lunedì 29 settembre 2025

Il "Leone" S. Atanasio e il Don... Leone di Maria!

 


Sebirblu, 27 settembre 2025

È indubbio che da qualsiasi punto lo si consideri, don Alessandro Maria Minutella ha sicuramente un grande carisma che ne contrassegna la straordinaria Missione alla quale è stato chiamato addirittura prima... della sua nascita.

Se si è davvero onesti non si può negare questo, perché coloro che lo fanno o sono in totale malafede, o del tutto obnubilati dall'invidia e dall'orgoglio, così da limitarsi a giudicare soltanto le sue esternazioni, spesso vivaci ma sempre veritiere, che attirano senza posa gli strali avvelenati, le calunnie più bieche e i tradimenti più vergognosi che si possono immaginare.

Chiesa e Mondo (ossia le due "Bestie apocalittiche") lo hanno colpito in ogni modo possibile, fino a strappargli l'abito sacerdotale e la sede privata di Carini – "Piccola Nazareth" –  dietro  la  martellante  richiesta  dei  suoi  nemici  al  comune  siciliano che si è trovato costretto a cedere alle pressioni, avvalendosi di un minimo "reato di abusivismo" (di 4 o 5 metri quadrati) mentre tutt'intorno troneggiano "fior di ville" completamente illegali.

Eppure, malgrado la feroce persecuzione che il Padre subisce da quasi nove anni, la sua fermezza nel difendere la Vera Fede Cattolica Apostolica Romana non s'incrina mai... anzi... aumenta d'intensità e di fervore, riunendo, nell'indifferenza generale e il silenzio assoluto dei media – che inizialmente lo avevano definito "guru", capo-setta o "santone" – migliaia e migliaia di persone provenienti anche dall'estero.

Proprio per questo, ultimamente, tenendo conto non solo della volontà popolare ma soprattutto della realtà oggettiva che coincide con diverse profezie, anche antiche ‒ come quelle della "Signora del Buon Successo" a Quito in Ecuador, tra il 1582 e il 1634 (ved. QUI) ‒ don Alessandro è stato riconosciuto all'unanimità, il 29 giugno scorso, come Grande Prelato del Piccolo Resto e contraddistinto dall'echeggiante appellativo di "Leone di Maria".

Ecco cosa scriveva su Radio Domina Nostra di Facebook il 2 maggio 2018 (QUI), perciò assolutamente lontano da qualsiasi illazione contemporanea, salvo la strana "coincidenza" che sul Trono di Pietro, ora, siede un altro "Leone", prosecutore di Bergoglio... suo mentore.




Atanasio, il Leone di Alessandria,
Vescovo e Dottore della Chiesa.

«Di Alessandria d'Egitto, S. Atanasio fu l'indomito assertore della fede nella divinità di Cristo, negata dagli Ariani e proclamata dal Concilio di Nicea (325). Per questo soffrì persecuzioni ed esili. Narrò la vita di Sant'Antonio abate e divulgò anche in Occidente l'ideale monastico.

Egli combatté strenuamente per la retta fede e, subite molte congiure da parte degli ariani, fu più volte mandato in esilio; tornato infine alla Chiesa a lui affidata, dopo aver lottato e sofferto molto con eroica pazienza, nel quarantaseiesimo anno del suo sacerdozio riposò nella pace di Cristo.

Padre e Dottore della Chiesa, egli è il più celebre dei vescovi alessandrini e il più intrepido difensore della fede nicena contro l'eresia di Ario. Quest'ultimo, siccome faceva del Verbo un essere di una sostanza diversa da quella del Padre e un semplice intermediario tra Dio e il mondo, praticamente negava il mistero della SS. Trinità.

S. Atanasio nacque verso il 295 ad Alessandria d'Egitto da genitori cristiani i quali gli fecero impartire un'educazione classica.

Discepolo di S. Antonio abate nella gioventù, si consacrò per tempo al servizio della Chiesa. Nel 325 accompagnò come diacono e segretario il suo vescovo Alessandro al Concilio di Nicea indetto dall'imperatore Costantino, nel quale fu solennemente definita la consustanzialità del Figlio con il Padre.

S. Atanasio nel 328 fu acclamato dagli alessandrini loro Pastore. Di lui dicevano: "È un uomo probo, virtuoso, buon cristiano, un asceta, un vero vescovo".

La chiesa  di Alessandria  si trovava divisa  dallo scisma  non solo di Ario,  ma anche di Melezio di Licopoli che, durante la persecuzione di Diocleziano (305-306), approfittando dell'assenza del vescovo Pietro di Alessandria si era arrogato il diritto di ordinare e scomunicare secondo il suo arbitrio.

Nonostante fosse stato deposto da un sinodo, buona parte del clero lo aveva seguito nello scisma. In mezzo a tante divisioni il compito del giovane Atanasio si presentava quanto mai difficile.

Ben presto cominciarono infatti gli intrighi contro di lui dei vescovi di corte ariani, capeggiati da Eusebio di Cesarea, per indurlo a ricevere nella sua comunione i vescovi amici di Ario. Atanasio vi si oppose energicamente.


"San Nicola di Bari schiaffeggia l'eresiarca Ario" di Giovanni Gasparro

I meleziani a loro volta l'accusarono presso Costantino di aver imposto agli egiziani un tributo di pezze di lino e di aver fatto rompere il calice di un loro vescovo. Citato al tribunale dell'imperatore a Nicomedia, il Santo riuscì a discolparsi.

Accusato ancora di aver fatto assassinare Arsente, vescovo meleziano di Ipsele, non fu difficile al medesimo accrescere lo scorno dei suoi nemici facendoglielo comparire davanti vivo.

L'accusato fu di nuovo riabilitato, ma gli ariani non si diedero per vinti. Persuasero Ario a sottoscrivere una formula di fede equivoca. Costantino se ne accontentò e intimò a tutti i vescovi di riceverlo nella loro comunione. 

