martedì 2 luglio 2024

ROMA cadrà come il TEMPIO MALEDETTO da GESÙ?




Sebirblu, 1 luglio 2024

È terminato ieri il mese di giugno, e con esso il tempo tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, ma... a chi ormai interessa più? Una volta era la Chiesa a ricordarcelo... quella Vera... unico bastione a cui ci si poteva ancora rivolgere per una boccata d'aria pura... almeno così credevamo noi, della classe '41...

Beati coloro che, come me, non si sono mai arresi alle contraddizioni e agli scandali che la Sacra Istituzione ha reso pubblici confondendo e scandalizzando milioni di anime, ma sono andati oltre, cercando una soluzione in sé stessi mentre tenevano in mano, saldamente, la barra del «Timone-Cristo»... Ed hanno trovato!... Il Signore ha loro risposto! (Cfr. QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).

Nell'articolo precedente, QUI, ho pubblicato un video del Falso Profeta, al secolo Jorge Mario Bergoglio, che mette in guardia tutti dal «fai da te» spirituale, ossia dal non avere alcun rapporto singolo con Gesù al di fuori della Chiesa e questo, a mio parere, è assolutamente in linea col suo ruolo nefando e ingannevole volto alla rovina della stessa Istituzione.

Tale riflessione ha condotto il mio pensiero al giorno in cui il Cristo ha cacciato i mercanti dal Tempio, dandomi così l'opportunità di chiarire ai tanti inconsapevoli, ma anche a molti "cristiani" di nome e non di fatto, come l'«Ultrafania» (ved. QUI, QUI, QUI e QUI) spiega questo episodio.




Tuttavia, prima, è necessaria una premessa importante. Il brano evangelico appena menzionato viene descritto nei testi sinottici di Marco, Matteo e Luca (nell'ordine: Mc. 11,15-19; Mt. 21,12-17; Lc. 19,45-48), che l'hanno posizionato quasi al termine del triennio di vita pubblica di Gesù, precedendo la Crocifissione, in quanto esistendo nel Tempio anche la stanza del Sinedrio ‒ l'organo politico-religioso di allora ‒ era chiaro che Nostro Signore sarebbe stato condannato molto presto.

Giovanni, invece, il più spirituale dei quattro, lo pone all'inizio dei tre anni, subito dopo l'evento della trasmutazione dell'acqua in vino alle Nozze di Cana. Ci sarebbero voluti dunque tre anni ancora prima che la profezia rilasciata dal Nazareno ai suoi interlocutori potesse compiersi. Ecco i fatti descritti dall'Apostolo:

«Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel Tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiavalute. Allora fece una frusta di cordicelle e cacciò tutti fuori dal luogo di culto, compresi gli animali; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: "Portate via di qui queste cose e non fate della Casa del Padre Mio un mercato!" (Gv 2,13-25).»

A questo punto Gli venne posta una domanda dai Giudei: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?". Rispose loro Gesù: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Replicarono quindi gli stessi: "Questo Tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?".

Ma Egli parlava del "Tempio" del Suo corpo.

E qui, come in tutti i Suoi insegnamenti esemplari, il riferimento non concerneva soltanto il Suo organismo fisico, che sarebbe risorto dopo tre giorni dalla morte in Croce, ma anche l'asserzione folgorante che qualsiasi corpo umano è Tempio dello Spirito, la Particella divina che, seppur relativa e non assoluta come Quella del Cristo-Dio, vi alberga. (Cfr. i link posti sopra, al secondo paragrafo). I discepoli capirono l'analogia della Sua predizione solo quando Egli risuscitò dal sepolcro.




Bisogna sapere che «Attorno al Tempio di Gerusalemme vi era una grandissima organizzazione. Tutta la vita religiosa dei Giudei si svolgeva in quell'area gestita dai sacerdoti e il culto era rappresentato in buona parte da varie forme di sacrificio.

Le dinamiche in cui dovevano essere svolti questi olocausti erano prescritte dalla Torah e dalla tradizione rabbinica, e venivano osservate strettamente. L'insieme di queste norme era volto a garantire la purezza del sacrificio, che veniva richiesta anche per il sacrificante.

