giovedì 15 giugno 2023

Dall'ALTO dei Cieli, la VOCE irraggiungibile DICE...


Ben Goossens

Sebirblu, 14 giugno 2023

Con lo scritto che segue completo la terza parte (le precedenti QUI e QUI) tratta da "La Grande Sintesi". È il primo libro dell'opera omnia di Pietro Ubaldi che per molti non necessita di presentazioni, ma per altri sì. Chi ancora non lo conoscesse, QUI troverà qualche ragguaglio.

Nel primo brano (Monismo), la Voce che il dotto e mistico autore udiva giungere dagli Spazi infiniti espone il concetto di Unica Coscienza che regge il Cosmo, verso cui sta procedendo l'umanità nel corso del suo cammino evolutivo.

Nel secondo brano (Intermezzo), la stessa Voce offre a tutti la possibilità di far riposare il pensiero, non aduso agli altissimi ammaestramenti (noùri) che invia alla mente ricettiva dello "strumento" che li capta, per poi diffonderli alle masse.

Nel terzo ed ultimo brano (Commiato) è la conclusione di questo testo eccezionale in cui la Voce mirabile invita i lettori ad essere grati a colui che nel tempo si prestò ad accoglierne gli accenti, pur nell'ostracismo del mondo, ancora immaturo per la precocità vertiginosa dei concetti.




Monismo

«Io sono all'altro polo dell'essere, all'estremo contrario di quello in cui vi trovate; voi, razionali, siete analisi, io intuitivo (contemplazione, visione) sono sintesi. Ma scendo ora nella vostra psicologia razionale analitica, la assumo come punto d'inizio per condurvi alla sintesi come punto d'arrivo.

Parto dalla forma per spiegarvi l'oscura vibrante spinta, il motore che la anima, tenacemente avvinto nel mistero.

Penetro, riassumo e stringo in un monismo assoluto l'immenso dettaglio del mondo fenomenico, così vasto se lo moltiplicate per l'infinito del tempo e dello spazio; incanalo la molteplicità degli effetti, di cui la scienza ha faticosamente rintracciato qualche legge nelle vie che, convergenti, conducono al Principio Unico.

Di un mondo che vi può apparire caotico io farò per le vostre menti un organismo completo e perfetto. La complessità che vi sgomenta sarà ricondotta e ridotta ad un concetto centrale univoco e semplice, ad una legge unica che tutto regge.

Potrete chiamare ciò "monismo"; badate ai concetti più che alle parole. La scienza ha talvolta creduto di aver scoperto e creato un'idea nuova, solo per aver coniata una parola, ed è questa: come dal politeismo siete passati al monoteismo, cioè alla fede di un solo Dio (ma sempre antropomorfico, in quanto opera una sua creazione al di fuori di sé), ora passate al monismo cioè al concetto di un Dio che «è» la Creazione... leggete ancora prima di giudicare...

Io farò lampeggiare nelle vostre menti un Dio ancora più grande di quanto abbiate saputo concepire finora. Dal politeismo al monoteismo al monismo si dilata la vostra nozione di Divinità. Questa trattazione è dunque l'inno della Sua gloria.

Già sento questa sintesi suprema in un lampo di luce e di gioia. A questa mèta voglio condurre anche voi attraverso lo studio del funzionamento organico dell'Universo. La trattazione vi apparirà così, come una progressione di idee, un'ascensione continua per approssimazioni graduali e successive.

Potrà apparirvi anche come un viaggio dello spirito ed è veramente il grande viaggio dell'anima che ritorna al suo Principio, della creatura che torna al suo Creatore.

Ogni scenario nuovo che ragione e scienza vi hanno mostrato non è stato che una finestra aperta verso un orizzonte ancor più lontano, e questo senza mai fine; ma Io vi indicherò l'ultimo termine che è in fondo a voi stessi e in cui l'anima sosta.

Risaliremo dalle ramificazioni degli effetti ultimi, progredendo dalla periferia al centro, al tronco della Causa prima, che in quelli si moltiplica. Nel vostro mondo la realtà è frazionata da barriere di spazio e di tempo; l'unità appare come polverizzata nel particolare; vediamo l'infinito frantumarsi, dividersi, corrompersi nel finito, l'eterno nel caduco, l'assoluto nel relativo.