Essendosi Atanasio ancora una volta rifiutato, fu deposto dal concilio di Tiro (335) e relegato a Treviri, nelle Gallie, dove rimase fino alla morte dell'imperatore (337).

Gli eusebiani non potendo per quel tempo sperare nulla dal potere civile, portarono davanti al papa Giulio I  la vicenda di Atanasio.

Furono citate le due parti ad un concilio plenario,  ma gli ariani,  sicuri dell'appoggio di Costanzo II, imperatore d'Oriente, invece di presentarsi, posero sulla sede di Alessandria Gregorio di Cappadocia. Il secondo esilio di Atanasio durò sei anni.

A Roma (341) e a Sardica (343) fu riconosciuta la sua innocenza. Durante il soggiorno romano egli viaggiò molto, e iniziò la chiesa latina alla vita monastica così come si praticava in Egitto.

Nella Pasqua del 345 si recò ad Aquileia presso Costante, imperatore d'occidente, che gli ottenne dal fratello Costanzo il permesso di tornare alla sua sede dopo la morte del vescovo intruso (345).

Seguirono per il Santo dieci anni di pace relativa, di cui approfittò non solo per comporre opere dogmatiche, o di apologia personale, ma per proseguire una politica di vigile controllo e di prudente conciliazione, i cui effetti furono disastrosi per il partito ariano.

Infatti, due o tre anni dopo, egli era in comunione con più di 400 vescovi, e seguito dalla massa dei fedeli. In questo periodo egli consacrò vescovo di Etiopia San Frumenzio, vero fondatore della chiesa cristiana in quel paese.




Alla  morte  del  suo  protettore  Costante  (350)  e  del  papa  Giulio I  (352),  i nemici di Atanasio tanto brigarono da riuscire a sollevargli contro anche l'episcopato d'Occidente nel Concilio di Arles (354) e in quello di Milano (355).

L'intrepido vescovo, ripieno di amarezza, fuggì allora nel deserto, dove i monaci per otto anni lo sottrassero con cura a tutte le ricerche. Dalla solitudine egli continuò a governare la sua chiesa e scrisse i "Discorsi" contro gli Ariani e le "4 Lettere a Serapione" che formano la sua gloria come dottore della SS. Trinità.

Poté ritornare in sede nel 362 dopo la morte di Costanzo, il massacro del vescovo intruso Giorgio dì Cappadocia e la salita al trono di Giuliano, il cui primo atto fu di richiamare i vescovi esiliati dal suo predecessore.

Fu cura di Atanasio ristabilire l'ortodossia nicena e combattere l'arianesimo ufficiale che aveva trionfato nei concili di Seleucia e di Rimini (359).

Riunito un concilio, prese decisioni improntate a misericordia verso coloro che si erano dati all'eresia per ignoranza, e anche sul terreno dogmatico fu largo e tollerante per quelle che potevano sembrare quisquilie o pura terminologia.

Tanta attività diretta a consolidare l'unità cattolica non tornò gradita a Giuliano, intento solo a ristabilire il paganesimo. Nel 363 S. Atanasio per la quarta volta lasciò la sua sede, ma solo per pochi mesi perché, morto l'imperatore nella spedizione contro i persiani, gli successe il cristiano Gioviano, che lo richiamò.

Nel 365 il Santo dovette eclissarsi alla periferia della città per la sesta volta, perseguitato dall'imperatore d'Oriente, anch'egli ariano ‒ Valente. Dopo soli quattro mesi però fu richiamato perché gli egiziani minacciavano rivolte.

Non lasciò più la sua sede fino alla morte avvenuta il 2 maggio 373* dopo 45 anni di governo forte e alle volte anche duro contro i suoi avversari.

* (Si noti che, mentre S. Atanasio, "Il Leone di Alessandria", moriva in quel lontano 373, esattamente 1600 anni dopo, nel 1973, nasceva don Alessandro M. Minutella, "Il Leone di Maria", che sarebbe diventato l'ardente e veemente oppositore della Falsa Chiesa dei giorni nostri. Ndr).

Egli meritò a buon diritto il titolo di "grande" per l'indomabile fermezza di carattere dimostrata contro gli ariani e la potenza imperiale, sovente ad essi eccessivamente ligia. A ragione fu detto che in lui, "padre dell'ortodossia", combatteva tutta la Chiesa.

Finché visse sostenne ovunque con un'attività traboccante i propugnatori della vera fede. Così impedì che i vescovi dell'Africa latina sostituissero il simbolo compilato a Nicea con quello di Rimini; spinse papa Damaso ad agire contro Ausenzio, vescovo ariano di Milano, e incoraggiò S. Basilio, che cercava un appoggio per la pacificazione religiosa dell'Oriente.

Della produzione letteraria di Atanasio non esiste ancora un'edizione critica. Nelle sue opere si nota limpidezza e acutezza di pensiero, ma la materia trattata manca di ordine ed è resa pesante dalle frequenti ripetizioni e dalla prolissità.»

Commento di una certa Rita Pergolari al testo:

"Limpidezza ed acutezza di pensiero.  Mi fanno venire in mente un sacerdote sospeso a divinis per i medesimi motivi: lei, caro Don Minutella, che si può a ben ragione considerare l'Atanasio dei nostri tempi."




Parole ben appropriate, se si pensa che lo stesso don Alessandro (anche questo nome datogli, per me non è un caso...) dal minuto 1:58 del 1° video, a seguire, dice che "forse qualcosa di autobiografico mi è parso di coglierlo...", e nel 2° più recente, al minuto 12:42, tra il serio e il faceto dice "tu c'eri? No; io c'ero? Eh... non è detto. Può darsi pure che esistevo da prima.." poi scherzando, quasi a giustificarsi, aggiunge: "lo faccio per i nemici perché hanno poca materia"...






