ celebra il suo dodicesimo anno di smantellamento, ora quasi ultimato, della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Prima di proseguire, però, espongo il testo summenzionato affinché si sappia in che considerazione era tenuto un "figlio" di San Francesco... rigorosamente scalzo. (Cfr. pure QUI). A lui è dedicata, ancora una volta, questa clip:




Maria Carmela Drago, 9 giugno 2018

«La comunità parrocchiale di Pettineo ha partecipato, ieri venerdì 8 giugno, alla solenne celebrazione, tenutasi in Chiesa Madre, per il 25esimo anniversario di ordinazione sacerdotale di Padre Celestino della Croce.

Alla Santa Messa presieduta dal Vescovo di Patti, Mons. Gugliemo Giombanco, hanno partecipato moltissimi fedeli della comunità di Pettineo e dell'hinterland, il sindaco Ruffino e gran parte dell'amministrazione comunale, i sodalizi e le associazioni del piccolo borgo nebroideo. QUI, il filmato della cerimonia.

Padre Celestino da ben 19 anni nella comunità di Pettineo, è molto amato dai fedeli pettinesi, per il suo carisma, la battuta sempre pronta, la cordialità, l'umiltà, e la generosità.

Nella giornata di ieri ha rinnovato gli impegni assunti il 6 giugno del 1993, giorno della sua ordinazione sacerdotale, nella Cattedrale di Padova. Nato a Valdobbiadene (Tv) nel 1962, entra nei Frati Minori Rinnovati.

Nel 1999,  insieme a  fra' Umile di Maria  e ad  un altro frate,  decidono  di  staccarsi per cercare una forma di vita francescana più radicale, con maggiore spazio alla preghiera. Una vita di rinuncia a toccare materialmente il denaro, in povertà e in raccoglimento, vestiti con un povero saio e a piedi nudi per le strade, senza utilizzare alcuna forma di tecnologia come telefono, computer, cellulare.

In quell'anno, sono stati accolti dall'allora vescovo di Patti, mons. Ignazio Zambito, che ha affidato loro l'antico convento di Pettineo, e li ha autorizzati a livello diocesano con il nome di "Frati minori rinnovati di Patti".


Convento di Pettineo - Patti (Me)

"Da ben 19 anni padre Celestino esercita il suo Ministero sacerdotale nella nostra comunità distinguendosi per la sua affabilità, umiltà e discrezioneha detto don Capizzi, parroco della comunità di Pettineo, durante la celebrazionepuntualmente ogni mattina scende dal Convento al paese, per portare agli ammalati il conforto dei sacramenti, della Confessione e della Comunione.

E anche alle famiglie della Parrocchia ha sempre manifestato vicinanza sincera. Esprimiamo la gratitudine di questa sera a padre Celestino: quella mia personale per la sua disponibilità a collaborare nel servizio alla comunità, la gratitudine dei miei due predecessori, don Orazio Sapenza e don Placido Nicolosi, la riconoscenza delle famiglie e degli ammalati unitamente all'intera comunità".

"Grazie padre Celestinoha concluso padre Giuseppegrazie per il suo servizio generoso, continui a consegnare ogni giorno la sua vita a Cristo Signore, per essere con gioia e con amore uno strumento nelle Sue mani".

Anche il Vescovo di Patti, durante la bellissima omelia, ha ringraziato padre Celestino per la sua vita sacerdotale vissuta in semplicità francescana seguendo le orme di Francesco, per il servizio che ha svolto nella chiesa e nella comunità, per la sua presenza nella preghiera e per il suo impegno di testimonianza cristiana.

