lunedì 5 luglio 2021

Come Perle rare in mezzo al Pantano del Mondo...


Birdy Tg

Sebirblu, 4 luglio 2021

Pressoché tutta l'umanità, oggi, specialmente quella occidentale, si è "dimenticata" dell'Altissimo e addirittura Lo nega come fa la Scienza, definendoLo una concezione assurda e ormai antiquata. È diventato temerario parlarne... 

Lo vedo soprattutto dal problema che si presenta quando devo dare un titolo ai miei post, perché se questi indicano un contenuto "spiritual-religioso", chiamiamolo così, subito le visite calano, indicando la situazione drammatica in cui versa la gran parte delle anime.

Ma per grazia di Dio, ancora talune di loro, come perle rare in mezzo al pantano del mondo, mi scrivono, dandomi quell'«ossigeno» tanto necessario per trasmettere quello che lo Spirito intende diramare per il loro stesso Bene.

Le ringrazio davvero di cuore, ed è proprio in seguito all'ultimo commento ricevuto che espongo un prezioso messaggio ultrafànico* affinché possano attingere alla Fonte d'acqua purissima che il Cielo mette loro graziosamente a disposizione. (* Ved. QUI).

L'oblio del proprio Creatore da parte del genere umano ha offuscato i cuori e le menti rendendo gli uomini sempre più soggetti alle forze contrarie (che esistono, purtroppo; ved. QUI, QUI e QUI) della distruzione e della morte.

"Amor che move il sole e l'altre stelle" diceva il Poeta, ed è proprio l'Amore del Padre, dal Quale si è allontanata tragicamente l'umanità tutta (ved. QUI, QUI e QUI) che, per mezzo del Supremo Sacrificio Cristico, ha continuato a richiamare i Suoi figli perduti e ribelli al ritorno a Casa.

Qualcuno ascolta... moltissimi fanno orecchio da mercante, ma il tempo stringe... la Giustizia di Dio è già in corso... e siamo solo agli inizi... ma c'è ancora tempo per ricredersi e tornare a Lui che ci AMA oltre qualsiasi concetto possibile, nonostante tutto!

Egli aspetta con Cuore di Padre ed proprio tramite il Cristo che è pervenuta a noi la mirabile parabola del Figliuol Prodigo al fine di trasmetterci il senso infinito del Suo Amore.


"Il Ritorno del Figliol Prodigo" di Bartolomé Esteban Murillo

Dice l'Entele Maestro (ved. QUI e QUI):

Un padre, due figli: l'uno come i farisei, ligio alla legge, retto, lavoratore, ma privo di amore, sconoscente la carità, odiante il proprio simile, «fratello» solo perché costui avrebbe partecipato al godimento della fortuna paterna; l'altro, uomo sregolato, eccessivo, esuberante, tutto cuore, tutto carità, con le scorie conseguenti a questa esuberanza, conseguenti ad ogni eccesso.

Il primo procede diuturnamente nell'opera, il secondo chiede al padre ciò che umanamente gli spetta per poter cambiare così il proprio movimento vitale e, ottenutolo, si allontana; allontanandosi, dilapida nella lussuria fin l'ultimo talento, mentre il fratello continua ad ammassare, lieto che il più giovane compagno se ne sia andato per cui l'eredità paterna a lui sarebbe rimasta.

Subentra la carestia, il figliuol prodigo è nella miseria, si adatta a fare il porcaio, spregevole missione allora, poi sente in sé la spinta dell'origine, sente di essere figlio, sente che il padre giammai può respingere un figlio per quanto esso sia colpevole e dice:

"Tornerò al padre mio; so che non posso tornare come figlio, tornerò come servo, come l'ultimo dei servi, il pane che costoro mangiano lo mangerò anch'io e renderò più dei servi".

Si incammina, pentito di aver recato offesa al padre, deciso a farne ammenda e a chiedere perdono. Giunto di fronte alla dimora paterna non ha la forza di entrare, ma il padre sente un nuovo movimento in formazione, sente un richiamo, esce e in lontananza intravede un essere che egli sente essere il figlio. Lo chiama, lo accoglie fra le proprie braccia, quindi rivolto ai servi:

"Sia portata la più bella veste, i più ricchi calzari e il più ricco anello, sia lavato e profumato, entri come padrone e non come servo, poiché egli è mio figlio e, se il figlio ritorna alla dimora del padre, egli deve sedere a fianco del padre in candida lussuosa veste".

Torna dall'opera (dal lavoro; ndr) il fratello maggiore e dice al padre: "Vedo che tu hai fatto scannare il più grosso vitello per onorare tuo figlio, colui che con le ganze (amanti; ndr) dilapidò il tuo denaro, mentre a me non hai mai concesso il più magro agnellino per banchettare con i miei amici".