Ma noi percorreremo il cammino inverso a questa discesa e ritroveremo quell'Infinito che la ragione mai potrebbe darvi, perché l'analisi umana non può percorrere la serie degli effetti per tutto lo spazio e l'eternità.




Lo scopo di questo viaggio è quello di dare all'uomo una nuova Coscienza cosmica, una coscienza che gli faccia sentire non solo di essere indistruttibile ed eterno e di far parte di una umanità comprendente tutti gli esseri dell'Universo, ma di rappresentare una 'forza' e di avere un gran compito nel funzionamento organico dello stesso.

Voi vivete per conquistare una consapevolezza sempre più vasta. L'uomo, il re della vita sul pianeta Terra, ha raggiunto una sua coscienza individuale che è premio e vittoria. Ne sta costruendo una più ampia: quella collettiva che lo organizza in unità nazionali e si fonderà in un'entità spirituale ancora più estesa: l'Umanità.

Ma Io getto il seme di una Coscienza universale che, sola, vi darà contezza di tutti i vostri doveri e diritti, e potrà giustamente guidare ogni vostra azione oltre che risolvere ogni singolo perché. Questo cammino, partendo dal vostro umano scibile scientifico, giungerà anche a conclusioni di ordine pratico, individuale e sociale.

Esporvi le Leggi della Vita ha per scopo di insegnarvi norme di comportamento più complete. Sapendo guardare nell'abisso del vostro destino, voi saprete sempre più altamente operare. Eccovi tracciata la via che seguiremo. E noi la seguiremo non solo per sapere, ma per poi operare.

Quando la Luce sarà fatta nella mente, il cuore dovrà accendersi di passione per marciare dietro ad essa che ha 'visto'. Ascensione è l'idea dominante. Dio è il centro.

Questo rapporto è più che una grande sintesi scientifica e filosofica; è una rivoluzione portata nel vostro sistema di indagine, una nuova direzione data all'umano pensiero perché dopo questa spinta possa incanalarsi in una novella via di conquiste.

È una rivoluzione che non demolisce o nega portando arbitrio e disordine, ma che afferma e crea guidandovi verso un'armonia e un equilibrio sempre più completi e complessi, verso una legge via via più forte e giusta. 

Ebbene Io, per aiutare a far nascere in voi questa nuova coscienza che sta per venire alla luce, per stimolare la vostra trasformazione imminente che l'evoluzione impone, vi insegno un nuovo metodo d'indagine, condotto attraverso l'intuizione (ved. QUI).

Vi indico la possibilità di una scienza inedita conquistata col sistema dei mistici, per cui i fenomeni vengono penetrati da voi con una sensibilità nuova, aprendo le porte dell'anima oltre che quelle dei sensi, anima della quale vi avrò insegnato tutte le insospettate risorse e i mezzi di percezione diretta.

I suddetti  fenomeni  non  vengono  così  più  veduti,  uditi  o  toccati  da  un  qualsiasi «io», ma sentiti da un essere trasformato in delicatissimo strumento di percezione, perché sensitivamente evoluto, nervosamente raffinato e soprattutto moralmente perfezionato.

Una Scienza nuova condotta per le vie dell'Amore e dell'elevazione spirituale è quella con cui il superuomo in fase nascente fonderà la nuova civiltà del Terzo Millennio.




Intermezzo

Ancora una sosta nel nostro lungo cammino: riposo all'aspra tensione del vostro pensiero, e orientamento nel vasto mare della Conoscenza che vi prospetto, in modo che la vostra mèta sia sempre presente.

Non dite: "beati coloro che viver possono senza sapere e senza domandare", ma dite: "beati coloro il cui spirito non è mai sazio di Conoscenza e di Bene e che lottano e soffrono per una sempre più alta conquista".

Compiangete i soddisfatti della vita, gli inerti, i senza fiamma; il loro tempo è solo ritmo di vita fisica che scorre senza creazioni. Essi rifiutano lo sforzo di queste alte comprensioni che vi offro e non vi è luce nel domani per lo spirito che si addormenta.

Il mio sguardo torna a posarsi su questo vostro mondo saturo di incoscienza e di dolore, di erudizione e di agnosticismo, di lotta e di follia: turbine di passioni, prove tremende, tormenti coperti di sorrisi.