Per queste ragioni il Sinedrio gestiva già un'attività che forniva il necessario per i sacrifici ai pellegrini e ai fedeli in generale, ma non nell'immediata prossimità del Tempio.

Fu Caifa (il sommo sacerdote) che nel 30 d.C. aprì un commercio per l'acquisto di animali idonei alle esigenze sacrificali e per il cambio delle monete nel "Cortile dei Gentili" (ossia dei profani), in concorrenza con quello gestito dal Sinedrio nella valle del Cedron.» (Stralcio tratto da QUI, uno scritto di A. Anderle su "il Dolomiti").

Aggiungo ancora una breve nota da questo sito:

«Ad un certo punto i Giudei affermano che ci sono voluti 46 anni per edificare il Tempio. "È un dato cronologico preciso: Erode il Grande iniziò la sua ricostruzione nel 20/19 a.C. Il 46º anno corrisponde al 27/28 d.C. Il procuratore Albino ultimò il restauro nel 63 d.C., sette anni prima della distruzione di Gerusalemme." (A. Poppi).»




Ha detto Tea Frigerio (ved. QUI), una biblista saveriana che lavora in Brasile nel CEBI (Centro Ecumenico Estudos Bíblicos) in una conferenza tenuta in Italia:

«La presenza dei cambiavalute era dovuta al fatto che l'offerta al Tempio non si poteva fare in denari stranieri perché certi conii avevano l'effigie dell'Imperatore o di altre figure umane e quindi dovevano essere scambiati, ovviamente guadagnandovi, con le monete del luogo che erano la didracma o la dracma. All'epoca di Gesù, nel Tempio ci si recava per offrire sacrifici, anche se vi si pregava.

Esso sorgeva su una vasta spianata ed era circondato da un atrio posteriore dove potevano circolare anche i pagani e i greci (il Cortile dei Gentili, appunto), là c'erano i cambiavalute e i venditori di buoi, pecore e colombe, da offrirsi all'altare e non per commercio.

Si accedeva nel Santuario attraverso un ingresso chiamato "La Porta bella" e lì si trovava l'atrio delle donne, dove erano disponibili anche quattro posti per chi avesse voluto donare legna per il sacrificio o profumi ed incenso per il voto di nazireato*: una volta assolto tale impegno, chi lo aveva contratto si presentava per la doverosa oblazione.

*(Antica consuetudine ebraica equivalente ad una speciale consacrazione a Dio, con determinate astinenze e obblighi rituali).

Esisteva inoltre un'area apposita dove si presentavano i lebbrosi, gli indemoniati, i malati, per manifestare un'eventuale guarigione e anch'essi erano tenuti a donare qualcosa. Lì appresso era situato l'atrio delle donne.

Dalla Porta di Nicanor, si entrava nel vestibolo degli israeliti uomini. Lì c'erano due blocchi di pietra dove si sacrificavano gli animali e una grande rampa per salirvi e bruciare le immolazioni. (ved. QUI i particolari; ndr).




C'era poi il velo del Tempio e da questo si entrava nel Santo dei Santi: uno spazio vuoto "abitato" da Dio. Una scritta in lingue diverse vietava l'ingresso ai pagani, pena la lapidazione. Delle guardie ne controllavano costantemente l'entrata. [...]

Il commesso che si trovava con gli animali sulla spianata antistante non era il piccolo allevatore, ma un funzionario dei grandi proprietari di allevamenti che vagliava e verificava le vendite. La Sacra Struttura, dunque, fungeva anche da "banca centrale", in quanto chi era ricco vi affidava i suoi averi che restavano così al sicuro.

In essa era predisposto anche un registro per i debiti: le tasse da offrire al Tempio, come le primizie, le decime, i sacrifici, il riscatto dei primogeniti. Si traeva vantaggio da ogni cosa: dalla concia delle pelli d'animali al recupero della lana, che veniva poi filata e manifatturata facendo arricchire una piccola élite, già benestante, del partito dei Sadducei che, unita alla classe sacerdotale e a quella dei possidenti e dei nobili, diventava sempre più facoltosa.»