Disse il padre: "Figliolo mio, tu fosti sempre a me vicino, tu non ti allontanasti, tu non fosti vicino al pericolo, tutti i miei agnelli erano tuoi e tu potevi servirtene; egli, mio figlio, tuo fratello, era morto e ritornò in vita, era lontano e ritornò a casa, per me esso è stato riconquistato, perciò devo festeggiare chi torna, chi si è pentito, non chi non ha mai errato."


"Il Figliol Prodigo fra i porci" di Bartolomé Esteban Murillo

Analizziamo profondamente questo movimento e facciamo che le energie ricavate da questa meditazione possano giovare a voi tutti nel tempo, possano cioè ricondurvi su quell'«orma» luminosa e inconfondibile che è di fronte a voi e che attende unicamente di essere raggiunta e di essere calcata con pari ritmo.

Il padre e i due figli: l'Eterno e l'umanità. Fariseo colui che, ligio alla Legge, lo è unicamente per movimento umano, non per fede di amore, non per sete di amore; l'altro rappresenta l'umanità in errore, ma in ardore. Uno il gelo, l'altro il fuoco. L'uno raggiungerà una meta prima, ma non la Meta Prima; l'altro faticherà a raggiungere una meta prima, ma raggiungerà la Meta.

Il primo ha in sé la superbia e la giustizia umane, il secondo ha l'umiltà e la carità. Il figliol prodigo figura di avere dilapidato i doni dell’Eterno, spesi male, negletti; il primo ha conservato i talenti per sé senza renderne partecipe i bisognosi, ha ammassato, ha posto a proprio profitto la moneta, e non ha dato.

Il secondo si è privato di tutto nel donare, nel donare anche stoltamente, ma nel donare anche per amore, per bontà; egli fa parte di quella schiera che saggiamente ha raccolto le parole del Cristo "Se vi sarà chiesta la tunica, date anche il mantello" e, nudo della nudità che è purezza, non soffre per questa, soffre per l'ingiuria fatta al padre per non aver compreso sufficientemente la volontà del genitore, la legge del padre, e dice:

"Tornerò, compirò lungo cammino, faticoso cammino, mi nutrirò con l'elemosina, con il pane donatomi dai fratelli e prostratomi ai piedi del padre dirò: «Ho offeso il cielo e ho offeso te»."

Quindi, prima l'offesa al Padre per essersi dimenticato di un rapporto umanità-Divinità che comprendeva l'amore per il prossimo, cioè per il Padre creatore della materia; l'altra per il padre stesso come fattore.

Amici, giunti a questo punto voi direte: "Sì, va bene, tutto ciò è giusto, ma perché compensare così riccamente colui che aveva errato? Sì, poteva accoglierlo dolcemente e saggiamente rimproverarlo".

Non conoscete allora il cuore dell'Eterno, la Sua gioia infinita quando Egli vede che l'attesa non è stata vana, quando può constatare il movimento di mutazione impostosi da un individuo che è giunto a trasformare completamente sé stesso, allora il premio va concesso.


"Il pentimento di Pietro" di Gerard van Honthorst


"Pentitevi prima del trapasso, pentitevi sostanzialmente e siederete alla Mia destra". Quel «sedere alla destra» è rappresentato dai Tre doni che il padre ha fatto portare dai servi: la veste più bella esistente nella casa, i migliori calzari, l'anello più ricco.

La veste: il candore riconquistato; i calzari: la possibilità di ricalcare quelle orme con piede rigenerato; l'anello: il simbolo della potenza che congiunge e che rinnova il nuovo legame.

Ora portate questo movimento cristico nel vivere del tempo vostro, analizzatevi. Ognuno di voi ha in sé un quantum di ferocia nel giudicare; ognuno di voi ha dell'intransigenza. Voi parlate di leggi, di codici, di convenzioni, di apparenze. Dimenticate che sopra tutto domina la sostanza!

Portatevi, come vi ho detto dianzi, sul piano dell'umiltà, sul piano della carità, fate che queste due energie possano palpitare nel profumo di quel fiore che è l'amore.

Cercate che dell'umiltà e della carità abbia a beneficiare il vostro simile, il fratello inteso come umanità; fate che questo dono avvenga non solo umanamente, ma potenzialmente attraverso il pensiero. (Cfr. QUI e QUI; ndr).

Donate al Padre, perché Egli possa donare di voi oltre che di Sé agli affamati: solo così potrete concepire il comportamento del Divino Genitore di fronte al figliuol prodigo, solo così potete imitarlo e procedere, diversamente sosterete.

Ognuno di voi è un «figliuol prodigo»; ognuno di voi si allontanò più o meno dalla Sua Parola, dalla casa del Padre Celeste; ognuno di voi è atteso risuscitato, rinnovato, rigenerato.

Noi giungiamo a voi per facilitare quest'opera di rinnovo, di risurrezione: ecco perché vi sarà chiesto più che ad ogni altro, perché più di ogni altro voi beneficiaste della bontà del Padre.

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: "Scintille dall'Infinito" vol. 1° ed. "Il Cenacolo" QUI.


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