Che dire? Forse il nostro Don comincia in cuor suo a valutare il fattore reincarnativo seppur non potendolo dire in modo aperto? E questo per non inficiare, giustamente, la sua Opera superiore? Tutto è possibile! Dio SA quello che fa!.. (Cfr. QUI).

Ed ecco il secondo scritto postato da Padre Alessandro su Facebook, il 15 novembre 2020, che consiglio senz'altro di leggere per intero, comprensivo di commenti, QUI, e riguardante anche l'analogia con una favola di Esopo che riporto:

Unus sed Leo (Uno ma Leone)
"La volpe e la leonessa"

«Vi si racconta che nel cuore di una foresta, una volpe si rivolse ad una tranquilla leonessa, mostrandole, non senza un vanto profondo, i molti cuccioli partoriti.

Mossa da invidia, la volpe le dice: "Mia cara, tu avrai anche un portamento da regina, possiedi grande forza e vigore, ma, in quanto a madre, devi ammettere che io sono più portata. Guarda i miei cinque volpacchiotti come giocano felici tra loro. Invece tu hai messo al mondo un solo figliolo e, poveretto, sembra tanto triste senza fratelli!"

Evitando di scomporsi, la leonessa rispose: "Certo amica mia, io ho partorito un solo cucciolo. Ma questo piccolo vale più d'ogni altro animale. Egli è un leone e, una volta cresciuto, sarà un Re!" Non potendo ribattere niente la volpe si limitò ad ingoiare la propria gelosia accettando ciò che la natura aveva dispensato.»

Don Alessandro conclude il suo scritto con:

Chissà che questa solitudine non sia una forma, inaspettata, di unzione... Intanto, continuiamo a sostenere i colpi dei nemici.

Intelligentibus... (pauca, ossia "agli intelligenti poche parole"; ndr). 




Detto ciò, passiamo alla parte ultima e più importante di questo post.

Nonostante la levata di scudi che in diversi nel "Piccolo Resto" hanno mostrato, opponendosi al riconoscimento ufficiale di don Minutella come Grande Prelato o Leone di Maria, avvenuto a Monza il 29 giugno scorso (ved. QUI e QUI), il fluire degli eventi secondo la Volontà di Dio è proseguito (ecco il "Segno" da molti richiesto, perché all'insaputa di padre Alessandro), con l'annuncio improvviso, giunto dal Messico, di un caloroso consenso alla suddetta elezione da parte di un gruppetto di preti capeggiati da padre Charbelo.

Qui, i video:









Ebbene, questa straordinaria notizia arriva proprio nell'imminenza dell'importante "Giubileo Mariano" organizzato dal nostro "Leone di Maria" in contrapposizione al vergognoso Giubileo della pseudo-Chiesa condotta da Prevost (ved. QUI e QUI), che ha permesso l'ingresso alla Basilica di San Pietro, profanandola, delle coppie gay, mano nella mano, appartenenti al mondo LGBTQ+ con tanto di magliette fregiate di scritte scurrili.

Pertanto, stando così le cose, incoraggio il maggior numero di persone di buona volontà a partecipare al Gran Raduno Giubilare del "Piccolo Resto" cattolico, ancora a Monza al Palazzetto dello Sport "OpiquadArena" di via Gian Battista Stucchi, il giorno 12 ottobre 2025 alle ore 14, mentre dalle ore 9,30 alle 12,30 ci saranno i sacerdoti a disposizione per le confessioni. 

È giunta conferma che arriveranno dal Messico anche Padre Charbelo e un suo confratello.

Conclusione

Termino con una nota tratta da QUI, corollario ideale all'arco cronologico che stiamo vivendo ancora oggi ‒ dal 1960 in avanti ‒ proprio perché entro quell'anno non fu rispettato il desiderio di Nostra Signora di Fatima di rendere noto il Terzo Segreto.

«La storia ariana si ripresenta ai nostri giorni in toni molto più drammatici. Nel IV secolo, "La Provvidenza mandò al mondo un siffatto uomo ‒ Atanasio ‒ mentre la bufera urlava sempre più forte e le colonne della Chiesa erano scosse e s'inclinavano, e i muri santi minacciavano di crollare allorché sembrava che le potenze dell'abisso e le forze in atto facessero sparire la Sacra Istituzione dalla faccia della Terra. Ma un uomo resistette come un macigno in mezzo ai marosi che s'infrangevano; un uomo fu sempre sulla breccia: Atanasio!»




Orbene,  è davvero impossibile,  adesso,  non cogliere l'analogia del Santo Vescovo con le lotte che don Alessandro M. Minutella ‒ il Grande Prelato e Leone di Maria ‒ sostiene da quasi nove anni contro la Falsa Chiesa eretica e apostata, per la fedeltà alla Tradizione!

E coloro che insistono nel volerlo ignorare nell'arcipelago variegato del mondo cattolico: dai sedevacantisti agli "una cum", dai tradizionalisti ai teologi dell'ultima ora, devono ricordarsi quanto Gamaliele, saggio dottore della Legge, aveva detto riguardo all'opera degli Apostoli di Cristo (cfr. QUI):

«Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!» (Atti 5, 38-39).

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

venerdì 26 settembre 2025

Grave Monito Extraterrestre per una Guerra Atomica


"Aspettando la Fine" by Keyem

Sebirblu, 26 settembre 2025

A distanza di qualche anno, ripropongo questo articolo per l'estrema pericolosità in cui si trova ora il mondo, minacciato da una Terza Guerra Mondiale (cfr. QUIQUI, QUIQUI e QUI).

Contiene due significativi messaggi extraterrestri ricevuti dal famoso "contattista" Eugenio Siragusa, oggi attualissimi, che ci ammoniscono su un eventuale conflitto atomico.

