Tanti anni fa sull'emittente "Tele-Montecarlo" andò in onda il film "Il Giardino della Felicità", apparentemente per bambini, ma dai contenuti molto sostanziali perché riguardanti la vita umana in tutti i suoi aspetti, sconosciuti ai più.
È tale la loro importanza che oggi, avendolo trovato in rete, praticamente perfetto in rapporto alla pellicola di allora, ho deciso di esporlo spiegandone dettagliatamente il significato esoterico, a beneficio dei lettori.
La storia si svolge intorno ad una famiglia i cui due figlioli, un maschietto ed una femminuccia (Tyltyl e Mytyl) in compagnia dei loro piccoli amici, un cane ed una gatta (Tylo e Tylette), sperimentano un'avventura meravigliosa.
Il racconto inizia con una giovane donna (Elisabeth Taylor) in apprensione per il ritardo dei suoi ragazzi usciti nel bosco che, per tornare a casa più velocemente passano da un pericoloso ponte di corde che era stato loro proibito di utilizzare.
E qui inizia il bello... che la gran parte della gente non comprende, perché NON SA. Durante il sonno, i bimbi sentono della musica provenire dall'esterno e alzandosi, corrono alla finestra a vedere di cosa si tratta...
Tra gli alberi scorgono arrivare delle slitte cariche di ospiti grandi e piccini, i futuri partecipanti ad una grande festa di palazzo, tra dolciumi e leccornìe varie che attirano particolarmente l'attenzione della bimba. Tyltyl però, saggiamente, invita sua sorella a rientrare a casa, perché ritiene che lo sfarzo e la ricchezza del posto non si addicano loro.
Ella, contrariamente alla convinzione dei bimbi di vedere chiaro soltanto perché hanno la vista, fa loro notare che non è l'apparenza che determina la Realtà profonda delle cose, cominciando dalla propria persona che non è affatto quella che essi scorgono...
La vecchina, perciò, estrae dalle tasche un cappello con un grande diamante al centro, e rivolgendosi a Tyltyl lo pone sulla sua testa dicendogli che se lo ruoterà da destra a sinistra (ossia in senso orario, dalla parte positiva a quella negativa) potrà "vedere" davvero, distinguendo tutto nella sua autenticità.
E infatti, azionandolo, egli vede chi è realmente la vecchietta, perché ella si mostra in tutto il suo fulgore essendo "la Luce" (simbolicamente la mamma protettrice, la Sapienza) che illumina l'uomo, quando questi la ricerca, per guidare i suoi passi lungo le vie del mondo.
E sotto il comando della "Luce", prontamente il fuoco, l'acqua, il pane, il latte, lo zucchero prendono vita agli occhi incantati dei bimbi, che riescono a colloquiare non solo con questi elementi ma soprattutto con i loro amici domestici, il cane e il gatto.
"Luce" (Elisabeth Taylor) |
Addirittura, come d'altronde alcuni esperimenti dimostrano, esiste uno psichismo che mette in contatto i tre regni fra loro (tra cui quello dell'uomo), per il quale in ogni àmbito c'è il soffio vitale che "sente" e "reagisce" a pensieri, sollecitazioni, paure, stati emozionali e quant'altro, influenzando tutto.
Conviene inoltre notare che Tylette, la gatta, presenta subito il suo lato subdolo, ingannatore e infido, perché da sempre nel mondo occulto questo tipo di animale, per il suo carattere opportunista ed enigmatico viene spesso abbinato a pratiche esoteriche ostili ed è anche fatto segno da entità involute (barontiche; ved. QUI, QUI e QUI) di possessioni temporanee per compiere misfatti.
Proseguendo nella storia alla ricerca dell'«uccellino blu», i due bimbi, sempre sul piano astrale e benché spinti a desistere dalle insinuazioni del felino di casa, si incamminano sulla strada scelta, quella del "passato", che conduce direttamente alla dimora dei nonni scomparsi da tempo e "dormienti", ma risvegliati dai pensieri dei sopraggiungenti nipotini.
Nel frattempo la gatta si affretta a tentar di convincere gli altri, restati in attesa di Tyltyl e Mytyl dopo la visita ai loro nonni, della pericolosità del ritrovamento dell'«Uccellino Blu» (simboleggiante il "Risveglio dell'«Io» alla Conoscenza superiore dello Spirito) perché, acquisendo il discernimento, l'essere umano diverrebbe libero, ossia non più soggetto alle forze oscure che invece soggiogherebbe.
Rimasti quindi con i cari nonni per brevissimo tempo, i bambini non trovano nel "passato" quello che stanno cercando perché l'uccellino loro regalato diventa nero, quindi lo liberano e tornano indietro per ricongiungersi alla gioiosa compagnia.
Arrivano uniti in una radura dalla quale si scorge un castello su un alto picco che, secondo "Luce", dovrà essere la meta intermedia di Tyltyl e Mytyl per trovare l'agognato «Uccellino Blu" nel "Presente", ma lei non li accompagna oltre, essendo quello il "Regno della Notte" dove governa l'Oscurità con la sua Regina, che nel film viene rappresentata da Jane Fonda.