Ed eccoci arrivati al profondo insegnamento ultrafànico sulla vigorosa azione di Gesù contro i mercanti:

«L'episodio descritto da Giovanni apostolo, all'inizio della vita pubblica di Gesù, offre la possibilità di un doppio ammaestramento. La prima indispensabile chiarificazione consiste in quella che da molti, giustificando le proprie debolezze, è stata chiamata erroneamente ‒ l'«ira» di Cristo.

In Lui essendo Dio, quindi il Perfetto, non può sussistere macchia alcuna, né tanto meno l'ira, figlia della superbia, che è impronta satanica. Logico dunque dedurre che non possa albergare in alcun modo nel Redentore.

Allora, perché questa veemenza e queste percosse si sono abbattute sui mercanti con un flagello a nove cordicelle? (nove = potenza triplicata, ved. QUI; ndr).

Perché a volte è necessario essere decisi e nel nome di Dio scacciare con violenza di ardore e di giustizia, Satana, che si annida subdolo sotto un'ingannevole apparenza innocente. Si, il Cristo ha cacciato il maligno che, immemore della Legge, ha fatto della Casa Sacra a Dio, quindi allo Spirito, una "caverna di briganti". (Mc.11, 15-17).

È evidente l'insegnamento: "Non si può servire due padroni: Dio e Mammona" (ossia, il Mondo con le sue lusinghe; ndr).




Il secondo forte ammaestramento riguarda la Sua potente invettiva al luogo Santo: "Tempio maledetto, di te non rimarrà più pietra su pietra" e infatti nel 70 d.C. il Santuario fu raso al suolo dalle soldataglie romane di Tito.

I sacerdoti rimbeccarono: "Come, questo Tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu dici: Abbattetelo ed Io ve lo ricostruirò in tre giorni soltanto?"

Ecco il punto. Il Cristo che aveva cacciato i mercanti e gli usurai non intendeva che l'investitura fosse materiale, bensì sostanziale e mistica (ved. QUI; ndr). È chiaro che Gesù si riferisse al Tempio dello Spirito, che è il corpo, e che solo chi avesse avuto "orecchie d'anima" avrebbe potuto ben comprendere! A Lui interessa soltanto la parte profondamente spirituale delle cose e non l'argomentazione limitata e costretta delle questioni umane.

Il Cristo, quindi, salì il colle verso il Tempio. Già in altra occasione Egli vi era salito, trascinato dalla mano materna per portarsi là dove, Gli dicevano, dimorava l'Eterno, là dove l'Eterno attraverso i sacerdoti distribuiva l'amore. Il Cristo questa volta non saliva più accompagnato dalla Madre, ma in compagnia della turba dei Suoi poveri.

Entrò nel primo Cortile in cui gli ebrei trafficavano l'oro e si vendevano animali, dove si intrecciavano affari. Era un vociare, un tintinnar di monete, un cercare lucro, ognuno dimentico che oltre quel Cortile vi era la Casa Sacra, quella Casa che avrebbe dovuto essere la dimora dell'Eterno.

Osserva nauseato tutto ciò il Cristo, addita ai suoi poveri, frementi, coloro che il Tempio e la fede prostituivano, trasformando il primo in quella che il Cristo definì una "spelonca di ladri", trasformando la seconda in un elemento idoneo a ridare in qualche modo la pace alla propria coscienza.

Allora, Egli dà di piglio ad un pezzo di ramo, prende da terra della corda che era servita per la mercanzia di qualche venditore, ne forma "9" corregge, le lega insieme, le assicura al legno, quindi, con veemenza, scagliandosi sul più vicino negoziatore di moneta, manda all'aria il suo banco e percuote l'uomo con la frusta, e le percosse si ripetono sugli uni e sugli altri mentre dalle Divine labbra esce l'invettiva contro coloro che il Tempio avevano trasformato in una fiera, contro coloro che, anziché adorare l'Eterno, adoravano Mammona.

I Suoi poveri Lo aiutavano nella bisogna e questa veemenza d'Amore ottenne per risultato la fuga dei mercanti. Dopo di ciò il Cristo disse: «Tempio maledetto, di te non rimarrà più pietra su pietra». E seguito dai Suoi riprese la via della discesa.