A mio avviso però, è necessaria prima una breve carrellata storica sui fatti che nel tempo si sono succeduti insidiando gravemente la Terra ed il genere umano.

Il nostro pianeta è arrivato molte volte sull'orlo di una guerra nucleare e se questo non è accaduto si deve esclusivamente all'azione diretta delle civiltà extraterrestri che vigilano di continuo sulle scelte operative della nostra civiltà.

Essi, infatti, come dai filmati qui di seguito, sono in grado di neutralizzare all'istante qualsiasi arma atomica mettendola fuori uso, come riferito da molti ed autorevoli testimoni.






Ma torniamo alla nostra panoramica per capirne di più:

"Il 25 giugno 1950 truppe nord coreane superarono il 38° parallelo ed invasero la Corea del Sud.

Il 27 giugno, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approvò una risoluzione che intimava alla Corea del Nord di ritirare le sue forze dietro il fatidico 38° parallelo.

Nello  stesso  giorno Truman,  il Presidente americano,  ordinò  un'azione  immediata per difendere la Corea del Sud.

Gli extraterrestri già avevano iniziato un massiccio intervento sul nostro pianeta, in particolare nei centri atomici e nelle basi militari americane e successivamente sulla Corea, tanto che il Generale Mac Arthur si trovò nella impossibilità di utilizzare i bombardieri  atomici.




Il console Alberto Perego testimoniò così l'accaduto:

«Durante le prime fasi della guerra i dischi volanti, spesso immobili nel cielo e sempre assolutamente silenziosi, furono visti osservare le operazioni terrestri sui campi di battaglia.

Aviatori americani che volavano con i loro caccia alla velocità di mille chilometri orari se li videro spesso sfrecciare accanto a velocità tripla.

Tutti compresero che questi apparecchi non erano russi e naturalmente non erano neppure americani! Non vi era scelta: non potevano essere che extraterrestri!

Il Generale fu il primo a rendersene conto e a comprendere che i suoi bombardieri non avrebbero potuto trasportare bombe atomiche senza essere da loro intercettati. Escludendo le armi nucleari, la guerra in Corea sarebbe divenuta insostenibile per le forze delle Nazioni Unite.

Parallelamente all'attività operativa in Corea, si apprese che i dischi continuavano a sorvolare gli stabilimenti e i depositi atomici negli Stati Uniti. Dopo pochi mesi la controffensiva nord coreana, sostenuta da truppe cinesi, nel novembre 1950 fece precipitare la situazione.

Una ritirata gravissima condusse le forze delle Nazioni Unite a concentrarsi nella difesa di Fusan, ultima base all'estrema punta meridionale della penisola coreana (dicembre 1950).

Allora Mac Arthur parlò chiaro. Propose la pace motivandola con la presenza dei dischi volanti. Al Pentagono, ove l'Alto Ufficiale era detestato, lo si ritenne pazzo, rimbecillito, finito.

Dall'altra parte il Presidente Truman temeva che lo stesso, negoziando la pace, acquistasse molta popolarità negli Stati Uniti e che si presentasse alle elezioni presidenziali del 1952 dicendo tutto ciò di cui era a conoscenza.

Per questo Truman destituì Mac Arthur nell'aprile del '51 per obbligarlo a ritrattare e a costringerlo ad azzittirsi. Il Generale tornò negli Stati Uniti con propositi di contrattacco, ma fu circuito dagli ambienti politici e finanziari dominanti che lo obbligarono a tacere.

Troppo vecchio per la Presidenza, gli fu preferita la candidatura di Eisenhower. Mac Arthur dirà chiaramente tutto nel 1953».


Il Presidente Truman e il Generale Mac Arthur 

Nel marzo 1954 avvenne un'altra gravissima crisi in Indocina. Le truppe vietnamite comandate dal Generale Giap attaccarono, in aprile, la base militare francese nell'occidente  del  Vietnam  del  Nord,  Dien Bien Fu.

Per quell'assedio, gli Stati Uniti giunsero nuovamente alla risoluzione di attaccare con armi nucleari al fine di salvare i francesi e gli specialisti americani. L'URSS rispose alla stessa maniera.

A quel punto, la Francia e l'Inghilterra non appoggiarono gli Stati Uniti che si trovarono soli in una simile decisione ormai inevitabile. Fu proprio allora che si verificò un evento impressionante in una base aerea della California meridionale.

Nell'area militare scesero ben cinque astronavi, i cui piloti incontrarono il Presidente americano di quel tempo: Dwight Eisenhower.

Ufficialmente informarono che la civiltà extraterrestre aveva iniziato un programma operativo rivolto all'intera Umanità al fine di renderla cosciente della loro realtà e presenza sul pianeta Terra.

Il motivo principale dell'incontro però era quello di ammonire molto seriamente a non usare per nessun motivo le armi nucleari e a cercare di risolvere definitivamente la crisi indocinese.

La storia ci ricorda che il 26 aprile 1954 venne aperta la Conferenza di Ginevra dove parteciparono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'URSS, la Francia e la Cina Popolare.

Il 7 maggio ci fu la caduta definitiva di Dien Bien Fu dopo un assedio durato ben 55 giorni e il 20 Luglio a Ginevra si firmarono gli accordi in cui si stabilì che il Vietnam sarebbe stato diviso in due stati. Il 27 luglio del 1954 cessarono completamente i combattimenti in Indocina.

Ci furono altre occasioni per una probabile guerra atomica fino al termine della caduta dell'impero sovietico e credo che il caso più drammatico sicuramente sia stato quello sviluppatosi nel 1962 con la crisi di Cuba.

In tale occasione è da ricordare che furono proprio gli extraterrestri a suggerire, tra le altre cose, al Presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy e a quello sovietico Nikita Kruscev di installare il famoso "telefono rosso" per evitare che una probabile guerra atomica scoppiasse per un banale errore.