"La Regina della Notte" (Jane Fonda) |
Ed è quello che succede realmente ad ogni "ricercatore" principiante del «perché della vita, da dove viene e dove va», le classiche eterne domande che ciascun essere umano prima o poi si pone per dare un senso vero alla propria esistenza.
Ma le forze oscure non dormono e, approfittando dell'inesperienza iniziale, cercano in mille modi di mettere i bastoni fra le ruote di chi con purezza d'animo comincia a cercare... mettendogli paura, facendogli incontrare parenti e amici che lo distolgono, che lo deridono... o allettamenti che lo attirano per rallentarne il percorso.
Ecco allora che Tyltyl e Mytyl nella comune esperienza astrale sono indotti ad affrontare gli imprevisti e gli inganni tesi loro dal mondo delle ombre, dei fantasmi, delle entità votate alla guerra... ma perseverano, pur di coronare il loro sogno e, noncuranti di qualsiasi impedimento, riescono ad arrivare in un luogo inaspettato, dall'apparenza magnifica... dove abbondano gli alati blu, ma non quello che essi vorrebbero.
Ben altro hanno da vedere e da signoreggiare prima di poter cantare vittoria... e, malgrado le loro lacrime cocenti, i due fanciulli, mentre si chinano per dissetarsi, odono una voce di donna (Ava Gardner), in groppa ad un cavallo e accompagnata dal suo staffiere, che chiama solo Tyltyl e non la sorella, invitandolo a seguirla.
La Dama del Palazzo, la "Lussuria" (Ava Gardner) |
Tyltyl si rende conto ben presto che c'è qualcosa che non va nell'estrema ostentazione della ricchezza, dell'ignavia, della vanità, dell'amore per sé stessi, del soddisfacimento massimo dei sensi, come l'avidità smodata per il cibo... e non realizza ancora quella del sesso... nonostante le evidenti insinuazioni della "signora" che lo ospita! (cfr. QUI, QUI, QUI e QUI).
Improvvisamente, anche per l'ingresso degli altri componenti il gruppo, guidati e "sostenuti" dalla gatta Tylette, la festa diventa parossistica, con l'assalto al buffet delle vivande e persino con la sbornia del fidato Tylo, ma "Luce", entrata con loro, invita fermamente Tyltyl a ruotare il diamante sul cappello e tutto si ridimensiona per mezzo di un gran vento purificatore che spazza via tutto e tutti.
I bimbi, proseguendo il viaggio astrale, si ritrovano all'aperto su un bel prato, dove vedono arrivare "Luce" vestita elegantemente da mamma... o meglio, la loro mamma rivestita di 'luce'... perché la vista interna, con le esperienze fatte, si è sensibilizzata al punto di discernere il vero Bello dal Brutto.
"Siete venuti qui solo per aprire gli occhi" ‒ dice, infatti la mamma ‒ "per sapere come 'osservare' quando mi rivedrete a casa"... e, in quel momento, passa nel cielo l'«uccellino blu» che le permette, ancora una volta, di incoraggiare i suoi figli a proseguire il viaggio nel nobile intento di conquistarlo affinché la loro Ricerca del "Sé interiore" (ved. QUI, QUI e QUI) sia completa.
Così si rimettono in cammino seguiti dal fedele Tylo e preceduti dall'immancabile "traditrice", la gatta Tylette che, chiamando a raccolta le forze della natura – in questo caso gli alberi – li istiga a lottare contro il desiderio prorompente dell'uomo di "Conoscere la Verità".
Gli alberi, ascoltandola, si preparano quindi a difendere, anche in nome della Terra, la causa contro i soprusi inflitti ad essi dagli umani cercando di attaccare i bambini, ma "Luce" viene ancora in loro soccorso intimando a Tyltyl di girare il diamante... e tutto si dissolve.
Non ci dobbiamo meravigliare, perciò, se in questi nostri tempi apocalittici le potenze della natura sono sconvolte più che mai, sotto la spinta arbitraria dell'uomo che ha distrutto il clima, i mari e il pianeta per i suoi scopi abbietti di dominio e di offesa verso i popoli.
Qui cambia la scena, si entra nel "futuro", e i due fratelli si ritrovano in un ambiente che esiste davvero nei piani spirituali contigui al pianeta: è un "luogo" o per meglio dire un modo di essere che accomuna tutte le anime che intendono nascere o rinascere, scegliendosi per sintonia vibrazionale i genitori e il percorso di "prove o esami" da affrontare per evolversi più celermente. (cfr. QUI).
Per questa ragione, hanno tutti l'aspetto molto giovane, perché i loro pensieri già si immedesimano nella condizione di figli nascituri con le virtù o i difetti che ancora hanno e su cui dovranno agire: ‒ nel primo caso aiutando il prossimo, e nel secondo cercando di eliminare i vizi, fors'anche attraverso la sofferenza e le privazioni.