Grande e tragico è il quadro dei vostri destini, perché Io odo quel grido disperato che prorompe dall'anima e che voi nascondete, perché in fondo al riso dei gaudenti sento il rantolo della disperazione.

Anima... anima, Scintilla divina che nessuna vostra follia potrà mai uccidere, pronta a risorgere sempre più bella da ogni dolore; potenza mai sazia di essere e di creare, tu sola veramente vivi! Nessuna conquista di pensiero, nessuna affermazione umana saprà mai estinguere la tua sete di Infinito!

La vostra scienza, troppo spesso pura presunzione di parole erudite, la vostra civiltà esteriore e meccanica, hanno dimenticato che questo è il centro della vita, la causa prima dei fenomeni a voi più vicini ed intrinseci.

L'anima ha le sue necessità e i suoi diritti; non si può eliminare, non si può stordire per farla tacere. Non udite il suo grido disperato che si eleva fra le individuali e sociali vicende vostre? La sua vita negletta pesa sul vostro destino e lo travolge.

Essa dolora e voi non sapete più nemmeno ritrovarla, certi abissi vi sgomentano e le acque si richiudono tranquille in apparente sorriso sopra il baratro tremendo. Che avverrà laggiù nel mistero delle cause intime che vorreste ignorare, allontanare dalla coscienza?

Qualcosa sussulta e trema nella tenebra profonda. Ogni essere cela in sé un'ombra segreta ove non osa guardare, ma che mai potrà nascondere a se stesso; un'ombra sempre pronta a risorgere appena un'ora di pace rallenti la tensione della corsa folle con cui vorreste distrarvi.



Non si sazia l'anima cullando il corpo in comodità superflue e costose; carezzando l'occhio di uno scintillio del tutto esteriore. Nella soddisfazione dei sensi qualcosa ugualmente soffre nell'intimo ed agonizza in una angoscia profonda.

Un vuoto resta dentro di voi dove una piccola Voce, sola, sperduta e sconsolata, si eleva inquieta a domandare: e poi? Allora Io vi parlo. Parlo in tono di passione per le anime pronte e ardenti; in tono di sapienza per chi è più atto a rispondere alle vibrazioni intellettive. A tutti Io parlo perché tutti voglio scuotere ed unire in una più alta fede e in una più profonda verità.

Ed è qui dove Io mi dirigo, agli intelletti, chiamo a raccolta tutti: chimici e filosofi, teologi e medici, astronomi e matematici, giuristi e sociologi, economisti e pensatori; mi rivolgo ai sapienti in ogni campo dello scibile umano e ad ognuno parlo nel suo linguaggio.

Richiamo le menti più elette, che guidano l'umano pensiero, perché comprendano questa "Sintesi" e sappiano finalmente in essa raggiungere un concetto unitario che tutto risolva e tutto dica alla psiche, al cuore, per i supremi fini della vita.

Questa sosta per dirvi che in fondo a questa arida trattazione scientifica arde una immensa passione di bene e che questa passione è la scintilla che anima tutta questa scienza che vi espongo. Chi non sentirà tale scintilla che comunica da anima ad anima per vie dirette, che getterà su questo scritto uno sguardo semplicemente curioso o avido di solo sapere, non resterà nutrito.

La penna che scrive (quella di Ubaldi; ndr) e che il mio pensiero incalza, vorrebbe precipitare verso il compimento. Ma la via deve esser tutta percorsa; l'edificio è vasto e il lavoro deve essere tutto eseguito, perché la costruzione sia solida e possa resistere ai colpi del tempo e degli scettici. (Cfr. QUI, QUI e QUI; ndr).

Alla pausa che vi concedo lascio la gioia viva degli anticipi, il presentimento delle conclusioni e il riposo della visione d'insieme. La trattazione stessa si valorizza così, si accende di una luce più alta della pura erudizione o di scopi utilitari, si illumina di un significato che la scienza troppo spesso non ha.

Solo con tale nobiltà di mete e purezza di intenzioni si ha il diritto di guardare in faccia ai più grandi misteri dell'essere; si ha il diritto di affrontare i problemi che toccano la vita e la morte.


Pietro Ubaldi  (1886-1972)

Commiato

Lo so: questi concetti sono cosi lontani dal mondo fatto di menzogna e di diffidenza, da apparirvi inaccettabili e inconcepibili. Ma il mio linguaggio deve sostanzialmente essere diverso. Questo è un disperato appello di saggezza al mondo.