Sì, perché essi ci hanno avvertito di continuo dei vari pericoli e delle scelte sbagliate da noi compiute.




Ecco cosa ci hanno fatto sapere:

"State lentamente, ma inesorabilmente, precipitando in una morsa soffocatrice, senza speranza di riprendere un qualche sospiro di sollievo. Il progresso della vostra assurda scienza produttiva in tutti i campi è irresponsabile, caotico, deleterio e distruttivo.

Il vostro ipertrofico desiderio di produrre vi acceca sino al punto di non vedere il carico enormemente negativo che gravita sulla vostra sopravvivenza e sul processo armonico dei reali valori strutturali della natura, in relazione alla vita e al suo saggio e positivo progresso evolutivo.

Il modo incosciente di produrre i mezzi necessari alle vostre normali necessità è inconcepibilmente insensato, perché edificate senza possedere il discernimento necessario  di  "causa-effetto".

Conoscete benissimo le conseguenze nocive che producono certe vostre macchine, ma le costruite senza minimamente preoccuparvi di ciò che questi effetti determinano sul piano dell'economia creativa. Non vi sforzate per nulla di impegnarvi per modificare il movimento negativo in positivo.

Pronunciate solo discorsi, fate progetti e nell'impegno ponete solo il dito mignolo o addirittura nemmeno quello, perché l'equilibrio dell'oro e del denaro o dell'orgoglio tecnologico devono prevalere, anche se ciò costa la vita all'Umanità, al vostro pianeta, e compromette tutta la vostra storia.

Insensati!  Stolti orgogliosi!  Incoscienti!

Vi lamentate di noi che non vi forniamo gli strumenti necessari a superare la situazione in cui vi trovate. Ma cosa fate per dimostrarci che un eventuale dono della nostra Conoscenza superiore non diventi per voi oggetto di maggiore distruzione?

Quanti sono i giusti sulla Terra? A chi dovremmo affidare le perle del nostro sapere cosmogonico? Avete nelle vostre mani una potente energia che avreste potuto sfruttare positivamente e con effetti evolutivi sorprendenti, invece ne avete fatto un arsenale di devastazione e di morte! (Cfr. QUI; ndr).


Sistema HAARP

Non solo non siete giusti, ma non siete neanche buoni! Ecco perché ci limitiamo, per il momento, a preparare i "buoni" per essere un giorno "giusti" ed ereditare quanto è nella nostra immensa consapevolezza cosmica.

Il nostro scibile superiore scaturisce da formule matematiche esatte con direzioni di sviluppo assolutamente positive. L'indirizzo negativo per la nostra scienza e per la nostra coscienza non deve mai esistere, anche se sappiamo che è sviluppabile.

Sul vostro pianeta, uno dei tanti vostri scienziati probi e retti, di nome Ettore Majorana, lottò sino alla completa rinuncia del proprio orgoglio di studioso per impedire ad un suo amico e collega, Enrico Fermi, di inoltrarsi in un sentiero errato e disastroso della fisica nucleare.

Egli oggi è con noi, così come sono con noi altri numerosi ingegni misteriosamente scomparsi, per aver accettato la nostra offerta di essere istruiti sui piani della scienza cosmica e per diventare, un giorno non lontano, i dirigenti saggi, giusti e morigerati di coloro che saranno gli antesignani del Regno di Dio in terra.

La coscienza ottenebrata di molti non ha mai gradito l'incarnazione dell'Amore Universale, né ha mai tollerato i messaggi di Giustizia e di Pace.

Questi Geni del supremo Bene hanno dato e danno fastidio agli empi e ai fautori del male e dell'egoismo: quando non li hanno potuti far tacere, li hanno barbaramente uccisi. Non avete fatto così con Gesù Cristo?

Noi oggi sappiamo che farete di peggio, perché siete diventati sempre più empi, sempre più vuoti di quei valori spirituali, morali e sociali che avreste dovuto riempire col divino messaggio del Vangelo. Siete miseramente caduti nella notte dei vostri giorni!

Noi facciamo di tutto per far luce nel buio che è in voi e in ciò che edificate, ma la "bestia" che è in voi prevale e dice: no! no! "Non Cristo! Barabba!" Il male al Bene, l'odio all'Amore, la guerra alla Pace, la morte alla Vita!

Tali sono le vostre scelte! Ed ecco perché vi affermiamo che la vostra tragica situazione è in un vicolo cieco ed i valori negativi della vostra scienza sempre più esposti al gravissimo errore della irreversibilità."

Adoniesis




E ancora hanno ribadito:

"Siamo pronti all'intervento nel caso venissero messi in atto i disegni di alcune forze oscure con armamenti nucleari. I nostri mezzi sono già in piena efficienza per attuare quanto un tempo, nello stesso modo, abbiamo preannunciato...

Siano pienamente consapevoli coloro i quali, per loro disavventura, dovessero assumersi la gravosa ed ingiustificabile responsabilità di mettere in pratica i diabolici  piani  aggressivi  con  le  armi  atomiche.

Non permetteremo una guerra nucleare! L'energia psichica sarebbe  la nostra insuperabile arma che saremmo costretti ad usare per annullare, se si rendesse necessario, la velleità distruttrice degli uomini "bestia".

È bene che i generali si consultino con gli uomini di scienza, prima di prendere delle drastiche decisioni. Alcuni studiosi del vostro pianeta conoscono perfettamente le prodigiose capacità dei nostri vascelli e della nostra tecnologia.

Siamo in grado di fermare ogni minima attività delle vostre strutture elettroniche e di ogni mezzo aereo, navale e terrestre mossi da forza motrice, con valori dinamici tratti da qualsiasi fonte.