Tyltyl e Mytyl vengono a sapere, da un bimbo che va loro incontro chiamandoli per nome, che sarà loro fratello l'anno successivo, ma che se ne andrà presto dal mondo... Tyltyl allora osserva: "Non vale neanche la pena di venire..." e l'altro risponde: "Non si può mica scegliere"...
Diversa è invece la sorte di chi, ancora involuto, si rifiuta di scendere nella materia fisica per espiare attraverso il dolore i misfatti compiuti in un'altra vita, decidendo di non reincarnarsi. (cfr. QUI, QUI, QUI e QUI). In questo caso la Legge, che è Legge d'Amore, per il Bene dell'anima sospinge e a volte impone dolcemente la discesa.
Per tal motivo e per la relativa ribellione certi individui nascono deformi, svelando sin da piccoli il loro carattere violento e difficile. Questo non va confuso con tante anime che, molto più progredite, decidono di nascere con handicap più o meno gravi, per accelerare l'evoluzione ed essere "fari" di abnegazione, esempio e bontà per tutti.
Talora capita anche, come si vede nel film, che due anime gemelle debbano dividersi per fare le loro esperienze separatamente e congiungersi poi, al momento dovuto, o sulla Terra, seppur abbastanza raro (cfr. QUI), o in altra dimensione per proseguire insieme il Cammino nei livelli superiori e "fondersi" infine, ricostituendo la propria individualità, prima scissa in due, diventando un "Entele" (ved. QUI, QUI e QUI).
Ma riprendendo il tema dal luogo del "futuro" in cui si trovano, i due fratellini insieme a "Luce" si incamminano verso casa, convinti di non potervi tornare senza l'«uccellino blu» e ricevendo da lei la spiegazione approfondita dello stesso, come concetto di Risveglio interiore alla Conoscenza che, una volta scorta e recepita, non può essere trattenuta per sé, "in gabbia" appunto, ma elargita al prossimo con tutto l'Amore incondizionato di cui è portatrice.
Così, i personaggi "umanizzati" ‒ il fuoco, l'acqua, il pane, il latte e lo zucchero, unitamente al cane e al gatto compagni di vita dei bambini ‒ tornano al "silenzio" della quotidianità umana, non senza aver contribuito a dar loro una grande lezione di comportamento e di rispetto per le cose che li circondano ed apprezzarne il valore, anche se rivestite di semplicità e di modestia come può esserlo la dimora di un taglialegna.
Tyltyl e Mytyl salgono le scale di casa e rientrano nei loro corpi fisici addormentati, dispiaciuti e piangenti di veder andar via "Luce", la quale li rassicura spiegando che sarà sempre accanto a loro se aspireranno al Bene con i pensieri puliti, camminando al chiarore del "Sole" e sotto l'influsso dei suoi Raggi benefici...
"Luce", "Luce"... non lasciarci... non andare via... e, svegliandosi, si ritrovano nei propri letti vedendo la mamma china su di loro... come tutti i giorni...
Scendono le scale di legno e scoprono la bellezza nuova della loro umile casa... Tutto è cambiato ai loro occhi d'anima, il grande mutamento è avvenuto, ma non sono compresi (cfr. QUI) se danno il buongiorno ai compagni d'avventura...
"Vi sentite male o state ancora dormendo... svegliati figliolo!" ‒ dice la mamma ‒ "Sei tu quella che sta ancora dormendo!", risponde Tyltyl... e Mytyl, entusiasta: "Voi due avrete un altro bambino!"
Sbigottiti, mamma e papà non comprendono... e si guardano.
Poi, osservando la colomba nella sua gabbietta, i fanciulli si accorgono con grande sorpresa che è blu: "È l'«uccellino!» ‒ dice Tyltyl ‒ siamo andati così lontano... e lui è stato sempre qui!"
Lucida sentenza questa!... Suggerisce che molte persone cercano la Verità in quella o in quell'altra religione, in quel certo libro, in quella tale conferenza... e non sanno che il Grande Tesoro o la Perla preziosa, come dice il Vangelo (Mt. 13, 44-46), sta dentro di noi, nel nostro cuore, in attesa di farsi trovare!
Ed è proprio il cuore, destato a nuova vita, che spinge i fratellini a far dono della colomba alla bambina ammalata del villaggio.
Ma... l'«uccellino blu» non può essere trattenuto... e in un lampo sfugge alle mani della bimba... Ha assolto il suo compito nel portare un raggio di Conoscenza‒Amore a lei e ai paesani stupiti che, con questo atto esemplare di generosità hanno potuto, sebbene per un attimo, assaporare un frammento di paradiso.
"Se qualcuno di voi riesce a trovarlo, lo porti a me... Potrà servire molto al mondo, un giorno" ‒ conclude Tyltyl nella sua Saggezza ormai acquisita.
QUI il film completo, ufficialmente in rete, per coloro che non dovessero vederlo sugli smartphone, e di seguito la mia pubblicazione per completare il post.
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it
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