Nel cuore degli uomini e dei loro sistemi domina egoismo e violenza, non il bene ma il male. A grande velocità la civiltà moderna getta il seme dedicandosi alla fabbricazione intensiva del suo futuro dolore. Sarà il dolore di tutti.

Potrà divenire una marea travolgente che distruggerà la civiltà. I mezzi sono pronti perché un incendio debba oggi essere planetario. Se un principio coordinatore non organizzerà la società umana, questa si disgregherà presto nell'urto degli egoismi. Per questo, urge oggi una più grande conciliazione spirituale tra Scienza e Fede.

Ho parlato in un tempo critico, ad una svolta della storia, all'alba di una civilizzazione nuova che ha ora basi immensamente più ampie che all'epoca della romanità e non è più un focolaio unico in un mondo ignoto. Esistono tuttora enormi dislivelli di civiltà, di cultura e di ricchezza, e la Legge porta al livellamento e alla compensazione.

Potrete non ascoltare e non comprendere, ma non potrete mutare la Legge. Finché vi sarà un barbaro solo sulla terra, esso tenterà di abbassare la civiltà al proprio livello, di invadere e distruggere per imparare.

A breve termine le razze inferiori sfateranno la loro impressione della superiorità tecnica europea e se ne impadroniranno per saltare alla gola del vecchio padrone. (Si noti come incredibilmente le parole dell'altissima "Voce" siano profetiche per i nostri anni; cfr. QUI; ndr).

Alle fedi tutte dico: ciò che è divino resterà, ciò che è umano cadrà, ogni affermazione temporale è una perdita spirituale, ogni vittoria sulla Terra è una sconfitta nel Cielo. Evitate gli assolutismi e preferite le vie della bontà.

L'imposizione non è applicabile al pensiero, la forza non lo raggiunge e produce l'allontanamento. Date esempio di distacco dalle cose della Terra. Le vostre verità relative non sono che punti di vista diversi e progressivi dello stesso unico Principio.

L'avvenire non è nella reciproca esclusione, ma nel coordinamento di tutte le singole approssimazioni della verità. Non discutete; la convinzione non si impone con la minaccia ma si diffonde con l'esempio e con l'amore.




Alla scienza dico che finché non sarà fecondata dall'Amore evangelico, rimarrà una scienza infernale. È inutile il progresso meccanico che fa della Terra un giardino, se in questo giardino vi abiterà una belva. (Cfr. QUI; ndr).

La Terra è un vero inferno perché siete voi dei demòni. Diventate angeli e la Terra sarà il paradiso. Non temano i giusti e gli afflitti che guardano tremando alla gazzarra umana che insegue la gloria, la ricchezza e il piacere, perché, anche se essa per un momento vince e gode, la Legge vigila.

«Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati». Vi dico: mai aggredire, non siate voi gli agenti della vostra giustizia, ma la Divinità; perdonate. Fate sempre del Bene e lo farete a voi stessi; lasciate la reazione alla Legge, non vi legate all'offensore con la vendetta.

Non spargete mai pensieri, parole, atti di distruzione, non muovete le forze negative della demolizione che di ritorno attaccheranno voi stessi. Siate sempre costruttivi. Preoccupatevi in ogni campo di creare e non di abbattere; nessuna cosa possiede tanta forza devastatrice quanto un organismo completo in funzione.

Il vecchio ciarpame cade allora da sé, senza lotte di reazioni, perché tutte le correnti della vita si precipitano verso le nuove forme. Non ribellatevi, ma accettate tutto il lavoro che la vostra sorte vi offre. Essa è già perfetta e contiene tutte le prove adatte, anche se piccole.

Se cosi è, non cercate altrove grandiosi eroismi. I piccoli pesi saputi portare e a lungo, rappresentano spesso uno sforzo, una pazienza, una utilità maggiore. Le esperienze implicano il lavoro lento della loro assimilazione, la costruzione dello spirito deve essere eseguita in ogni suo dettaglio, la vita va tutta vissuta momento per momento, in ogni istante vi è un atto o un fatto che si ricollega con l'eternità.

Ricordate che il destino non è malvagio, ma è sempre giusto, anche se le relative prove sono gravi. Ricordate che mai si soffre invano, che il dolore scolpisce l'anima. La Legge del proprio destino ubbidisce ad equilibri profondi ed è inutile ribellarsi.