Possediamo altre maniere ancor più persuasive, di cui preferiamo non mettervi a conoscenza, che varrebbero a fermare ogni criminosa attività mirante alla distruzione  della  specie  sul  vostro  pianeta.

Abbiamo la buonissima intenzione di aiutarvi e di preparare i presupposti ideali atti a concludere trionfalmente la nostra Missione di Amore universale, ma se voi ci ostacolerete, saremo costretti ad usare una metodologia che nel passato valse a rinnovare radicalmente il genere umano.

Noi speriamo che prevalga il buon senso e la buona volontà di accettare questo nostro ulteriore invito; accettazione che agevolerebbe positivamente lo svolgimento dei nostri disegni per la migliore soluzione di tutti quei problemi che ancora vi procurano tanti guai.

State molto attenti! Non prendete decisioni avventate perché sarebbe la triste fine di tutta la vostra generazione e dell'intera vostra storia."

Da un extraterrestre in servizio sulla Terra, tramite Eugenio Siragusa.


Eugenio Siragusa - Contattista - (1919-2006)

Le guerre sul nostro pianeta, purtroppo, continuano ad esserci anche oggi. Nel 2001, ad esempio, ci sono state ben ventisette guerre, compresa quella scatenata dopo  l'attentato  dell'11  Settembre  a  New York.

Se non si cambia modo di vivere con il ritorno cosciente all'accettazione delle Leggi Universali, come chiaramente ha dimostrato Gesù-Cristo, non abbiamo altra scelta e la civiltà extraterrestre sarà la nostra unica speranza di sopravvivenza.

Per fare un altro esempio sul loro intervento, riporto il contenuto del messaggio che nel luglio del 1984 la civiltà extraterrestre ha fatto pervenire ai responsabili delle due superpotenze che all'epoca gestivano il destino dell'Umanità:

Al Presidente dell'Unione Sovietica: Konstantin Tchernenko
Al Presidente degli Stati Uniti di America: Ronald Reagan

da

Woodok, Comandante dell'Astronave Cristal-Bell.
Maclero, Comandante dell'Astronave Olimpia.

"La nostra Missione sul vostro pianeta è pacifica ma non priva di preoccupazione per le tensioni in atto. La vostra sopravvivenza si trova ad un bivio pericoloso, ma viene pure cercato un equilibrio che dobbiamo tutelare con ogni modalità a disposizione.

Il nostro obbiettivo mira principalmente ad evitare, per errore o per volontà delle forze belligeranti, un conflitto nucleare. Non siamo interessati alle vostre normali esperienze evolutive. Sappiamo che dovete crescere, realizzarvi e sperimentare.

La nostra sorveglianza scaturisce dall'impellente necessità di salvaguardare alcuni fondamentali equilibri dinamici che governano il vostro sistema planetario di cui conosciamo la precaria instabilità.

Un conflitto nucleare accelererebbe e stravolgerebbe notevolmente tali equilibri, con la funesta possibilità di trainare una forza anomala inarrestabile, con conseguenze imprevedibili sulle linee di forza che strutturano i valori gravitazionali dei pianeti del sistema solare a cui è legata la Terra.

Conosciamo molto bene il vostro pianeta e conserviamo la completa cronistoria delle sue origini (Cronache dell'Akasha, vedere QUI; ndr). Abbiamo anche una perfetta conoscenza del processo iniziale dei primati della vostra specie. Non è nuovo questo nostro intervento nel tentativo di aiutarvi.




Lo abbiamo fatto nel passato e vorremmo ancora farlo se ce lo consentite. Facciamo parte di una Confederazione planetaria della galassia e possediamo un progresso scientifico ancora inconcepibile per i vostri uomini di scienza. Quello che più ci preme è di raccomandarvi:

A) Non attaccate le nostre navi!

B) Non tolleriamo la violenza gratuita!

C) Possiamo giustificare l'errore, non la perseveranza dello stesso.

Non costringeteci a dimostrare che possediamo mezzi assai convincenti per farvi desistere da ogni idea bellicosa nei nostri riguardi e nei confronti di coloro che sulla vostra Terra ci rappresentano e sono da noi scrupolosamente seguiti e tutelati.

La Giustizia, la Pace, l'Amore e la Fratellanza sono la nostra reale Religione. La nostra venerazione è rivolta, esclusivamente, allo "Spirito Onnicreante" (Spirito Santo come voi lo chiamate). Il Divino è con noi già da tempo.

A voi è stato offerto e l'avete, ancora una volta, rifiutato. Il nostro Tempio è quello che vive nel cuore di tutti gli Esseri viventi in tutte le galassie del Cosmo.

Presto verrà il momento di una nuova opportunità per voi (l'Avvertimento, vedere QUI; ndr) e ci auguriamo che sia la volta buona. Sta a voi accettare o rifiutare.

Per la Confederazione che rappresentiamo, il vostro accoglimento sarebbe un grande  sollievo  e  per  l'Umanità  di  questo  pianeta un'immensa e benefica grazia.

Affidiamo questo discorso al nostro più solerte ed apprezzato emissario (Eugenio Siragusa; ndr) con l'ordine di farlo giungere ai destinatari.

Speriamo tanto in una vostra seria e responsabile riflessione. Pace sulla Terra."

Woodok e Maclero.

Relazione, adattamento e cura: Sebirblu.blogspot.it


lunedì 22 settembre 2025

P. PIO: Satana sarà al vertice della Falsa Chiesa!


Padre Pio da Pietrelcina - ora Santo -
al secolo Francesco Forgione - (1887-1968)

Sebirblu, 22 settembre 2025

Riposto oggi alcuni interessanti estratti dal 1° volume dell'epistolario di Padre Pio, esposti tre anni fa in occasione dei suoi 100 anni dalle stimmate e ai 50 dal suo trapasso verso la gloria dei Cieli.