I fedeli della comunità di Pettineo hanno omaggiato padre Celestino per i 25 anni di sacerdozio con un dono e, al termine della celebrazione, Lia Barberi, ministro dell'Ordine Francescano Secolare di Pettineo, ha speso, con calore e affetto, parole di ringraziamento a padre Celestino per tutti questi anni di comunità vissuta insieme:

"Dopo 25 anni  di sacerdozio  bisogna far memoria di una scelta  di  vita  radicale, un uomo che ha incontrato il Signore, e ha avuto il coraggio, con grande fermezza e determinazione, di scegliere di seguire Dio allo stesso modo di San Francesco d'Assisi.

Non ha pensato mai a se stesso, ma ha speso la sua vita al servizio del Padre e dei fratelli con umiltà e semplicità, con la preghiera e l'Eucaristia, e ha trovato la forza di andare sempre avanti.

Per questo ha sempre sottolineato che la vita è breve e il tempo corre veloce, e che necessita valorizzare ogni istante della vita".

Infatti i ringraziamenti di padre Celestino, a conclusione della Messa, sono stati brevi, da uomo pratico quale egli è: "Non voglio allungare la Messa" – ha affermato con un sorriso, e con la schiettezza e la coerenza che da sempre lo contraddistinguono.

"Padre Celestinoha concluso, Lia Barberiogni giorno ha oltrepassato i limiti della stanchezza, del freddo, del caldo e della sofferenza, ma non è venuto mai meno alla visita quotidiana degli ultimi e dei sofferenti." »

Ecco l'ultima omelia di Fra' Celestino di ieri, 13 marzo, riferentesi alla sua imminente condanna definitiva di "riduzione allo stato laicale", se non si difende dalla spudorata «ignominia» di cui lo si accusa.




Il frate di origine veneta, al secolo Pietro Follador, da un po' di tempo "urta" i vescovi siciliani e di mezza Italia, a causa della sua predicazione tradizionale e itinerante al fianco di don Alessandro Maria Minutella, dopo essere stato cacciato dal convento di Pettineo dov'era molto amato dai fedeli, come si è letto.

Similmente all'ex-parroco di Palermo QUI, ed altri sacerdoti del Sodalizio Mariano "scomunicati e ridotti allo stato laicale" (come don Enrico Bernasconi e don Ramon Guidetti; ved. QUI e QUI), anche fra' Celestino pochi giorni fa è stato raggiunto dalla stessa proibizione comminatagli dal vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante (QUI), in linea con i provvedimenti del vescovo di Patti Guglielmo Giombanco, QUI.

Addirittura, nel documento inviato da Cefalù sta scritto:

... «Invito i Parroci ad avvertire coloro che frequentano Fra' Celestino della Croce, e le sue attività, che si tratta di comportamento pericoloso per l'integrità della loro fede che mina la loro comunione con la Chiesa.» 

E ancora...

«Raccomando che i fedeli della Diocesi rimangano fermi nella Fede e perseveranti nella preghiera per l'unità della Fede della Chiesa nella comunione col Successore di Pietro.»

Quale chiesa? Quale comunione? E con chi? Di sicuro con l'Antico Serpente che in molti ormai hanno scoperto, non solo per la conferma di molteplici profezie come quelle di Katerina Emmerick QUI e QUI, di Padre Pio da Pietrelcina QUI, ma anche per la testimonianza diretta di valenti teologi ed esorcisti, come Malachi Martin QUI e QUI e famosi vescovi al pari dell'ex Nunzio Apostolico degli Stati Uniti, mons. Carlo Maria Viganò QUI e QUI, oltre che da giornalisti d'inchiesta del calibro di Andrea Cionci QUI, più altri fattori determinanti QUI, QUI, QUI, QUI e QUI.

Lo scandalo è palese e ancor più il SILENZIO TOMBALE dei media di regime che in questi ultimi anni ignorano l'Opera straordinaria di don Minutella e del Sodalizio Mariano, salvo esporli al pubblico ludibrio con visite inopportune ed invadenti delle loro equipe televisive o con pungenti calunnie di "fuoriusciti", volte diabolicamente a dividere il "Piccolo Resto" cattolico e a demolire il loro apostolato.