Taluno fra voi Mi ha chiesto come mai il Dio d'Amore, di Bontà, di Giustizia ha potuto percuotere un umano, lanciare invettive verso questi e scagliare contro il Tempio la maledizione. Ecco ancora una volta gli esseri considerare le espressioni e i movimenti cristici in base ad un umano pensare, alla logica ristretta che si interpone fra voi e la Verità, tanto da non poter penetrare nell'io vostro.

Esaminiamo la prima parte del movimento: il Cristo scaccia i trafficanti dal Tempio perché ognuno di loro rappresenta colui che della Fede si fa un falso schermo, che in essa trova un'ipocrita alleata, che dalla stessa trae vantaggio mediante le masse, colui che copertosi di candida veste opera satanicamente, ed è Satana che il Cristo ha cacciato dal Tempio, ed è il sacerdote di allora che il Cristo ha bollato con rovente parola come "persona necessaria" al mercante affinché questi possa trarne profitto e profitto abbia a lasciare al sacerdote.

Analizziamo il secondo movimento: la maledizione contro che cosa? Contro quella che avrebbe dovuto essere la Casa del Padre Suo: «Tempio maledetto, di te non resterà più pietra su pietra», e furono le soldataglie conquistatrici romane quelle che si assunsero il compito di distruggerlo.

Ora il colle è spoglio; poche vestigia restano ammonitrici per l'umanità, mentre la parola del Cristo si è trasformata in azione compiuta nel Vero Tempio (quello dello Spirito; ndr).

L'umanità, che di questo movimento cristico non ha raccolto l'essenza, continua a mercanteggiare nei templi che altri sacerdoti hanno costruiti e sui sagrati protetti dall'ombra di essi. Sorgete! Imitate il Cristo, afferrate la frusta! Sia essa di nove corregge; colpite, distruggete, riportate fra le genti la parola del Cristo, nel suo vero intrinseco significato!

Non distruggete i templi (gli esseri umani; ndr) con la violenza come fecero le legioni romane, distruggeteli con la forte parola d'amore, distruggeteli con l'opera di carità, distruggeteli incendiandoli con il fuoco di una fede inestinguibile.

Salite voi pure l'erta del colle, ognuno di voi si trascini i propri seguaci, ognuno di voi senta il richiamo del Padre, percepisca la missione da Esso affidatagli ed operi in letizia contro tutti i prevaricatori, contro le ipocrisie del rito, contro coloro che, sepolcri imbiancati, passano a voi vicini, scheletri fetidi coperti di candido mantello.

Andate, vi do la fiaccola che incendia; tenetela accesa, essa si nutre con l'olio della Fede.»

Brano tratto da "Scintille dall'Infinito" ‒ Ed. Il Cenacolo, QUI.




E questo ha fatto e continua a fare don Alessandro M. Minutella sin dall'inizio. Da quando cioè, con la sua famosa omelia dell'ultima Messa, nella sua ex parrocchia, ha incendiato i fedeli "guadagnandosi" ipso facto il suo allontanamento da essa e tutto quello che sta patendo coi suoi sacerdoti, ancora oggi.

Ma Dio e la Vergine Santa sono con lui, unitamente ai coraggiosi confratelli suoi e all'intero staff che lo accompagna.

Temo invece che la Falsa Chiesa, molto presto (come annunciato dalle profezie di Katerina Emmerick QUI e QUI e di don Bosco QUI), possa incorrere nella stessa fine rovinosa accaduta al Tempio di Gerusalemme per mano dei romani, visto che la "Casa di Dio" dell'epoca somiglia molto a quella "Cattolica" attuale con sede a Roma, guidata dallo pseudo papa che, da undici anni, ha quasi terminato subdolamente di estrometterne il Fondatore (ved. QUI) vanificandone la Dottrina e svuotandola di ogni contenuto sacro.

Ecco la giusta ed eroica invettiva di don A. M. Minutella a Palermo, contro la Chiesa traditrice, vendutasi ai Poteri forti del Mondo e quindi al Maligno.




E questo, dopo 7 anni, è il risultato attuale della sua incredibile fede e determinazione all'incontro internazionale di preghiera, tenutosi a Firenze il 9 giugno 2024: erano presenti circa 4.000 persone!




E per concludere, visto che lo scritto si allungherebbe troppo, suggerisco di leggere la splendida e dettagliata descrizione di Maria Valtorta sull'episodio in questione, QUI.

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

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