Il primo brano riguarda il giusto lamento di Gesù per l'ingratitudine umana e il lassismo nella Chiesa; il secondo concerne il tradimento e l'apostasia dei Suoi ministri, e il terzo si riferisce alla cecità e all'indifferenza dei molti che, attratti dalle cose del mondo, non odono o non vogliono udire i Suoi dolci inviti e i ripetuti richiami per una Vita vera soffusa di felicità.

Prima però, pubblico una splendida catechesi di don Alessandro Maria Minutella anch'essa di tre anni fa, su questo argomento.




Padre Pio a padre Agostino (sua guida spirituale a cui dà del "voi" come si usava un tempo; ndr).

Pietrelcina, 12 marzo 1913

[...] "Sentite, padre mio, i giusti lamenti del nostro dolcissimo Gesù: «Con quanta ingratitudine viene ripagato il Mio Amore dagli uomini! Sarei stato meno offeso da costoro se l'avessi amato di meno. Mio Padre non vuole più sopportarli.

Io vorrei cessare di amarli, ma... (e qui Gesù si tacque e sospirava, e dopo riprese) ma ahimè! il Mio Cuore è fatto per amare! Gli uomini vili e fiacchi non si fanno nessuna violenza per vincersi nelle tentazioni, ed anzi si dilettano nelle loro iniquità.

Le anime da Me più predilette, messe alla prova Mi vengono meno, le deboli si abbandonano allo sgomento ed alla disperazione, le forti si vanno rilassando a poco a poco. Mi rimangono (sta per Mi lasciano; ndr) solo di notte, solo di giorno nelle chiese.

Non si curano più del Sacramento dell'altare; non si parla mai di questo Sacrificio di Amore; ed anche quelli che ne parlano ‒ ahimè! ‒ con che indifferenza, con che freddezza. Il Mio Cuore è dimenticato; nessuno si cura più del Mio Amore; Io son sempre contristato.

La Mia Casa è divenuta per molti un teatro di divertimenti; anche i Miei ministri che Io ho sempre riguardato con predilezione, che Io ho amato come pupilla dell'occhio Mio; essi dovrebbero confortare il Mio Cuore colmo di amarezze; essi dovrebbero aiutarmi nella redenzione delle anime, invece chi lo crederebbe?! Da essi debbo ricevere ingratitudini e sconoscenze.

Vedo, figlio mio, molti di costoro che... (qui si quietò, i singhiozzi gli strinsero la gola, pianse in segreto) che sotto ipocrite sembianze Mi tradiscono con comunioni sacrileghe, calpestando i lumi e le forze che continuamente do ad essi...».

Gesù continuò ancora a lamentarsi. Padre mio (rivolgendosi a padre Agostino; ndr), come mi fa male veder piangere Gesù! L'avete provato ancora voi? [...] Fra Pio."




Pietrelcina, 7 aprile 1913

"Mio carissimo padre, venerdì mattina¹ ero ancora a letto, quando mi apparve Gesù. Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando, chi si stava parando e chi si stava svestendo delle sacre vesti.

La vista di Gesù in angustie mi dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta ne ebbi. Però il suo sguardo ritornò verso quei sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande mio orrore, osservai due lacrime che gli solcavano le gote.

Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: «Macellai!» E rivolto a me disse: «Figlio mio, non credere che la Mia agonia sia stata di tre ore, no; Io sarò per cagione delle anime da Me più beneficate, in agonia sino alla fine del mondo.

Durante il tempo della Mia agonia, figlio Mio, non bisogna dormire. L'anima Mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ohimè Mi lasciano solo sotto il peso dell'indifferenza. L'ingratitudine e il sonno dei Miei ministri Mi rendono più gravosa l'agonia.

Ohimè, come corrispondono male al Mio Amore! Ciò che più Mi affligge è che costoro al loro indifferentismo, aggiungono il loro disprezzo, l'incredulità. Quante volte ero lì lì per fulminarli, se non fossi stato trattenuto dagli angeli e dalle anime innamorate di Me...

Scrivi al padre tuo e narragli ciò che hai visto e sentito da me questa mattina. Digli che mostri la tua lettera al padre provinciale...»

Gesù continuò ancora, ma quello che disse non potrò mai rivelarlo a creatura alcuna in questo mondo. Questa apparizione mi cagionò tale dolore nel corpo, ma più ancora nell'anima, che per tutta la giornata fui prostrato ed avrei creduto di morirne se il dolcissimo Gesù non mi avesse già rivelato²...

Gesù purtroppo ha ragione di dolersi della nostra ingratitudine! Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all'Amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nella infame setta della massoneria! Preghiamo per costoro affinché il Signore illumini le loro menti e tocchi loro il cuore. [...] Fra Pio."

Note:
1) Il 28 marzo 1913
2) I puntini sono di padre Pio. Non è possibile determinare quale sia stato l'oggetto di questa rivelazione.


Il Concilio Vaticano II infiltrato dalla Massoneria, ved. QUI, QUI e QUI.

Pietrelcina, 10 ottobre 1915

"Mio carissimo padre,

[...] in quanto a me, io non mi arresterò dal piangere tutte le ore che mi restano da vivere, poiché voi conoscete quanto mi strazia il cuore il vedere tanti poveri ciechi, che fuggono più del fuoco quel dolcissimo invito del Divin Maestro: «Venite a Me voi tutti che avete sete, ed Io vi darò da bere.» (Gv. 7,37).

L'animo mio si vede estremamente straziato nel trovarsi di fronte a questi veri ciechi che non sentono punto pietà per sé stessi, avendo le passioni tolto loro talmente il senno (ved. QUI), che non si sognano neppure di venire a bere a questa vera Acqua di paradiso.