Fra' Celestino della Croce e il vescovo Guglielmo Giombanco che l'ha "ridotto allo stato laicale".
Questa è la Messa celebrativa del suo 25° anniversario, come descritto sopra.

Scrive Tomaso da Celano al capitolo 138 del testo "Vita seconda" di San Francesco:

Punizione dei Detrattori

«Infine, come ogni animo ripieno di carità, così anche Francesco detestava chi era odioso a Dio. Ma fra tutti gli altri viziosi, aborriva con vero orrore i detrattori e diceva che portano sotto la lingua il veleno, col quale intaccano il prossimo. Perciò evitava i maldicenti e le pulci mordaci, quando li sentiva parlare, e rivolgeva altrove l'orecchio, come abbiamo visto noi stessi, perché non si macchiasse con le loro chiacchiere.

Un giorno udì un frate che denigrava il buon nome di un altro, e rivoltosi al suo vicario frate Pietro di Cattanio, proferì queste terribili parole: "Incombono gravi pericoli sull'Ordine, se non si rimedia ai detrattori. Ben presto il soavissimo odore di molti si cambierà in puzzo disgustoso, se non si chiudono le bocche di questi fetidi.

Coraggio, muoviti, esamina diligentemente e, se troverai innocente un frate che sia stato accusato, punisci l'accusatore con un severo ed esemplare castigo! [...]

"Voglio – diceva ancora – che con la massima diligenza si abbia molta cura, tu e tutti i ministri, che non si diffonda maggiormente questo morbo pestifero".

A volte, addirittura, riteneva giusto che si spogliasse della tonaca chi aveva spogliato suo fratello della gloria del buon nome, e che non dovesse alzare gli occhi a Dio, se prima non restituiva ciò che aveva portato via.

Da qui ne era derivato che i frati di quel tempo, quasi rifiutassero in modo particolare questo vizio, avevano stabilito fra di loro il patto di evitare attentamente tutto ciò che potesse nuocere o suonasse offesa all'onore degli altri.

Cosa giusta e veramente ottima! Cos'è infatti il detrattore se non il fiele degli uomini, fermento di malvagità, disonore del mondo? Cos'è l'uomo doppio di lingua, se non lo scandalo dell'Ordine, il veleno del chiostro religioso, la disgregazione dell'unità?

Ahimè, la terra abbonda di animali velenosi ed è impossibile che una persona onesta sfugga ai morsi degli invidiosi! Si promettono premi ai delatori e, dopo aver distrutta l'innocenza, si dà a volte la palma alla falsità. 

Ecco, quando un essere non riesce a vivere della sua onestà, guadagna vitto e vesti devastando l'onestà altrui.

A questo riguardo ripeteva spesso Francesco: "Il detrattore dice così: – Mi manca la perfezione della vita, non ho il prestigio della scienza, né doni particolari: perciò non trovo posto né presso Dio né presso gli uomini. 

So io cosa fare: getterò fango sugli eletti e mi acquisterò il favore dei grandi. So che il mio superiore è un uomo e alle volte fa uso del mio stesso metodo, cioè sradicare i cedri perché nella selva grandeggi unicamente il pruno. Miserabile!, nutriti pure di carne umana e rodi le viscere dei fratelli, giacché non puoi vivere diversamente!".

Costoro si preoccupano di apparire buoni, non di diventarlo, accusano i vizi altrui ma non depongono i propri. Sanno soltanto adulare quelli, dalla cui autorità desiderano di essere protetti, e diventano muti quando pensano che le lodi non raggiungano l'interessato. 

Vendono a prezzo di lodi funeste il pallore della loro faccia emaciata, per sembrare spirituali, in modo da giudicare tutto e non essere giudicati da nessuno. Godono della fama di essere santi, senza averne le opere, del nome di angeli ma non ne hanno la virtù.»

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte dell'articolo: 98zero.com
 

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