Vi sono dei dolori che sembrano uccidere, ma mai essi sono senza speranza, mai voi sarete gravati al di sopra delle vostre forze. La reazione delle inesauribili potenze dell'anima si proporziona all'assalto. Abbiate fede anche quando il cielo è tetro, l'orizzonte è chiuso e tutto sembra finito, perché vi è sempre là in attesa una "forza" che vi farà risorgere.

L'abbandono e la sua sensazione fanno parte della prova, perché solo cosi saprete imparare a volare con le vostre ali. Anche quando voi dormite o ignorate, il destino vigila e sa, è una "forza" sempre attiva nel preparare il vostro domani che contiene le più sconfinate possibilità.

Tali principi furono insegnati sulla Terra, tanti martiri morirono per essi, ma quale non fu sfruttato dall'ipocrisia dell'uomo? Talvolta gli ideali, per diffondersi, utilizzano appunto anche questa loro prerogativa di subire sfruttamento, come il frutto che si lascia divorare perché il seme sia trasportato lontano.



Mike Bonnel

Vi è la classe dei costruttori e quella dei demolitori, dei parassiti che con la menzogna operano una continua degradazione di tutti i valori spirituali. Vi è chi costruisce a prezzo di tormentose fatiche e vi è chi utilizza per sé, si aggrappa come zavorra per tutto abbassare al proprio livello.

C'è chi è spirito che vivifica e chi materia che soffoca. Il principio puro si infetta allora, acquista sapor di menzogna: processo di degradazione degli ideali. Guai ai colpevoli, demolitori della fatica dei martiri.

Guai a chi fa di una missione un mestiere, mettendo lo spirito a base della potenza umana. Guai a chi mente e induce a mentire, a chi con l'abuso induce all'abuso, a chi dando esempio di fortunata ingiustizia la propone come norma di vita.

Compiuto un atto non potrete più annullarlo fino all'esaurimento e al riassorbimento dei suoi effetti. Guai alla società che lascerà negletti i suoi migliori elementi, che non li pone nella posizione di rendimento dovuta al merito, disperde i suoi più alti valori nell'apatia e nell'incomprensione.

Inutili sono le testimonianze postume, tardivo il rimorso per un tesoro perduto. Guai alle religioni che non assolveranno il loro compito di salvare i valori spirituali del mondo: lo spirito non può morire e risorgerà altrove, fuori di esse.

Guai ai dirigenti se non obbediranno all'Alto, seguendo la voce di giustizia che è nella propria coscienza.

Guai a chi sperpererà il tempo concessogli e non farà della sua vita una missione. Tutti vi attende un giudizio finale, non per opera di un Dio a voi esteriore che si possa ingannare o intenerire.

Egli è la Legge, onnipresente ovunque e sempre, la cui reazione non vi è distanza o attesa che possa fermare, a cui non si sfugge perché è dentro di voi come è in tutte le cose. Si può evitare o ingannare la legge di gravitazione? Cosi non si evita e non si inganna la reazione della Legge, la Giustizia divina.

Vi lascio. Il mio ultimo pensiero va a chi soffre. Egli è il grande della Terra perché ritorna all'Eterno. Distruggete il dolore e distruggerete voi stessi: «Beati coloro che piangono perché saranno consolati». Non temete la morte che vi libera. Voi e le vostre opere, tutto è indistruttibile, in eterno. La mia ultima parola è di amore, di pace, di perdono, a tutti.

La mia opera è terminata. Se tra anni ed anni, un'umanità diversa, tanto più grande e più buona, riguardando indietro ricercherà questo seme gettato troppo in anticipo per esser subito fecondato e compreso, meravigliandosi di come sia stato possibile così precorrere i tempi, abbia un pensiero grato per l'essere umano che, solo ed ignoto, questo lavoro ha compiuto, attraverso il suo amore e il suo martirio. (È ovvio il riferimento all'Autore; ndr).

La sinfonia è scritta. Il canto tace. Per riprendere in altre forme altrove. La Voce si spegne. Il pensiero si allontana dalla sua manifestazione esteriore, nel profondo, verso il suo centro, nell'Infinito.




Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Brani tratti da "La Grande Sintesi" di Pietro Ubaldi.


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