Uno sguardo, o padre, e poi ditemi se non ho ragione di condurre una vita infelice per la follia di codesti ciechi. Mirate come trionfano i nemici della Croce sempre più e in ogni giorno. Oh cielo! essi bruciano continuamente di fuoco vivo, tra mille desideri di soddisfazioni terrene.

Gesù li invita ad andare a dissetarsi di quell'Acqua sempre viva. Egli conosce assai bene quanto bisogno hanno costoro di berne a sazietà; Acqua che Lui tiene pronta per chi veramente ha sete, per non perire in mezzo alle fiamme dalle quali essi sono divorati.

Gesù rivolge loro quel tenerissimo invito: «Venite a Me voi tutti che avete sete, ed Io vi darò da bere». Ma, Dio mio! Qual risposta ne ottenete da simili infelici?

Essi danno segno di non intendervi, vi sfuggono e, quel che è peggio, questi sciagurati avvezzi da lunga età a vivere in quel fuoco di soddisfazioni terrene, invecchiati tra quelle fiamme, più non sentono gli amorosi Vostri inviti e neppure s'avvedono più del pericolo grande, orrendo in cui sono.

Qual rimedio vi è da usare verso tali Giuda infelici per farli ritornare in sé stessi? Qual rimedio si può sperare perché codesti veri morti risuscitino?

Ahi!, padre mio, l'anima mi scoppia dal dolore; anche a costoro Gesù ha dato un saluto, un amplesso, un bacio; ma per questi miseri è stato un saluto che non li ha santificati, un amplesso che non li ha convertiti, un bacio, ahimè! ‒ faccio per dire ‒ che non li ha salvati, non solo, ma che forse nella grande maggioranza non li salverà giammai!

La divina Pietà più non li addolcisce; coi benefici non si attirano; coi castighi non si domano, con le dolci (maniere) insolentiscono; con le austere imperversano; nella prosperità si inalberano; nelle avversità disperano; e sordi, ciechi, insensibili ad ogni più dolce invito e ad ogni più atroce rimprovero della divina Pietà, che potrebbe scuoterli e convertirli, non fanno che confermarsi nel loro indurimento, e rendere più intense le loro tenebre. (Cfr. anche QUI, QUI, QUI e QUI ndr).


Tomasz Alen Kopera

Ma, deh! o padre mio, quanto sono stolto: chi mi assicura che non sia anch'io del numero di questi infelici? Sento, è vero, anch'io sete di questa vera Acqua di paradiso, ma chi sa che non sia essa veramente quella che pur ardentemente desidera l'anima mia?!

E questo tormento si va sempre più intensificando, a misura che tale Acqua non estingue la sete, ma che anzi l'accresce sempre più. Non è questa forse, o padre, una ragione potentissima per fortemente dubitare che l'Acqua desiderata dalla povera anima non sia proprio quella di cui il dolcissimo Salvatore ci invita a bere a larghi sorsi?

Piaccia al Signore, sorgente di tutta la Vita, non voler negare a me quest'Acqua sì dolce e preziosa, che egli nell'esuberanza del Suo Amore per gli uomini promise a chi ne ha sete. Io la bramo, o padre mio; la chiedo a Gesù con gemiti e sospiri continui.

Pregate anche voi, affinché non si nasconda a me; ditegli, o padre, che Egli sa quanto gran bisogno ho io di quest'Acqua, che sola può guarire un'anima ferita d'amore.

Consoli questo tenerissimo sposo della sacra cantica un'anima che ha sete di Lui e la consoli di quello stesso bacio divino che richiedeva la sacra sposa.

Ditegli che fino a quando un'anima non arriverà a ricevere tale bacio non potrà mai stringere un patto con Lui in questi termini: «Io son tutto pel mio diletto ed il mio diletto è tutto per me». (Cant. 6,3).

Piaccia al Signore non abbandonare chi in Lui solo ha posto tutta la sua fiducia! Che questa mia speranza non vada mai fallita, e che io sia a Lui sempre fedele... [...].

Con stima vi bacio le mani e degnatevi sempre di benedire questo vostro figliuolo. Fra Pio."

Padre Agostino da San Marco in Lamis è il celebrante; Padre Pio gli fa da diacono.

Ma quello che più sorprende tra le profezie di Padre Pio (e l'abbiamo sentito or ora dalle parole di don Minutella) è ciò che confidò intorno al 1960 a Padre Gabriele Amorth, intervistato nel 2011 da José María Zavala ‒ giornalista spagnolo (ved. QUI) ‒  al quale raccontò che il Santo Frate lo avvertì che   «Satana si era introdotto nel seno della Chiesa e, in poco tempo, avrebbe governato una Falsa Chiesa». Insieme poi decisero di rivelarlo al mondo solo dopo il trapasso del famoso esorcista.

Questo avviso era già stato dato dalla Madonna a "La Salette" («Roma perderà la fede e diverrà la sede dell'Anticristo») e a "Fatima" nel famoso "Terzo Segreto" dove la Stessa aveva profetizzato che «l'apostasia nella Chiesa inizierà dal vertice», mettendo in guardia il papato a NON indire il Concilio perché da esso ne sarebbe derivata grande sciagura. (Cfr. QUI, QUIQUI, QUI e QUI). 

Come si vede, sta delineandosi sempre più nei minimi dettagli lo scenario che il Cielo per mezzo della Vergine, e non solo, si è premurato di svelarci, affinché fossimo pronti all'ultimo assalto del nemico con un discernimento maggiore; cosa che purtroppo non sta avvenendo per la tiepidezza e la cecità spirituale dello stesso popolo di Dio  che non realizza nemmeno di trovarsi in piena Apocalisse.

Ecco l'ultimo video di questo 23 settembre dedicato a Padre Pio da don Alessandro.

 


Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

Brani estratti dall'Epistolario di Padre Pio, Vol. 1° (QUI, QUI, QUI e QUI).